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Autore: la luna nera    04/11/2020    3 recensioni
La Duke of Kent Music Academy è una delle più prestigiose scuole di musica dell'intero Regno Unito. Per Charlotte e Sophie, selezionate per un semestre di studi, è un'occasione unica e partono assieme all'insegnante per questa avventura. Ma l'Accademia non è solo musica e melodia, è anche un luogo in cui esistono storie inghiottite dallo scorrere del tempo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PICCOLA NOTA INTRODUTTIVA: Fino ad ora, quando i due spiriti hanno “parlato” ho sempre usato la lingua inglese, essendo la vicenda ambientata in Inghilterra. Nel capitolo che andrete a leggere Arthur e Mathilde racconteranno la loro storia, perciò ho preferito scrivere tale parte in italiano. Anche se al giorno d’oggi praticamente tutti conosciamo l’inglese, ho ritenuto opportuno rendere in questo modo più scorrevole la lettura e la comprensione immediata.
Grazie a tutti e buona lettura.

 
 
 
 
 





La luna splendeva alta nel cielo, mancavano due giorni al plenilunio. La sua malinconica ed affascinante luce brillava sul laghetto della Duke of Kent, mentre il silenzio della notte avvolgeva l’ambiente circostante.

Sophie aveva atteso che Charlotte si addormentasse, poi era uscita furtivamente dalla loro stanza ed aveva raggiunto proprio il laghetto, soffermandosi sotto il salice le cui fronde sfioravano il pelo dell’acqua, attendendo Thomas in compagnia dei due maestosi cigni. Dal poco che era riuscita a capire Ethan e Oliver avevano fallito nel loro intento di entrare nell’ufficio del direttore, però avevano avuto un incontro ravvicinato con i fantasmi, i quali li avevano aiutati, sì, ma li avevano anche ostacolati.
Perché?
Chinò la testa, poggiò la mano sulla ruvida corteccia dell’albero che sembrava volerla proteggere dagli sguardi, nonostante in quel momento della notte tutti stessero dormendo. Tutti tranne una persona che avanzava a passi lenti verso di lei. Scostò i flessuosi rami del salice che si aprirono come una tenda, lei lo vide, gli regalò un sorriso malinconico prima di lasciarsi avvolgere dal suo abbraccio caldo e rassicurante.
“Qualcuno ti ha vista?”
“No.” 
“Come ti senti?”
Sophie fece spallucce. “Non so per quanto tempo riuscirò a resistere.”
“Coraggio, amore mio, mancano poche settimane alla fine del semestre, poi tutto sarà finito. E allora potremo uscire allo scoperto.”
“Davvero?”
“Sì. Ho ricevuto una proposta da una scuola di Liverpool, mi offrono una cattedra dal prossimo autunno.”
“Se accetti, ti devi trasferire, giusto?”
Annuì stringendola a sé ancora più forte. “E se così sarà, troverò il modo di farti venire con me, lontano da tutto e da tutti.”
 


 
Era difficile vivere a quel modo, era difficilissimo far finta che quel grande amore non esistesse, ma si può comandare ad un cuore di non amare?
Quando quel giorno oramai lontano più di due anni il giovane insegnante Thomas O’Connor era entrato in quella stanza dove aveva conosciuto la sua classe di giovani aspiranti musicisti, non immaginava che la sua vita avrebbe preso una strada tortuosa e pericolosa. Fra essi fu immediatamente colpito dal sorriso di quella ragazza che suonava il violino e che sprizzava felicità da ogni poro tutte le volte che suonava. Con il passare del tempo, oltre a rendersi conto che la giovane allieva possedeva un enorme talento, iniziava a prendere consapevolezza di ciò che gli stava accadendo e cioè che lei, Sophie Jackson, bussava con disperata insistenza alle porte del suo cuore. Voleva aprire? Certo che sì, ma la ragione lo stava frenando. Il problema non era tanto nella differenza di età, quanto nella sua situazione di insegnante che non può e non deve innamorarsi di una delle sue allieve. Era fin troppo pericoloso, rischiava di far la fine dei due amanti dell’opera su cui aveva studiato a lungo prima di concludere il conservatorio: Eloisa e Abelardo. Come tutte le storie proibite, anche la loro era finita con la morte e la loro vicenda, accaduta in Francia in pieno Medio Evo, aveva addirittura ispirato il grande William Shakespeare per l’immortale tragedia “Romeo e Giulietta”. Sembrava uno scherzo del destino: Abelardo era un religioso, ma era anche un insegnante di enorme fama che si era invaghito della sua allieva Eloisa, della quale tutti decantavano l’intelletto. Il loro amore aveva immediatamente destato uno scandalo senza precedenti, nonostante ciò si erano sposati clandestinamente, avevano avuto un figlio e fra mille e più vicissitudini non avevano mai trovato pace. Abelardo morì, lei gli sopravvisse molti anni e le cronache dell’epoca, forse intrise più di leggenda che di realtà, dicono che quando il suo sepolcro fu aperto per deporvici il corpo della donna, lui tendeva le braccia come per accoglierla a sé e tenerla stretta per l’eternità. Thomas O’Connor aveva trovato stupida la figura dell’insegnante che s’invaghisce dell’allieva e non avrebbe mai e poi mai immaginato di trovarsi un giorno in quella delicata situazione.
 
E lei?
 
Sophie aveva un talento già molto evidente in tenera età. Quando iniziò a muovere i primi passi alla scuola di musica del quartiere, aveva mostrato una capacità di apprendimento non comune e un’abilità di esecuzione davvero sorprendente. Assieme all’amica Charlotte poi aveva fatto domanda di iscrizione ad un altro istituto per perfezionarsi e magari fare di quella passione un lavoro. E lì, nella classe degli aspiranti suonatori di archi, quel giorno era entrato il nuovo insegnante, giovane, brillante e maledettamente affascinante. Quello probabilmente era il suo primo incarico ed aveva avuto la capacità di instaurare un rapporto estremamente amichevole ed informale con i suoi studenti. A lei quel giovane professore faceva battere forte il cuore ed ogni volta che la guardava, si sentiva avvampare e disturbare da un folto stormo di farfalle svolazzanti nello stomaco. Si sentiva una stupida, una stupida scolaretta che si prende una cotta per il prof figo ed era difficile controllare quel sentimento che con il passare del tempo si faceva sempre più forte.
 
Fino a che un sera accadde quello che non doveva accadere.
 
Mancava poco alla fine del corso di studi ed i preparativi per il saggio di fine anno erano quasi ultimati. Sophie si stava esercitando con impegno per arrivare al livello che tutti si aspettavano da lei, ma c’era quel passaggio nella parte finale del brano che avrebbe eseguito da sola che proprio non riusciva a suonare senza errori. Il brano era Romeo and Juliet dei Dire Straits, guarda caso proprio ispirato agli sfortunati amanti per eccellenza. Sophie non era mai stata una loro grande fan, però quella canzone, all’interno di quel contesto, nella situazione che stava vivendo, era capace di farle venire i brividi. Il suo Romeo era lì a pochi passi da lei, appoggiato allo stipite della porta, che la guardava con due occhi tanto innamorati quanto disperati. Anche lei aveva capito che fra loro era nato qualcosa di proibito, qualcosa che entrambi faticavano a trattenere, qualcosa che se non fossero stati insegnante ed allieva sarebbe sbocciato senza tanti problemi.
Accadde tutto in pochi minuti: un suggerimento per eseguire i passaggi difficili, due mani che si sfiorano, tre parole bisbigliate, quattro occhi che annegano e due labbra che si incontrano. Tremavano, tremavano forse più di paura che di felicità: il cuore aveva prevalso sulla ragione, niente sarebbe stato più come prima perché oramai indietro non si poteva tornare. Fu difficile scegliere il silenzio e la menzogna, ma era l’unico modo per poter vivere il loro amore. Confidavano nell’inesorabile scorrere del tempo, sempre troppo veloce, ma per loro dannatamente lento, tempo che li avrebbe portati al diploma e a non essere più insegnante ed allieva. Poi era arrivata l’occasione offerta dalla Borsa di Studio per la Duke of Kent, occasione assolutamente irrinunciabile che avrebbe però comportato un allungamento del loro silenzio. Ma che si poteva fare? Un rifiuto sarebbe stato da incoscienti, perciò si lanciarono in quella nuova promettente avventura in compagnia di Charlotte, anch’essa ignara della storia d’amore la cui protagonista era la sua migliore amica.
 
 


 
“Sai, questa mattina mi stavo recando dal direttore per rassegnare le dimissioni e lasciare l’accademia.”
“Che cosa?” Sophie non se sapeva nulla e fu molto sorpresa dalle sue parole.
“Quello spirito, Arthur, mi ha bloccato.” Ripensare a quell’incontro ancora lo spaventava. “Voleva che restassi. Poi ho capito il motivo, mi ha spiegato tutto quando sono rientrato nella mia stanza. E….. la cosa riguarda anche te.”
Lei lo guardò negli occhi, era spaventata e attendeva solo le parole del suo amato.
“Vieni, siediti qui accanto a me.” Fece come lui aveva detto e senza mai lasciare la sua mano, attese che Thomas le raccontasse ciò che Arthur gli aveva a sua volta raccontato. “Arthur Chapman era un brillante insegnante di musica ed un eccellente pianista. Davanti a sé aveva una promettente carriera, ma l’incontro con Mathilde White gli stravolse l’esistenza. Lei era una giovane allieva ammessa alla Duke of Kent, aveva un talento strabiliante che ben presto la fece diventare la punta di diamante dell’accademia.”
“Somiglia moltissimo alla nostra storia.”
“Infatti. Ed è per questo che hanno bisogno di noi.” Confermò l’altro. “Ben presto divennero amanti e noi sappiamo fin troppo bene in che guaio ci si trova in una tale situazione. Purtroppo furono scoperti ed allontanati, così Mathilde decise di farla finita lanciandosi dalla torre dell’accademia. Poche settimane dopo anche Arthur se ne andò nel sonno e da allora i loro spiriti vagano fra queste mura in cerca di pace, ma soprattutto attendono che ci siano le condizioni per spezzare la maledizione che li incatena e che impedisce loro di amarsi liberamente.”
“Cioè tu mi stai dicendo che loro aspettano da oltre un secolo?”
“Sì. Saranno finalmente liberi solo quando qui, fra queste mura, un insegnante e una studentessa si innamoreranno come accaduto a loro e riusciranno a portare a termine il semestre senza che nessuno li scopra.”
“Quindi… loro vorrebbero il nostro aiuto e….noi dobbiamo restare qui, continuare a stare assieme e nasconderci come due ladri….”
“In fin dei conti è ciò che stiamo facendo da mesi e mesi.” Prese le mani della ragazza fra le sue. “Mathilde è molto sensibile e romantica. In passato si è manifestata in più di una occasione sperando di trovare una ragazza innamorata del proprio insegnante. Purtroppo non è mai accaduto, da quanto ho capito c’è stata solo qualche debole infatuazione non corrisposta. Arthur invece è uno spirito più violento, non si dà pace perché si ritiene responsabile del suicidio di Mathilde, tutte le volte che torna in questa dimensione si sente soffocato dagli eventi e si accanisce contro chi, come me, si trova nella condizione in cui è stato lui.”
“Per questo ti ha aggredito?”
Annuì in silenzio. “Si è scusato per ciò che mi ha fatto. Lì sul momento non è stato capace di controllarsi, almeno così mi ha confessato. Mi teneva d’occhio perché temeva non fossi abbastanza prudente e mi facessi scoprire, forse quel giorno mi sono lasciato andare un po’ troppo e così lui ha fatto quel che ha fatto. C’era stato un episodio simile molti anni fa che si era concluso con le dimissioni dell’insegnante e l’uscita di molti studenti anzitempo.”
“Mandando in fumo le loro speranze di poter finalmente vivere la loro storia d’amore.”  Si strinse a lui come a voler trovare il coraggio di andare avanti. “Ho seriamente temuto per la tua vita quel giorno.”
“Adesso è tutto passato, noi due sappiamo come stanno davvero le cose e se tu sei d’accordo, teniamo duro, andiamo avanti così come abbiamo fatto fin ora e arriviamo alla fine del semestre….. E li rendiamo liberi.”
Il solo pensiero di rendere felici quegli spiriti malinconici le scaldò il cuore, piegando le sue labbra in un sorriso. “Certo, io sono pronta a fare la mia parte. E ti dirò una cosa: più che a Charlotte e gli altri, dobbiamo stare attenti alla Stanford.”
“Perché?”
“Non è un’insegnante.” Lesse lo stupore negli ocche del giovane uomo. “In realtà è una sensitiva. Sicuramente è stata invitata qui per indagare e controllare la situazione quando si sono resi conto che i due spiriti si erano risvegliati.”
“Ma tu guarda! Avevo la sensazione che non fosse un’insegnante o per lo meno che fosse una pessima insegnante considerando il suo percorso, ma non avrei mai immaginato fosse una sensitiva.”
“E c’è dell’altro: sospetta di te, ritenendoti il responsabile del ritorno di Arthur.”
“In effetti ci ha visto giusto.”
“Non è riuscita a capire chi ha risvegliato Mathilde invece, evidentemente sono stata più brava di te.”
“L’ho sempre saputo.” Baciò dolcemente le labbra della sua amata. “Quindi andiamo avanti e rendiamoli liberi.”
Annuì in silenzio. “Sai, oramai li sento come fossero parte di me, una sorta di amici di vecchia data per i quali provo pure dell’affetto.” Il suo sguardo si fece più triste. “Chissà cos’hanno passato, poverini, chissà come sono andate le cose….”


THANK YOU FOR HELPING US


“Li hai sentiti?” Sophie si guardava attorno, era certa che quelle parole le avessero pronunciate Arthur e Mathilde.
“Sì, ma non riesco a vedere se sono qui vicino a noi.” L’uomo si guardava attorno, ma non c’era nessuno. Nessuno tranne i due maestosi cigni vicinissimi alla riva del laghetto. Si andò a formare una nebbia quasi impalpabile attorno ai due animali che lentamente prese le sembianze di due persone che ben presto si rivelarono essere proprio Arthur e Mathilde.

 
THANK YOU FOR HELPING US.

MAY WE TELL YOU OUR STORY?

 
Thomas e Sophie restarono paralizzati dalla paura, dallo stupore, dall’emozione. Videro i due spiriti sedersi sul bordo del laghetto, tranquilli e pacati, ma distanti fra loro. Evidentemente quella maledizione non permetteva neanche il minimo contatto fra di essi.
“Certo….” Sussurrò O’Connor. “Molto volentieri.”
 


THANK YOU


Fu Mathilde ad iniziare. “Rimembro molto bene l’ingresso mio alla rinomata Duke of Kent, era un bellissimo giorno, il sole splendeva nel cielo anche se gelida era l’aria. Ero per molti una promessa della musica, quella sacra mi era più congeniale poiché i miei genitori avevano scelto per me la vita monastica come voto alla Madonna per grazia ricevuta. Mi affidarono all’illustre professor Arthur Chapman, la cui fama ai più era ben nota. Io provavo del pudore nello stare con un uomo per così tante e lunghe ore di studio, eppur mi fu fatale il suo sguardo. Era come pochi capace di trasmetter l’amore per la musica, la passione e l’armonia, il tempo non esisteva più quando studiavo con lui, era sin troppo piacevole come insegnante e come gentiluomo. In breve fui conquistata dal suo sorriso, dal suo charme e dalla sua dolcezza. Avevo vissuto solo in mezzo alle signore prima di allora, mai avevo avuto a che fare con uomini, era considerato un peccato e una tentazione continua da cui stare ben distante. Ma con voi, Arthur, ho scoperto tutto quello che fino ad allora mi era stato tenuto nascosto. Sapevo di sbagliare, sapevo di dovermi trattenere, ma debole è la carne e non sono stata capace di resistere al mio cuore impazzito.”
“Sì,” Proseguì Arthur” anche io rimembro fin troppo bene il primo istante in cui vi ho vista per la prima volta, mia adorata. Eravate seduta al pianoforte, stavate suonando uno dei brani del maestro Bach, vostro beniamino ed il talento del quale eravate dotata mi colpì al pari della vostra bellezza e leggiadria. In tanti anni non mi ero mai sentito rapito a quel modo, bastava un vostro sorriso per farmi smettere di pensare. Era tutto assurdo, talmente assurdo che non ho avuto il coraggio di dire basta.”
“Eravamo consapevoli della situazione improponibile, il nostro era un amore tanto impossibile quanto proibito.”
“Non siamo stati capaci di soffocare il nostro sentimento e così abbiamo dovuto pagare pegno.”
La testa di Mathilde si chinò mestamente. “Un giorno prossimo all’inizio della primavera ci sorpresero, quell’insegnante ficcanaso che bramava di conquistare il vostro cuore entrò in sala prove nel momento sbagliato e vide ciò che nessuno avrebbe dovuto vedere. Gridò allo scandalo, minacciò vendetta perché ben sapevamo del suo un debole per il professor Chapman. E così nel giro di pochi minuti la cosa proibita giunse all’orecchio del direttore, il buon nome dell’accademia era a rischio e fu fatto di tutto per nascondere l’accaduto. Naturalmente dapprima ci divisero, mi affidarono ad un’insegnante donna, mai sposata e per questo acida come poche.”
“Anche io fui punito e costretto a seguire studenti maschi con la minaccia di ulteriori provvedimenti qualora vi avessi rivista. Il direttore era un uomo molto potente e mi avrebbe impedito di insegnare presso le altre scuole di musica del regno se mai avessi fatto qualche passo falso. Voleva indurmi ad andarmene di mia spontanea volontà, ma non ho avuto mai il coraggio di prendere quella drastica decisione. Avrebbero potuto cacciarmi, ma agli occhi del mondo esterno era un vanto potermi annoverare nel proprio copro insegnanti, per cui decisero di farmi almeno portare a termine il semestre. Ma era una tortura non potervi neanche dare il buongiorno, fra di noi potevano esserci solo sguardi fugaci, sguardi pieni di malinconia ma senza rimpianti per ciò che di così bello avevamo vissuto assieme.” Ne seguì un silenzio carico di nostalgia.
“La nostra lontananza forzata fu di breve durata, era assurdo vivere sotto lo stesso tetto e non potersi neanche parlare, io non riuscivo più a sopportare quel peso, sapevo che Arthur rischiava seriamente la carriera ed il suo futuro poteva compromettersi in modo irreversibile per causa mia, così, presa dai rimorsi e soffocata da una prospettiva di vita non mia, una notte di luna piena decisi di porre fine al mio dolore.”  Mathilde lasciò intendere il suo gesto estremo.
“Nei giorni successivi non la vedevo più, era praticamente scomparsa. Nessuno mi voleva rivelare cosa le era realmente accaduto, non sapevo se era stata espulsa, rinchiusa in convento, trasferita altrove….. Niente di niente. Sapevo solo che non avrei mai più incrociato il suo sguardo sfuggente e innamorato nei corridoi dell’accademia. Stavo per cedere alle tenebre della follia. Poi una notte, mentre tentavo di riposare, ricevetti una visita devastante: lo spirito di Mathilde mi apparve mettendomi al corrente dell’agghiacciante verità. Il mio cuore non riuscì più a resistere, mi sentivo responsabile della sua morte, il dolore di averla davvero persa per sempre poi fece il resto.” Si passò una mano sugli occhi. “Ebbi l’istinto di lanciarmi dalla finestra della mia camera nel sottotetto dell’edificio, ma lei mi bloccò proponendomi di seguirla in un altro modo, se davvero volevo farla finita. Mi distesi sul letto ed attesi che Mathilde mi portasse a sé con il bacio della morte.”
 
Tutti quanti furono avvolti dal silenzio più profondo, un silenzio fatto da gocce di dolore e di malinconia.
 
“Vi sono sinceramente grato per aver accettato di donare l’aiuto a noi necessario affinché la maledizione che ci tiene separati possa essere spezzata. Sappiate che faremo tutto per proteggervi, perché la sorte sorrida almeno a voi e al vostro futuro.”
“Grazie.” Thomas strinse forte la mano di Sophie, mentre i due spiriti stavano di nuovo svanendo nella notte come sottile nebbia impalpabile ed evanescente.
 
 
 
 
 



 
Charlotte si svegliò all’improvviso a causa del solito incubo in cui il suo Gary le confessava di averla sempre presa in giro perché in realtà era innamorato pazzo di Iris. “Accidenti a me e alla mia testa bacata.” Mormorò non appena si rese conto che era tutto frutto della sua mente. Si passò le mani sul viso, poi si alzò dal letto cercando di non far rumore e cercò il cellulare, accese la torcia per andare in bagno evitando il buio totale e fu proprio allora che si accorse che il letto accanto al suo era vuoto.
Dov’era Sophie?
 
 


 
 




Buon Pomeriggio!
Ogni tanto riesco ad aggiornare e a fare qualche fugace apparizione da queste parti. Purtroppo la situazione che tutti noi stiamo vivendo influisce tantissimo sulla nostra quotidianità e ci impedisce di portare avanti ciò che più ci piace. Approfitto per rassicurare gli autori di cui seguo le storie che non mi sono dimenticata di loro e che conto di rimettermi in pari prima possibile.

Detto questo, che ne pensate della storia di Arthur e Mathilde? Il passato è pieno di struggenti vicende in bilico fra leggenda e realtà che riguardano amori impossibili, proprio come quella di Abelardo ed Eloisa. Conoscevate questa coppia di sfortunati amanti a cui mi sono ispirata?

Grazie a tutti voi vecchi e nuovi lettori per essere ancora qui, nonostante i miei tempi biblici. Grazie a chi ha costantemente commentato e a chi vorrà farlo.
A presto!
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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