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Autore: neril    27/10/2020    1 recensioni
[Il paradiso delle signore]
[Il paradiso delle signore]“Luciano... cosa stiamo facendo?” gli chiese mentre con un dito iniziò a tracciare i lineamenti del suo viso. Le sopracciglia, il contorno degli occhi, poi giù per il naso, fino alle labbra , che si schiusero sotto il suo tocco leggero.
“Clelia... io ti amo. E voglio essere tuo almeno una volta prima di dovermi separare da te.”
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“[...] e la sera quando chiudo gli occhi, io immagino la vita che avremmo potuto avere. Le tue braccia che mi stringono e la tua bocca...”
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La porta della camera si richiuse e Clelia si lasciò cadere di schiena sul materasso. Riusciva ancora a percepire il calore che il corpo di Luciano le aveva trasmesso in quei minuti di folle passione che si erano concessi.

Li, in quella pensione appena fuori Milano, per entrambi e per un solo istante, il mondo era scomparso, e solo loro esistevano. Loro e l’amore che chiedeva sempre più insistentemente di essere consumato appieno. Ma non appena le loro labbra si erano separate, la realtà di quello che stavano per fare aveva colpito Clelia come una secchiata d’acqua fredda.

Passandosi una mano sul viso per asciugare una lacrima che era sfuggita al suo controllo, si rimise a sedere e prese il vassoio con la cena ormai fredda.

~*~

Travolti dai sentimenti e dall’intensità del momento, indietreggiarono fino a cadere insieme sul materasso dietro di loro.

Le bocche che si divoravano fameliche e i respiri pesanti, si sistemarono meglio verso il centro del materasso, e Luciano approfittò del movimento per spostarsi in parte sopra Clelia, mentre le loro gambe si intrecciavano insieme.

“Aspetta...” sussurrò Clelia quando Luciano iniziò a lasciare una scia di baci sul suo collo. L’uomo si fermò al suono della sua voce, fissandola con occhi sgranati e velati di desiderio.

“Luciano... cosa stiamo facendo?” gli chiese mentre con un dito iniziò a tracciare i lineamenti del suo viso. Le sopracciglia, il contorno degli occhi, poi giù per il naso, fino alle labbra , che si schiusero sotto il suo tocco leggero.

“Clelia... io ti amo. E voglio essere tuo almeno una volta prima di dovermi separare da te.”

La sensazione di calore e felicità che le parole di Luciano le trasmisero la colpì in pieno, convincendola a lasciarsi trasportare dai sentimenti. Anche lei voleva essere sua, seppur per qualche ora. Dopo anni di sofferenze, Luciano era la prima cosa bella -oltre a Carlo- che le fosse capitata, e se ne sarebbe pentita per sempre se non l’avesse vissuta fino in fondo, anche se sapeva quanto fosse sbagliato. Ma come poteva l’amore essere sbagliato? Come poteva un sentimento così puro e bello come il loro essere sbagliato?

“Ti amo.” sussurrò Clelia prima di intrecciare le dita nei capelli di Luciano e unire le loro labbra in un bacio, un bacio che si infiammò in pochi secondi. 

Le mani correvano veloci sul corpo dell’altro, frenetiche e desiderose di arrivare a sentire la pelle, ma allo stesso tempo volevano prendersi il loro tempo per esplorare. 

I vestiti caddero dolcemente a terra, finché non furono un miscuglio di tessuto e colori sul pavimento. Passarono qualche minuto semplicemente a guardarsi, intensamente, quasi a volersi stampare quell’immagine in testa in modo chiaro e indelebile.

Poi il mondo scomparve davvero intorno a loro, mentre finalmente i loro corpi diventarono uno. Erano abbracciati così stretti da non capire dove finiva lui e iniziava lei, due anime che si erano cercate a lungo e che erano riuscite infine a ritrovarsi.

I secondi diventarono minuti, i minuti ore, ormai era quasi notte. Clelia fissò con occhi ancora sognanti l’uomo che dormiva vicino a se. Luciano si era addormentato con la testa appoggiata al suo seno e un braccio stretto intorno ai suoi fianchi, e lei non potè fare a meno di accarezzargli dolcemente i capelli.

Anche se tra qualche ora si sarebbero dovuti separare, Clelia non avrebbe mai scordato la dolcezza con la quale Luciano l’aveva stretta a se, o l’adorazione nei suoi occhi quando, per la prima volta, nessun vestito si trovava tra di loro. Non si era mai sentita così amata e sicura come in quel momento, circondata dalle sue braccia, dal suo corpo, dal suo profumo...

Clelia si tirò su a sedere di scatto. Luciano non era più steso di fianco a lei, non era mai stato steso di fianco a lei, i suoi vestiti non erano ai piedi del letto ma leggermente stropicciati, e il vassoio con i resti della cena era appoggiato sull’altra metà del materasso. 

È stato solo un sogno...

Con gli occhi lucidi, Clelia si alzò dal letto per prepararsi per la notte. Quando, minuti più tardi, si rimise a letto, una singola lacrima le scivolò da sotto le ciglia, andando ad infrangersi sul cuscino.

 
   
 
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