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Autore: Andrea Micky    03/11/2020    1 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Metro]
In questa storia a lui dedicata, il mago merlotto si ritrova ad affrontare la sua nemesi.
MERLOTTO and relative characters created by PIERLUIGI SANGALLI and SANDRO DOSSI
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I pasti magici
by Andrea Micky

Come di consueto, il mago Merlotto era uscito di casa per cercare qualcuno a cui offrire i suoi servigi, ma dopo pochi minuti era rientrato sconsolato.
“Com’é andata, Merlotto?” gli chiese Filomeno.
“Male, Filomeno. Ormai, da queste parti, nessuno ha più bisogno della mia magia” rispose mestamente il mago.
“Allora, bisognerebbe cercare altrove” rifletté il fedele gufo.
“Ho sentito dire in giro che ultimamente si fanno affari d’oro nella città di Florenzia” si ricordò Merlotto.
“Quel posto é molto lontano” obbiettò Filomeno.
“Lo so. Ma al momento, é l’unica scelta che abbiamo” replicò il mago.

Dopo alcuni giorni di cammino, i 2 amici giunsero a destinazione, proprio all’ora di pranzo.
“Che città magnifica!” esclamò il gufo, guardandosi intorno.
“Già. Qui troveremo sicuramente dei clienti danarosi” si augurò Merlotto, mentre varcava speranzoso la soglia della città.

In quella, sulla strada, comparve un uomo elegantemente vestito, a capo di un numeroso corteo, a cui si aggiungeva sempre più gente, che si dirigeva verso un carrozzone dall’aspetto semplice.
“Guarda tutta quella gente come si raduna” disse Merlotto.
“Chissà cosa c’é in quel carrozzone di così interessante da attirare una simile folla” si chiese Filomeno.
“Andiamo a scoprirlo” incitò il mago.

Una volta avvicinatisi, Merlotto e Filomeno videro che la gente consegnava ad una ragazza dai lunghi capelli biondi dei sacchetti di monete ben riempiti.
Dopo aver riscosso il denaro, costei faceva accomodare le persone 3 alla volta ad un tavolo, su cui c’erano 3 piatti che si riempivano da soli nel momento in cui il commensale si sedeva.
“Orpolina! Mai vista una cosa simile” ammise Merlotto.
“E da come mangiano di gusto, sembra tutto squisito” aggiunse Filomeno.
Piano piano, ogni componente della folla ricevette il proprio pasto, per poi congedarsi soddisfatto, lasciando Merlotto e Filomeno sempre più meravigliati.

La ragazza stava riassettando la tavola, quando il suo sguardo incrociò quello di Merlotto.
“Ancora non riesco a credere a quello che ho visto” ammise il mago.
“Eppure, tu mi sembri un collega” gli disse la ragazza.
“Già. Sono venuto qui perché al mio villaggio facevo la fame” spiegò Merlotto.
“In tal caso, accetta questo come regalo di benvenuto” disse la ragazza, porgendo al collega uno dei piatti magici, su cui apparvero delle salsicce arrostite.
“Grazie mille” disse Merlotto, avventandosi sul cibo come un lupo affamato.
“Prego” replicò la ragazza, facendo un sorriso gentile.
Invece Filomeno non disse nulla, in quanto provava uno strano senso di inquietudine.
“Nonostante i suoi modi gentili, questa ragazza non mi convince” pensò il gufo.

Poco dopo, i 2 amici stavano gironzolando per le strade cittadine, in cerca di un potenziale cliente.
“Quelle salsicce erano veramente buone” ammise il mago, senza  smettere di leccarsi le labbra.
“Immagino che tu stia parlando delle salsicce magiche” sospirò un uomo vestito da cuoco, seduto mestamente sui gradini di una casa.
“Proprio così” confermò Merlotto.
“Da quando é comparso quel cibo magico, le cose per noi cuochi vanno male” brontolò l’uomo.
“E perché? Non avete ottenuto qualche giorno di vacanza, visto che i vostri padroni mangiano fuori?” domandò Filomeno.
“Si, ma vacanza perenne. Tutti i signorotti che mangiano quel cibo magico non vogliono altro e così, hanno cominciato a licenziare i loro cuochi” spiegò l’uomo.
“Mi sembra una cosa strana, per non dire sospetta” ammise perplesso Filomeno.
“In quel cibo deve esserci qualcosa che impedisce a chi lo mangia di farne a meno” rifletté Merlotto.
“Dimostralo e ti cucinerò un pranzo da 7 portate” promise il cuoco.
“Affare fatto” accettò il mago.
“Quando si tratta di mangiare, qualsiasi cliente gli va bene” sospirò rassegnato Filomeno.

I 2 amici attesero la fine dei pasti magici serali per entrare in azione.
Cercando di fare meno rumore possibile, Filomeno atterrò sul tetto del carrozzone e grazie ad un piccolo buco, poté spiare al suo interno.
Sfregandosi le mani, la ragazza disse “Anche oggi ho fatto dei buoni affari”.
E gesticolando in maniera strana, la giovane assunse le sembianze di una donna matura, coi capelli pettinati a crocchia.
“La fata Morgana” pensò Filomeno, riconoscendo la nemica giurata del suo padrone.
Osservando i suoi incassi, la perfida maga disse “Quei gonzi dei florenziani non sospettano minimamente che nel mio cibo magico c’é un ingrediente speciale, che causa dipendenza. E fino a quando non li avrò spremuti completamente, saranno per forza miei clienti”.
“Ho sentito abbastanza” pensò Filomeno, prima di volare via.

Una volta messo al corrente di tutto, Merlotto decise che era il momento di intervenire.
“Cosa pensi di fare?” gli chiese il cuoco.
“Andrò da quella megera e le darò una bella lezione” promise il mago.
“Prima però, é meglio che tu faccia una certa cosa” bisbigliò Filomeno, all’orecchio del suo cliente.

La fata Morgana era uscita dalle mura della città per raccogliere le erbe necessarie al suo “ingrediente speciale”, quando venne raggiunta dal suo nemico.
“Ho scoperto il tuo piano, Morgana. Arrenditi senza fare storie” le intimò Merlotto, sfoderando la sua bacchetta magica.
“Immaginavo che mi avresti procurato dei guai” ghignò Morgana, estraendo da dietro la schiena uno dei suoi piatti magici.
E dopo aver appoggiato la stoviglia per terra, su di essa ricomparvero delle salsicce arrostite, sulle quali Merlotto si avventò senza alcuna esitazione.
“Non resisto” ammise il mago, ingozzandosi voracemente.
Approfittando di quella distrazione, Morgana sparò un fulmine dalle mani, che fece volare Merlotto a parecchi metri di distanza.
“Orpolina, che scossa!” disse il mago, giacendo supino e bruciacchiato a terra.
“Ah, ah! Così sembri proprio un maialino arrosto” ridacchiò la megera.

“Non credere di aver già vinto, Morgana” intervenne Filomeno, sbucando all’improvviso, mentre reggeva fra le zampe un vasetto di ceramica.
E prima che Morgana potesse intervenire, Filomeno rovesciò il contenuto del recipiente, che era una porzione di spaghetti al sugo, nelle fauci del suo padrone.
“Orpolina! Adesso va meglio” esclamò Merlotto, balzando in piedi tutto ringalluzzito.
(NDA: nella prossima scena, Merlotto deve essere immaginato con l’occhio destro chiuso e gli avambracci muscolosi, con un’ancora disegnata sopra).
“Non mi faccio certo impressionare da te” dichiarò Morgana, scagliando un secondo fulmine, 10 volte più grande del precedente.
Ma con un semplice gesto della bacchetta, Merlotto respinse la folgore alla mittente, che finì carbonizzata.
E non ancora pago del risultato, Merlotto generò una tromba d’aria, che scagliò la fata Morgana in cielo.
“Aaaah!” urlò la megera, mentre diventava un minuscolo puntino nel firmamento celeste.
“Adesso che é fuori gioco, possiamo recuperare il denaro delle sue vittime” disse Filomeno.
“E sopratutto, goderci la ricompensa promessa” aggiunse Merlotto, sorridendo soddisfatto.

Una volta sistemate le questioni dei florenziani, Merlotto poté sedersi a tavola e gustare il pranzo da 7 portate promessogli.
“Servite pure. Forza!” incitò il mago, mentre ingurgitava il cibo a velocità super sonica.
“Puff, puff! Adesso mi farebbero comodo quei piatti magici” ansimò il cuoco, stremato già alla terza portata.
“Si vede che da queste parti non conoscono l’appetito di Merlotto” ridacchiò sotto i baffi Filomeno.

FINE

   
 
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