Fumetti/Cartoni americani > Steven Universe
Ricorda la storia  |       
Autore: Biblioteca    28/10/2020    0 recensioni
Steven ha undici anni e per la prima volta ha un terribile incubo, che ha come protagonista Perla e una misteriosa figura bianca e spigolosa. Sarà proprio la gemma, pur con difficoltà, a calmare il ragazzo dopo un brusco risveglio. Con grande amarezza realizzerà che Steven sta crescendo e che non potrà proteggerlo per sempre. Proprio come Rosa non ha potuto più proteggere lei...
(Accenni RosaXPerla)
Genere: Drammatico, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Pearl/Perla, Rose Quartz/Rosa Quarzo, Sorpresa, Steven Universe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(La storia è ambientata molto prima della serie. Volevo pubblicarla a Halloween, ma poi ho deciso di dividerla in due parti. E' ispirata a un incubo a tema Steven Universe avuto alcune settimane fa. La seconda parte sarà pubblicata il 31 ottobre. Buona lettura a tutti!)

Era notte fonda. La luna non si vedeva.
Era nella sua fase “nera”, detta anche “novilunio”, come accadeva ogni mese. Significava che si frapponeva tra il sole e la terra, rendendosi invisibile a chi non era in grado di scrutare il cielo per ritrovare il suo contorno.
Perla invece, seduta sulla spiaggia, l’aveva appena individuata.
Le sarebbe piaciuto andare sulla luna, un giorno.
Sapeva che sarebbe stata una visita rischiosa e senza scopo: il terreno polveroso e privo di vita del satellite non avrebbe mai permesso nulla di più di una visita panoramica.
Eppure, da che era scesa sulla terra, Perla aveva sempre ammirato la luna. Forse ancora più di Rosa.
A Rosa piaceva la vita: gli animali, le piante, i loro cicli così imprevedibili…
La luna invece, con la sua luce candida, la sua forma praticamente precisa (almeno finchè vista da lontano), la cadenza regolare con la quale diventava ora piena, ora nera, ora crescente, ora decrescente, aveva da sempre attirato Perla, molto più di tutto il resto.
Anche Rosa, tuttavia, aveva saputo apprezzare il satellite terrestre, in quanto fattore fondamentale della vita sul pianeta.
E una sera aveva paragonato la stessa Perla alla luna.
Sedute sulla spiaggia, ad ammirare il satellite (che quella notte era luminoso) le due gemme avevano condiviso uno degli ultimi momenti che Rosa avrebbe passato sulla terra.
Steven stava per nascere e Perla sapeva che, con la sua venuta, avrebbe dovuto dirle addio.
“Tu sei come la luna, Perla.” Le aveva detto Rosa “Se hai qualcuno che ti da la spinta giusta, ti illumini, come la luna si illumina alla luce del sole. Quando però ti senti sola, o vuoi stare sola, ti oscuri. E solo chi ti conosce bene può vederti per quello che sei veramente. Un tempo, sul pianeta delle gemme, avrebbe avuto senso per te nasconderti nel momento della solitudine. Ma ora è diverso. Ora devi avere la forza di trovare la tua luce. Di essere luminosa da sola…”
Perla sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia e l’asciugò con il dorso della mano.
Ricordare Rosa diventava ogni giorno più difficile. Gli umani dicevano che il tempo guariva le ferite. Ma per lei non era così.
“Forse è perché Steven inizia a fare domande. Non so ancora per quanto potrò proteggere tutti i segreti che Rosa mi ha affidato. Forse per noi gemme è semplicemente tutto il contrario: il tempo allarga le crepe invece di chiuderle. Oppure… Beh non importa.”
Si alzò per rientrare in casa.
Dormiva poco.
Non si era abituata mai al concetto di “dormire” della terra. E in quei giorni che Steven iniziava a chiedere, a muoversi sempre di più da solo, a crescere, la tensione l’aveva decisamente portata verso l’insonnia.
Come faceva spesso nelle notti senza sonno, salì fino in camera di Steven.
Aveva preso l’abitudine di guardarlo la notte mentre dormiva.
Nel sonno, sembrava proprio Rosa: era calmo, silenzioso (anche se qualche volta russava), sembrava in pace con se stesso e con il mondo.
Una cosa che Perla aveva sempre riconosciuto a Rosa. E anche invidiato a volte.
Si sedette sul bordo del letto e osservò Steven.
Capì subito che quella notte qualcosa non andava.
Steven era steso su un fianco, ma il suo corpo appariva teso e rigido. Aveva la bocca chiusa e contratta in una strana smorfia. Perla udì chiaramente un suono di denti che battevano, cosa che accadeva agli umani quando avevano freddo.
Immediatamente Perla controllò la temperatura della stanza.
Non faceva freddo.
“Che abbia qualche malanno? Se non sbaglio tra le malattie umane che danno brividi di freddo c’è l’influenza, che è il malanno più comune e Steven lo ha avuto anche da piccolo. Ma se fosse qualcosa di peggio?”
I pugni di Steven si strinsero convulsamente.
Perla iniziò seriamente a spaventarsi.
“Sente dolore? Ha mal di pancia? Perché non si sveglia?”
Dopo alcuni minuti di esitazione, vedendo che Steven non si svegliava e che il tremore aumentava, decise di svegliarlo lei stessa.
Allungò la mano e la poggiò sul braccio.
La reazione fu immediata: Steven scattò seduto sul letto lanciando un urlo spaventoso. Un suono assordante e devastante che portò Perla a indietreggiare e tapparsi le orecchie.
Steven urlò a lungo. Si fermò solo quando finì il fiato e fu costretto a respirare.
I suoi occhi erano spalancati e pieni di lacrime mentre si rannicchiava stringendosi le ginocchia al petto.
Perla, immobile, osservò la scena terrorizzata. Si avvicinò piano, Steven si accorse di lei e praticamente le saltò addosso piangendo a dirotto.
“Oh Perla! È stato orribile!!!”
Perla ricambiò l’abbraccio.
“Cosa è successo Steven? Ti senti male?” la gemma si rese conto che la sua voce tremava mentre poneva al ragazzo la domanda.
Steven la guardò con gli occhi gonfi di pianto.
“No… O almeno credo… Io… Io ho fatto un sogno… Un sogno molto brutto…”
“Se hai fatto un sogno brutto… allora si chiama ‘Incubo’ Steven.”
In quel momento Perla si rese conto che Steven non aveva mai avuto degli incubi prima di allora. Al contrario di molti bambini. Lo stesso Greg era rimasto sorpreso dal fatto di avere un figlio che dormiva così bene di notte.
Era il suo primo incubo.
Forse il segno che qualcosa stava effettivamente cambiando.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Steven Universe / Vai alla pagina dell'autore: Biblioteca