Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Little_GirlMoon005    28/10/2020    2 recensioni
'' (...) ''Cosa stavi cantando?'' non fa a meno di chiedere Joseph, curioso com'era. ''Non... sembrava italiano.'' Caesar si asciuga il viso, poi sedendosi accanto a Joseph risponde, ''E' dialetto, un canto popolare.''
La sua mano scivola verso Joseph, spostandogli alcuni ciuffi fastidiosi dal viso. ''Mia madre la cantava spesso, quando era a casa.''
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OS scritta veramente a mani basse, con poco impegno e ispirata dal bellissimo comic dell'artista blatterbury_s (tumblr)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Caesar Anthonio Zeppeli, Joseph Joestar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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palummella




Quando Joseph comincia a svegliarsi, sente che è da solo. Il calore confortante che di solito occupa l'altra parte del materasso -il suo Caesar- non è li'.

Non salta fuori dal letto, ancora assonnato e con ben poca voglia di alzarsi.
Stringe a se' il morbido cuscino e dopo pochi istanti il silenzio che avvolgeva la stanza viene spezzato da un canto. 



Palummella, Palummella...


Joseph sospira riconoscendone la voce, e si rilassa nuovamente tra le coperte ascoltando attentamente.


Palummella zompa e vola,
addò sta nennèlla mia...
Non fermarte pe' la via,
vola, zompa a chella llà...


La voce di Caesar era dolce e intonata, un balsamo per le orecchie di Joseph che accenna un sorriso stanco, apre gli occhi e scorge la figura del bell'italiano davanti al catino d'acqua presente nella loro camera, intento a radersi la barba. O almeno quel poco che faceva crescere.


Cu 'e scelle, la saluta...
falle festa, falle festa,
attuorno attuorno...


Gli dava le spalle, tutto ciò che aveva addosso era un misero asciugamano legato alla vita e Joseph poteva godere di una vista mozzafiato. I capelli biondi, le spalle, le braccia, la schiena... e anche il lato b. Tutto era così bello di Caesar. Anche il modo in cui faceva scivolare la lama sul viso mentre continuava a canticchiare dolcemente.


e 'll'haje 'a di ca notte e ghiuorno,
io stò sempe, io stò sempe a suspirà...


''Mmm,'' Joseph si lascia scappare un mugugno assonnato, muovendosi un poco sul letto. A Caesar non sfugge quel movimento, e interrompe quello che stava facendo. ''Ah... ti ho svegliato? Scusa.'' dice, lo sguardo mite e premuroso.
''No... non fa niente.'' risponde Joseph con la voce impastata, ma sorridendo come un ebete mentre lo osserava pulirsi il viso con l'acqua limpida. Il viso che tante volte aveva accarezzato, preso tra le mani e baciato durante le loro notti d'amore.

''Cosa stavi cantando?'' non fa a meno di chiedere Joseph, curioso com'era. ''Non... sembrava italiano.''
Caesar si asciuga il viso, poi sedendosi accanto a Joseph risponde, ''E' dialetto, un canto popolare.'' La sua mano scivola verso Joseph, spostandogli alcuni ciuffi fastidiosi dal viso. ''Mia madre la cantava spesso, quando era a casa.'' Non resiste, e comincia ad accarezzargli una guancia soffermandosi col pollice sullo zigomo.

''Posso smettere se vuoi, torna a dormire.''  chiede Caesar. Ma Joseph gli fa un lieve cenno di 'no' col capo. ''Mi piace,'' aggiunge, anche se non aveva capito nulla. Semplicemente amava sentire Caesar cantare. ''Continua. Sai, potrei anche impararla. Sono piuttosto in gamba.'' dice, guadagnandosi un tenero buffetto sulla guancia da parte di Caesar, che non può fare a meno di ridere.

Sbruffone, pensa, ma era il suo sbruffone. Il suo Jojo.
Si abbassa quanto basta per poggiare la fronte contro la sua. Guarda Joseph con un sorriso dolce, prima di baciare le sue guance. Ricomincia a cantare, sussurra contro le sue labbra, Joseph si lascia cullare da quel canto, si perde in quei occhi verdi cadendo nuovamente tra le braccia di Morfeo...








Palummella, vola vola,
a la rosa de 'sto core..
.
Non ce sta cchiù bello sciore,

che t'avesse da piacè...
.


Ora ciò che rimane di quel canto è il suo eco, indelebile nella mente di Joseph, così come il suo dolore.
Ceaser è morto, morto sotto quella croce di pietra dove Joseph è seduto. E' morto, morto per lui, e non riesce a fermare le lacrime che gli rigano il volto, pesanti e silenziose.


A ll'addore, ca ti siente,
'a chill'uocchie, 'a chill'uocchie,
'a chillo riso,
credarrajie,
ca, 'mparaviso...


Tra le mani stringe la sua bandana, l'ultimo dono, tutto ciò che rimane di lui. Il suo sacrificio.


Tu si' ghiuta... tu si' ghiutta...
oje palummè...!


Tutto ciò che Joseph può fare è portarlo nei suoi ricordi. Ricordi che rimarranno nel suo cuore per l'eternità.
''You're gone... ''Joseph canta, la voce spezzata dal pianto. Non è che un debole sussurro, ma in quel silenzio mortale sembra rieccheggiare tra le mura.


''You're gone...
You're gone..

Oh little butterfly...''


  
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