Sì, ho aggiunto un altro capitolo. No, non lo so se sarà l'ultimo. Sì, anche questo è ispirato da i pormt della just stop for a minute and smile (per il link, guardate il capitolo precedente), ed il prompt è il #50:Ehi, non mettermi fretta!
“No, no, no, io non ci
salgo su quel trabiccolo!” Ryo si aggrappò con
tutta
la forza che aveva al carrello portabagagli, nascondendosi dietro come
un
bambino faceva con la gonna della mamma. Sulla scaletta del piccolo
aereo
privato che avrebbe dovuto portarli al nord del Giappone, alla ricerca
dei
ricordi perduti della bella Fujiko, Kaori guardò il suo
compagno (di vita e di
lavoro) storto, mentre Jigen, da sotto il cappello dall’ampia
fesa, lo fissava con
gli occhi spalancati e la mascella che toccava terra.
Quel tizio che scalciava e
piagnucolava come un poppante era Ryo Saeba, il
grande City Hunter, lo sweeper migliore dell’intero Giappone.
Le mani iniziarono a solleticargli
mentre stringeva i denti, mentre
il suo intero io era pervaso da un
istinto omicida che ormai da molte tempo non provava più.
Quel deficiente immaturo, quel
cretino patentato era Ryo Saeba. Quello che,
nei loro giri, tutti dicevano essere migliore di lui
con la pistola, Daisuke Jigen.
Il ladro e pistolero stava per
sfoderare la sua fedele Smith& Wesson 19
per trivellare di colpi quel… quel tizio (perché
non sapeva davvero più come
definirlo) e mostrare al mondo chi effettivamente il migliore, quando
la rossa
compagna del cretino iniziò a urlargli contro.
“Guarda che prima o poi
dovrai fartela passare, questa benedetta fobia del
volo! Lo sai quanti lavori abbiamo già dovuto rifiutare, uh?
Beh, indovina! Io
sono stufa di andare in bolletta, quindi datti una svegliata!”
Ryo, con i goccioloni agli occhi e
tirando su con il naso, si staccò dal
carrello, e faticando, quasi le sue gambe pesassero quintali, mise
tentativamente un piede sulla scaletta, sotto lo sguardo accusatore
della
compagna. “Beh, ti vuoi muovere o no?” gli chiese
lei, alzando un sopracciglio.
Ryo sbattè i piedi, in
risposta, e iniziò a sbraitare nervoso di rimando.
“Ehy,
non mettermi fretta! Lo sai che sono rimasto coinvolto in un incidente
aereo da
bambino!”
Ma se
manco te lo ricordi, sospirò lei. Il pilota e
l’assistente di
volo- uomo, Kaori aveva insistito fino allo sfinimento- stavano
iniziando a
spazientirsi, battendo ritmicamente i piedi sulla moquette del
corridoio, e fu
allora che alla donna venne un’idea.
Le labbra di Kaori si alzarono con
un sorriso malandrino, e con finta
nonchalance si voltò, proseguendo con passo deciso verso
l’interno dei velivolo.
Quando raggiunse la cima della scaletta, vide Lupin, e sospirando con
(finta)
aria sognante lo prese a braccetto, stringendosi a lui.
“Oh, meno male che
c’è qui lei, Lupin… come potrei
intraprendere questo
viaggio da sola? Dicono che sulle montagne le correnti siano
terribili… almeno,
se lei sarà al mio fianco, avrò qualcuno a cui
stringermi!”
La bocca di Lupin- che
sì aveva una mezza storia con Fujiko, ma era molto
aperta (soprattutto dalla parte di lei)- si serrò in un
ghigno da maniaco
sessuale, quasi predatorio, e si liberò dalla presa della
bella rossa per
prenderla in braccio e stropicciarla per
bene, accoccolando il viso tra le rotondità dei seni.
Kaori, che aveva creduto di poter
tenere le cose sotto controllo, iniziò a infervorarsi,
e desiderò avere uno dei suoi martelli a portata di mano per
poterlo spaccare
in testa all’idiota patentato che li aveva assunti, ma si
trattenne, vuoi perché
non le era stato permesso portarli a bordo (come però tre
dei quattro uomini
avessero portato a bordo delle pistole, era un mistero. Come pure non
capiva
come il quarto uomo, vestito con abiti tradizionali, fosse riuscito a
far
salire a bordo una spada), vuoi
perché,
li avesse usati, il suo piano sarebbe andato in fumo, decise di
sopportare quel
calvario, che, ne era certa, non sarebbe comunque durato a lungo.
E difatti, prima ancora di finire
quel pensiero, Kaori avvertì una corrente
d’aria, che fece staccare Lupin da lei.
“BRUTTO MAIALE
MALEDETTO, TIENI LE TUE SPORCHE MANI LONTANO DALLA MIA
DONNA!” Ryo sbraitava, roso dalla gelosia e dal senso di
possesso. Stava facendo
la lotta sul pavimento con Lupin, tenendogli le mani intorni al collo,
stringendo così forte che il poveretto, normalmente pallido
come un fantasma,
adesso stava diventando bluastro.
La donna sospirò, da
una parte soddisfatta per il buon piano, dall’altra
incapace di credere che quei due uomini fossero degli adulti maturi che
si
presupponeva fossero i migliori nei rispettiva campi.
Al suo fianco, Gijen sospirava
allo stesso modo, chiedendosi se fosse il
caso di far finta di non conoscere almeno uno degli idioti- aveva una
reputazione, e quel comportamento era a dir poco disdicevole per delle
persone
del loro spessore.
Intanto, la porta venne chiusa, e
Ryo, ancora avvinghiato a Lupin, si voltò
a guardarla, con un crescente senso di panico. “No! Non
voglio! Fatemi
scendere!” Gridava mentre cercava di forzare il portello.
“Porca miseria, quante
storie, ormai sei dentro, il più è
fatto!” Gli disse
Kaori, con tono da maestrina, tirandogli l’orecchio.
“Andiamo Ryo, per una
volta comportati da adulto e smettila di farmi fare sempre brutte
figure!”
Povera
donna, come la
capisco, pensò
Gijen.
“Sei stata cattiva,
Kaori! Lo hai fatto apposta! Lo sai che non sopporto
quando gli altri uomini ti toccano e hai fatto la carina con Lupin
perché sai
che è più maniaco di me!” Ryo si
lamentava, singhiozzando. “Io qui non ci voglio stare! Se
vuoi tanto il caso
chiedi a Mick di aiutarti! Io questo aereo non lo lascio
partire!”
“Andiamo, Ryo, ci deve
essere qualcosa che potrebbe renderti più tranquillo
il volo….” Kaori gli chiese, dolce, ma leggermente
spazientita. Appena vide il
ghigno di Ryo, prevedendo le varie cose che avrebbe potuto chiederle,
arrossì,
pentendosi di quell’affermazione.
“Beh, se ti chiudessi
nel bagno come me… con la paura del volo, non ho mai
avuto l’occasione di entrare a
far parte
del Mile High Club, ma se davvero ci tieni tanto alla mia
sanità mentale, farò
questo sacrificio per te, Kaori.” le disse sghignazzando,
mentre la sua mente
stava già viaggiando mille miglia all’ora, ricolma
di piccanti e peccaminose immagini
della sua donna.
Sì,
Gijen aveva deciso, Ryo Saeba
non poteva essere il migliore nel loro campo. Il mondo intero doveva
essersi
sbagliato. Era impossibile. Cioè,
Saeba
era strano forte: addirittura sembrava essere in competizione con Lupin
per il
titolo di “il
più grande maniaco del
mondo”…
Ryo stava continuando a fare i
capricci, tergiversando, innervosendo tutti,
e Kaori stava avvertendo l’arrivo di un forte mal di testa.
Stringendo i denti perché
l’idiota patentato (quello di cui si era sfortunatamente
innamorata) non la
voleva piantare, e continuava a fare riferimenti anche piuttosto spinti
sul suo
paino di accoppiamento in volo, decise di fare l’unica cosa
che le sembrava
fattibile in quel momento.
Afferrò il vassoio che
l’assistente di volo aveva in mano e lo diede in
testa al compagno, con
tutta al forza
che aveva, facendogli perdere i sensi, e lo afferrò per la
collottola della
giacca, trascinandolo al suo posto con molta poca grazie, sotto gli
occhi stupiti
dei presenti.
“Sai, ho
l’impressione che a portare i pantaloni in casa sia
lei… in senso
metaforico. Certo che con quella minigonna di pelle bianca le gambe di
Kaori
sono proprio mozzafiato, ih, ih, ih, ih!” Lupin
sghignazzò, attirandosi le
collere della rossa, che si voltò a guardarlo, fulminandolo
sul posto. Lui si
fece piccolo, piccolo, e fece il segno
di chiudersi la bocca come fosse stata una zip.
“Beh, allora, vogliamo
andare? Ryo non rimarrà privo di sensi a lungo, e
vorrei arrivare a destinazione prima che sia notte!” Kaori
abbaiò a braccia
conserte, una volta sedutasi al suo posto.
Gijen si diede una ritoccata al
cappello, sorridendo discretamente.
Forse Ryo Saeba non era il
migliore del loro campo, ma iniziava a credere
che City Hunter lo fosse- perché, dopotutto, City Hunter lo
era, perché era
molto più del solo Ryo – era lui con la bella
Kaori, era la somma
delle parti, compatibili e che si
completavano a vicenda, formando un duo eccezionale.
Meglio non tirar fuori la pistola,
si disse. Dopotutto, magari avrebbe
potuto pure avere la meglio su Ryo, ma dubitava che Kaori sarebbe stata
troppo
clemente con lui. E francamente, non aveva alcuna voglia di essere
steso da un
vassoio…