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Autore: mask89    02/11/2020    8 recensioni
Naruto è in esilio auto inflitto, ma un omicidio, legato a delle circostanze misteriose, lo costringe a ritornare a Konoha, dove sarà costretto ad affrontare il suo passato.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Jiraya, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Minato/Kushina, Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Chapter XXI
 

La lancetta del tachimetro sfiorava, pericolosamente, i 200 km/h, ma gli sembrava di andare troppo lento. La villa era situata a diversi chilometri fuori dalla città. Fortunatamente, la macchina era una sportiva che teneva bene la strada. Pigiò ancora più a fondo l’acceleratore. Sentì un rombo prepotente provenire dal propulsore. Vide la lancetta del contagiri superare i 5000, contemporaneamente quella del carburante calare a vista d’occhio, ma non era sufficiente. Il bastardo platinato era già in città, era quasi da Sakura. Spinse l’acceleratore fino in fondo. Sentiva le mani sudate per la tensione. Le strinse sul volante, fino a far sbiancare le nocche. Finalmente vide le luci della città. Superò in volata due auto e rischiò quasi un frontale con un’altra, che viaggiava nel senso opposto di marcia; ma, il piede continuava ad essere costantemente premuto sul pedale. Lo alzò solo una volta entrato in città. Non voleva avere rogne. Con sua sorpresa, notò che vi erano dei posti di blocco sul percorso più breve, che lo avrebbe portato dalla sua ragazza; i poliziotti gli facevano segno di proseguire, mentre il resto del traffico veniva bloccato. Pensò, che quella era tutta opera di Jiraiya. Si annotò mentalmente che, appena rivisto, gli avrebbe chiesto scusa per quel tiro mancino che gli aveva tirato sul bar panoramico. Inoltre, osservò che due motociclette della polizia lo avevano affiancato. Volevano essere sicuri che arrivasse a destinazione il più presto possibile. Arrivò all’appartamento di Sakura in un baleno. Scese dalla macchina e controllò la sua pistola: era pronta a fare fuoco. Fece cenno agli altri di restare giù in attesa. Era la sua personale resa dei conti. Nessuno doveva interferire. Salì silenziosamente le scale, fortunatamente era solo al secondo piano. Era stato lì solo una volta, qualche giorno prima del suo arresto, ma gli era stato sufficiente per mappare l’intero edificio. Giunse al piano, la porta era leggermente schiusa. L’apri lentamente, senza fare il minimo rumore; lo spazio necessario per poterci passare senza difficoltà. Il marasma che vi era all’interno gli raggelò il sangue. Che fosse arrivato troppo tardi? Delle voci familiari, provenienti dalla cucina, sembravano confutare quell’ipotesi. Con circospezione si affacciò nella stanza e quello che vide lo lasciò senza parole. Suo padre era disteso sul divano, poiché Sakura stava finendo di fasciare il suo braccio destro; nel mentre, sua madre stava ripulendo gli attrezzi chirurgici usati dal medico. In un angolo giaceva a terra, senza vita, il corpo di Hidan. La fronte era “abbellita” da un foro da proiettile.
«Mamma, papà, Sakura!» Esclamò sbalordito. «Cos’è successo qui?»
Vide le due donne lasciare ciò che stavano facendo ed avvicinarsi lentamente a lui. Poi, all’improvviso, sentì un dolore lancinante allo stomaco e tutta l’aria fuoriuscire, violentemente, dai suoi polmoni.  Entrambe, in sincronia, gli avevano dato un pugno nello stomaco.
«Sono felice di rivedervi anche io.» Mormorò a fatica. Le sentì ridere.
Poi si sentì avvolgere in un abbraccio. Avrebbe riconosciuto quel profumo tra mille. Era il suo odore, fiori di ciliegio. Lo inspirò a pieni polmoni. Gli era mancato terribilmente in quei giorni di prigionia. 
«Perdonami. Non ti avevo detto nulla, per non coinvolgerti in tutto questo, per non farti rischiare nulla e invece…ero quasi sul punto di perdere tutto, nuovamente …»
«Esserti accanto è una mia scelta, ricordatelo, sempre. Jiraiya ci ha detto tutto. Solo che il suo intervento non era previsto…» Indicò il corpo che giaceva a terra. «Se non fossero intervenuti i tuoi…»
Naruto si avvicinò a Minato.
«Tutto bene papà?» Chiese preoccupato.
«Oh, è solo una ferita superficiale.» Disse indicando il braccio «Un graffietto.»
«Un graffietto un corno! Trenta punti di sutura fra quelli interni ed esterni.»
«Non è niente. Quando ero in servizio come agente ho subito di peggio…» Si pentì immediatamente della sua frase. Gli antidolorifici gli avevano sempre fatto uno strano effetto e Sakura gliene aveva somministrati parecchi.
«Papà, cosa significa quello che hai detto?!» Chiese sorpreso il biondo.
«Che tuo padre era un agente della Radice, il migliore!»
«Jiraiya!» Esclamarono tutti quanti sorpresi.
«Vedo che qui state tutti bene. Tranne te Minato. Però, sei arrivato in tempo, come sempre!»
«Qualcuno mi vuole spiegare cosa succede? Cosa ci fate qui? Perché voi vi conoscete? Datemi una spiegazione!» Urlò esasperato il biondo.
«Qualche giorno prima della tua evasione» disse Kushina «Jiraiya ha fatto irruzione in casa nostra, c’era anche Sakura, che era venuta a chiedere di te. In pratica questo qui» e indico l’uomo «prima di rivelarsi ci ha minacciato di morte, con una pistola.»
Il direttore dell’agenzia scoppio a ridere.
«Ho sempre desiderato fare un’entrata in quello stile!» I quattro lo guardarono basiti.
«Dicevo…» continuò la donna irritata. «Ci ha detto del tuo piano e che Hidan fosse a piede libero. Io e Minato siamo stati allarmati dalla notizia e, per questo, abbiamo cominciato a sorvegliare Sakura. Il nostro presentimento era fondato. Quando siamo entrati, i due stavano lottando furiosamente. Nonostante la strenua difesa, Sakura stava avendo la peggio. Ci ha sparato subito addosso ed un proiettile ha colpito al braccio Minato, poi ha preso in ostaggio la tua ragazza. Stava per tagliarle la gola. Papà non ha avuto altra scelta, ha dovuto sparare per ucciderlo. Per quanto riguarda le altre domande che hai fatto, ti dobbiamo parecchie spiegazioni. Ma non ora. Che ne dici di domenica a pranzo? Ovviamente, Sakura tu sei invitata.»
«Mi sta bene. Mamma, papà…Grazie!»
«Jiraiya…Cosa ne sarà di me? Ho ucciso un uomo…»
«I miei agenti hanno fatto irruzione e hanno dovuto sparare per salvare la ragazza. Voi non siete mai stati qui, chiaro?»
«Grazie!» Risposero all’unisono i coniugi.
«Naruto» disse l’uomo «Hai risolto il caso, brillantemente. Manterrò fede alla mia promessa. Appena riprenderò il mio posto firmerò le tue dimissioni. Mentre per il posto da professore, hai preso una decisione in merito?»
“Ecco” e guardò con la coda dell’occhio Sakura “Se l’offerta è ancora valida, accetto.”
“Bene, sono felice della tua decisione. Parlerò il più presto possibile con il rettore.” Si avviò verso la porta d’ingresso; prima di uscire si fermò. “Naruto, ti auguro di essere felice. È una ragazza in gamba, ti ama molto sai?” Aprì la porta.
«Signor Jiraiya» lo bloccò Sakura «alla professoressa Tsunade, è mancato molto. Era distrutta per la sua morte. Le vuole molto bene, solo che non lo dimostra. Vada da lei, per favore…»
«Credo che seguirò il tuo consiglio. Anche se rischio di morire veramente, questa volta…»
La ragazza rise.
«Oh, ma poi passerebbe ogni suo momento a disposizione per curarla.»
 
Durante quel pranzo domenicale, Naruto toccò, insolitamente, poco cibo.  Se per poco si intende solo il bis di ogni portata. La vera storia di come si fossero conosciuti i suoi genitori, lo aveva lasciato a bocca aperta e a stomaco “quasi” vuoto. Pensava già che i suoi genitori fossero fantastici, con quelle novità che gli avevano rivelato, ora erano il non plus ultra. Si guardò attorno, tutte le persone che amava di più erano lì. Gli era dispiaciuto che i suoi amici non fossero potuti rimanere; purtroppo avevano i loro impegni, ma si era ripromesso di andarli a trovare, ognuno di loro nelle loro città, per ringraziarli di persona. Lo avevano aiutato, non lo avrebbe mai dimenticato.
Quando uscirono di casa era pomeriggio inoltrato, ma il sole di inizio giugno donava ancora i suoi caldi abbracci, nonostante non mancasse molto al tramonto. Decisero di andare al parco cittadino, situato sul monte che sovrastava la città, per godersi quel tepore. Naruto aveva osservato Sakura per tutto il pranzo; si era divertita molto con i suoi, ma in alcuni momenti le sembrava assente, come assorta chissà in quali pensieri. Non voleva che lei serbasse dei segreti nei suoi confronti; lui lo aveva fatto, ma si era solennemente ripromesso di non farlo mai più. Sapeva quanto poteva diventare violenta la sua ragazza; aspetto che, tra l’altro, sua madre sembrava adorare, perché gli aveva confidato che quel temperamento le ricordava lei da giovane. Doveva indagare. Voleva sapere.
«Tutto ok, Sakura?»
 «Certo!»
La guardò dritta in quegli occhi che tanto amava.
«Riconosco quando dici una cazzata…»
La donna lo guardò con un’aria sconfitta. La paura si fece largo in lui. Lo voleva lasciare? Si era resa conto di non amarlo? Forse, quell’esperienza traumatica le aveva fatto maturare quella decisione?”
«Ho un ritardo…» Sentenziò la ragazza.
Naruto la guardò stralunato, non riusciva a capire. Poi, lentamente, il suo cervello cominciò a connettere.
«Non mi dirai che…»
«Ho un ciclo regolare, puntualissimo. Il fatto che non arrivasse…ha cominciato a preoccuparmi, così stamattina ho fatto il test…è risultato positivo!»
«Sakura!» Esclamò il biondo «è una notizia bellissima!» Si mise in ginocchio. «Sakura Haruno, mi vuoi rendere l’uomo più felice del mondo? Vuoi sposarmi?» Prese un fazzoletto di carta dalla tasca, strappò il giusto necessario, lo arrotolò in modo tale da ottenere un piccolo anello e glielo infilò al dito.
Sakura lo guardò sconcertata. Poi, cominciò a ridere. L’uomo più pazzo, imprevedibile e incredibile di Konoha era ritornato, finalmente, sé stesso e lei lo amava.
«Si, si e cento volte si!»
Una leggera brezza si levò. Il profumo di gelsomino riempì le loro narici. Naruto ripensò un attimo a Hinata; lo aveva salvato e, ora, gli stava donando una nuova vita. Abbracciò Sakura, che ricambiò quella stretta. Rimasero così avvinghiati a godersi il tramonto. Per loro, quel momento, rappresentava l’inizio di una nuova vita. Insieme.



Note autore:

Ebbene siamo arrivati finalmente all'ultimo capitolo.
Come si suol dire: tutte le cose, belle o brutte, devono giungere ad una fine. Spero che questo racconto sia annoverato nella prima categoria. :D
Spero che questa lunga cavalcata sia stata di vostro gradimento. Per me è stato un piacere scrivere questa storia e condividerla con voi.
Vorrei ringraziare la mia ragazza, senza di lei questa storia non sarebbe stata scritta e neanche pubblicata.  Mi ha sempre spronato a continuarla e a pubblicarla, dando credito alle mie capacità.
Un grazie di cuore anche a Inu_ka, che con i suoi commenti ha dimostrato un apprezzamento unico e costante a questo scritto.
Un grazie di cuore anche a tutti quelli che hanno commentato questa storia, mi avete spronato a continuare a pubblicare.
Infine, ma non per questo per ultimi, un grazie a coloro che hanno messo la storia nelle seguire/preferite/da ricordare, mi avete riempito di orgoglio e gioia; mi farebbe veramente piacere ricevere un vostro feedback.
Spero di rivedervi presto.
Mask.

P.s Se volere sapere come finisce tra Jiraiya e Tsunade potete andare qui. "Unmei no akai ito - Il filo rosso del destino"




 
   
 
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