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Autore: Helen_Book    27/10/2020    0 recensioni
Eileen ha perso la voce e la capacità di trasformarsi. Sente di non aver nulla da offrire al proprio branco. L'incontro inaspettato con un lupo randagio cambierà totalmente la sua esistenza e la porterà ad addentrarsi nei più oscuri ricordi del suo passato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Per la prima volta nella sua vita, Eileen voleva ritornare ad essere invisibile. L’aria di tensione che si respirava incominciava ad essere insopportabile.
Se in quei giorni aveva iniziato a considerare la casa di Roman un luogo accogliente, ora era ritornata ad essere una prigione.

Lo scoppiettio del fuoco era l’unico rumore udibile nella stanza. Nessuno si azzardava a parlare.

Eileen alzò lo sguardo e incontrò quello di Roman. Seduto al suo fianco, le fissava preoccupato le ginocchia sbucciate.

Correre con una caviglia slogata era stata un’idea alquanto stupida. Per non parlare poi dell’essere intervenuta nel pieno di uno scontro tra lupi. La caviglia era tornata a dolerle terribilmente e in più si era procurata alcune ferite sulle gambe. Però in compenso, aveva attirato l’attenzione dei tre lupi.

Immediatamente Roman aveva mutato forma. Senza badare alla propria nudità, si era precipitato in suo soccorso. Nonostante le ferite e il dolore, Eileen era stata fin troppo cosciente del corpo di Roman. Non a caso, il suo viso aveva cambiato totalmente colore.

Aveva cercato di respingere il suo aiuto, ma non era riuscita a farlo desistere. L’aveva sollevata di peso, tra le sue braccia e con facilità l’aveva trasportata in casa.

“Quei lupi là fuori, li conosci, vero?” aveva chiesto Roman.

Eileen annuì, nascondendo una smorfia di dolore.

“Aspetta qui, indosso qualcosa e ritorno a medicarti le ferite” le aveva detto, dopo averla posata sul giaciglio su cui avevano dormito.
 
“Eileen?” Mala la richiamò al presente, destandola dai suoi pensieri.

“Stai bene? Ti cerchiamo da ore. Io e Bentlam abbiamo pensato al peggio”, la conosceva da poco, tuttavia, non l’aveva mai vista così angosciata e seria allo stesso tempo.

“Sto bene. Lui mi ha salvata”, segnò lentamente, sperando di essere compresa.

Lo sguardo interrogativo sul volto dell’amica confermò i suoi timori. Il sangue pulsava nelle ferite e la caviglia continuava a farle male.
Provò di nuovo a comunicarle il messaggio, invano. Prima che ci riprovasse l’ennesima volta, una mano grande e calda afferrò le sue, costringendola a voltarsi di lato.

“Traduco io per te, ma poi mi devi promettere che mi darai la possibilità di curarti le ferite”, gli occhi color miele erano fissi nei suoi, implorandola.

Come poteva rifiutare?

“Siamo sicuri che possiamo fidarci di quello che ci dirai?” una voce cavernosa intervenne per la prima volta. Un uomo imponente, sulla trentina, si staccò dal muro e si avvicinò al gruppo, prendendo posto vicino a Mala. Il volto dell’amica non sembrò gradire quella vicinanza, ma non provò a spostarsi.

Eileen finalmente poté vederlo con chiarezza e il volto dell’uomo le parve familiare.

Ma certo! Era nella foresta durante lo scontro con i tre novelli. In quell’occasione, aveva trattenuto Mala per il braccio.

Cosa ci faceva lì?


“Muso Lungo, nessuno ha chiesto la tua opinione. E neanche di accompagnarmi se è per questo”, intervenne l’amica stizzita.

Muso Lungo? Allora si riferiva a lui.

L’uomo non sembrò prenderla bene, tuttavia non replicò. La guardò in cagnesco, ma rimase seduto al suo fianco.

“Non vi mentirò. Eileen è qui, al mio fianco, potrebbe intervenire in qualsiasi momento” disse Roman interrompendo il momento imbarazzante.

Una nota di possessione nella voce dell’uomo aveva attirato la sua attenzione e anche quella dei due lupi. Lo sguardo eloquente di Muso Lungo si spostò da Mala a Roman. Nonostante ciò, continuò a tacere.

“Eileen era ferita e l’ho salvata”, continuò guardando i due ospiti negli occhi. “Ora se non vi dispiace, vorrei medicarle le ferite. Se avete altre domande, dite pure” e subito dopo si alzò alla ricerca del necessario.

“Come ti sei ferita? Sei stata aggredita da un altro dei novelli? Alcuni di loro ci hanno detto che hai salvato Harry. Però ci hanno riferito che subito dopo sei scomparsa nel nulla. Abbiamo perso totalmente le tue tracce” senza prendere fiato, gli occhi ansiosi di Mala cercarono una risposta in quelli dell’amica.

“Credevo che la caviglia slogata fosse frutto di un incidente. Chi ti ha aggredita?” chiese Roman, prendendo posto di fronte ad Eileen. Stentava a controllarsi, sembrava pronto a scoppiare.

Il dolore le rendeva difficile concentrarsi. Gli occhi color miele pretendevano una risposta e per tranquillizzarlo, Eileen fece un ulteriore sforzo: “La caviglia è in queste condizioni per causa mia.”

Roman non sembrava soddisfatto di quella risposta, ma ripeté le sue parole ad alta voce: “Si è slogata la caviglia in un incidente” e subito dopo iniziò a lavarle le ferite.

Mala sospirò per il sollievo: “Avevo paura che Gun ti avesse di nuovo aggredita. Quel ragazzo non fa che diffondere stronzate sul tuo conto.”

Muso Lungo si schiarì la voce, disapprovando il suo linguaggio. Mala sembrò ignorarlo.

“Gun?” chiese Roman alzando la testa di scatto. Il tono non lasciava dubbi: era incazzato.

“Sì. Uno dei novelli che ci ha attaccate nella foresta insieme ad altri due compagni. Ero preoccupatissima quando l’ho vista stesa per terra, con Gun…Aspetta cosa dici?”

Eileen cercò di interrompere il racconto dell’amica, muovendo le mani ripetutamente. Roman aveva uno sguardo indecifrabile. Immobile come una statua aveva smesso di concentrarsi sulle sue ferite e questo la preoccupava terribilmente.

Gli toccò il braccio, provando ad attirare la sua attenzione.

“Non è successo nulla di grave, il mio branco è intervenuto prima che la situazione degenerasse. Sto bene” segnò, accennando un sorriso.

Le sue parole riuscirono a smuoverlo. La mano che prima era impegnata a curarle le ferite, si posò alla base del suo collo. Il pollice le sfiorò le labbra, leggero come una piuma. Aveva individuato il punto dove giorni prima era stata ferita. Ora sapeva chi era il colpevole.

La tristezza e la rabbia nei suoi occhi erano palpabili. Eileen le sentiva.

“Lei deve tornare al branco. È stata promossa. Ora fa parte della Corporazione 4” l’uomo interruppe volontariamente il momento.

“Non dovrà completare l’addestramento?” chiese Roman, prima che lei potesse reagire.

Mala era sul punto di rispondergli, quando Muso Lungo intervenne: “Non parlavo con te. Gli affari del nostro branco non ti riguardano. A proposito, sei un randagio? Come mai ti trovi al confine tra il nostro branco e quello dei Mavix?”

Roman reagì come se l’avessero schiaffeggiato: “Faccio parte del branco Mavix, ma in questo momento sono in ricognizione, non che ti riguardi, naturalmente” rispose guardandolo in cagnesco.

“Calmi, cucciolotti. Per favore, cerchiamo di comportarci da lupi civili, okay?” si intromise Mala cercando di calmare gli animi.

Nessuno dei due replicò.

Eileen intanto era persa nei suoi pensieri. Harry era salvo. Saperlo fuori pericolo la consolava.
Ancora non ci credeva di aver ottenuto un ruolo all’interno del branco. Ciò che aveva sempre sognato, era diventato realtà.

Guardò l’uomo di fronte a lei, il modo in cui si prendeva cura di lei. Doveva ritornare, ma non era più sicura di volerlo. Non si era mai sentita così viva come in quei giorni. Ancora non era in grado di comprendere le sue stesse emozioni.

Aveva sempre sospettato che Roman appartenesse al branco Mavix, ma averne la certezza, era un altro paio di maniche. Fraternizzare con lui poteva costarle caro.

“Grazie veramente per averla salvata. Il branco ti è riconoscente. Ora però, dobbiamo andarcene, non possiamo rimanere qui” affermò Mala con tono risoluto e gentile allo stesso tempo.

“Rimanete qui per la notte, partirete domani mattina. Eileen non può viaggiare in queste condizioni” il tono irremovibile di Roman non ammetteva repliche. Perfino Muso Lungo non protestò.

Eileen annuì ai propri amici, convincendoli che fosse la scelta giusta. Non se la sentiva di viaggiare. Il dolore non le dava pace. Parte delle sue forze si erano prosciugate. Non riusciva a comprendere i cambiamenti repentini del suo stato d’animo e della sua salute. C’era una tale confusione nella sua testa.

Gli occhi dell’amica incontrarono i suoi. Aveva colto il suo turbamento. Era troppo stanca per spiegare qualcosa che non capiva neanche lei.

“Mala, sto bene, lo giuro” le segnò, rivolgendole un sorriso.

Questa volta aveva colto il messaggio: “Va bene. Domani all’alba partiremo.”



Ciao a tutti! Come sempre un grazie a chi decide di dedicare del tempo a questa storia. 

Helen
  
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