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Autore: Evola Who    29/10/2020    1 recensioni
“Eccoci qua, Naboo” disse Mando, uscendo dall'iperspazio e fissando il maestoso pianeta da dietro il suo elmo che componeva l’armatura Mandaloriana.
“Pianeta ricco, pieno di spazioporto, colonie commerciali e altre cose” elencò, con tono quasi monotono: “Ma, soprattutto, paludi, colline e laghi. Un buon posto per riprendersi un po' dall'ultimo viaggio. Tu che ne dici?”
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Baby Yoda/Il Bambino, Din Djarin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8
La conclusione di una
lunga giornata


   

 

 

Han, insieme a Chewie, 3PO e Ben – mezzo addormentato tra le braccia - ritornarono sul Falcon. Però non partirono, rimanendo fermi nel punto in cui erano atterrati.

Han andò a sedersi sulla sua poltrona, nella cabina di pilotaggio, portando con sé il figlio, per raccontargli una storia prima di dormire.

Ormai, Han si era abituato a sentire il peso leggero sulle gambe; anzi, lo rassicurava e in un certo senso lo aiutava a dormire meglio. Era un momento di pace, senza più i suoi capricci, i suoi pianti e il suo continuo volersi divertire con tutti i giocattoli perennemente sparsi in giro – modellini e pupazzetti, abbandonati qua e là per tutta la nave - o le preoccupazioni nei suoi confronti e per il suo carattere a dir poco caotico.

Ma lui amava suo figlio, più di qualsiasi altra cosa. E non avrebbe mai rinunciato a lui. Era qualcosa di molto più forte dell’amore per Leia o dell’amicizia di Luke. A volte si rendeva conto di non essere il miglior padre e marito della Galassia. Ma ci stava provando.

E, come adesso, si sentiva molto soddisfatto e felice.
Han si assopì, e si sarebbe certamente addomentato così, con Ben in braccio, se qualcosa non gli avesse toccato una spalla. Sì svegliò quasi di soprassalto – anche se fu attento a non far svegliare il figlio  - e si guardò intorno, rimanendo sorpreso.

“Leia?”

E infatti la senatrice era lì, splendida come sempre, un sorriso dolce sulle labbra.

“Ciao, Han. Scusami per averti svegliato. Anzi, mi dispiace di aver interrotto questa bella scena” disse a bassa voce, sedendosi sulla poltrona del copilota.

Han restò confuso: credeva che sua moglie fosse ancora al senato ad Hanna City e che sarebbe arrivata su Naboo solo l'indomani.

“Che ci fai qui?" borbottò. "Credevo che avessi qualche impegno urgente al senato.”

“Infatti” rispose Leia. “Ma abbiamo concluso prima del previsto. Così ho deciso di partire subito per Theed, per farvi una piccola sorpresa.”

La senatrice buttò l'occhio sul figlio addormentato. “Ma, a quanto pare, dovrò aspettare domani mattina, per vedere la sua reazione.”

Sorrise, mentre con estrema delicatezza spostava i ciuffi scuri dal volto di Ben, percependo la sua serenità.

“Beh, vuol dire che Ben, domani, avrà un bel risveglio! E che, subito dopo, comincerà a tormentarti la vita!”

“E non vedo l'ora!”

Leia ridacchiò insieme a Han, ma sempre stando attenti a non svegliarlo. Rimasero in silenzio, intenti a guardare loro figlio dormire, con le braccia a penzoloni e la guancia appoggiata sul petto del padre. In una atmosfera serena, come se avessero dimenticati i loro diverbi di quella giornata.

“Allora? Che cosa avete fatto, per farlo crollare così facilmente?”

“Oh, un mucchio di cose...” rispose Han. “Abbiamo passato la mattinata al mercato, ha giocato un sacco, sono riuscito a convincerlo a mangiare un cibo strano ma salutare, abbiamo fatto una piccola gita sul lago e ha fatto - come sempr e- un sacco di domande...”

Si è perso nel bosco ed è stato ritrovato da un inquietante cacciatore di taglie con una strana creatura con gli stessi poteri di Ben” pensò poi il pilota.

“Posso immaginarlo” disse Leia divertita, accarezzando la guancia del figlio con dolcezza.
“L'hai portato anche a visitare il palazzo?”

Han sopirò, conoscendo bene il motivo di quella domanda.

“No, non l'ho portato nel palazzo reale” rispose.

“Però, qualche mercante nostalgico gli ha raccontato le doti della regina più giovane che Naboo abbia mai avuto. È rimasto a dir poco affascinato...”

Leia fece un sorriso, ma questa volta un po' amaro.

“In fondo, avevi detto che volevi portalo tu stessa al palazzo. E, magari, ti farà un sacco di domande su questa regina così abile.”

“E cercherò di rispondergli. Facendo ricordare in un modo degno la sua memoria...”

“Come la tragica storia del suo cavaliere?”

Leia alzò gli occhi, fissando il marito con aria gelida, facendogli capire che non aveva apprezzato il suo commento.

“Scusami...”

“No, non devi scusarti” assicurò Leia. “È solo che... non sono ancora pronta ad affrontare questo argomento. Non sono ancora sicuro di poterlo accettare io stessa, figurati di spiegarlo a Ben.”

Guardò suo figlio con aria triste, ricordando il suo ultimo giorno di addestramento con Luke...

“Non è ancora pronto.”

Calò il silenzio. Han conosceva ormai bene la storia dei veri genitori di Luke e di Leia. Ed era davvero una storia molto tragica. Non poteva nemmeno immaginare la loro sofferenza, nel dover accettare quella verità.

Ma se c'era una cosa su cui era d'accordo con loro, era che Ben ne dovesse restare all'oscuro. Era meglio così. Volevano proteggere il piccolo da tutta questa storia del lato oscuro. Certo, era giusto che conoscesse la verità sulle sue origini, ma l'avrebbe appresa al momento giusto della sua vita, quando fosse stato pronto.

Dopo quel momento di silenzio, Leia ritornò alla realtà, dicendo: “Su, portiamo questo piccolo mostricciattolo a letto.”

Han si alzò dalla sedia con Ben tra le braccia, per poi passarlo a Leia, che se lo strinse al petto, attenta a non svegliarlo. Gli diede un piccolo bacio sulla testa.

“Così, almeno, domani non borbotterai per i tuoi soliti dolori.”

“Beh, non è facile svegliarsi con i muscoli sani, con un peso del genere ogni notte!” 

Leia rise divertita a quelle parole, contagiando anche Han con la sua allegria.

Il pilota fissò sua moglie, serena, che stringeva loro figlio tra le braccia.

Sì sentiva intenerito come non mai, ma sopratutto fortunato. Li raggiunse e la abbraccio, passandole le braccia attorno ai fianchi, setendo tenendo Ben tra di loro. Un momento che avrebbe voluto non cessasse mai.

“Mi dispiace...”

“Per cosa?” chiese Leia.

“Per la litigata di questo pomeriggio...”

Han si sentiva colpevole, mentre lei lo guardò confusa.

“Non avrei dovuto accusarti di essere poco presente. Almeno tu ci provo e farai un buon lavoro con Ben. Per non paralare del Senato. Mentre io...”

“Han” lo interruppe Leia, capendo già dove volesse andare a parare: “Tu sei un bravo padre.”

Lui la fissò.

“Han, tu ci stai riuscendo davvero tanto. Con tutte le tue forze, e tuo figlio ti ama e te lo dimostra ogni giorno.”

Entrambi abbassarono lo sguardo, fissando il loro piccolo che dormiva in mezzo a loro.

“Lui è tanto affezionato a te. Ti ammira e credo che non smetterà mai di farlo.”

Leia accarezzò i capelli del bambino, le labbra increspate dal sorriso più dolce del mondo.

“E questo lo ricorderà per tutto il resto della sua vita. Portando questi momenti dentro di sé.”

E Han, nell'ascoltarla, si sentì più sicuro e più fiducioso verso se stesso. E capì che, pur con tutti i suoi errori, ne valeva la pena. E che voleva godersi questa piccola peste, finché poteva.

“Ti amo” disse Han, alzando gli occhi per ammirarla.

“Lo so.”

Sorrisero sereni e si scambiarono un dolce bacio sulle labbra. Tennero le fronti appoggiate, uniti.

“Senti, Chewie e 3PO sono ancora svegli. Che ne dici di portare Ben a letto, e poi andare a fare una piccola passeggiata notturna?” propose Leia. “Conosco una bella collina da dove si vede tutta la capitale. È davvero un panorama mozzafiato.”

Han sorrise. “D'accordo”

Si scambiarono dei sorrisi lievemente maliziosi e si diedereo un altro dolce bacio.

 

 
***

Mando era ritornato dentro alla sua nave e, dopo aver risistemato il carro volante nel suo alloggio, aveva preso posto nella cabina di pilotaggio, con il piccolo addomerato nella culla accanto a lui.

Era stata una giornata davvero molto strana per lui, ma almeno il piccolo trovatello si era divertito con un altro bambino, dopo tanto tempo. E chissà quando gli sarebbe capitata di nuovo, una cosa del genere.

E, in più, aveva scoperto qualcosa di più su questa Forza e sugli Jedi. Solo che non lo trovava per niente rassicurante.

E non sapeva che cosa fare: doveva trovare questo Skywalker e portargli il piccolo, oppure lasciar perdere, seguendo i consigli di Han Solo?

Si girò verso alla creatura addormentata e, ricordando le parole che gli aveva detto Han, capì che cosa doveva fare.

Portare il piccolo ai suoi simili, ovunque si trovassero. Questo era di fondamentale importanza. Aveva capito che lui avrebbe avuto una aspettativa di vita molto più lunga della sua. E, probabilmente, anche di quello stesso maestro Jedi.

Perciò, l'unica soluzione praticabile era portarlo alla sua specie. Anche se non aveva nemmeno un mezzo indizio su cui basarsi per iniziare le ricerche. Ma lo avrebbe fatto a ogni costo.

Ma, intanto, lo avrebbe protetto. Fino all'estremo sacrificio, se si fosse reso necessario.

Mando, con il dito, accarezzò con estrema delicatezza la fronte del piccolo, senza svegliarlo. Si sentiva sicuro di aver preso questa decione.

“Andiamo” disse, rivolto più a se stesso che al piccolo. Accese i comandi e i motori emisero un lieve ronzio.

“Naboo non è più per noi.”

E si innalzarono verso la purezza delle stelle lontane, pronti per una nuova avventura.


 


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Note
Sì!
Questa è un repilogo di questa piccola storia su
Mando, Il Bambino, Ben e Han :)
So che c'è stata poca anzione e tanti spiegoni
Ma volevo che Mando fosse vicino, ma allo stesso
tempo ancora lontando dells scoperta della Forza
E anche vedere un pò l'infazia di Ben...
Ma spero che questa piccola storia vi sia piacuta!
Sperando che la seconda stagione, mi viene in mente
un'altra idea ;)
Grazie mille per aver letto questa storia e spero
che vi sia piacuta! :D
Alla prosisma storia
Evola 



 

   
 
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