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Autore: Akane_Tendo    04/11/2020    4 recensioni
Il matrimonio è appena andato a monte, Ranma è in cerca di Akane per poter chiarire la loro situazione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, ranma/akane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ogni tanto ritorno con una piccola one-shot, questa volta cerco di raccontarvi del momento subito dopo il matrimonio, quando il dojo era a pezzi e prima delle ultime pagine del manga.
Ringrazio chi vorrà leggere queste poche righe e chi vorrà lasciare recensioni che aiuteranno a migliorare le prossime storie.

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Ma dove era finita quella stupida Akane.
Adesso che il matrimonio era saltato, letteralmente vista l’esplosione causata da Happosai, ed era libero dalle grinfie di tutti quei pazzi che lo tiravano chi in una direzione chi in un’altra, si era reso conto che Akane non era più li e nemmeno Ryoga.

Sicuramente quel porco avrà approfittato della situazione per provarci con quel maschiaccio senza un briciolo di sex appeal e lei stupida com’era ci sarà sicuramente cascata, chissà dove erano finiti.

La cercò per tutta casa, non era in camera, non era in cucina (per fortuna), non era sul tetto, non era nel dojo, la ricerca diventò frenetica, se ha seguito Ryoga adesso potrebbero essere chissà dove, anche in una foresta.
Stupida di un Akane, che motivo c’era per fuggire.

Iniziò a cercarla saltando sui tetti, magari si era sbagliato ed era andata dal Dottor Tofu, forse era stata ferita in una qualche maniera durante quel trambusto, ma perché non lo aveva aspettato.
Purtroppo nemmeno da Tofu ebbe fortuna, tornò indietro, magari era rientrata e lui l’aveva cercata vestito come un damerino per tutta la città senza motivo.

Poi lo sguardo fu come attirato da una nuvola bianca che spiccava in mezzo al buio, eccola, era nel parco, che stupido a non pensarci prima. Con un ultimo sforzo la raggiunse, rapido e più silenzioso possibile, poi ad un passo da lei la chiamò «Akane» sottovoce, lei si alzò in piedi, era di spalle, si asciugò velocemente le lacrime e si voltò lentamente.

«Sei una stupida! Perché non hai avvisato qualcuno che ti stavi allontanando, perché non hai avvisato me! Ti ho cercata per tutta Nerima! » ma mentre la sua voce esprimeva tutta la rabbia e la frustrazione, il suo corpo felice per averla ritrovata con uno scatto l’abbracciò forte, lasciando Akane decisamente senza fiato, dal momento che Ranma non era certo tipo da abbracciarla così intimamente.
«Se ti fosse successo qualcosa, se ti avessero di nuovo rapita …» sussurrò stringendo ancora di più l’abbraccio.
«Sto bene, non …, volevo solo rimanere sola»
Rimasero abbracciati, il respiro di Ranma era sempre più lento segno che si stava calmando.

Dagli avvenimenti di Jusenkyo era cambiato, se si fermava a pensare ritornavano in mente i momenti in cui l’aveva perduta, il momento in cui l’ha vista svanire tra le vesti che cadevano dall’alto e quando pur distruggendo il rubinetto del drago e donandole tutta l’acqua delle sorgenti non aveva ripreso a respirare.
Akane significava tutto per lui, anche se era difficile da ammetterlo, si era ripromesso di non farla più soffrire ed invece eccola qui, con l’abito da sposa rovinato, gli occhi gonfi di lacrime.
I suoi pensieri furono interrotti.

«Ranma» Akane sussurrava il suo nome, e continuava ad abbracciarlo «Ranma … io devo chiederti scusa» cercò di allentare l’abbraccio per guardarla meglio ma lei si strinse ancora di più.
«Scusami perché ho ceduto al tranello dei nostri padri, avrei dovuto dirti tutto dell’acqua della sorgente senza ricattarti, mi sono comportata come tutte le altre e mi dispiace. »
Ranma allentò l’abbraccio e cercò di guardarla in volto, Akane era splendida, il volto rosato per l’imbarazzo, le labbra rosse e gli occhi lucidi che lo guardavano fisso.
«Sei una stupida» furono le uniche cose che riuscì a dirle, guardarla negli occhi così gli procurava ancora troppo imbarazzo e poggiò la testa sulla spalla di lei, mentre con le mani le cingeva la vita.
«Tu non sei come le altre” aggiunse «dovresti saperlo».
Akane si sentì avvampare, lei lo sapeva, lui aveva combattuto per lei tante volte, ma come una ragazzina vanitosa voleva sentirsi dire quelle parole, perché pensava che avrebbero cambiato tutto, perché così non sarebbe più stato un fidanzamento deciso dai loro genitori ma una loro scelta.

«Mi dai tanto da fare» disse sospirando ed ora che la tensione stava calando e tutta l’agitazione delle ricerca sembrava passata, si sedette in ginocchio come era solito fare nei momenti di imbarazzo, anche lei si accovacciò, proprio come quella mattina, dopo che lui le aveva detto che in abito da sposa era bellissima, prima che la sua richiesta avesse rovinato tutto.
Deglutendo lentamente riprese a parlare, intenzionato ad essere sincero, a vincere la sua lotta contro l’imbarazzo e la vulnerabilità «Sai Akane, ho pensato tante volte a quello che era più giusto da fare e non mi va bene che siano i nostri genitori a scegliere per il nostro futuro» Akane annuì lentamente e quasi spaventata dall’improvvisa serietà di lui.
«Mi ero ripromesso di essere più sincero, di dire quello che penso fino a quando sono ancora in tempo» un brivido lo percorse «Akane io ti chiedo scusa, oggi non avrei dovuto reagire così alla tua domanda …» Akane si sentì improvvisamente nervosa, le mani stropicciavano un lembo del vestito ormai logoro «Ranma non fa nulla, non c’è bisogno di …» si interruppe notando lo sguardo fisso di lui, i suoi occhi erano sempre stati così grandi, l’avevano sempre guardata con così tanta intensità?

«Probabilmente riuscirò a dirlo solo una volta” raccolse tutte le energie necessarie allo sforzo «Akane io ti …» ma non riuscì a terminare la frase perché Akane si lanciò tra le sue braccia cercando di tapparli la bocca e urlando di tacere «Non devi dirlo, non devi sentirti costretto a dirlo per quello che è accaduto, non devi dirlo perché sono insicura, non devi dirlo perché ti do tanto da fare»

«Sei la solita testarda Akane, per una volta che un ragazzo timido come me provava ad essere sincero tu hai rovinato tutto, me l’hai chiesto tu stamattina! » cercò di alzarsi con Akane ancora tra le sue braccia, la distanza era ormai azzerata, come al solito erano tesi ed imbarazzati.

«P-Posso? » lei annuì timidamente e chiuse gli occhi.
Questa volta non c’era nessuno a disturbarli e senza attendere oltre avvicinò le sue labbra a quelle di lei. Erano morbide, sapevano di rossetto e di ciliegia, si sentiva avvampare, lei trovò le sue labbra ruvide, calde, era così emozionata, aveva immaginato così tante volte il loro primo bacio.

Ripresero fiato, finalmente il loro primo vero bacio, nel giorno del loro matrimonio, o quasi.
Il momento perfetto fu interrotto da un furente P-chan che lanciandosi sul volto di Ranma diede il via al solito battibeccare dei due. Akane ridendo si alzò «P-chan andiamo, lascia stare Ranma … Torniamo a casa adesso» e prendendo il porcellino tra le braccia «Su Ranma andiamo, ci staranno cercando ormai» lo incoraggiò porgendoli la mano.
Rientrarono lentamente, mano nella mano, disturbati solo dal lamentio di P-chan.




  
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