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Autore: fantaysytrash    02/11/2020    3 recensioni
[Vampiri | Slash | Sovrannaturale/Introspettivo | Kieran’s POV] [Questa storia si è classificata nona al contest “Voglia di tè (II edizione)” indetto da elli2998 e Inchiostro_nel_Sangue sul forum di EFP]
Durante un’uscita con James, Kieran giunge a una serie di realizzazioni sconcertanti.
Dal testo:
“Se da una parte l’idea lo divertiva, dall’altra gli arrecava confusione e un pizzico di preoccupazione, quasi fosse la prova tangibile e irreversibile dei cambiamenti che aveva affrontato negli ultimi mesi.”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Vampire’s Love'
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Note dell’Autrice 

Eccomi riapprodata nel mio stesso universo originale molto prima di quanto mi sarei aspettata, ma il contest di Valeria ed Elisa mi ha fornito uno spunto interessante, e per questo ringrazio entrambe di cuore!

Confesso che è stato difficile contestualizzare e creare una nuova storyline nel limite di parole imposto dal contest – solamente 1200 – ma questo è quanto ne è uscito; spero vivamente sia qualcosa di quantomeno accettabile.

Fun fact gratuito: durante la stesura di questa fic ho scoperto che l’infuso ai frutti di bosco aiuta a rallentare i processi di invecchiamento, quindi mi pare perfetta da somministrare a un vampiro! L’altro elemento fornito dal contest è la frase/pensiero “Chi sta impazzendo fra noi due?” che è stato il vero prompt ispiratore della faccenda, così come il genere stesso, obbligatoriamente introspettivo.

Se foste interessati a leggere la prima storia da me creata su questi personaggi, eccola qui – tuttavia non è necessaria per comprendere appieno questa.

Il titolo è parte di un verso della canzone “I Fell In Love With the Devil” di Avril Lavigne, che ho trovato si abbinasse bene sia al tema della storia sia ai personaggi stessi.

Buona lettura,

Federica ♛

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia appartengono a me, yay! Questa storia è stata comunque scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 

 

 

TASTES LIKE DANGER


Kieran bevve un piccolo sorso dell’infuso depositatogli davanti da James, storcendo il naso all’odore dolciastro e al sapore ancora peggiore.

La sua natura vampiresca distorceva il gusto della maggior parte degli alimenti degli umani, rendendoli generalmente più blandi e dal retrogusto amarognolo, ma Kieran sospettava che la brodaglia rossastra che aveva di fronte gli sarebbe risultata disgustosa anche se fosse stato in grado di coglierne l’aroma originale.

Il suo olfatto sviluppato gli permetteva però di distinguere nel dettaglio ogni ingrediente della bevanda, dalla presenza di bacche selvatiche frullate alla polvere di cannella che vi era stata cosparsa in quantità troppo abbondante.

Giudicandone l’aspetto, sarebbe quasi potuta passare per il suo drink abituale – una qualsiasi bevanda alcolica accompagnata da una generosa dose di sangue – se non fosse stato per i pezzi di frutta galleggianti che Kieran era quasi certo non sarebbero dovuti essere presenti.

Una tisana, si ritrovò a pensare incredulo. Sono davvero in un bar a bere una dannatissima tisana ai frutti di bosco, peraltro nemmeno di qualità.

Se da una parte l’idea lo divertiva, dall’altra gli arrecava confusione e un pizzico di preoccupazione, quasi fosse la prova tangibile e irreversibile dei cambiamenti che aveva affrontato negli ultimi mesi.

Si passò una mano tra i capelli biondi, mentre con lo sguardo cristallino – gelido non soltanto per il colore anice – passava in rassegna gli altri clienti intorno a lui, cercando di capire se qualcuno di loro si fosse accorto della presenza di una creatura sovrannaturale all’interno del piccolo locale. Era consapevole di non passare inosservato, ma certe occhiate languide di cui si ritrovava spesso destinatario gli facevano venire voglia di decorare le pareti di budella umane.

“Va tutto bene?”

Kieran riportò l’attenzione su James che, seduto dall’altra parte del tavolo, lo fissava intensamente, i suoi occhi scuri carichi di una domanda silenziosa. Era la loro prima uscita in un ambiente tanto comune e generalmente riservato alla specie umana, circondati da persone che non fossero gli abituali frequentatori dei club dove si incontravano di solito, e il vampiro era abbastanza certo di aver fatto passare troppo tempo dall’ultima volta in cui aveva intrapreso una simile impresa per essere in grado di comportarsi adeguatamente.

Trovarsi nel mezzo di un luogo tanto comune, circondato da gente ancora più banale, era una sensazione strana dopo i mesi trascorsi unicamente con i suoi simili o clienti che condividevano le sue stesse affinità. Ora, invece, si sentiva al centro di un’attenzione non gradita, costantemente all’erta per evitare di essere colto alla sprovvista.

Ma la verità era che, per quanto cercasse di negarlo – al suo clan, a James, a se stesso –, la costante presenza del più giovane lo stava irrimediabilmente cambiando. Spesso, quando trascorrevano intere serate insieme, si ritrovava a desiderare di avere più tempo a disposizione da passare con James, e tenersi lontano anche per un paio di giorni risultava insopportabile. Motivo per cui aveva acconsentito a un’uscita più tradizionale e si trovava quindi in quella situazione non confacente a una personalità della sua natura.

Erano passati tre mesi da quando aveva incontrato il corvino al club notturno adibito agli incontri tra vampiri e umani, da quando l’aveva trascinato in una sala privata e l’aveva reso suo. Eppure gli sembrava di conoscerlo da molto più tempo, secondo solo ai suoi fratelli immortali; sapeva che il suo snack preferito era il pane all’aglio – e non mancava di coglierne l’ironia –, era al corrente delle sue abitudini lavorative, conosceva perfino quali colleghi si fermava a salutare ogni mattina, sebbene non avesse mai messo piede nel suo ufficio.

Sebbene non si stessero frequentando in maniera esclusiva, la costante vicinanza aveva inevitabilmente creato tra loro un legame potente, che nessuno dei due pareva intenzionato a sciogliere.

Kieran sospirò al pensiero e riportò lo sguardo sulla tazza ormai fredda che si stava rigirando tra le mani, sorridendo suo malgrado. Accennò una risposta sbrigativa alla domanda di James, prima di essere trascinato ancora una volta nelle sue considerazioni riguardo la situazione in cui, in qualche modo a lui sconosciuto, era riuscito a rimanere incastrato.

L’opinione comune era che coloro che si legavano volontariamente alle creature sovrannaturali dovessero essere quantomeno mentalmente instabili, e questo solo se l’interlocutore in questione possedeva un minimo di educazione e non esternava in maniera esplicita quello che realmente pensava. Kieran non poteva biasimarli del tutto; in fondo chi mai sceglierebbe di propria iniziativa di diventare il giocattolino personale di un mostro centenario capace di uccidere in meno di un secondo?

Ma mentre tracciava distrattamente con un dito il bordo della tazza ancora piena di quel liquido cremisi, si chiese chi fosse veramente il pazzo tra loro due. Dopotutto non era forse vero che si stava sforzando di frequentare ambienti che reputava terribilmente banali e pieni del tipo di persone con cui Kieran non avrebbe mai avuto a che fare, se non come spuntino notturno?

Più di una volta era sgattaiolato via il prima possibile dall’abitazione che condivideva con i suoi simili senza proferire parola su dove si stesse recando, arrivando addirittura a mentire circa le sue reali intenzioni con James – o, com’era stato soprannominato dagli altri, il suo nuovissimo stuzzichino autunnale.

La realtà dei fatti era ben più complessa; era iniziata in una torbida stanza oscurata del Nocturnal Paradise ma si era ben presto intricata talmente tanto da non poter scorgerne la fine.

A volte gli sembrava davvero di essere sul punto di impazzire, tanto era consumato dai pensieri sconcertanti che lo attanagliavano a tutte le ore del giorno e della notte. Quell’intera relazione era un azzardo, un rischio corso prima di avere le giuste informazioni in suo possesso per decidere se effettivamente ne valesse la pena.

Scuotendo la testa in un vano tentativo di allontanare certe riflessioni pericolose, Kieran allungò un braccio verso James, afferrandogli la mano e tenendola stretta in una morsa poderosa, mentre con l’altro arto si portò nuovamente alle labbra la tazza che aveva dato il via a una serie di osservazioni alle quali non era ancora del tutto pronto.

Fece passare la lingua oltre il bordo, assaporando più a fondo quell’aroma decisamente sgradevole, e pensando che sarebbe potuto essere il sapore della sua rovina.

   
 
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