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Autore: Spensieratezza    29/10/2020    3 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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“Cosa ci fai ancora in giro, Lepriwasky, non lo sai che c’è il coprifuoco? Vuoi che si pensi che vai a fare qualche cosa di losco in giro?”
“C-cosa? Ma sono le 17 del pomeriggio..coprifuoco? I-io non ne sapevo nulla..”

Il serpeverde scosse la testa con aria di biasimo.
“Male, Lepriwasky, forse dovrei andare dalla Mc Granitt a informarla che non stai attento durante gli orari di lezione.”
“No, ti prego! Non farlo..i-io non so cosa..”

“Forse dovrei andare anche io dalla Mc Granitt a informarla di come tu ti diverta a prendere in giro i Corvonero su cose inesistenti, informarla del tuo passatempo preferito di bulletto.
La voce di Albus fece sussultare entrambi, per qualche ragione però, alla vista di Albus, Damian sembrò intimorirsi ancora di più. In realtà era arrossito ma Albus pensò di averlo spaventato.
“Non oserai..è anche la tua casa, fenomeno di un Potter.”

Albus si fece più vicino con un sorriso.
“E chi parla dei punti? Forse la Mc Granitt potrebbe solo farti arrivare una strillettera da casa, magari a colazione! Pensa che bello, non ho ancora avuto modo di sentire la voce soave dei tuoi genitori ma si dice in giro che hanno un pessimo carattere.”
Il Serpeverde sorrise anche se pareva turbato.

“A te, che cazzo frega, Potter? Mi stavo solo divertendo con questo sfigato di Lepriwasky!”
“Non sono uno sfigato, Dryu!”
Il Serpeverde ruotò gli occhi.
“Hai creduto alla storia del coprifuoco e ti chiami Lepriwasky!”

Il ragazzo stava per mettersi a balbettare, facendo per innescare una serie di risatine da parte del Serpeverde, quando Albus decise che ne aveva abbastanza.
“Il tuo concetto di divertimento è sparare idiozie su coprifuoco inesistenti, al primo ragazzo che incontri, credo che dovremo rivedere ll concetto di sfigato, sai. È quello che racconta l’idiozia o quello che ci crede? Ora, ne hai abbastanza o dobbiamo andare insieme dalla preside?”

“Io con te non vado da nessuna parte, continua pure a stare dalla parte degli sfigati come questo qui e la gente potrebbe non vedere la differenza, Ci si vede!”
E se ne andò.
“Sfigato!” disse Albus con un tono che il ragazzo giudicò troppo forte.
“Non hai parlato a voce troppo alta? Potrebbe tornare!” disse il ragazzo tremando.
Albus lo guardò storto.

“Sai, ti ho appena difeso e la prima parola che dovresti rivolgermi è un grazie, non un rimprovero.”
“Oddio!! Scusa, mi dispiace tantissimo!!” disse il ragazzo imbarazzato.
Albus sorrise.

“Non era neanche questa la parola giusta. No, scusami tu. Stavo solo scherzando. Credo tu sia troppo buono in generale, sia con lo SFIGATO, sia con me adesso. E non preoccuparti, credo mi abbia sentito benissimo ma ha finto di no, perché ne aveva abbastanza di questa storia. Credimi, ne so qualcosa degli sfigati come lui.”
Il ragazzo era rimasto ipnotizzato dal discorso di Albus.
“Ti ringrazio comunque. Mi hai difeso e non mi conosci nemmeno, perché l’hai fatto?”
Albus lo guardò stranamente.

“Perché, bisogna conoscere qualcuno per prendere le sue difese, quando subiscono delle ingiustizie?”
Il ragazzo cominciò a balbettare ma alla fine disse:
“Sì…o meglio..è così che funziona. Nessuno si espone per degli sconosciuti.”

“Se è così, è interesse. Conosco tantissime persone, troppe, che prendono le difese dei propri amici, anche se sbagliano, o che appoggiano le idee altrui, solo perché sono persone che conoscono, o persone con cui sono fidanzati. Mariti che appoggiano le mogli o mogli che appoggiano le stronzate che dicono i propri mariti. La maggior parte di queste persone non sarebbe mai stata d’accordo con l’opinione di questi, non l’avrebbe mai difesa, se non avesse avuto un legame con essi. Troppo spesso tutti sono condizionati dall’aiutare o meno qualcuno, dal tipo di legame che hanno con loro, invece io ritengo che bisogna essere SEMPRE brave persone, con ognuno, non solo con quelli che ci stanno a cuore. Sarebbe troppo semplice così.”
Il ragazzo rimase un’altra volta impressionato, poi disse:
“Mi chiamo Damian, comunque.”
“Piacere mio, Damian, io sono Albus, Albus Potter.”

“Sì,lo so.” Sorrise lui, di nuovo. “Il tuo cognome è famoso..” Pausa, poi disse ancora: “Non è bello come il mio, forse dovrei cambiarlo. Ha ragione quello a dire che è un cognome..”
“È STUPENDO, mi ricorda i lepri cani.”
“Uhhh?” Il ragazzo era basito.

“Ma sì, un misto tra i lepri cani e i leocorni, mi piace troppo. Non cambiarlo!”
“Mi stai prendendo in giro?”
“A metà, sì.”
Ci fu uno scoppio di risate che alleggerì ancora quella mezza tensione che c’era.
“Sei simpatico.” Disse Damian.

“Anche tu.”
 
 
 
*

Passarono i giorni e Albus notò che incrociava spesso la strada con il Corvonero. Dopo un po' cominciava a chiedersi se lo tampinasse.
“Al, quel ragazzo mi inquieta un po'. Non fa che guardarti. Chi è?” chiese Scorpius un giorno, a tavola.
Albus rise.
“Non preoccuparti, è a posto, l’altro giorno l’ho difeso mentre un Serpeverde lo prendeva in giro, inventando coprifuoco inesistenti, e da quel momento mi ha preso in simpatia e io a lui.”

“Ahhh..certo che li incontri tutti tu.”
“Geloso Scor?” chiese lui sorridendo.
“Da morire!” disse ridendo.-
 
 
*
Un altro giorno Scorpius disse ad Al mentre uscivano dall’aula di pozioni.

“C’è il tuo stalker che ti fissa, sembra stia aspettando te.” Gli fece presente.
“Aspetta qui.” disse andando da lui.
“Ciao Damian!”
“Ciao Al, hai da fare oggi?”
“Continui a chiedermelo.” Disse Al sorridendo e grattandosi la testa.
“Beh, ogni giorno è un giorno diverso. Allora?”
“Se non avessi da fare oggi?”

“Ti chiederei di venire a studiare con me in biblioteca.”
“Ma tu non molli mai eh?”
“Continuerò a tampinarti fino a che non mi dirai di sì.”
“Beh, è no anche questa volta.”
Damian sembrò rimanerci male e Al sferrò il colpo di grazia.
“Perché vorrei studiare in giardino sotto l’ombra di un salice.

Damian rimase a bocca aperta, poi la richiuse sfoderando un sorriso malizioso.
“Che luogo romantico.”
“Sei tu che mi ispiri.”
“Occhio a non adularmi troppo. Sai che mi piace quando mi dici queste cose.”
“No, non lo so, non ti conosco.” Disse Al scrollando le spalle.
Damian sorrise.
“Beh, mi conoscerai.” Disse allusivo.

Albus sentì un po' caldo. Non aveva mai pensato che Damian fosse uno sfigato, troppo buono forse, sì, ma non sfigato, neanche il loro primo incontro, anche se aveva pensato fosse troppo timido, ma a quanto pareva, quando gli piaceva qualcuno, diventava sfacciato e..anche stranamente SEXY. Sì, con quei capelli neri e occhi azzurri, era MOLTO sexy.






POV JAMES

James non ha idea di quando sia iniziata, non ha idea di quando se ne sia accorto, forse dal primissimo istante, abituato com’era a non perdere di vista un solo momento di come si muoveva, delle direzioni che prendeva quando girava per il castello, cavolo sapeva addirittura quale gusto di marmellata mangiasse, a tavoli di distanza, talmente lo conosceva bene!

Era abituato che i suoi sguardi venivano ricambiati da lui e ogni volta che si sentiva un mezzo stalker, bastava la certezza che quando abbassava lo sguardo, LUI lo guardasse, a provocargli un mezzo sorriso.
Era tutto lì, un sentimento platonico indefinibile fatto di sguardi, di carezze non concrete, se James avesse potuto spiegare quel sentimento, lo avrebbe spiegato in quel modo.

Si chiese se tutti i fratelli si sentissero allo stesso modo, gli uni con gli altri, se anche a loro bastava guardarsi per sentirsi… felici.

Ma poi la cosa più preziosa che sentiva di possedere, quegli sguardi, James se li sentì portare via e il suo mondo sembrò andare alla deriva assieme all’alta marea.
Albus non lo guardava più.

All’inizio si autoconvinse che avesse fatto qualche marachella e avesse il terrore che venisse scoperta da lui, pensare che non gli importava più niente di guardarlo, faceva male e anche se non si trattava di una ragazza e sembrava sciocco prendersela perché tuo fratello “non ti guarda” lui si sentiva esattamente così.

Siccome la questione persisteva e – cosa inaccettabile – sembrava andare di pari passo alla comparsa di un ragazzino che non aveva assolutamente idea di chi fosse, che sembrava essere diventato lo stalker di Albus, ci mise niente a fare due più due.
“Credi che quel ragazzino che segue sempre mio fratello, lo minacci in qualche modo?”
“Come??” chiese Rose stupefatta.

“Lepriwasky! Segue sempre Albus, come un maledetto stalker! Se scopro che lo minaccia, io..”
“James, fermati, fermati solo un secondo! Chi ti ha detto che lo sta minacciando?” gli chiese Rose alzando le mani.
“Beh…” disse James, fermandosi nel corridoio della scuola. “Albus tiene quasi sempre gli occhi bassi quando lo vedo, rifugge il mio sguardo!”

Le sopracciglia di Rose si alzarono fino a scomparire.
“Va bene..non capisco, ma va bene, forse avete litigato?”
“NO!! Non abbiamo litigato, o meglio, ci stuzzichiamo sempre, ma non si è mai comportato così con me.” James sembrò valutare un po' la situazione e poi ci ripensò. “Perlomeno non per più di due giorni di fila.”
“Ma questo cosa ha a che fare con Lepriwasky?”

“Sono convinto che lo minacci! Magari ha paura che lo venga a scoprire!”
“Ohhh, James, non credo proprio sia così e poi l’espressione di Albus non mi sembra quella tipica di chi venga minacciato, anzi, sembra trovare simpatico Lepriwasky, forse pensa che sia solo un po' strano, ma simpatico, quella che scambi per intimidazione, io la vedo come timidezza e basta. Ti ricordo che la timidezza ha molte forme.

Questo ghiacciò James, che fissò la cugina come invogliandola a dire di più, ma lei proprio come il cugino, era restia ad andare a volte fino in fondo quando non aveva idea di come l’interlocutore potesse prendere le sue parole.
“Io credo che quel ragazzo stia cercando di conquistarsi la sua amicizia.” Disse Rose e si chiuse in un silenzio definitivo.

James continuò a camminare insieme alla cugina, ma si sentiva in un altro universo. La frase che Rose si era lasciata scappare, prima di fare marcia indietro, lo aveva allarmato. Cosa significava che la timidezza aveva molte forme?

Un presagio che tuttavia non aveva ancora il coraggio di palesarsi e di chiamarlo per NOME, cominciò a farsi strada dentro di lui. Scoprì di avere PAURA, ecco sì, non era come con Scorpius per un qualche motivo infatti non si sentiva infastidito dalla sua amicizia con Albus, anzi sotto certi aspetti un po' la cosa la trovava divertente ed era anche forma di perculo nei confronti dello zio Ron, ma quel Lepriwalsky…

Che cosa voleva da Al? Non era una cosa limpida, trasparente, pulita, lo sentiva fin nelle ossa  e per un qualche motivo gli dava un fastidio bestiale, soprattutto perché da quando si era inserito quel ragazzino che lo seguiva, Al aveva smesso di guardarlo!
Poi un giorno, quasi per sfregio, sentì degli stralci di conversazione:
“Che luogo romantico.”
“Sei tu che mi ispiri.”

“Occhio a non adularmi troppo. Sai che mi piace quando mi dici queste cose.”
“No, non lo so, non ti conosco.” Disse Al scrollando le spalle.
Damian sorrise.
“Beh, mi conoscerai.” Disse allusivo.

James sentì girare la testa. No, non era possibile, doveva aver frainteso per forza quelle frasi.

“James, ti senti bene? Cos’hai?”
“M-mi gira solo un po' la testa.” Rispose a un suo amico di Casa.
 



Da quell’incontro, sembravano essere diventati amici e James si rilassò un po', forse si era sbagliato, si era fatto tutto un film suo.

Ma poi vedeva come Damian lo guardava e fingeva di toccarlo casualmente – come osava quel maniaco toccare MIO FRATELLO? Gliele spezzo quelle mani – come Albus arrossiva – Andiamo Albus, ma non ti vergogni ad arrossire così? Cosa sei, una scolaretta? – a come camminavano vicini quasi in sincrono – ma non si sentono ridicoli ? – A come Albus faticava a reggere il suo sguardo più di qualche secondo – Con me non ha mai abbassato lo sguardo –

E cominciò suo malgrado a fare similitudini, a pensare che al posto SUO, l’avrebbe guardato così tanto da farlo diventare bordeaux e poi lo avrebbe COSTRETTO  a continuare a guardarlo e a non distogliere lo sguardo. Costringerlo? Non aveva bisogno di costringerlo. Al lo guardava sempre..solo..non ultimamente e lui non stava facendo proprio niente al riguardo!
 
Fu anche controvoglia che si sforzò di studiare meglio DAMIAN, imparò il suo nome di battesimo, così come il fatto che fosse incredibilmente somigliante a lui.

Non sapeva perché non aveva notato prima questa cosa, ma ora che l’aveva capito, diventò quasi come un’ossessione. Però i capelli non erano così tanto neri, non come i suoi almeno, anche lui aveva gli occhi azzurri, ma NON come lui, quelli di Damian erano più come il cielo, quelli di James erano come l’oceano perlopiù.

il cielo era vasto, quasi infinito, aveva il sole, le stelle e le nuvole, ma l'oceano era profondo, aveva acqua, vita, SALE. Suo fratello era romantico e solare, forse alla profondità e al sale, alla potenza dell'acqua che ti sovrasta e rigenera, preferiva la luna e le stelle.
Si chiese se Albus preferisse il cielo all’oceano, forse il cielo che tra le alte cose ti fa volare.

Fa volare gli uccelli..forse..e infatti..
Poi si sentì nauseato da una battuta così scadente.

Io sto impazzendo..sto impazzendo..non potevo avere gli occhi di Lily? No, ce li ha già Albus, e forse è per questo che io..MA CERTO! SONO GLI OCCHI, infatti Severus Piton era rimasto incantato da quegli occhi…forse sono stregati e Albus li ha ereditati. Ma aspetta…no..io non sono mica innamorato di mio fratello. Non scherziamo. Va bene tutto ma..questo no. NO!

E comunque poi, magari è stato Lep..DAMIAN a fare un incantesimo a Albus.
Praticare incantesimi dentro la scuola per stregare la gente dovrebbe essere illegale e se lo è, lo denuncio, lo faccio andare ad Azkaban. È un delinquente!
 


POV ALBUS

Albus si scopriva a guardarlo, spesso, anche se quando qualcuno li vedeva insieme e chiamava Damian con il nome di James, perché lo scambiavano per lui, si trovava ad arrossire e non riusciva a guardarlo per diverso tempo più.
Era vero, gli somigliava tantissimo, ma quando qualcun altro lo faceva presente, si sentiva sporco, sbagliato.

Se trovava attraente DAMIAN, era un conto, scoprire che forse era gay un altro, ma avere una cotta per un tizio che somigliava incredibilmente a suo fratello…beh, era tutto un altro paio di maniche. Era…SBAGLIATO..ecco..era MALSANO.
Scoprì una certa tensione dentro di lui, avevo solo 15 anni, non sapeva ancora cosa fosse il sesso e cosa significasse, ma..dentro di lui si ritrovò a scoprire il desiderio.

Forse davvero in fin dei conti l’attrazione che sentiva di avere per suo fratello, era una specie di capriccio se bastava così poco per annullarla.
Poi lo vide passare con due ragazze al fianco aggrappate a lui che ridevano a qualcosa di divertente detto da lui.
Sentì lo stomaco in fiamme come in seguito a una brutta infiammazione.

L’amore fa soffrire, pensò, è una lunga e triste agonia.
Svanite le farfalle, che cosa rimane?
 
“Albus, ti vedo un po' strano, c’è qualche cosa che ti turba? Sei così silenzioso! Voglio dire..è vero che siamo qu per studiare, ma di solito non lo facciamo, anzi, fai lo scemo tutto il giorno, e io di riflesso con te..”

Albus non rispose, poi quando Damian si alzò, forse per buttare qualcosa nel cestino, lentamente, guardando in basso, lo afferrò per un braccio.
“Che c’è? Devi dirmi qualcosa?”
Un sorriso timido.
“Sì. Questo.”
Albus lo baciò. Un bacio lieve, accennato. Damian lo guardò imbarazzato.
“Oh cavolo..” dice lui e Al si sente quasi morire.

POV AL


Vorrei chiedergli scusa, vorrei dirgli di dimenticare tutto, ma..
Lui mi prende e mi bacia.
Stavolta il bacio è più marcato, ma meno intenso comunque di quello che mi ero immaginato.
Apro la bocca, cerco di forzare un minimo di attrazione, di sentimento, alla fine qualcosa sento, funziona.
“Sai, pensavo che non l’avresti più fatto..ero convinto di non piacerti.”

Usciamo dalla biblioteca, anche se trasalisco, sentendo il rumore di qualcosa che cade, qualche libro, mi guardo intorno, non c’è nessuno. Gli studenti che studiano fanno sempre un mucchio di rumore.
Torniamo ai nostri dormitori in silenzio, non ci teniamo neanche per mano.
 




POV JAMES

Scoprì, tramite battutine sentite in giro, che vedevano DAMIAN molto simile a lui, lo scambiavano per lui e questo lo fece incazzare.

Come possono scambiarmi per lui? Albus, perché permetti questo? Lo stai facendo apposta? È uno sgarbo a me? Cos’hai, cinque anni? io e te dobbiamo fare un discorsetto.

Si rese conto però di quanto infantili suonassero alla sua stessa mente tali parole. Cosa avrebbe potuto dirgli? Come osi andare in giro con uno che mi somiglia? Gli avrebbe scoppiato a ridere in faccia e per la prima volta James avrebbe dovuto dirgli che aveva RAGIONE! Gli avrebbe chiesto se era omosessuale?

Dei! Albus, suo fratello aveva solo 15 anni, perfino lui non era così ingiusto e crudele, a 15 anni lui lo ammetterebbe? Cavoli, se fosse gay, a chiunque glielo chiederebbe, non avrebbe il coraggio di dirlo lui per primo!
Sapeva solo che gli dava MOLTO fastidio il fatto che scambiassero quel damerino per lui.

Un giorno, per una strana beffa del destino, si ritrovò nella biblioteca della scuola, mentre c’erano anche loro.
Voleva andarsene, ma voleva anche restare e spiarli, ma qualcosa gli diceva che doveva andarsene, una specie di brutto presentimento che non sapeva come definire.
Contro ogni buon senso, si avvicinò di più, di nascosto, attento a non farsi vedere.

Sperò che nessuno lo scoprisse. Sarebbe stato difficile spiegare cosa stava facendo, non lo sapeva neanche lui.
Cosa stava cercando esattamente?
Poi Albus lo baciò e seppe cosa cercava.
La formula per spezzare un cuore.

Durante Pozioni non insegnavano una pozione simile.
Perché l’hai fatto Albus?
James non poteva sapere che Albus lo aveva visto in corridoio passeggiare a braccetto con due ragazze, colloquiando amabilmente, chiedendo se potevano passare il weekend con lui ed era triste per questo.

Non poteva sapere che l’aveva fatto per questo, altrimenti forse avrebbe dato i numeri già in quel momento.
Si baciano di nuovo, stavolta l’iniziativa la prende l’altro.
"Sai, pensavo che non l’avresti più fatto..ero convinto di non piacerti.”

James si chiese se la tristezza avesse dei rumori, se lo chiese quando il libro gli scappò di mano. No, la tristezza NON FA rumore, purtroppo, pensò James mentre piangeva, senza capire il perché, ma forse è capace di far cadere gli oggetti e quelli fanno rumore.

Albus si era girato più volte prima di andare via..chi cercava, forse me? Forse era la speranza di un ragazzino un po' ridicolo, pensava lui.
Copiose lacrime gli cadevano dal viso mentre era scivolato nei dormitori e si era chinato in ginocchio, nel dormitorio deserto.

“Ma cosa mi prende..sto piangendo..piango per mio fratello..per un bacio..sono proprio..uno sfigato. Sono proprio..INUTILE.” disse James, prendendo un tronchetto appuntito e scheggiando una mattonella del pavimento.

In quel momento con la faccia piena di lacrime, vide uno stuolo di farfalle sul davanzale della finestra. Sembravano guardarlo.
LORO lo guardavano, suo fratello NO. Suo fratello che baciava uno così  a caso, uno che gli somigliava. Ma non era lui. Non sarebbe mai potuto essere lui.

Ma la cosa più brutta non era neanche che quel ragazzo assomigliasse a lui, ma che lui, il grande JAMES SIRIUS POTTER, in quel momento DESIDERAVA essere lui, per avere le sue attenzioni. Non per baciarlo, no, quello no, erano le sue attenzioni quelle che gli mancavano e che VOLEVA.

Le farfalle sembravano calamitate da lui e James Sirius le guardò stranito, per poi stranirsi ancora di più quando farfalle bianche e blu gli andarono incontro sulla faccia.

“Yeeeee. Che diav..” disse scansandosi, poi sorrise amaramente.
“Volevate baciarmi? Beh, grazie, almeno anche io oggi ho un bacio, ho avuto un bacio da delle farfalle! Andatelo a dire a mio fratello!”
Poi il suo viso cambiò espressione, una volta che si rese conto quello che aveva detto, si coprì la bocca con le mani.

“No…no…” disse solo con una litania, mettendosi la testa tra le mani.





POV ALBUS  

È solo quando le nostre strade si dividono, che realizzo che una lacrima mi sta scendendo da un occhio.
Cazzo.

Era questa dunque la sensazione che ho sentito, durante il mio PRIMO BACIO? L’urgenza di piangere?
Mi sento sprofondare ma continuo a camminare, incurante, lessi da qualche parte, che bisogna procedere comunque, nonostante come ci si sente, come da copione. (L'acchiappasogni - Stephen King )
Fino a quando qualcuno non mi afferra per un braccio.
 
“SCORPIUS?”
“Pensavi fossi qualcun altro? O forse lo speravi?”

Sbatto gli occhi e mi scosto da lui. Ci mancava solo lui e la sua capacità di leggermi dentro.
“Tieni questo! Asciugati.”
“Cosa?? NO.” respingo il fazzoletto che mi offre. “Usalo te. Io non ne ho bisogno. “
“Sei in lacrime.”
“Cosa? Non essere ridicolo.” Mi sento sull’orlo di una crisi di nervi, in quanti altri si sono accorti che sono così? Se ne sarà accorto anche Damian? Oddio, no.

Scorpius mi guarda con un’occhiata penetrante.
“Vieni con me.”
 
Mi spinge in un’aula vuota e mi scruta.
“Tu non stai bene, Al.”
“Cosa?? Ma che stai dicendo?? Guarda che..che ti sbagli, io sto benissimo!! Questo..non è niente. Una allergia che io..”

“Basta con le balle!! Ascolta, io non ne so molto di questione di baci, ma sono abbastanza certo che non si piange dopo che baci qualcuno per la prima volta! A meno che…non era quello che volevi, o a meno che il bacio non faccia così tanto schifo!”
Avvampo, sento tutta la mia faccia scaldarsi e cerco di fuggire via.
“Alohomora!” disse lui.
“Oh, seriamente? Come se non potessi scardinarla, se volessi!”
“Certo che puoi, ma non lo farai. Parla con me, Al!”

“Non c’è niente di cui parlare. Ascolta, Scorpius, io non so cosa tu abbia visto, ma..” mi spettino i capelli.
“Ti ho visto baciarti con Damian Scorne. In biblioteca.”
Mi accascio alla sedia.
“Maledizione, ero convinto non ci fosse nessuno, li.”
Pausa.
Scorpius sembra prendere una decisione.
“Non sono l’unico ad averti visto li, Al.”

Non ho il coraggio di guardarlo, quindi guardo un punto dell’angolo della stanza, lontano.
“Jamie.” Risponde lui per me,
Chiudo gli occhi e poi me li copro con le mani.
 
“Era lui allora che ha fatto quel rumore.”
“Già. Ha fatto cadere tutti i libri che aveva in braccio. Beh, se volevi scioccarlo ci sei riuscito.”
“La mia vita sentimentale non è affar suo.”

“Al, che cosa succede davvero tra voi due? È da parecchio che sembra che il vostro rapporto..sia peggiorato..non siete mai andati poi molto d’accordo ma ultimamente..sembrate più lontani che mai..”
“Beh, niente di particolare..ognuno si fa la sua vita..lui ha tante ragazze che..gli fanno la corte..è sempre circondato da qualche oca che gli si sta aggrappato..”
Sorride.
“Sì, è stato sempre un po' farfallone. A te disturba? È per questo che hai baciato quello? Per fargli vedere che anche tu..”

“HO BACIATO DAMIAN PERCHÈ MI ANDAVA DI FARLO! SONO STUFO CHE OGNI COSA CHE FACCIO DEBBA ESSERE COLPA DI JAMIE! HO ANCHE IO UNA VITA, UNA PERSONALITÀ! CAPITO!”
Silenzio.

HO DIRITTO ANCHE IO DI FARMI QUALCUNO O LUI È L’UNICO PER CASO??”

“Sai, Al, è strano che tu dica che non tutto gira attorno a tuo fratello, perché a me..sembra vero il contrario..o osi perfino negare che ultimamente per te non esisto neanche più io?”

Impallidisco. Quello che dice mi fa più male di quello che pensavo.
“Ma cosa stai dicendo..certo che esisti..sei il mio migliore amico!!”
“Ma non sembra, sai!!” sbotta lui. “Te lo dico chiaramente, Al! Ultimamente la tua vita sembra un grande gigantesco teen drama e io, scusami se te lo dico, non ho nessuna parte in questo teen, se questo fosse un teen drama, io non esisterei.”
“Questo non è assolutamente…”

“Ma dai! Perché non mi ricordi allora l’ultima volta che siamo andati in un’aula insieme? O l’ultima volta che mi hai confidato la cosa che ti ha fatto soffrire? O che ti sei lamentato con me per l’ultima verifica che ci ha dato il prof?”
Rimango zitto, sento ancora qualcosa dentro di me. Il peso della vergogna.

“Cazzo, non sapevo neanche che uscivi con Damian! Mi avevi solo accennato che ti piacevano i ragazzi ma non che volessi uscire con uno di loro. Ti ho semplicemente VISTO..e ora sono qui a farti una sceneggiata come se fossi una comparsa qualunque in questo psicodramma, non il tuo migliore amico, a cui un tempo dicevi tutto!”
“Io…”

“Non parli più con me! Ti ho detto in faccia che hai pianto durante un bacio ma tu, tu non hai negato, non ti giustifichi, non hai fiducia in me.”
“Perdonami.” Sbotto alla fine. “Hai ragione, hai ragione su tutto, ma sono stato così male in questi tempi..non era mia intenzione allontanarti, è solo che io..hai ragione, ho pianto. Io..non lo controllo..”
“Va  bene, va bene, adesso vieni qui.”

Allarga le braccia e io rimango così sconvolto dal suo perdono così veloce che mi sbrigo ad accogliere il suo invito prima che ci ripensi.


“Perdonami..sei il mio migliore amico e io non avevo intenzione di..trattarti male o di allontanarti!
“Lo so, Al, lo so, ma mi hai spaventato a morte in questi mesi..”
“Addirittura? Non pensavo di fare così paura..”

“No? Sei sempre con lo sguardo perso nel vuoto, apatico, e ora ti becco a baciare un ragazzo e a piangere subito dopo. Che succede, Al? Quel ragazzo ti da problemi? È un tipo già impegnato? Parla con me. Lo sai che per me non fa alcuna differenza che a te piacciano i ragazzi.”
Tiro un sospiro.
“Ho pianto perché...stavo pensando ad un'altra persona...”
Scorpius sospira ma non sembra sorpreso.
“L’avevi capito?”

“Non posso dire di non averlo sospettato ma volevo sentirlo da te. Chi è?”
Rifuggo il suo sguardo.
Cerco il modo di parlare ma non ci riesco.
“Cazzo, l’unico in grado di farti stare così a pezzi è tuo fratello, ma non può essere per forza di cose lui, quindi chi cazzo può essere?”
Lo guardo sbarrando gli occhi, lui se ne accorge.

“Cazzo, è davvero lui? Che ti ha detto per farti stare così? Non vuole che tu frequenti i ragazzi? Ha qualcosa in contrario con lui? Al, aspetta!”
Sciolgo subito l’incantesimo, ma lui fa per bloccarmi.
“Al, non costringermi ad andare da lui a schiantarlo.”
“Non oseresti…”
“Allora parla chiaro. Lui cosa ti ha detto?”

“Niente! Non lo sa nemmeno, almeno fino ad adesso. Cazzo, ha visto il bacio..io..”
“Al, stop! Smettila di essere così spaventato, è tuo fratello ma non ha diritto sulla tua vita, se a lui non garberà che baci un ragazzo, chissenefrega, se ne farà una ragione.”
Sospiro.
“Sì, forse hai ragione..Scorpius, perdonami se ti ho fatto preoccupare..e ti giuro che non ti allontanerò più, mai più.”
Lo abbraccio.

“Sarà meglio per te, testa di legno.” Mi dice.
 
   
 
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