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Autore: MaryFangirl    27/10/2020    6 recensioni
Una missione arriva a sconvolgere l'equilibrio della nostra coppia già indebolita dopo il rapimento di Kaori da parte del generale Kreutz. Quando la comunicazione si interrompe, la paranoia prende rapidamente il sopravvento...Ma per quali conclusioni?
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Nuovo personaggio, Reika Nogami, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter
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Cat's Eye
 
"Pensi che sia stata una buona idea portarla da Ryo?" chiese Miki. Umibozu continuò a occuparsi delle stoviglie senza prestare attenzione alla domanda di sua moglie.
"Ah, quello lì, se lo avessi tra le mani, sarei felice di strangolarlo! Andare a letto con Reika, che idea! Non poteva ferirla di più!" si innervosì lei.
"Non è andato a letto con lei, Miki. Erano in missione, non aveva scelta. Non è stato certamente facile per lui" lo discolpò Umibozu.
"Cosa? Adesso lo difendi?" si offuscò la donna.
"Dico la verità, tutto qui. Fa sempre l'imbecille quando si tratta di donne, ma Kaori non è una donna qualsiasi per lui. Penso che abbia fatto del suo meglio, e si sente già abbastanza in colpa così senza rincarare la dose" disse Umibozu con calma.
Miki sorrise alla saggezza di suo marito. Nonostante la cecità, aveva il dono di vedere oltre le apparenze.
Umibozu si interruppe e alzò la testa, sentendo avvicinarsi un'aura familiare.
"Abbiamo visite"
Il campanello suonò e la coppia di sweeper entrò. Miki afferrò il suo vassoio pensando di doverlo usare contro il pervertito giapponese numero uno.
"Ciao a tutti!" esclamò Ryo.
Kaori era rimasta leggermente indietro, ancora imbarazzata dal suo comportamento del giorno prima.
"Kaori!" fece Miki avvicinandosi timidamente. "Come ti senti?"
"Io...sto bene" balbettò. Alzò lo sguardo su Umibozu e sorrise in segno di ringraziamento. Sebbene cieco, lui rispose con un lieve cenno del capo.
"Mi dispiace per ieri sera, ho un po' rovinato la festa" disse scusandosi.
"Non preoccuparti, chiunque avrebbe reagito allo stesso modo sapendo che..." rispose Miki, lanciando un'occhiata assassina a Ryo. Umibozu si schiarì la gola per richiamarla all'ordine mentre Ryo abbassava lo sguardo con senso di colpa, comprendendo il messaggio dell'ex mercenaria. Kaori sorrise amaramente pensando a quanto era successo la sera precedente.
"Non parliamone più, ti va un bel caffè caldo!" invitò Miki.
Kaori annuì e si sedette al bancone, seguita da Ryo. Umibozu servì loro i caffè e continuò a mettere a posto i piatti. Sentiva che l'atmosfera era leggermente cambiata. Qualcosa era diverso, Ryo non si era gettato su sua moglie e lo avvertiva un po' teso. Kaori lanciava occhiate furtive al suo partner non sapendo come comportarsi, la sua timidezza prese il sopravvento. Ryo capì che era a disagio per via del loro nuovo status, ma lui quasi non più.
"Allora, novità?" chiese Miki cercando di rompere il silenzio.
"Io e Ryo, noi..." cominciò Kaori cogliendo lo spunto della sua amica.
"Alleno Kaori a combattere!" la interruppe Ryo.
Miki allargò gli occhi per la sorpresa. Lui che si era opposto all'idea che Kaori potesse combattere o sparare su qualcuno, ora aveva cambiato idea.
Kaori fu sorpresa e delusa dal fatto che Ryo le avesse impedito di dire che ora erano una coppia e che avevano accettato i reciproci sentimenti. Probabilmente aveva cambiato idea di nuovo, si disse.
"Ma...ma...insomma, davvero? Quindi hai cambiato idea? Tu che volevi tanto che Kaori non avesse sangue sulle sue mani" fece Miki, sentendo allo stesso tempo la disapprovazione da parte di suo marito.
Ryo guardò Kaori che fissava nervosamente la sua fumante tazza di caffè.
"Sì, ho cambiato idea nel momento in cui ho capito che non voglio più saperla lontana da me, soprattutto perché ormai è più di una semplice partner. Lo è sempre stata" rispose Ryo posando la mano su quella di Kaori.
Lei alzò gli occhi su Ryo, sorpresa da ciò che aveva appena detto ai loro amici. Il suo sguardo brillava di emozione. Miki non sapeva più cosa dire, rimase sconvolta dalla rivelazione. Si alternò a guardarli e mentre stava per congratularsi con la sua migliore amica, il campanello suonò di nuovo. Mick entrò senza librarsi in volo, senza aria libidinosa, senza bava gocciolante. Aveva un'aria molto seria e si diresse lentamente verso la coppia di sweeper.
"I pervertiti sono decisamente rari oggi. Non è di buon auspicio" sottolineò Umibozu.
Mick salutò Ryo e si rivolse a Kaori non sapendo quale atteggiamento adottare. L'aveva vista fuggire la sera prima, sconvolta, e non sapeva se fosse arrabbiata anche con lui, anche se si era scusata.
"Kaori, io..." esitò. Non osò guardarla negli occhi.
"Mick, se c'è qualcuno qui che deve vergognarsi, sono io" lo interruppe lei. Ryo fece un cenno a Kaori, invitandola a conversare con Mick. Kaori si alzò e prese Mick da parte.
"Mick, mi dispiace davvero per...beh...sei stato un sostegno incrollabile in questi ultimi giorni per me, e non ti ringrazierò mai abbastanza per esserti preso cura di me come hai fatto..."
"Kaori, è normale, tu mi sei molto cara, purtroppo avrei dovuto fare di più, non avrei mai dovuto abbandonarti, io..."
Kaori gli fece segno di fermarsi.
"Non devi dispiacerti, sono io che devo scusarmi. Ti ho baciato, Mick, e mi dispiace tanto..." si scusò Kaori, abbassando di nuovo gli occhi per la vergogna.
"Non eri in te, Kaori, so cosa provi, l'ho capito nel tuo sguardo in quel momento" disse prendendole le mani. Kaori lo guardò ancora e ripassò la scena nella sua testa.
"Ero talmente disperata in quel momento, e tu mi sei apparso come..."
"Come un angelo" la interruppe, facendole l'occhiolino. "Non devi giustificarti, Kaori, non ce l'ho con te. Ti direi perfino grazie, ho finalmente realizzato uno dei miei sogni" scherzò, anche se in fondo era davvero contento di aver potuto baciare il suo primo amore.
Kaori gli sorrise, grata.
"Inoltre, forse potremmo ripetere l'esperienza, l'ultima volta sono stato colto di sorpresa, non ho avuto tempo di mostrarti cosa posso fare" disse, approcciandosi per baciarla di nuovo.
Ma la sua bocca atterrò sulla canna di una Magnum 357,
"Se vuoi ancora l'opportunità di baciare la tua donna, non avvicinarti più alla mia, Angel!" disse Ryo, serio.
"Mi spieghi?" chiese Mick, con ancora il cannone sulle bocca.
Kaori si allontanò per mettersi accanto a Ryo, arrossendo. Ryo mise via la pistola e passò un braccio intorno alla vita di Kaori, avvicinandola a sé. La guardò e premette le labbra sulle sue, lasciando tutti sbalorditi.
"Penso che questo risponda alla tua domanda" fece Ryo separandosi dalle labbra di Kaori, lasciandola ansimante.
"Pfff, mia povera Kaori, costretta a baciare un tale zoticone...se un giorno vorrai assaggiare un vero bacio, fammelo sapere!" ribatté l'americano, scrollando le spalle.
"Pfff, dilettante!" brontolò Ryo.
"A chi hai dato del dilettante?!" si innervosì Mick.
"Lo dicevo che non poteva durare" intervenne Umibozu.
"Beh, penso che vi lascerò, andrò alla stazione" fece Kaori, desiderando prendere un po' d'aria.
Con tutte quelle rivelazioni, aveva bisogno di schiarirsi le idee. Era sollevata di aver chiarito le cose con Mick e di scoprire che nulla era cambiato nella loro relazione. Quanto a Ryo, era rassicurata di vedere che aveva accettato la loro nuova relazione e si mostrava perfino geloso. La giornata si annunciava molto migliore di quanto avesse immaginato.
Sul punto di uscire dal bar, Ryo le afferrò il polso.
"Aspetta, ti accompagno"
"Ryo, devo imparare ad affrontare l'esterno da sola, è ora. Non mi farai da balia per sempre. E ci sono poche possibilità che mi succeda qualcosa in pieno giorno. Ad ogni modo, dopo la lezione di stamattina, sono pronta a difendermi" disse con sicurezza.
Ryo esitò per un momento, non gli piaceva saperla da sola, ma lei aveva ragione in qualche modo. E poi si recava semplicemente alla stazione, non c'era nulla da temere. Poco rassicurato, le diede il suo consenso e la guardò andarsene.
"Davvero la lasci andare alla lavagna da sola?" chiese Mick preoccupato. Ryo non rispose.
Kaori camminò lungo il marciapiede pensando a quanto era successo nel locale, si sentiva più leggera di quando si era svegliata. Tutto era andato bene e aveva ritrovato il suo amico Mick. La sera prima era solo un brutto ricordo, ora poteva andare avanti. Alzò gli occhi, orgogliosa di poter vivere un nuovo inizio, ma la sua felicità ebbe vita breve quando vide in lontananza una figura fin troppo familiare. Era a qualche metro da lei, e sebbene avesse trovato il coraggio di sistemare le cose con Mick, non aveva la stessa forza né la voglia di affrontare Reika. Quando quest'ultima sollevò lo sguardo e incontrò quello di Kaori, agitò una mano per attirare la sua attenzione.
"Non lei, no, non ora" mormorò.
Guardò a destra e a sinistra.
"Kaori! Kaori! Aspetta!" sentì in lontananza.
Senza riflettere troppo e volendo a tutti i costi sfuggire a una conversazione con la sua nemica giurata, si precipitò in un vicoletto e iniziò a correre senza guardarsi indietro. Corse, corse, corse ancora senza prestare troppa attenzione a dove stesse andando. Non le importava, voleva allontanarsi il più rapidamente possibile da quella voce che risultava dolorosa alle sue orecchie. Quando non sentì più nulla, si voltò per assicurarsi di non essere seguita. Fortunatamente era riuscita a scappare, sospirò di sollievo. Mentre si apprestava a tornare sulla strada principale, sentì un sussurro non lontano.
"Se gridi ti ammazzo, hai capito!" fece una voce maschile.
"Pietà, la prego, mi lasci andare, la supplico..." rispose una voce femminile scossa dai singhiozzi.
Kaori si avvicinò lentamente alla fonte. Si fece discreta per non farsi individuare. Arrivò a un incrocio e vide nella semi oscurità, tra i bidoni della spazzatura, un uomo piuttosto alto e dalla barba incolta che minacciava con un coltello una giovane donna placcata contro il muro. La sweeper trattenne un grido di orrore, l'uomo accarezzava la giovane donna che lottava quanto poteva per divincolarsi. Improvvisamente le vennero alla mente dei flash, vide Daisuke approcciarsi a lei come stava facendo quell'uomo con la donna, provò disgusto e rabbia. Stringendo i pugni, interpellò l'uomo.
"Ehi, tu! Lasciala!" esclamò Kaori.
L'uomo la guardo con ira.
"Pensa agli affari tuoi, mocciosa!" ringhiò l'uomo.
Vedendo lo sguardo disperato della giovane donna, Kaori si avvicinò l'uomo ancheggiando esageratamente.
"Non vuoi piuttosto divertirti con me, sono molto più appetitosa di quella studentessa!" rispose lei, giocando sulla seduzione.
Una libellula cadde sulla testa dell'aggressore. Lei approfittò della sua sorpresa per avanzare ancora più lentamente, per infine incollarsi a lui. L'uomo lasciò quindi la sua vittima per circolare la vita di Kaori. Quest'ultima colse l'occasione di colpirlo con una ginocchiata tra le gambe.
"Vattene, presto!" urlò alla ragazza.
La giovane la guardò, riconoscente, e scappò a tutta velocità. L'uomo che era caduto a terra sotto l'urto alzò lo sguardo e fissò Kaori, astioso.
"Farai meglio ad andartene da qui, e che non ti riveda in giro!" rombò lei.
"Non avresti mai dovuto farlo, sporca sgualdrina!" la minacciò prima di alzarsi e avventarsi su di lei. La placcò al muro portando il coltello alla sua gola. Il contatto della lama contro la pelle e lo sguardo folle dell'uomo la immobilizzarono sul posto. In quel momento, i suoi occhi si velarono e si vide di nuovo in quel salotto privato alle prese di Daisuke che era sul punto di violentarla, lei si batteva, fino a quando non afferrava la cintura per stringergli il collo, lasciandolo senza vita.
  
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