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Autore: Little Firestar84    27/10/2020    6 recensioni
"Che tenero, Ryo è stato il tuo primo amore, e adesso state insieme...anzi, scommetto che Ryo è stato il tuo unico amore!"
La prima volta che aveva visto Ryo, e gli aveva scattato uan foto, aveva sedici anni. Adesso, ne aveva trentadue.
Lo amava da esattamente metà della sua vita.
[Storia parteciapante alla just top for a minute and smile challenge]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Miki, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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CIao a tutti! eccomi con una brevissima shottina, sdolcinata, al limite del coma diabetico, e forse leggermente OOC... ma a volte servono, queste cose! questa storia partecipa alla just stop for a minute and smile challenge di soul_shine, con i prompt 9 (che carino! quanti anni avevi in questa foto?) e 37 (esprimi un desiderio! ma non dirlo ad alta voce, altriemnti non si avvera!)

Era il compleanno di Kaori.  La rossa faceva fatica a crederci, ma stava per compiere 32 anni. Non era il numero in sé che la spiazzava, ma era quello che rappresentava, si rese conto, mentre guardava con un sorriso un po’ mesto l’album che il fratello aveva messo insieme per lei quando era bambina, per non farle dimenticare mai quanto fosse amata.

Sospirò, mordendosi il labbro un po’ rattristata, sotto gli occhi curiosi dell’amica Miki, che la stava aiutando a mettere a posto in vista della doppia festa- dopotutto,  era anche il compleanno di Ryo, che ormai da giorni e giorni se ne stava in un angolino a piangere disperato perché  lui, di compiere 45 anni, non ne voleva proprio sapere: a dispetto di tutte le regole della scienza, lui continuava ad asserire che, se non sapeva davvero quando era nato a causa dell’amnesia, avrebbe continuato ad avere trent’anni vita natural durante, e al diavolo il fatto che adesso dovesse mettere gli occhiai da lettura per leggere il giornale o che sulle tempie fossero comparsi i primi capelli grigi, che, su quella bella chioma nera che si ritrovavano, si vedevano lontano un miglio, per il sublime divertimento degli amici che lo prendevano per i fondelli.

“Dì un po’, cos’hai lì?” Le chiese Miki, sbirciando da sopra la spalla di Kaori. La pagina mostrava foto di Kaori e sua fratello, e di lei con i suoi amici, che risalivano ai tempi delle superiori . tuttavia, quello che spiazzò l’ex mercenaria fu quella che era messa lì a mo’ di segnalibro, senza essere incollata, una che, con le altre, non centrava nulla; era sgranata, come fosse stata presa da lontano, ed il soggetto era Ryo, con lo sguardo perso che aveva quando si metteva a fare il segugio dietro a una bella donna. “Uh? Ma è… Ryo?”

Kaori arrossì, stringendo l’album al petto, e Miki sorrise, nonostante fosse stupita che avesse una foto del genere; Ryo era molto giovane in quella foto- non sembrava avere nemmeno trent’anni- e Miki sapeva che, all’epoca, la rossa ed il bel moro ancora non si conoscevano.

“Carino….” Disse scherzando la donna. “E quanti anni aveva in quella foto, il nostro Ryo?”

Kaori arrossì ancor di più, se fosse possibile, e diede l’album alla sua migliore amica, che iniziò a farlo passare da capo a fondo, alla ricerca di quell’istantanea che tanto l’aveva incuriosita. Prese la foto in mano, e la studiò accuratamente, rimando stupita che  sul retro un fiorellino bianco, ormai secco, vi fosse stato incollato.

   Si sedettero sul divano, guardandosi complici, anche se un filo di timidezza era sempre presente sul bel viso della giovane donna, che stava per confidare un segreto che solo un’altra persona sapeva oltre a lei.

“Avevo sedici anni quando ho scattato quella foto,” ammise, con fare un po’ sognante.  Sedici anni: l’età che aveva quando aveva incontrato Ryo per la prima volta, quando lui ancora non sapeva che lei fosse la sorella del suo partner (in teoria).  E ora ne aveva trentadue. Conosceva Ryo da metà della sua vita, e da metà di quella stessa vita ne era innamorata persa.  “Volevo capire chi era il tipo con cui mio fratello lavorava, e così li pedinai.”

Kaori rammentò quella giornata particolare in cui finì col collaborare con Ryo, che sembrava averla scambiata per un ragazzo a causa del suo fisico e aspetto androgino dell’epoca. Tuttavia, quella era stata la molla che aveva dato il via ad una trasformazione di cui tutti quelli che le stavano accanto si erano presto resi consapevoli: Nonostante la mancanza di forme e la giovane età, l’incontrare quel farfallone con quasi il doppio dei suoi anni aveva svegliato in lei il desiderio, e da quel giorno aveva iniziato  ad indossare gonne che non fossero solo quella divisa scolastica e, con somma gioia di Ryo, visto che lo faceva tutt’ora, aveva iniziato a scegliere biancheria intima di pizzi, seta, merletti e via discorrendo.

“Che tenero, lui è stato il tuo primo amore, e adesso state insieme…” Miki fece una risatina civettuola,  e diede una piccola pacca sulla schiena dell’amica. “Dì un po’, scommetto che Ryo è stato il tuo unico amore!”

Kaori arrossì. Qualcosa nello sguardo nell’amica le diceva che non stava solo parlando del fatto che sì, effettivamente, Ryo era stato l’unico uomo che avesse amato- ma anche il suo unico amante. Volente o nolente, aveva finito per “conservarsi” per lui, anche in virtù del fatto che, dopo essersi incontrati nuovamente quando aveva quasi vent’anni, per anni il cretino patentato non aveva mai fatto una mossa per farla sua, salvo fare scenate di gelosia inaudite quando qualcuno sembrava dimostrare interesse per la bella rossa.

Miki la guardò, col sorriso sulle labbra. Ricordava come, sei anni prima, al suo matrimonio, il bouquet fosse finito a pezzi, ma Kaori era riuscita ad afferrare, inconsapevolmente, un fiore.  “Ah! Ma allora il fiore che hai incollato dietro alla foto è quello del mio bouquet… il pan di cuculo, quello che significa tua per sempre! Oh, Kaori, quanto sei romantica!”

Definire Kaori rossa era ormai un eufemismo. Miki dubitava che ci fosse un nome per quella tonalità di colore. Scrollò le  spalle guardando un’ultima volta la foto.

Kaori amava Ryo da metà della sua vita.

Kaori stava con Ryo da ormai sei anni.

Sapeva che Ryo, non conoscendo la propria identità, non aveva documenti, ma Miki aveva un forte legame con Kaori, e aveva da tempo compreso che nonostante l’aria da dura era una vera romantica, e che desiderava indossare un abito bianco proprio come aveva fatto lei- e farlo davvero, non per sostituirsi a una sposina che era in pericolo. Un matrimonio fra lei e Ryo non avrebbe avuto significato legale, ma Miki era consapevole che non era quello che Kaori cercava.

Lei voleva un simbolo, tutto qui. E forse non aveva neppure il coraggio di sognarlo, sapendo che Ryo, di nozze, non voleva saperne- era già tanto se era monogamo...

Fulminata da una brillante idea, saltellando sulle punte, l’ex mercenaria diventata barista per amore andò in cucina e aprì la scatola dei cupcakes,  prendendone uno, e mise sopra una delle candeline  che aveva acquistato, accendendola con uno degli accendini di Ryo che magicamente apparivano in ogni angolo della casa, e portò la mini-torta a Kaori.

“Esprimi un desiderio, ma non dirlo a voce alta, altrimenti non si esaudirà!” Le ordinò con quel suo bel sorriso.

Kaori accennò un sì col capo, ed eseguì, e se il suo rossore e quello sguardo sognante e colmo di desiderio volevano dire qualcosa, beh, Miki immaginò la sua amica desiderare di avanzare verso l’altare di bianco vestita, con Umi che la accompagnava e Ryo ad aspettarla, con Mick come suo testimone. O magari viceversa- avrebbe adorato che lei ed il consorte potessero interpretare il ruolo di damigella d’onore e testimone…

O chissà, si disse la donna, magari, Kaori sognava qualcos’altro. Magari sognava un piccoletto dai capelli neri e gli occhi nocciola. O una bimba con i capelli rossi e gli occhi neri.

Qualsiasi cosa Kaori avesse sognato, Miki sentiva che si sarebbe  avverato.

   
 
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