Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Gaea    20/08/2009    11 recensioni
L'ho scritta tempo fa dopo l'ennesima rilettura di Harry Potter e la pietra filosofale.. parte da una discussione fra Silente e Piton, ma ben presto quest'ultimo dovrà fare i conti con quello che sarebbe potuto accadere se... omaggio a Lily e Sev, coppia che adoro proprio perchè MAI sarebbero potuti essere una coppia...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Allo specchio

Nuova pagina 1

"E così è questa la tua idea? Credi davvero di proteggere la Pietra con... - la voce gli si spezzò per l'incredulità- ...uno specchio?"
"Non essere sciocco - lo ammonì Silente - prima di arrivare a questo punto chiunque volesse avvicinarsi dovrebbe affrontare molte prove ben più difficili... questo consideralo come uno scherzo, il vezzo di un vecchio...ah, a proposito - si girò a guardare l'uomo alle sue spalle - ho letto la tua sciarada... molto arguta, devo concedertelo. Non sarà affatto facile venirne a capo" continuò ridacchiando.
Scuotendo una mano come a voler scacciare una mosca, Severus Piton si girò alzando lo sguardo sul suo interlocutore. Un lieve tremito delle labbra tradì l'emozione che tentava di contenere. "Ti fidi anche a mandare quell'analfabeta ubriacone a ritirarla? Non arriverà neanche alla Gringott, si siederà al Paiolo e inizierà a bere e..." "Sai benissimo che affiderei a Hagrid la mia stessa vita - fu l'asciutta risposta del Preside - e in ogni caso Rubeus è in compagnia, non si fermerà al Paiolo più del necessario. Ti prego di non fare così - proseguì all'indirizzo dell'altro, sentendolo sbuffare stizzito - sai benissimo che non mi rimaneva  altra scelta, dovevo mandare uno di noi dopo che gli zii si son rifiutati così categoricamente anche solo di leggere le lettere. Avresti preferito andare tu?"

Una piccola pausa sottolineò l'ultima provocazione del Preside. Difficile capire quanto stesse effettivamente scherzando - il senso dell'umorismo del Preside era particolarmente ostico a Severus - e quanto, invece, lo stesse invitando ad una riflessione. Come sempre, del resto, in maniera così evanescente ...lui che detestava essere trattato come una marionetta!
“Ma dimmi – proseguì avvicinandosi allo specchio - vorresti vederlo?”
“Vedere il figlio di Potter? Non sopporto già abbastanza la sua esistenza durante i pasti e le lezioni? A questo proposito, sappi che non è assolutamente brillante, è sciatto nell'eseguire i compiti e pieno di boria per la sua recentemente acquisita fama" sibilò in risposta Piton, senza reticenze.
Silente si permise un piccolo sorriso "Oh, vedo che l'hai analizzato per bene... ma non è questo che ti ho chiesto, Severus. Voglio sapere se l'hai visto, se hai osservato con attenzione non tanto il figlio di James, l'uomo che così fieramente continui ad odiare, quanto quello di Lily, che hai giurato di proteggere.”
Bastò il tocco della bacchetta perché la superficie di vetro si increspasse come fosse liquida e l’incisione sulla cornice brillasse rossa sui loro visi. Lentamente si iniziò a distinguere una sagoma, via via più definita man mano che lo specchio ritrovava il proprio stato. Un ragazzo magro, goffo, inciampava nel copriletto granato mentre tentava di mettersi a letto. Una fitta d’astio attraversò Piton vedendo i capelli neri e scomposti, il fisico dinoccolato. Stava già per andarsene indignato quando lo vide in viso.

Tutto sembrò bloccarsi.

Appariva entusiasta della situazione attuale, sì, ma c’era qualcosa, un’aria di trascuratezza, la stessa di tutti i ragazzi non certo abituati ad essere adorati e vezzeggiati, che non si notava mentre stava seduto al tavolo dei Grifondoro, ammirato e circondato da amici.
Assomiglia a me si ritrovò a pensare il docente, prima di allontanare da sé il pensiero, schifato dal paragone. Il figlio dei Potter non aveva sofferto quello che aveva patito lui, Silente non avrebbe permesso ad una famiglia dispotica di prendersene cura, non avrebbe lasciato che gli fosse fatto del male al figlio della donna migliore del mondo. O forse...
Poi il ragazzo alzò gli occhi, come consapevole d’essere spiato. Fu solo un istante ma tanto bastò.
Quegli occhi
I suoi occhi.
Occhi che a lezione si rifiutava categoricamente di incontrare, occhi la cui mancanza bruciava come solo qualcosa di amato e perso può bruciare.
Silente osservò a lungo il volto spento di Piton, perso in chissà quali pensieri, poi toccò nuovamente lo specchio e l’immagine di Harry svanì.
“Devo andare Severus. Mi accompagneresti?”
Tornato nuovamente padrone di sé, Piton tentò di ribattere causticamente, senza riuscire a convincere neppure se stesso.  “ Scusami, preferisco evitare le prove del coro dell'istituto, andrò a prendere un ghiacciolo”.
Il Preside non si prese la briga di ribattere. Solo, arrivato alla porta, si voltò e chiese a Piton di informarsi di ogni uscita notturna degli studenti e di comunicarlo a lui. Poi, dopo aver gettato un ultimo, strano sguardo all’insegnate di Pozioni, uscì.


Solo, davanti al vetro chiaro, Piton lesse l’incisione sulla cornice. Conosceva fin troppo bene i desideri del suo cuore e proprio per quello temeva di avvicinarsi. Alla fine cedette, appoggiando le palme sulla superficie gelida. “Lily”.
E lei era lì. Miracolosamente integra. Non la giovane madre di Godrick’s Hollow, ma la ragazzina che a undici anni sedeva con lui nello scompartimento del treno tenendolo per mano e fantasticando sulle meraviglie che li attendevano.
Lily.
La sciarpa scarlatta e dorata intorno al collo, ma la treccia vermiglia chiusa da un fermaglio verde e argentato, quello che lui, Serpeverde, le aveva regalato.
Lily.
Senza avvertire le lacrime che iniziavano a bagnargli le guance, Severus si accasciò a terra, incapace di distogliere gli occhi da quelli divertiti di lei, beandosi di quella visione, dei mutamenti che avvenivano e che facevano fiorire la bambina in una giovane donna. Con un lieve sorriso lei sillabò il suo nome, senza emettere suono. Abbassò gli occhi sul piccolo neonato apparsole fra le mani. Niente cicatrici, niente capelli arruffati, solo un ciuffo corvino, liscio, e vivaci occhi neri - I miei capelli. Oddio, i miei occhi. - che Lily si chinò a baciare delicatamente.

Severus sentì il cuore stringersi. Restò lì, straziato, incapace di muovere un solo muscolo, incapace di distogliere lo sguardo da quel piccolo che cresceva, mentre ancora una volta un fagottino appariva fra le braccia di lei, una bambina sempre corvina, ma con gli stessi grandi, stupefacenti occhi smeraldo della madre. Ricamato in argento sulla copertina si intravedeva il nome “Penelope Evans Piton”.
Questo fu troppo.
Un urlo proruppe dal petto di Piton, gridando tanto da ulcerarsi la gola, gridando tutto il suo dolore, tutta la sua solitudine, tutto il suo rimorso. Afferrò una panca e la scagliò letteralmente nell’angolo opposto, mandandola a cozzare contro una pila di sedie ammonticchiate, sfasciando tutto ciò che gli capitava fra le mani, reso cieco dalle lacrime che sgorgavano furiose.
Esausto si gettò nuovamente ai piedi dello specchio.
“Oh, Lily”.
Adesso Lily era nuovamente sola, vestita di bianco, abbagliante come il primo raggio di primavera.
“Perdonami Lily - singhiozzò Piton, così forte da credere che qualche costola si sarebbe spezzata, spruzzando lacrime e saliva sul vetro - ti prego, perdonami” finì alzando gli occhi. Lei sorrideva triste, un velo di rimpianto le inumidiva gli occhi.
“Ti perdono” dicevano quelle labbra silenziose.
L’immagine iniziò ad impallidire.
Severus la fissò, mentre i secondi parevano trascinarsi come ore.
Poi, come se qualcuno avesse premuto un interruttore, si rialzò, spolverò la veste nera e con pochi movimenti della bacchetta sistemò lo scempio alle sue spalle.
Guardò ancora lo specchio e il suo sguardo si addolcì.
“Sarai per sempre l’unica. Per me. Per sempre”.
Detto questo uscì dalla stanza, il volto neutro, il passo imperioso eppure così silenzioso da spaventare il custode che girava nei corridoi. Ricordandosi della richiesta del Preside, lo avvertì di riferirgli qualsiasi movimento sospetto avvenisse nel castello di notte. Già si dirigeva verso il suo ufficio, ma Gazza lo trattenne, dicendogli che, effettivamente, sembrava che qualcuno si fosse introdotto in biblioteca.
Mentre vi si dirigevano gli sembrò di udire un fruscio provenire dalla stanza dello Specchio. Si fermò ma, non vedendo niente, si convinse d'essersi sbagliato: era scosso, poteva permettersi di sbagliare.
Girò l’angolo, mentre un ragazzino esile e pallido si toglieva il mantello che lo nascondeva – o meglio, lo rendeva invisibile- e, sospirando di sollievo, riapriva i suoi stupefacenti occhi smeraldo sullo strano specchio posto al centro di quell’aula.

 

__________________________________________________________________

Ebbene? Drasticamente rivista a oltre tre anni dalla pubblicazione. Grazie a ro-chan che qui mi ha duramente bastonata e mi ha fatto capire che forse è ora di dare una rispolverata ai vecchi orrori - anche solo per dare una sistematina all'aspetto della punteggiatura, a quanto pare io e le "virgolette-spazio-trattino-a capo" non andiamo d'accordo.
Oddio, 5/10 O.O mi vedesse la mia profe, mi ucciderebbe!
Nel caso anche voi foste degli ignoranti di punteggiatura come me - ho scoperto che, per di più, è proprio una branca del tutto a sè stante a livello di "scrittura informatizzata" e quindi non è nemmeno grammatica a voler puntualizzare - quassù trovate una lista COMPLETISSIMA di regole di buona punteggiatura.
E grazie di aver letto!

   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gaea