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Autore: Meramadia94    31/10/2020    2 recensioni
Shiratori ha scoperto che Sato non è la bambina dei suoi ricordi, e che la bambina di cui si era innamorato ormai non esiste più. Senza nemmeno rendersene conto, si accorge di essere innamorato di Sakura Takagi, sorella di Wataru e brillante medico legale. A poco a poco, tra loro sboccerà un grande amore, che dovranno difendere con le unghie e con i denti, quando un terribile pericolo minaccerà le loro vite.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miwako Sato, Ninzaburo Shiratori, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'ispettore Shiratori lesse la mail e sbuffò annoiato.
-Sospettato catturato.
Aspettiamo te per iniziare l'interrogatorio.-
Niente di che, pareva una normalissima mail che parlava di lavoro... invece il suo significato era lontano miglia di distanza da quello che sembrava dire per iscritto..-Poveretto, non lo invidio proprio...- pensò l'ispettore avviandosi verso la solita sala interrogatori con l'intenzione di togliere quel povero disgraziato dalle mani dei suoi colleghi.
-Oh, Shiratori...- fece Horita accogliendolo nella sala interrogatori dove erano riuniti diversi agenti dall'aria minacciosa, e Takagi seduto al tavolino destinato ai sospettati, con uno sguardo più eloquente di mille parole.
Meglio in ostaggio di un pericoloso killer che stare lì con i suoi colleghi.
Non che lo biasimasse.
-Meno male, stavamo aspettando solo te... non ci crederai mai, il qui presente Wataru Takagi ha nuovamente provato a fare il furbo.-
- Ehm...''- fece il soggetto della loro conversazione alzando timidamente la mano come faceva a scuola per fare una domanda o rispondere al professore -se posso dare una spiegazione... non è niente di che, la macchina di Sato stamattina non ne voleva sapere di partire e mi ha chiesto uno strappo...-
- Ma che fai, lo spiritoso?!?- fece il detective Fujimaki fulminandolo con lo sguardo -'' Ti consiglio di non provarci nemmeno per scherzo!!!-
- Ecco, a proposito di scherzo...''- fece Shiratori con uno sguardo annoiato - Per favore, finiamola qui.-
Sia i suoi collaboratori che Takagi lo guardarono con occhi sgranati per la sorpresa.
-Prego...?- fece l'agente Ida, esponendo così la confusione di tutti i presenti.
- Che un bel gioco è bello finchè dura poco.- fece l'ispettore per poi rivolgersi all'agente Takagi - Puoi andare.-
- Ma Shiratori, io...- fece Takagi alzandosi lentamente e con cautela dalla sedia, aspettandosi la fregatura da un momento all'altro.
Quella calma e quell'arrendevolezza da parte del superiore non lo convinceva per niente.
- Mi pare evidente che c'è stato un equivoco... va pure.- ripetè l'ispettore.
Il poliziotto iniziò a camminare lentamente, ancora incredulo per essersela cavata così a buon mercato, ma allo stesso tempo accellerò il passo temendo che l'ispettore ci ripensasse all'improvviso.
Passare due ore sotto torchio nemmeno fosse stato un serial killer non era il modo più simpatico per cominciare la settimana.
....
....
....


- Volevo ringraziarti per avermi aiutato poco fa...- fece Takagi.
- Ah, figurati... non è niente.- fece Shiratori con un sospiro.
Takagi s'impensierì.
- Scusa, so che non sono fatti miei...- fece l'agente più giovane - Ma va tutto bene?-
 Certo... perchè me lo domandi?
-Beh... è dalla scorsa indagine che hai la faccia di uno che torna da un funerale tutti i giorni...- non che in genere avesse una faccia che sprigionava allegria e gioia di vivere, e francamente nemmeno le '' chiacchierate'' che si facevano lo entusiasmavano anzi...
Ma ultimamente, sembrava più serio e cupo del solito.
Era iniziato tutto qualche giorno fa, quando l'ispettore aveva brillantemente risolto un caso di omicidio in cui la colpevole aveva tentato di usarlo, assieme a Conan e ai bambini, come alibi per l'omicidio del fidanzato... un gran bel mascalzone, non c'era che dire...
Ma nessuno poteva arrogarsi il diritto di togliere la vita ad un altro essere umano, non importa cosa la vittima avesse commesso in vita.
- C'è qualcosa che non va per caso?-
'' No, niente... va tutto bene, dico davvero.''- mentì spudoratamente.
Takagi se ne accorse e non mollò la presa.
-Andiamo... puoi parlarmene, sai che non lo direi a nessuno.-
Shiratori sospirò. Altrochè se lo sapeva... Takagi era la persona più onesta che conosceva. Moltissime erano stare le volte in cui lo aveva messo sotto torchio assieme ad una trentina di agenti... e pur sapendo che quegli interrogatori erano facilmente leggibili come atti di mobbing gli sarebbe bastato andare a riferire tutto a Megure o Matstumoto per fargli prendere una lavata di testa con la L maiuscola e tutte le conseguenze del caso.
Ma non lo aveva mai fatto. Inoltre, era cosa risaputa alla centrale che con lui si poteva parlare di tutto senza remore, perchè Takagi non avrebbe mai tradito quel segreto.
Gli raccontò tutto per filo e per segno.
-... adesso sai tutta la storia.- fece Shiratori sospirando -Mi dispiace di avert idato fastidio per niente... da parte mia ti assicuro che non succederà più, non garantisco per gli altri... ti chiedo solo di perdonarmi, se puoi.-
'' Ho capito...''- fece Takagi. Certo che il destino era veramente infame certe volte... la ragazza che vent'anni prima aveva fatto prendere a Shiratori la decisione di arruolarsi in polizia, era diventata un' assassina.
Ed era stato lui stesso ad inchiodarla alla sua colpa.
Ora che ci pensava, mentre la portava via per raccogliere la sua deposizione alla centrale... mentre Shiratori si congedava da lei, aveva uno sguardo affranto.
Adesso capiva il perchè.
- Mi dispiace tanto.- fece l'agente.
-No, non dirlo neanche...- fece l'ispettore - credimi, è stato meglio così...- dirlo gli faceva male, ma doveva ammettere che quell'amore... avrebbe potuto rovinargli la vita.
Ponendo il caso che avesse deciso di coprirla... avrebbe dovuto portare questo segreto con sè per tutta la vita.
O almeno fino a quando non lo avrebbero degradato ed arrestato per favoreggiamento e concorso in omicidio.
E se ciò non fosse accaduto... no, tutti e due sarebbero stati infelici per tutta la vita.
Un amore basato su una bugia non avrebbe mai potuto reggere.
Aveva fatto la cosa più giusta... e ne andava fiero, ma sentiva comunque qualcosa che gli logorava l'anima e a poco servivano i complimenti di colleghi e superiori per aver preso l'assassino ed averlo assicurato alla giustizia.
-T'immagini l'imbarazzo con i nostri futuri figli alla domanda, Tu e la mamma come vi siete conosciuti?-
- In effetti...- fece Takagi immaginandosi la scena in cui il collega raccontava a dei bambini di come la loro madre avesse ucciso una persona e di come lui, pur sapendolo l'aveva protetta -'' so che mi darai dell'insensibile... ma forse è stato un bene.-
-In che senso?- fece Shiratori.
- Beh... adesso che Nami Kasakura è in prigione per omicidio...- evitò accuratamente le parole '' primo amore'' -'' e hai scoperto la sua identità... adesso potresti darti un'occhiata intorno...-
- Mi stai proponendo la tattica del chiodo scaccia chiodo?- fece Shiratori, basito, che un simile suggerimento arrivasse proprio dall'uomo che malgrado fosse mangiato con gli occhi da tutte le poliziotte della sezione polizia stradale, e gli fosse stato consigliato più volte di cambiare mira durante gli interrogatori... aveva sempre tenuto duro e lottato per stare al fianco della ragazza più ammirata e desiderata della centrale.
-No, voglio solo dire che adesso hai l'opportunità di chiudere con il passato e ricominciare.- spiegò il collega -Capisco che per te sia stata una storia importante, ma non vale la pena rovinarsi la vita e condannarsi all'infelicità per qualcuno che non se lo merita.
Ma tu ti meriti una ragazza forte, intelligente, che sappia stare accanto ad un poliziotto... e cosa più importante, che ti voglia bene veramente.-
- Non so se sarà possibile...- fin da quando era un ragazzino, la sua parola preferita era '' Destino''.
E secondo tale convinzione, se il destino decideva di far incontrare per poi separare due amanti, un giorno, seppur nel frattempo passavano venti, trenta o quarant'anni, li avrebbe fatti reincontrare e da allora separarli sarebbe stato impossibile per chiunque.
Lui era sempre vissuto con quella convinzione: che prima o poi, avrebbe ritrovato l'amore della sua vita... e quando credeva di averlo ritrovato in Miwako si era illuso che prima o poi anche lei avrebbe capito che il destino li aveva fatti incontrare e che un giorno avrebbe capito che era lui l'uomo perfetto per lei.
Dopo una vita passata ad immaginare un futuro con la bambina dei suoi ricordi per lui era impossibile pensare ad un'altra donna al suo fianco.
- Ma sì che è possibile...- fece Takagi -'' Devi solo incontrarla. Potresti essere felice, meriti di essere felice... non negartelo.-
- Forse hai ragione... forse hai torto... chi può dirlo?-
-Beh, una cosa è sicura...- fece l'agente più giovane.
-E quale sarebbe?-
-Che con tutta probabilità, non incontrerai la ragazza ideale se pensi solo ed esclusivamente al lavoro...- e con tutta probabilità non gliel'avrebbero nemmerno consegnata a domicilio come se fosse una pizza in quell'appartamento dove viveva solo, con la compagnia di un maggiordomo che veniva a prendersi cura della casa tre volte a settimana - perchè non provi ad uscire un po' e a respirare un po' d'aria fresca? Che so, potresti venire a bere una cosa con me e Chiba stasera.-
- Ti ringrazio per il pensiero- fece Shiratori - ma non sono in vena. Davvero.-
- Va bene.- fece Takagi - ma pensaci. Davvero.-
Nel dir così si allontanò definitivamente, per prendere servizio alla sua postazione di lavoro.
Shiratori sospirò facendo partire la macchinetta del caffè.
Per lo meno, aveva scoperto che il collega non lo odiava.
Chissà se anche sua sorella la pensava allo stesso modo...
'' Beh c'è un solo modo per scoprirlo...''- pensò sorseggiando il suo caffè.
...
...
...
In tutta la centrale di polizia non esisteva che una persona in grado di tenere testa all'ispettore Shiratori. Sakura Takagi. La sorella dell'agente Takagi. Una splendida ragazza di ventidue ann,  sul metro e sessanta, capelli ed occhi castani, carnagione olivastra, nonchè medico legale che collaborava con la prima sezione investigativa. Se la '' diatriba amorosa'' tra i due poliziotti non era un segreto di stato, il fatto che Sakura difendesse a spada tratta il fratello e che attaccasse spesso discussioni con l'ispettore lo era ancora meno. 
Come era vero il fatto che nonostante quei due non riuscissero a stare nella stessa stanza senza desiderare di azzannarsi alla gola a vicenda, i loro dissapori personali non impedivano di nutrire l'uno per l'altra un certo rispetto e stima professionale. Era proprio da lei, infatti, che Shiratori si era recato per informarla di aver seppellito le asce di guerra.
- Ah sei tu, mi hai fatto prendere un colpo...- fece Sakura riponendo il camice, sorpresa di vedersi apparire l'ispettore in obitorio e dopo l'orario di lavoro.
- Ma se sei circondata da cadaveri.- fece Shiratori. 
- Appunto. Non mi aspetto dei vivi dopo le sette di sera.- fece la ragazza con un sorrisetto sbarazzino - hai... bisogno di qualcosa?- 
Shiratori sospirò - No niente di particolare.... ci tenevo a dirti che ho parlato con tuo fratello. Gli ho raccontato tutto. Non... non devi più preoccuparti di me.-
Sakura lo guardò. Non aveva bisogno che fosse più specifico o che le dicesse di cosa stesse parlando. Conosceva i fatti meglio di chiunque altro. Nami Kasakura, l'amore d'infanzia dell'ispettore Shiratori, la donna che aveva spinto l'uomo ad entrare nelle forze dell'ordine, era diventata una spietata assassina. Per molto tempo aveva creduto che quella donna e Miwako Sato, l'ormai fidanzata ufficiale dell'amatissimo fratello maggiore, fossero la stessa persona. E poi tutto era andato a testa all'ingiù. Non solo aveva scoperto di aver preso un granchio con Miwako, ma anche che la persona di cui si era innamorato ormai non c'era più.
- Però sei triste.- fece Sakura raggiungendo l'ispettore. In quel momento, i tempi dei loro battibecchi, sembravano solo un ricordo astratto. Forse perchè in fondo aveva sempre saputo che Ninzaburo Shiratori, al di là della sua maschera di antipatia che lo portava a non avere un giro di conoscenze più vasto al di fuori dei colleghi di lavoro e qualche familiare, dell'aria da '' So tutto io'', e quel leggero vanto di cui faceva sfoggio di tanto in tanto sull'essere di famiglia ricca, fosse un ottimo poliziotto ed una persona a cui premeva davvero assicurare verità e giustizia. Una di quelle persone che meritavano di trovare la felicità ed una persona a cui offrire tutto l'amore che potevano.
Shiratori non meritava di soffrire in quel modo. 
Per una persona che tra l'altro, non meritava nemmeno uno dei suoi pensieri. 
- Pensi che io sia un idiota vero?- fece Shiratori - Non ti biasimo. Al tuo posto lo penserei pure io.- 
- Ma no, che sciocchezze vai dicendo?-
- Solo la verità.- fece Shiratori giocherellando distrattamente con un bisturi - Ho fatto passare a tuo fratello dei momenti orribili.
Per una convinzione sbagliata, ho aizzato i nostri colleghi contro tuo fratello... e credimi me ne vergogno da morire... .
-Non ti sei comportato bene. L'abbiamo capito.- fece la ragazza -ma credevi di essere giustificato perchè sai come si dice... in guerra e in amore tutto è permesso, ma adesso conosci la realtà dei fatti quindi non c'è motivo di continuare, no?-
- Lo so... ma mi sento in colpa lo stesso.- 
Sakura istintivamente gli prese la mano per confortarlo - Ehy. Adesso basta torturarsi con il passato. Tanto non serve a niente. Quello che devi fare adesso è guardare avanti. E guardarti un po' intorno.- fece la dottoressa con un largo sorriso - che ne dici di un drink?- 
Shiratori annuì senza dire una parola. 
Aveva avvertito una sensazione strana quando la ragazza gli aveva stretto la mano... la sensazione che le loro mani fossero state legate assieme. Quando era piccolo Kamei gli raccontava spesso la storia del filo rosso del destino, che univa i cuori di due persone destinate a stare assieme per tutta la vita, a discapito del ceto sociale, dell'età o della distanza. 
Una sensazione che non aveva provato quando al miai quando aveva abbracciato Miwako ne quando aveva sfiorato la mano di Nami.
Solo Sakura Takagi gli aveva suscitato quella sensazione. 
La ragazza con cui aveva discusso fin da quando aveva iniziato a lavorare con loro. La ragazza che gli aveva sempre tenuto testa. 
La ragazza che in quel momento, malgrado la conoscesse ormai da parecchio tempo, era come se la vedesse per la prima volta.
  
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