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Autore: Little Firestar84    27/10/2020    3 recensioni
Una tranquilla mattinata di shopping. Almeno fino a che Kaori non sente le richieste di aiuto delle povere sciagurate che sono finite nelle "grinfie" di Ryo...
O no?
[STORIA PARTECIPANTE ALLA JUST STOP FOR A MINUTE AND SMILE CHALLENGE]
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Kaori/Greta, Ryo Saeba, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Sì, ho aggiunto un altro capitolo. No, non lo so se sarà l'ultimo. Sì, anche questo è ispirato da i pormt della just stop for a minute and smile (per il link, guardate il capitolo precedente), ed il prompt è il #50:Ehi, non mettermi fretta!

“No, no, no, io non ci salgo su quel trabiccolo!” Ryo si aggrappò con tutta la forza che aveva al carrello portabagagli, nascondendosi dietro come un bambino faceva con la gonna della mamma. Sulla scaletta del piccolo aereo privato che avrebbe dovuto portarli al nord del Giappone, alla ricerca dei ricordi perduti della bella Fujiko, Kaori guardò il suo compagno (di vita e di lavoro) storto, mentre Jigen, da sotto il cappello dall’ampia fesa, lo fissava con gli occhi spalancati e la mascella che toccava terra.

Quel tizio che scalciava e piagnucolava come un poppante era Ryo Saeba, il grande City Hunter, lo sweeper migliore dell’intero Giappone.

Le mani iniziarono a solleticargli mentre stringeva i denti,  mentre il suo intero io era pervaso da un istinto omicida che ormai da molte tempo non provava più.

Quel deficiente immaturo, quel cretino patentato era Ryo Saeba. Quello che, nei loro giri, tutti dicevano essere migliore di lui con la pistola, Daisuke Jigen.

Il ladro e pistolero stava per sfoderare la sua fedele Smith& Wesson 19 per trivellare di colpi quel… quel tizio (perché non sapeva davvero più come definirlo) e mostrare al mondo chi effettivamente il migliore, quando la rossa compagna del cretino iniziò a urlargli contro.

“Guarda che prima o poi dovrai fartela passare, questa benedetta fobia del volo! Lo sai quanti lavori abbiamo già dovuto rifiutare, uh? Beh, indovina! Io sono stufa di andare in bolletta, quindi datti una svegliata!”

Ryo, con i goccioloni agli occhi e tirando su con il naso, si staccò dal carrello, e faticando, quasi le sue gambe pesassero quintali, mise tentativamente un piede sulla scaletta, sotto lo sguardo accusatore della compagna. “Beh, ti vuoi muovere o no?” gli chiese lei, alzando un sopracciglio.

Ryo sbattè i piedi, in risposta, e iniziò a sbraitare nervoso di rimando. “Ehy, non mettermi fretta! Lo sai che sono rimasto coinvolto in un incidente aereo da bambino!”

Ma se manco te lo ricordi, sospirò lei. Il pilota e l’assistente di volo- uomo, Kaori aveva insistito fino allo sfinimento- stavano iniziando a spazientirsi, battendo ritmicamente i piedi sulla moquette del corridoio, e fu allora che alla donna venne un’idea.

Le labbra di Kaori si alzarono con un sorriso malandrino, e con finta nonchalance si voltò, proseguendo con passo deciso verso l’interno dei velivolo. Quando raggiunse la cima della scaletta, vide Lupin, e sospirando con (finta) aria sognante lo prese a braccetto, stringendosi a lui.

“Oh, meno male che c’è qui lei, Lupin… come potrei intraprendere questo viaggio da sola? Dicono che sulle montagne le correnti siano terribili… almeno, se lei sarà al mio fianco, avrò qualcuno a cui stringermi!”

La bocca di Lupin- che sì aveva una mezza storia con Fujiko, ma era molto aperta (soprattutto dalla parte di lei)- si serrò in un ghigno da maniaco sessuale, quasi predatorio, e si liberò dalla presa della bella rossa per prenderla in braccio e stropicciarla per bene, accoccolando il viso tra le rotondità dei seni.

Kaori, che aveva creduto di poter tenere le cose sotto controllo, iniziò a infervorarsi, e desiderò avere uno dei suoi martelli a portata di mano per poterlo spaccare in testa all’idiota patentato che li aveva assunti, ma si trattenne, vuoi perché non le era stato permesso portarli a bordo (come però tre dei quattro uomini avessero portato a bordo delle pistole, era un mistero. Come pure non capiva come il quarto uomo, vestito con abiti tradizionali, fosse riuscito a far salire a bordo una spada), vuoi perché, li avesse usati, il suo piano sarebbe andato in fumo, decise di sopportare quel calvario, che, ne era certa, non sarebbe comunque durato a lungo.

E difatti, prima ancora di finire quel pensiero, Kaori avvertì una corrente d’aria, che fece staccare Lupin da lei.

“BRUTTO MAIALE MALEDETTO, TIENI LE TUE SPORCHE MANI LONTANO DALLA MIA DONNA!” Ryo sbraitava, roso dalla gelosia e dal senso di possesso. Stava facendo la lotta sul pavimento con Lupin, tenendogli le mani intorni al collo, stringendo così forte che il poveretto, normalmente pallido come un fantasma, adesso stava diventando bluastro.

La donna sospirò, da una parte soddisfatta per il buon piano, dall’altra incapace di credere che quei due uomini fossero degli adulti maturi che si presupponeva fossero i migliori nei rispettiva campi.

Al suo fianco, Gijen sospirava allo stesso modo, chiedendosi se fosse il caso di far finta di non conoscere almeno uno degli idioti- aveva una reputazione, e quel comportamento era a dir poco disdicevole per delle persone del loro spessore.

Intanto, la porta venne chiusa, e Ryo, ancora avvinghiato a Lupin, si voltò a guardarla, con un crescente senso di panico. “No! Non voglio! Fatemi scendere!” Gridava mentre cercava di forzare il portello.

“Porca miseria, quante storie, ormai sei dentro, il più è fatto!” Gli disse Kaori, con tono da maestrina, tirandogli l’orecchio. “Andiamo Ryo, per una volta comportati da adulto e smettila di farmi fare sempre brutte figure!”

Povera donna, come la capisco, pensò Gijen.

“Sei stata cattiva, Kaori! Lo hai fatto apposta! Lo sai che non sopporto quando gli altri uomini ti toccano e hai fatto la carina con Lupin perché sai che è più maniaco di me!”  Ryo si lamentava, singhiozzando. “Io qui non ci voglio stare! Se vuoi tanto il caso chiedi a Mick di aiutarti! Io questo aereo non lo lascio partire!”

“Andiamo, Ryo, ci deve essere qualcosa che potrebbe renderti più tranquillo il volo….” Kaori gli chiese, dolce, ma leggermente spazientita. Appena vide il ghigno di Ryo, prevedendo le varie cose che avrebbe potuto chiederle, arrossì, pentendosi di quell’affermazione.

“Beh, se ti chiudessi nel bagno come me… con la paura del volo, non ho mai avuto l’occasione di entrare  a far parte del Mile High Club, ma se davvero ci tieni tanto alla mia sanità mentale, farò questo sacrificio per te, Kaori.” le disse sghignazzando, mentre la sua mente stava già viaggiando mille miglia all’ora, ricolma di piccanti e peccaminose immagini della sua donna.

 Sì, Gijen aveva deciso, Ryo Saeba non poteva essere il migliore nel loro campo. Il mondo intero doveva essersi sbagliato. Era impossibile.  Cioè, Saeba era strano forte: addirittura sembrava essere in competizione con Lupin per il titolo di  “il più grande maniaco del mondo”…

Ryo stava continuando a fare i capricci, tergiversando, innervosendo tutti, e Kaori stava avvertendo l’arrivo di un forte mal di testa. Stringendo i denti perché l’idiota patentato (quello di cui si era sfortunatamente innamorata) non la voleva piantare, e continuava a fare riferimenti anche piuttosto spinti sul suo paino di accoppiamento in volo, decise di fare l’unica cosa che le sembrava fattibile in quel momento.

Afferrò il vassoio che l’assistente di volo aveva in mano e lo diede in testa al compagno,  con tutta al forza che aveva, facendogli perdere i sensi, e lo afferrò per la collottola della giacca, trascinandolo al suo posto con molta poca grazie, sotto gli occhi stupiti dei presenti.

“Sai, ho l’impressione che a portare i pantaloni in casa sia lei… in senso metaforico. Certo che con quella minigonna di pelle bianca le gambe di Kaori sono proprio mozzafiato, ih, ih, ih, ih!” Lupin sghignazzò, attirandosi le collere della rossa, che si voltò a guardarlo, fulminandolo sul posto.  Lui si fece piccolo, piccolo, e fece il segno di chiudersi la bocca come fosse stata una zip.

“Beh, allora, vogliamo andare? Ryo non rimarrà privo di sensi a lungo, e vorrei arrivare a destinazione prima che sia notte!” Kaori abbaiò a braccia conserte, una volta sedutasi al suo posto.

Gijen si diede una ritoccata al cappello, sorridendo discretamente.

Forse Ryo Saeba non era il migliore del loro campo, ma iniziava a credere che City Hunter lo fosse- perché, dopotutto, City Hunter lo era, perché era molto più del solo Ryo – era lui con la bella Kaori,  era la somma delle parti, compatibili e che si completavano a vicenda, formando un duo eccezionale.

Meglio non tirar fuori la pistola, si disse. Dopotutto, magari avrebbe potuto pure avere la meglio su Ryo, ma dubitava che Kaori sarebbe stata troppo clemente con lui. E francamente, non aveva alcuna voglia di essere steso da un vassoio…  

   
 
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