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Autore: gyikhu    29/10/2020    2 recensioni
Sequel di Crossroads! Nathan Drake e Lara Croft tornano insieme ad affrontare nuove avventure. Ci saranno enigmi da risolvere, trappole, sparatorie e ostacoli da superare. Come nei più classici romanzi d'azione, la storia prende ispirazione dalla saga di Uncharted, Tomb Raider e dalla bellissima interpretazione di Angelina Jolie nei panni di Lara. [Nathan/Lara]
Dal testo in inglese: Una tomba perduta, una mappa sconosciuta, un partner familiare. Cos'altro ci vuole per una grande avventura?... e forse per qualcosa di più. Se non sei l'unico a cercare il tesoro, è meglio che ti sbrighi!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lara Croft
Note: Cross-over, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crossroads DILOGIA'
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Questo autore è straniero e a gestire questo account è la persona che traduce le sue storie (info nelle bio).

Link dell'account dell'autrice:
https://www.fanfiction.net/u/2367223/gyikhu

Link al primo capitolo in lingua originale:
https://www.fanfiction.net/s/6958257/1/Crossroads-Back-again

Note dell’autrice:
Bene, bene... il giorno fatidico è arrivato prima di quanto mi aspettassi. Mi è piaciuto scrivere Crossroads, perciò era inevitabile che ne facessi un seguito. Penso che Lara e Nate siano l'accoppiata giusta e spero che vi piacerà questa loro nuova avventura, auspicando oltre a ciò che tutti coloro che hanno apprezzato la prima parte troveranno piacevole anche questa storia. :)
Come sempre, grazie a Lara Anne e Arthemida per avermi fatto da beta-reader e avermi dato idee... eventuali recensioni sono benvenute, anzi, sprono che vengano fatte! :)
Buona lettura e, se siete interessati a sapere come i due protagonisti si sono incontrati, leggete la prima parte!

Note dell’autrice:
CHE RITARDO MOSTRUOSO! Mi scuso tantissimo, ma ho avuto parecchio da fare con delle commissioni di disegno. So che non è proprio il luogo adatto, ma vi linko la mia pagina di Instagram dove potrete trovare tutti i miei lavori, se siete curiosi, e magari seguirmi:
https://www.instagram.com/valeriartist/
E ora torniamo a noi! Tradurre anche questa storia mi dà una scarica di adrenalina e felicità incredibile. Sento che vi piacerà tanto quanto vi è piaciuta la prima! Buona lettura a tutti, e fatemi sapere che ne pensate! :)
V a l y








L'hotel era tra i più eleganti della città. Non appena Lara oltrepassò la porta aperta del grande salone, fu travolta dagli elogi di tutti i presenti. C'era un sorriso paziente e mite sul suo viso, ma se qualcuno l'avesse conosciuta meglio avrebbe capito che non le piaceva affatto trovarsi in quel posto. Improvvisamente, le venne in mente il motivo per cui aveva accettato l’invito di presenziare all’incontro.
La scoperta della tomba di Gengis Khan aveva portato con sé grande fermento, trasformando la più clamorosa delle scoperte di Lara in un inferno senza fine. Chiunque aveva cominciato a tartassarla, e la cacciatrice di tombe dovette dedicare tutte le energie per respingere l'esercito di giornalisti, gli inviti delle università, le richieste dei musei e degli ambienti scientifici di fare conferenze da loro. Appena metteva piede fuori casa, il telefono cominciava a squillare senza sosta. Fu Hilary ad arrivare alla conclusione più logica, consigliandole che avrebbe dovuto accettare almeno uno degli inviti per far sopire quel trambusto. E così lei fece, sperando che gli animi si sarebbero calmati.
Così, qualche giorno dopo, partì per Berlino, ed in quel momento si trovava in piedi su un podio con più di cento paia di occhi fissi su di lei. La fiducia che aveva in se stessa rasentava lo zero, e solo in quel momento poté finalmente capire perché Drake non insistette che il suo nome venisse menzionato nella scoperta della tomba. Se fosse stato tra i presenti in sala, non sarebbe stato difficile immaginare il suo viso compiaciuto e divertito mentre la osservava in silenzio ricevere tutte quelle lodi e quei riconoscimenti. Riusciva quasi a sentire il suo commento sarcastico: Volevi la gloria? Goditela!
Ma almeno era quasi finita, e non le restava che rispondere alle tante stupide domande che qualche cosiddetto esperto le sciorinava. In quel momento, davanti a lei, altro non era che un uomo anziano che le proferiva con entusiasmo qualche parola in tedesco. Lara annuiva senza sapere cosa stesse dicendo. Se avesse voluto, con un po’ di sforzo, avrebbe quantomeno potuto intuirlo. Ma non volle. Neppure lo ascoltava, viaggiando con la mente sulla strada di casa, dove poteva passare del tempo in maniera più significativa e costruttiva. Mancano solo poche ore, si convinse tra sé e sé con grande forza di volontà mentre camminava per la sala dove fu allestito il ricevimento. Non appena faceva un passo, altri ospiti sopraggiungevano per ronzarle intorno, iniziando a bombardarla di domande. Lara si malediceva per aver acconsentito a quella farsa, ma non c'era nulla che potesse fare, ormai.
Infastidita, si chiese se il nuovo interlocutore che le stava parlando da dieci minuti di fila fosse affetto da una qualche logorrea patologica. Con un inglese piuttosto pessimo, oltretutto. Un giovane impiegato dell’albero sopraggiunse da loro interrompendo la chiacchierata, e Lara non poté che ringraziarlo mentalmente.
“Lady Croft?” le chiese educatamente, e la cacciatrice di tombe annuì. Le porse un pezzo di carta senza dire altro e si congedò con un leggero inchino. Lara lo osservò andarsene con un pizzico di sorpresa, dimenticandosi di tutte le persone che la attorniavano.
“Volete scusarmi un attimo?” disse al suo pubblico con tono pacato e dolce, si voltò e si allontanò prima che potessero dire alcunché. Si rifugiò in un angolo tranquillo, aprì il foglio e vi lesse una sola riga: Ci vediamo alle 11 al bar! Importante!
Lara guardò istintivamente il suo orologio, realizzando che erano solo le nove. Si guardò intorno con sospetto per vedere se qualcuno la stesse osservando, ma incrociò solo le facce sorridenti dei soliti commensali. Lesse le poche parole del messaggio una seconda volta, poi ripiegò meticolosamente il biglietto, stabilendo che avrebbe ragionato più tardi su chi l’avesse mandato, pregando che non fosse un qualche fan annoiato che aveva allestito tutto quel teatrino contorto per stare da solo con lei. Qualcosa le disse che non era così. Alzando lo sguardo e intravide subito l'organizzatore dell'evento avvicinarsi risoluto. Le venne in mente di darsela a gambe e scomparire, ma era troppo tardi. Lara gli elargì un sorriso, borbottando sottovoce qualche parola poco opportuna a denti stretti.
“Ebbene, signorina Croft. Perché se ne sta qui da sola, quando tutti vorrebbero chiacchierare con lei?” le chiese l’uomo avvicinandosi con entusiasmo. “Venga, vorrei presentarla a qualcuno che vorrebbe conoscerla.”
“Non vedo l'ora,” disse Lara amabilmente, e il sarcasmo con cui aveva colorato le parole non venne minimamente notato dall’interlocutore.
Trascorse un'altra ora intera ad ascoltare le esperienze di un francese nel campo dell'archeologia. Quel tale non aveva mai messo piede fuori dall'Università, e le sue storie erano esaltanti quanto quelle di uno spettatore che ad una partita di baseball si siede dietro il sostegno delle videocamere. Lara trattenne uno sbadiglio immaginando di prendere la pistola e spararsi in testa, così da finire quella lenta agonia più in fretta possibile. Alzò le sopracciglia e annuì quando la voce dell'uomo sembrava fosse giunta a una parte emozionante della storia. E ovviamente non fu così.
Lara non riuscì a sopportare oltre, e dovette mettere in pratica la migliore delle scappatoie. Si mise una mano alla fronte e ondeggiò per un attimo. Gli uomini intorno a lei la guardarono con ansia ed i padroni di casa la afferrarono per il braccio con un'espressione preoccupata.
“Sta bene?” chiese uno di loro spaventato.
“Certo,” rispose dolcemente Lara. “Ho solo avuto un piccolo capogiro. Ma la prego, continui, non voglio perdermi questa storia interessante,” soggiunse con un tono di voce debolissimo. Sapeva di aver esagerato, ma non le importava.
“Non si preoccupi, possiamo organizzare un incontro in qualsiasi momento per rimediare,” disse il francese con entusiasmo e al contempo con preoccupazione. “Sentitevi libera di ritirarvi per riposare.”
“Davvero non è arrabbiato?” chiese Lara con uno sguardo implorante, posandogli una mano sul braccio. “Le sono molto grata.”
“Chi mai potrebbe essere arrabbiato con lei?” chiese il francese.
“Grazie per questa meravigliosa serata,” disse Lara cordialmente girando subito i tacchi.
“Devo accompagnarla nella sua stanza?” si offrì il padrone di casa avvicinandosi a lei, ma Lara alzò una mano per frenarlo con gentilezza.
“Oh no, non è assolutamente necessario. Deve prendersi cura dei suoi ospiti,” ritenne Lara con una voce educata e adorabile come sempre. Questo li avrebbe tenuti a freno per un po’, pensò tra sé e sé sorridendo.
Fu un sollievo quando entrò nella sua stanza lasciando la folla oltre la porta chiusa. Si tolse subito le scarpe coi tacchi, accorciando la sua statura di una decina di centimetri, poi si avvicinò alla finestra a piedi scalzi e per qualche istante guardò le luci notturne. Il bigliettino le si attaccò alla mano mentre rovistava tra le tasche, facendole ricordare del messaggio. Aveva solo mezz'ora di tempo per decidere se andarci o meno, ma sapeva benissimo che la curiosità vinceva su ogni altra cosa, e non avrebbe potuto fare a meno di assecondarla.
Dopo essersi tolta i vestiti alla moda di cui non vedeva l'ora di sbarazzarsi, indossò i suoi soliti jeans e maglietta nera. Si guardò allo specchio, ritrovando con soddisfazione la sua vera se stessa. Per sicurezza, decise di riporre una piccola pistola nella cintura, nascondendola sotto la maglietta. Pur non avendo elementi per poterlo supporre, cercava di capire chi potesse essere il mittente del messaggio. Presto lo avrebbe scoperto. Sperando che non fosse stato solo uno stupido scherzo.
Dopo aver camminato guardinga lungo il corridoio per non imbattersi accidentalmente in qualcuno della conferenza, entrò nell'ascensore. Premette il pulsante per il piano terra, alleggerita da una bossanova ritmica e tranquilla che si diffondeva nella cabina. Dopo essersi assicurata che il percorso fosse libero, Lara oltrepassò la reception il più velocemente possibile ed entrò nel bar. La sala era piuttosto deserta. Il barista posò brevemente lo sguardo su di lei mentre puliva alcuni bicchieri. Le uniche fonti di luci provenivano dalle lampade sui tavoli. Lara era circondata da una piacevole atmosfera fioca. Si guardò intorno con sospetto, notando una giovane coppia rannicchiata in un angolo che flirtava sussurrandosi all’orecchio. Poi intravide un uomo sul retro che le dava le spalle. Assottigliò gli occhi avvicinandosi a passo felpato. Conosceva quella postura sciatta, quei capelli folti e scuri.
“Nathan Drake,” disse Lara, al che l'uomo si voltò e le sorrise.
“Lara. Sapevo che saresti venuta,” affermò con entusiasmo. Si alzò, si avvicinò a lei e la abbracciò calorosamente. “Ti sono mancato?” chiese scherzosamente.
“Tantissimo. Non so proprio come potrebbe andarmi meglio questa serata,” rispose Lara ironicamente, ma la sua voce gli fece capire che era davvero contenta di vederlo.
“Vedo che ti sei divertita molto. Quella performance in albergo è stata semplicemente eccezionale. Il poveretto pensava che gli saresti svenuta ai piedi,” disse Nate ridendo mentre sedevano al tavolo.
“Mi stavi guardando?” chiese Lara alzando le sopracciglia.
“Non me lo sarei perso per niente al mondo,” ammise Nathan sorridendo.
“Vedo che non sei cambiato per niente,” scherzò Lara guardandolo divertita e giocando con lo stelo del bicchiere di vino che il cameriere le aveva portato. Per un attimo si ricordò di quanto fosse stato diverso il loro primo incontro di qualche mese fa, seppure in un contesto simile. Al tempo, non avrebbe mai immaginato di poter condividere con lui così tante avventure. Sorrise al pensiero.
“Perché avrei dovuto cambiare?” chiese Nate di rimando, poi si sedette rilassato e sorseggiò la birra direttamente dalla bottiglia. “Non ti dispiace se non uso il bicchiere come prevederebbe l’etichetta, vero?”
“Pensavo che ormai avessi capito che non mi è mai importato nulla del galateo,” rispose Lara disinvolta.
“Direi che possiamo considerare questa serata come la prima in cui ci incontriamo in un luogo pubblico.”
“Per l’appunto, perché non mi dici che ci fai qui? Non dirmi che sei passato per caso,” disse la ragazza chinandosi in avanti e guardandolo con sguardo indagatore. Nate le elargì un sorriso ampio e divertito.
“Ho pensato che era giusto prendermi la mia parte di lodi e ricchezze,” rispose scherzando, ma Lara scosse la testa in segno di non aver creduto ad una delle sue parole. “Va bene,” disse Nate chinandosi in avanti per guardarla profondamente negli occhi. “Voglio te.”
Colta dalla sorpresa, Lara strabuzzò gli occhi e si chinò all’indietro. Nate sorrise di gusto del suo spaesamento.
“Non preoccuparti, non intendevo in quel senso,” spiegò ridendo con leggerezza.
“Non era ciò che avevo pensato,” informò subito Lara, forse un po' troppo velocemente. Sorseggiò il vino per non essere costretta a dire altro. “Allora, cosa ci fai qui?” chiese di nuovo riflettendo di avergli dato abbastanza tempo per divertirsi.
“Non è così divertente quando si mantengono dei segreti, vero?” sostenne Nate guardandola allegramente. Il ricordo di tutte le volte in cui, in passato, aveva cercato di eludergli informazioni importanti lo fece sorridere.
“Mi prendi in giro?” disse Lara cominciando a perdere le staffe, ma riuscì a nasconderlo elargendo un’espressione posata mentre posava con calma il bicchiere sul tavolo. Riuscì persino ad usare una voce piatta.
“Non dirmi che la cosa ti fa arrabbiare. Fammi gongolare ancora un altro po’,” rispose Nate senza smettere di sorridere, al che Lara si alzò di scatto dalla sedia. Quando stava per sorpassarlo a passo veloce, Nathan l’afferrò per il polso. “Da quando sei diventata così suscettibile agli scherzi?” chiese guardandola ancora seduto. “Ti pentiresti molto di andartene via così se sapessi cosa c’è in ballo,” soggiunse lui con voce eloquente, prendendo di nuovo un altro sorso di birra direttamente dalla bottiglia.
Lara rimase ferma di fianco a lui a guardare la sua mano che le stringeva senza cedere la presa neppure un po’, ma non si divincolò. Non volle farlo.
“Hai una sola possibilità, Nate. Non dimenticarti che con me non ce n’è una seconda,” disse sedendosi nuovamente sulla sedia accavallando le gambe, guardandolo stoicamente mentre aspettava che parlasse.
“Suppongo che avrai capito che non sono qui per vedere il tuo celebre sorriso,” ironizzò Drake ricevendo nient’altro che uno sguardo di fuoco all’ennesima battuta. “Ci sarebbe una certa mappa che porterebbe ad una tomba perduta,” spiegò Nate discorsivamente, notando l’interesse accendersi negli occhi di Lara.
“Vai avanti,” lo spronò ostentandosi indifferente, ma era evidente che non lo fosse.
“Sapevo che avrei catturato la tua attenzione,” scherzò Nate sorridendo come una volpe.
“Ancora non ho detto di essere interessata. Non senza dettagli significativi,” replicò Lara annuendo al cameriere quando le si avvicino per toglierle il bicchiere vuoto.
“Ho intenzione di appropriarmi di questa mappa insieme a te,” continuò Nathan fissando intensamente Lara, la quale si avvicinò col busto in avanti poggiando il mento sulla mano.
“E perché stai dando queste informazioni proprio a me?” chiese lei con gli occhi sottili di chi sospetta un po’, sempre all’erta, come un serpente silenzioso. Era anche questo la sua vecchia compagna di avventure, pensò Nathan. Ma fu grazie al suo lato guardingo se riuscirono a salvarsi la vita più di una volta.
“Perché ti sto dando informazioni? Per mera cortesia. Hai fatto altrettanto con me sulla tomba di Gengis Khan,” rispose Nate con spensieratezza, ma le dita che armeggiavano con la bottiglia di birra ormai vuota le fecero intuire che c’era dell’altro.
Lara si bagnò le labbra soddisfatta, con l’intenzione si volergli strappare a tutti i costi la vera ragione per il quale l’aveva voluta incontrare in quel bar.
“Questa cavalleria è davvero commovente,” ritenne Lara elargendo un sorriso enigmatico. “E immagino tu sia disposto persino a rinunciare alla gloria, nel caso riuscissimo a trovare questa tomba.”
“Vedo che il trambusto di prima in albergo ti è piaciuto parecchio,” scherzò Nate guardandola negli occhi, ma non rivelò nessuno dei suo pensieri. Sembrava che tra loro ci fosse la stessa snervante pressione psicologica di una partita di poker, proprio come era successo a Kuala Lumpur.
“Pensi davvero che io creda a tutte queste stronzate?” disse infine Lara con leggerezza.
“Non ne ero certo, ma un tentativo dovevo farlo,” scherzò Nate mettendosi a ridere.
“Allora diciamo che questa è l’ultima occasione per dirmi la verità. Mi ci vuole un secondo per andarmene da qui,” lo informò Lara dandogli un’amichevole e inaspettata pacca sulla mano appoggiata al tavolo.
“Ok, ricominciamo da capo. Questa mappa esiste davvero, ma non so di preciso dove porti. Per questo dobbiamo appropriarcene per scoprirlo.”
“È qui a Berlino?” chiese Lara con curiosità.
“No.”
“E allora che ci fai qui?” chiese di nuovo la ragazza, non riuscendo a mettere insieme i pezzi del puzzle, e aspettò una risposta che non tardò ad arrivare.
“La mappa sarà messa all’asta tra qualche giorno in un palazzo di campagna. È l’unico momento che abbiamo per poterla avere, prima che scompaia nella cassaforte di qualche collezionista.”
“Dov’è questo palazzo?”
“Non lo so.”
“Dov’è la mappa?”
“Non ne ho idea.”
“Chi la mette in vendita?”
“Boh?”
“E allora cos’è che sai?” chiese Lara a bruciapelo mentre perdeva sempre di più la pazienza.
“Calma, rilassati,” disse Nate col solito tono strafottente, rendendosi conto di aver raggiunto il limite. “È questo il motivo per il quale sono qui. Questo albergo ci darà tutte le risposte necessarie.”
“E in che modo?”
“Ricevendo un invito a quest’asta. E arrivati lì, ruberemo la mappa prima che venga messa in vendita,” spiegò Nate appoggiandosi con le braccia conserte sul tavolo, con la stessa soddisfazione sincera di chi ha svolto un buon lavoro. “Che ne pensi?”
“Sono senza parole. È il miglior piano che abbia mai sentito: solido, strutturato e sicuro,” scherzò Lara sorridendo e facendosi beffe di lui. “Cosa ti fa pensare che possa arrivarci un invito così su due piedi?”
“Usa la tua immaginazione,” azzardò Nathan sorridendo.
“Sei tu l’ideatore del piano. Perché non me lo dici e basta?”
“Ti do un indizio: una certa persona che alloggia qui ha un invito per quest’asta,” sussurrò Nate assicurandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi che avrebbe potuto sentire la conversazione.
“Mmh…” mugolò Lara avvicinandosi ancora di più col busto. “Pensi a quello che penso io?” chiese sempre più entusiasta.
“Ho qualche dubbio, perché adesso non sto pensando a nulla di inerente alla missione,” scherzò Nathan sorridendo in modo sfacciato. “Ma diciamo che so a cosa stai pensando.”
“Ora dimmi un’ultima cosa,” affermò Lara mantenendo lo sguardo e ignorando il commento ambiguo del vecchio compagno di avventure.
“E cioè?” chiese Nate allegramente.
“Perché hai bisogno proprio di me? Non credo che un lavoro così facile necessiti della mano di qualcuno,” ritenne Lara guardandolo più intensamente che mai. Voleva a tutti i costi capire se le avrebbe detto la verità.
“Lo vedrai presto,” rispose Nathan sorridendo in modo misterioso e provocatorio.
   
 
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