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Autore: XI Dottore    03/11/2020    1 recensioni
Questa storia parla di un ragazzo qualsiasi che finisce catapultato in un altro mondo. Qui dovrà affrontare numerose sfide e difficoltà nel tentativo di ritornare al suo mondo dalla sua famiglia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi sveglio sudato ed agitato, nell'oscurità più totale, saranno le 5 del mattino. Vado nel bagno, mi do una lavata al volo e decido che piuttosto che tornare a dormire è meglio prepararmi, nel giro di 10 minuti mi lavo, mi vesto, prendo la mia sacca semivuota ed esco dalla stanza, in corridoio c'è un orologio: “Le 05:25, interessante orario”.

Mi dirigo istintivamente verso l'ascensore, la cosa divertente è che non ricordo nemmeno come funziona quel coso, giro e prendo le scale.

Scendo di un piano e vado verso la sala da pranzo per fare colazione, non ho molta fame, però meglio mangiare qualcosa piuttosto che rischiare di arrivare a digiuno fino chissà che ora.

Entro dentro la sala da pranzo e trovo due sudatissimi John e Jeff in tuta da ginnastica, entrambi, con un asciugamano sulle spalle.

“Buongiorno!”.

Jeff per primo si gira e risponde:

“Buongiorno a te Igor, vedo che sei mattiniero”.

“Ma in realtà di solito no, però sono così agitato che non sono riuscito a dormire. Così ho preferito alzarmi e farmi trovare pronto piuttosto che stare nel letto a rigirarmi a vuoto”.

“Vedrai che nei prossimi giorni sarai così stanco da non aver tempo per essere agitato”.

Entrambi si lasciano sfuggire una risatina.

“Almeno dormirò bene”.

Tutti iniziamo a ridere. Consumiamo la colazione, in maniera più o meno silenziosa, John e Jeff hanno i loro affari di cui discutere a quanto pare, confabulavano a bassa voce in un tavolo posto in un angolo abbastanza lontano sia da me che dalle poche persone che sono presenti.

Verso la fine della colazione John e Jeff passano davanti il mio tavolo

“Igor tra 10 minuti arriva il vettore, fatti trovare fuori”.

“Perfetto, sono praticamente già pronto”.

John e Jeff escono, dopo pochi minuti lascio la stanza anche io dirigendomi all'entrata, rigorosamente prendendo le scale; saluto le guardie all'ingresso ed esco in strada. Il sole sta sorgendo, l'orologio della reception indica le 06:05, l'aria è fresca e c'è tranquillità...è un'atmosfera davvero surreale, il misto di felicità, voglia di fare, ansia, mischiate tutte insieme nello stomaco mi fanno sentire come mai in vita mia. Posso sentire una vocina, quasi in lontananza, dentro di me che dice “Non fare la femminuccia e picchia tutti”...a quanto pare qualcuno inizia a farsi sentire...spero solo che questi sigilli reggano bene.

Vedo arrivare in lontananza un vettore verso il palazzo, parcheggia di fianco il palazzo; l'autista scende e si posiziona di fianco alla portiera.

Mentre sto per muovermi verso di lui, sento una mano sulla spalla, salto dallo spavento e mi giro di scatto; era John che mi guardava sorridendo:

“Dai su, non essere agitato, vedrai che sarai all'altezza della missione che i celestiali ti hanno dato, altrimenti non ti avrebbero scelto”.

Quelle parole risuonano nel mio animo in maniera inaspettata, sembra una frase di circostanza ma il suo tono ed il suo sguardo sono talmente convinti al punto da scuotermi nel profondo accendendo la mia motivazione. Istintivamente protendo il mio pugno verso di lui:”Non vi farò rimpiangere di aver puntato su di me”.

“Così si parla”.

John batte il suo pugno contro il mio, mentre sto per girarmi verso il vettore arriva Jeff trafelato, che appoggia il pugno di fianco i nostri:

“Non dimenticate che ci sono anche io nel team, sarò vecchio ma sono ancora utile”.

John risponde ironicamente.

“Pronto per la pensione”.

Io e John ridiamo con Jeff vistosamente basito per alcuni secondi, finche risponde con aria ironica:

“Questa te la concedo solo perchè c'è Igor, altrimenti ti facevo vedere chi è pronto per la pensione”.

Tutti ridiamo fragorosamente.

Ci dirigiamo verso il vettore, lasciamo i bagagli all'autista, entriamo nel vettore; dopo pochi secondi entra anche lui e accende il vettore.

John a bassa voce mi sussurra:

“Igor, ti ricordi quando dicevamo che i vettori sono specializzati in base alla funzione che devono svolgere?”.

“Si”

“Bene, tieniti forte, perchè questo viaggio sarà un po' più veloce di tutti quelli fatti fin'ora.”

Il vettore si solleva leggermente da terra, ma mentre pensavo stesse per partire come tutti gli altri vettori su cui sono salito fin'ora, improvvisamente inizia a prendere quota con una velocità sostenuta per poi iniziare a volare in mezzo alla cima dei palazzi tagliando tutta la città.

“Ma cosa su....OMMIODDIO STIAMO VOLANDO!!! CHE FIGATA!!! Ne ho presi di aerei ma in questo modo non mi è mai capitato di volare...specialmente ad una quota così bassa”.

“Te lo avevo detto di tenerti forte”.

Il vettore vola leggermente sopra le cime dei palazzi, che ad occhio e croce avranno avuto tutti dai 20 ai 40 piani, non dei colossi di palazzi (contando che quelli sparsi nel mio mondo arrivavano anche a 100 piani) però è bello viaggiare così appena sopra la città.

 

Dopo circa 15 minuti di viaggio usciamo dalla capitale, superando il muro che circondava la città.

Ci dirigiamo verso la periferia della città, poche abitazioni sparse, strade ben curate e altre strutture varie finchè non iniziamo a sorvolare una zona delimitata con transenne e quelli che sembrano vettori militari.

“Scusami Re John, come mai la zona sotto è tutta recintata e piena di soldati?”.

“E' per delimitare la zona del centro di addestramento. Non voglio che dei civili vengano coinvolti accidentalmente in esercitazioni militari o scambiati per spie nemiche e incarcerate”.

“Capisco. Quindi a breve inizieremo la discesa suppongo”.

“Esatto, allacciati bene la cintura perchè la discesa sarà breve ma intensa”.

“In che sens...”

Il vettore inizia a scendere in verticale improvvisamente, se non fosse per la cintura di sicurezza indossata sarei già con la testa attaccata al soffitto del vettore, finchè dopo pochi secondo si ferma per poi appoggiarsi al suolo.

L'autista cono tono atono esclama

“Arrivati”.

Scendo dal vettore. Vomito qualsiasi cosa ho mangiato a colazione. Tutti tranne John e Jeff ridono. Mi rialzo cercando di fare finta di niente, anche se avrei mandato a quel paese un po' di persone, detesto questo ridere canzonatorio che hanno.

“Non ti preoccupare Igor, la prima volta fa così a tutti. Mandate qualcuno a pulire e piantatela di ridere se non volete esercizi extra durante la settimana”.

Jeff cerca di confortarmi mentre guarda male le poche persone presenti vicino la zona di atterraggio che dopo le sue parole si dileguano.

Seguo il gruppo mentre camminiamo verso un posto a me sconosciuto, intanto Jeff prende la parola.

“Allora Igor, la struttura è molto semplice: la superificie del centro di addestramento è rettangolare, abbiamo un perimetro con doppia recinzione con 20 metri tra la recinzione più esterna e quella più interna.

Il campo interno è diviso in quattro blocci con al centro la zona di atterraggio dei vettori; ossia dove siamo noi adesso.

I blocchi sono divisi in: A dormitorio delle reclute, B armeria e campo prova armi, C zona di addestramento con realtà virtuale, se così vogliamo chiamarla, e D zona di addestramento reale. I blocchi C e D sono praticamente un blocco unico perchè da una parte si fa pratica con i vari simulatori dall'altra invece le reclute mettono in pratica quello che hanno imparato, ma per una questione amministrativa abbiamo separato le zone”.

“E' una divisione piuttosto semplice quanto efficace. Ma questo posto è immenso...ci si deve muovere a piedi? Per andare da un blocco all'altro ci vorrà mezz'ora a piedi...”

“L'estensione totale del centro è di circa 2 chilometri quadrati...grazie ai vettori abbiamo potuto ridurre di molto, al tempo dei miei nonni era di 10 chilometri quadrati...per l'altra domanda si e no, nel senso che per muoversi tra i blocchi ci si muove a piedi, ma nel caso tu abbia particolare fretta, ci sono delle zone dove ci sono dei mini vettori che ti portano dove vuoi. Tipo adesso stiamo andando in una di quelle zone, andremo al dormitorio dove ti daranno l'equipaggiamento standard e poi andremo subito al blocco C per iniziare l'addestramento”.

“Chiaro”.

Mentre Jeff parlava arriviamo in una zona delimitata da una circonferenza rossa, senza sedie o altro.

“Adesso tu non puoi, ma nel bracciale che ti verrà dato, quando entrerai in queste zone, che oltretutto saranno segnate sulla cartina che ti verrà data, potrai chiamare il vettore che arriverà nel giro di pochi secondi... Ultima cosa, questi sono completamente automatizzati, ma hanno inserito nel loro database migliaia di riferimenti...è quasi impossibile perdersi...eccolo infatti...”

Non fa in tempo a finire la frase che arriva questo vettore di dimensione notevolmente ridotta paragonato ai soliti: siamo io, Jeff e John a salire...e...ci stiamo appena, tutti stretti.

“Suppongo che sia per una persona sola...”.

“Già...ma ci stiamo discretamente comodi dai...vettore...al Dormitorio, grazie”.

Una voce meccanica risponde: “Destinazione, Blocco A, Dormitorio”.

In pochi minuti arriviamo al Dormitorio, sembra un enorme condominio di appartamenti di dimensioni notevoli, sviluppato sia un larghezza che in altezza, ci staranno almeno duecento appartamenti, divisi in macro gruppi, come tante palazzine una a fianco all'altra, ognuna con il suo ingresso.

“Ma quanta gente ci vive qui?”.

“Tra reclute, addestratori, ufficiali, piloti, staff e qualche tecnico...saremo all'incirca trecento persone...ma qui dorme solo lo staff militare, tecnici e staff civile vengono giornalmente riaccompagnati a casa tramite vettore; quindi solo duecento persone”.

Entriamo nel primo blocco e subito andiamo nell'area per la consegna dell'equipaggiamento. Sembra di entrare in una lavanderia, la stanza è molto corta, c'è un uomo dietro un bancone lungo tutta la stanza, che sta leggendo quello che sembra un giornale, affianco a lui dietro il bancone una porta che porta al deposito (suppongo).

 

John entrando si schiarisce la voce, l'uomo sussulta in quanto sembra distratto da quello che legge. Istantaneamente si esibisce in quello che sembra un saluto militare, John e Jeff rispondono facendo lo stesso saluto.

“Re John, consigliere reale Jeff...Benvenuti...non vi aspettavo così presto”.

 

Sentire le persone che si rivolgono a loro in maniera così formale mi fa strano, mi sono abituato a chiamarli come stessi parlando con degli amici.

 

“Ditemi, come posso servirvi?”.

“Ti presento Igor, si addestrerà qui per tutto questo mese, ha bisogno dell'equipaggiamento standard da recluta. Igor, quando ti sarai cambiato, metti i tuoi vestiti nella sacca e dalli a loro, tanto non ti serviranno. Poi te ne daremo di nuovi quando partirai”.

Faccio cenno di assenso con la testa, quell'aria di formalità mi faceva sentire un po' fuori luogo. L'uomo prende dei vestiti da diversi punto sotto il bancone e li ripone uno sopra l'altro.

“Ed ecco tutto. La tuta da allenamento, il bracciale con comunicatore e computer incorporato, le scarpe, la chiave della tua stanza, la divisa del dormitorio (il pigiama e ciabatte), asciugamani, accappatoio e la divisa con gli scarponi per eventuali eventi ufficiali della caserma; ricordati che dovrai farti il bucato da solo. Il bracciale ha diverse funzioni, quando lo indosserai, il programma autoinstallerà le funzioni base”.

“Giusto un paio di domande, questi sono semplici vestiti o anche questi hanno delle nanomacchine incorporate? E...come arrivo al dormitorio?”.

“Semplici vestiti, hanno giusto un tessuto adattivo che ti ammortizza un minimo il troppo caldo o il troppo freddo...il clima fortifica il corpo”.

“...Okey...”.

Jeff mi passa un dischetto, tirato fuori dalla tasca.

“Quando indosserai il bracciale, installa questo, dentro c'è il programma di addestramento e tutti i vari libri che abbiamo sulla magia, così potrai allenarti in autonomia”.

Il soldato riprende la parola: “Il tuo dormitorio è nel blocco 12, stanza 10; non ti puoi sbagliare, i blocchi sono numerati, c'è un cartello ad ogni blocco e le stanze sono dieci a piano”.

“Grazie mille...vado subito a cambiarmi”.

Jeff, mentre esce con John, mi guarda facendo un gesto con le dita, facendomi capire che mi avrebbe aspettato.

Raccolgo tutti i vestiti, tenendoli come meglio riesco, esco dalla stanza salutando e mi dirigo molto in fretta nella mia stanza, dato che Jeff mi aspetta subito per l'allenamento. Dopo cinque minuti passati a camminare cercando i vari cartelli dei blocchi, trovo il mio, mi ci fiondo dentro, cerco la camera dieci al piano terra ed entro; con sommo piacere butto tutta la roba sul letto in modo da potermi sbrigare.

Capisco di trovarmi in una caserma, ma un buco del genere non me lo sarei mai aspettato...quindici metri quadrati di camera: lettino singolo nell'angolo, un mobiletto per poter riporre gli indumenti e un piccolo bagno dove potermi lavare; almeno c'è una finestra che mi permette di guardare fuori. Mi cambio, metto il bracciale al polso sinistro: non è molto grande, è lungo circa una spanna, con un piccolo monitor al centro. Installo il dischetto che mi ha dato Jeff, al messaggio di avvenuta installazione, esco, chiudo la stanza e mi precipito fuori. Solo che non so dove mi aspetta Jeff, provo a consultare il bracciale, così trovo il mio programma di allenamento:

 

alle 04:30, sveglia colazione e quattro ore di addestramento virtuale per il sistema di movimento rapido con Jeff nella zona lambda del blocco C;

alle 9:00, due ore di riposo per il fisico segnato come “allenamento magia solitario” nel blocco C;

alle 11:00, due ore di studio e allenamento con le armi con le reclute nel blocco B;

alle 13:00, c'era un'ora di pausa pranzo nel blocco A;

alle 14:00, c'erano quattro ore di allenamento in combattimento corpo a corpo con Re John nel blocco D;

alle 18:00, tre ore segnate come svago;

alle 21:00, coprifuoco.

 

Interessante questo orario, comunque data l'ora c'è ancora tempo per allenarmi un paio di ore con Jeff, corro al blocco C, sembra un'enorme fabbrica che si estende per una superficie notevole, entro dentro, seguendo la cartina sul bracciale trovo la zona lambda ed entro dentro la stanza.

 

Detto tra noi, sembra di stare da Ikea...questo edificio è un percorso a serpentina dove ci sono le varie aree, tutte nominate tramite lettera greca. Chi conosce la conformazione delle aree si muove anche senza il percorso centrale, ma penso che io per un po' non riuscirò a non usarlo.

 

Nella stanza ci sono diverse persone, tutte collegate al “simulatore virtuale” (lo chiamerò così per comodità d'ora in poi), vedo Jeff che guarda verso la porta dalla quale sono entrato con aria di attesa, come si accorge che sono io mi fa cenno con la mano di sbrigarmi.

“Sei stato anche abbastanza veloce dai, ora sbrigati, che oggi abbiamo poco tempo”.

Mi fa stendere su un lettino e mi collega degli elettrodi sul corpo, dopo di che mi mette un visore in faccia, che mi copre gli occhi.

“Tempo di sistemarmi anche io e farò partire la simulazione. Le simulazioni sono collegate a gruppi di solito, ossia un numero fisso di terminali sono collegati allo stesso server, per permettere all'istruttore di insegnare agli allievi; nel nostro caso saremo solo io e te. Quindi appena avvierò il programma verremo catapultati dentro il simulatore; preparati perchè la prima volta ti sentirai male”.

Dopo pochi secondi davanti agli occhi mi viene proiettata una luce bianca, si forma una specie di tunnel nella quale mi sembra di cadere, è senza fondo, urlo tantissimo spaventato. Nel giro di pochi secondi mi rendo conto di essere in una stanza bianca completamente vuota e sconfinata, con un sistema di movimento rapido sulle spalle e Jeff davanti a me.

“Benvenuto...questa è...struttura. No, in realtà questa è la stanza di volo per principianti. Ci sono tre livelli, come puoi immaginare: principianti, intermedio e professionista. Più il livello è alto, più la stanza è programmata per essere simile alla realtà. Qui, se cadessi anche da dieci metri di altezza, cadresti sopra un cuscino gigante che attutisce la caduta...se cadi nella stanza professionista...beh...spero che tu non sia troppo in alto. L'obbiettivo è che tu riesca a muoverti decentemente al livello più difficile per poi spostarci nella realtà; vedremo”.

“Una domanda, ma noi, qui...come ci siamo arrivati, ho visto le altre persone immobili arrivando qui, ma...se io mi faccio male qua, si fa male anche il mio corpo nella realtà?”.

“Ottima domanda, si. Spiegarti nel dettaglio come funziona il collegamento del cervello al simulatore è complesso...vedila come se noi mandassimo impulsi che ingannano il cervello facendogli credere che tu adesso stia vivendo questo nella realtà mentre in realtà sei sdraiato; proprio per questo motivo se ti ferisci qua, il tuo cervello crederà che ti sia ferito nella realtà e riporterà il danno sul tuo corpo. In decenni di esperimenti non siamo mai riusciti a togliere questo malus”.

“Una bella invenzione nonostante il malus, sarebbe comoda nel mio mondo...permetterebbe tante cose interessanti”.

“Torniamo a noi, non c'è tempo di chiacchere...Il sistema di movimento rapido ti permette di muovere in tutte le direzioni. Se ti guardi bene addosso hai una specie di zaino sulla schiena, che in realtà ha dei mini reattori puntati in tutte le direzioni tranne che contro la tua schiena ovviamente. Questo è uno dei pochi punti deboli di questo modello...per scattare indietro devi inclinarti indietro e sfruttare il reattore che punta verso il basso”.

“Quindi se non sto attento rischio di bruciarmi le gambe?”.

“No, la propulsione è data da uno spostamento di aria dovuta ad una combustione e accelerazione interna al sistema, quindi a te arriva aria calda praticamente. Una buona notizia per te è che stiamo mettendo appunto un nuovo sistema integrato alle nanomacchine nella divisa da combattimento, quindi se tutto va bene potremo testarla prima che uscirai da qui, ma fino ad allora dovrai allenarti con questo. Ultima cosa, qui dentro non li vedi perchè sono già integrati nella simulazione, ma nella realtà avrai dei sensori sulle mani con la quale dovrai manovrare il sistema”.

“Ma con delle armi in mano come faccio a manovrarlo? Non è un po' scomodo?”.

Jeff sospira.

“Altro punto debole, almeno una mano libera ti serve, a meno di integrargli un sistema di controllo mentale, dove in base agli impulsi che gli mandi usando i pensieri lui si muove, ma è veramente molto difficile usarlo, un pensiero sbagliato e voli nella direzione sbagliata. Se ti ricordi quando abbiamo combattuto avevo le mie due armi in mano...”.

“Quindi tu usavi il controllo mentale?”.

“Si, ma ci ho messo un anno per imparare ad usarlo, inoltre io lo spengo e lo accendo in base a quello che mi serve non...”

“Per favore, insegnami questo metodo di guida...ho bisogno di tutto quello che si può avere per essere il più forte possibile...”

“Ok...cominciamo allora”.

Tutte le due ore successive sono state io che mi sollevo da terra faccio due metri e cado malamente a terra, manovrare il sistema con il pensiero è veramente complicato. Vedere la naturalezza di Jeff mi fa pensare che sia una passeggiata, invece è un vero inferno.

“Ok Igor, basta così per oggi. Domani ricominciamo da qui. Ora farò il log out, di fianco a te c'è un secchio che ti aspetta. Usalo”.

La stanza sparisce, vengo risucchiato in un altro tunnel, questa volta tutto nero, fino a che non mi rendo conto di essere nella stanza, Jeff mi toglie il visore...vomito nel secchio che trovo di fianco al lettino.

“Le prime volte saranno sempre così. Ora, la stanza di fianco a te è vuota. Non so se hai già visto, ma se hai già installato il dischetto che ti ho dato, sul tuo bracciale troverai dei testi sulla magia, hai 2 ore di pratica al giorno...studia e prova; purtroppo nessuno di noi sa usare o spiegarti la magia...dovrai fare da solo”.

“Proverò...istintivamente sono già riuscito ad attivarla con successo, vedrò di non deludere”.

“Bene così! Ti lascio, devo andare adesso. Buon allenamento”.

Jeff esce dalla stanza lasciandomi da solo, in una stanza illuminata da due luci sul soffitto. Inizio a leggere il primo scritto sulla magia che vedo in elenco, triste vedere come non hanno un titolo, ma sembrano solo appunti presi ed elencati. La prima parte parla di come ci sono persone che non sono per niente predisposte a sentire o manipolare alcun tipo di energia...e questo viene deciso alla nascita; puoi essere figlio dei più potenti maghi del continente, ma potresti non essere in grado di usare la magia. Un tratto che mi ha incuriosito è la spiegazione di come la magia si differenzia dal chi, a quanto c'è scritto la differenza si divide in due fattori: la predisposizione naturale della persona (e grazie al ca...so) ed il tipo di energia che si riesce a manipolare. La seconda degli appunti parla di come i maghi sfruttano l'energia della natura e di tutto ciò che li circonda incanalandola tramite i catalizzatori (che la rendono stabile), mentre gli utilizzatori del chi usano l'energia interna del proprio corpo; entrambi però necessitano di meditazione e concentrazione per usare il proprio potere. Inoltre la magia si può avvalere di alcuni trucchi al contrario del chi per essere usata, ossia il mago può usare nomi per i propri incantesimi in modo da concentrare meglio la mente sulla magia voluta.

Alla fine delle due ore sono riuscito solamente a leggere un quarto delle voci presenti in memoria e riuscito a fare un piccolo test per vedere a quale tipo di magia sono predisposto. Disegnando un simbolo strano per terra (si, ho dovuto usare il sangue) in mezzo a due candele accese, contrentrandomi e attivando il catalizzatore, appare un simbolo equivalente al tipo di magia alla quale si è predisposti...io ne ho 3...luce, oscurità...e Fuoco!!! Gli appunti mostrano anche una varianza ben fornita di tutti i tipi di magia esistente e specifica che la magia non è unica, cioè più persone possono manipolare lo stesso tipo di magia.

Passando alla lezione nel blocco B, si propetta molto bella, un istruttore che urla come se dovesse parlare a centomila persone ci spiega in maniera introduttiva le varie tipologie di armi che verranno date in dotazione, come funzionano, come sono costruite e come faremo pratica con ognuna di esse. Le altre reclute sono più simpatiche del previsto, dato come hanno riso di me questa mattina, mi aspettavo nonnismo o cameratismo, invece, ho scoperto che quel tipo di comportamento viene punito con l'umiliazione pubblica e l'espulsione con disonore; per fortuna il mio carattere da chiacchierone potrebbe aiutare con il fare amicizia.

Finita la lezione nell'armeria c'è la pausa pranzo, ho una fame tale da voler mangiare l'equipaggiamento...la mensa è enorme...piena di tavoli tutti uniti, senza zone dove le persone potessero stare isolate...tutto sembra utile per fare gruppo tra le reclute. Dopo la pausa pranzo...la lezione più brutta di tutte: l'addestramento con Re John. Arrivato nel blocco D, vengo separato dal resto delle reclute in quanto il dojo allestito per il nostro allenamento è in un'area diversa da quello degli altri. John tiene lo sguardo serio mentre mi guarda:

“Allora Igor, brevemente ti spiegherò come ci alleneremo in questo periodo, pochi convenevoli e lavoreremo sodo; il tempo è tiranno”.

“Certamente Re John. Sono pronto a sudare come non mai”.

“Vedremo alla fine se riuscirai a ripeterlo. Prima di tutto ti spiegherò il principio del mio stile di combattimento, come mi approccio agli scontri fisici, come ragiono e come uso la testa. Successivamente passerò ad insegnarti i movimenti, le tecniche e come vanno sferrati gli attacchi. Infine...faremo combattimenti tutto il tempo, la pratica è l'unica tua alleata e noi ne faremo tanta”.

“Certamente!”.

Il resto delle ore passano tra le spiegazioni delle mosse e la mia schiena per terra. Finito l'allenamento, dove sono stato sbattuto gratuitamente come uno straccio appeso al sole, esco dal dojo e decido di andare in camera a farmi una doccia bollente. Finita la doccia mi spalmo sul letto come fossi un stato investito da un treno.

 

 

   
 
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