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Autore: MaryFangirl    05/11/2020    8 recensioni
[Sequel di 'Un giorno mi apparterrai']
-Erano passate diverse settimane da quando si era risolto il caso degli omicidi in serie [...], ma come si poteva mettere una pietra sopra quello che era successo? [...] Kaori impiegava qualche minuto ogni giorno per far vagare la sua mente al doloroso passato.-
Genere: Azione, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Dopo aver aspettato una decina di minuti buoni senza che nessuno gli si presentasse, Natsume finì per tornare nella sala dei festeggiamenti che all'improvviso risultò del tutto vuota.

Si guardò intorno cercando Kaori ma lei non c'era più: se n'era andata senza nemmeno salutarlo?

Certo, quella serata l'aveva messa abbastanza alla prova e lui avrebbe potuto mettersi d'accordo con l'organizzatore della serata per avere il suo indirizzo e salutarla un'ultima volta prima che partisse nuovamente per il Giappone.

Ma qualcosa lo infastidiva, non sapeva cosa ma quello che gli sembrava sia strano che folle era che il suo manager se ne fosse andato senza di lui. Percorse il corridoio e la sala principale, su e giù, senza trovare traccia di Massao.

Quando una donna delle pulizie gli passò accanto, la fermò per un momento per interrogarla sulla scomparsa dell'uomo.

Con un cenno, lei gli indicò la direzione presa dall'uomo in questione ma lo informò che era accompagnato da una giovane donna, una straniera a suo dire, che forse si erano ritirati in un angolo più isolato.

Accigliandosi, Yoshiki attraversò la grande sala per dirigersi verso il percorso indicato. Era possibile che Kaori lo avesse seguito? Ma perché?

In fretta, salì i pochi gradini per raggiungere il palco e scostò l'enorme sipario rosso, chiudendo la cornice della festa.

Gli si presentò un dedalo di corridoio: dove potevano essere andati?

Incerto, si fece strada attraverso il labirinto, chiamando la sua amica e il suo protettore.

 

 

Seduta su una vecchia poltrona che un tempo doveva essere stata comoda e scricchiolava al minimo movimento, con le mani legate dietro la schiena, Kaori cercò di ritrovare la calma e di ricordare i consigli di Ryo.

-Analizzare la situazione e il luogo in cui ci si trova.-

Mentre la giovane donna era immersa nella sua introspezione, fu bruscamente interrotta.

"Non pensare di poterne uscire" gridò l'omino divertito, "Pensi che non capisca cosa stai cercando di fare. Mi prendi per idiota!" urlò furiosamente.

"No" disse lei, ansimando una risposta per la sorpresa.

"Alcune ci hanno provato prima di te, ma alla fine ho sempre vinto" disse lui con troppa calma mentre le si avvicinava per appoggiarsi ai braccioli e ridurre così la distanza tra loro per guardarla.

"Alcune?" chiese Kaori in un tono che voleva sicuro ma non riuscì a reprimere un brivido.

Facendo un passo indietro e mostrando un'aria molto allegra, lui si mise a camminare per la piccola stanza, le braccia dietro la schiena, per raccontare le sue gesta con orgoglio.

"Alcune mi hanno supplicato di lasciarle in vita, ma non potevo sopportare di sentirle piagnucolare" sospirò irritato, massaggiandosi la tempia sinistra.

Dando poco credito alle sue folli parole, Kaori cercò di liberarsi tirando la corda intorno ai polsi. Lui sembrava troppo preoccupato dalle sue macabre spiegazioni per prestarle attenzione, ma era solo un gioco vizioso che accentuava il suo divertimento.

"Tuttavia, ce n'è una che mi è particolarmente piaciuta" ammise quasi con rammarico, "Era come te, forte, e cercava di fare buon viso a cattivo gioco, ma potevo leggere nei suoi occhi la paura che la travolgeva sempre di più. Non puoi sapere quanto sia elettrizzante avere il sopravvento su qualcun altro. E poi, ti assomigliava così tanto" sorrise, quasi nostalgico.

Alle sue parole, il tentativo di Kaori di fuggire si bloccò e sul suo volto apparve l'incomprensione.

"Vedo che finalmente ho il tuo interesse" si divertì, lasciandosi sfuggire una risatina cinica. "Qual era il suo nome?" si chiese, accigliandosi, assumendo la postura di chi rifletteva.

Un brivido colse la giovane donna che sembrava ipnotizzata dalle parole del suo narratore.

"Ecco, ricordo...Sayuri. Come ho potuto dimenticare quella cara giornalista, ad ogni modo troppo curiosa per i miei gusti" sbottò, scherzoso.

Il cuore le balzò in petto e i suoi occhi nocciola iniziarono ad appannarsi, lasciando che le lacrime le scendessero sulle guance.

"Oh, ma non piangere, mia bella. Sono convinto che lei non abbia sofferto più delle altre"

Percependo la voce del suo manager, l'artista si lasciò guidare dal suono e senza alcune esitazione spinse la porta. Perplesso, cercò di fissare entrambi.

"Ma che succede qui?"

"Ah, arrivi in tempo, Natsume! Siediti accanto alla tua amica; potrai ascoltare la fine della storia"

"Ma cosa fai, Massao?!" chiese il giovane, sbigottito.

"Ti ho detto di sederti!" gridò l'uomo, poco paziente, prendendo una sedia.

Affrettandosi ad obbedire, Yoshiki notò l'espressione devastata della sua amica.

"Kaori, che sta succedendo?" la interrogò sussurrando, mentre si faceva legare a sua volta.

Alzando su di lui un viso sconfitto, la giovane trovò difficile articolare qualche parola.

"È lui il colpevole..."

"Ma di cosa parli?"

"È lui che ha ucciso mia sorella e tutte quelle donne a Shinjuku. Izumi era solo una pedina tra le sue folli mani"

Stordito dalla rivelazione, un peso immenso sembrò ricadere sulle spalle dell'artista mentre fissava con incomprensione il suo protettore.

"Perché Massao?" chiese con difficoltà.

"Semplicemente, non dovevi essere così distratto e volubile" disse l'altro, scrollando le spalle come se fosse ovvio.

Stravolto, con la testa piegata in avanti per lo shock, Natsume non osò incontrare di nuovo il viso della giovane donna, ma i suoi singhiozzi gli serrarono ulteriormente il cuore. Avrebbe voluto essere sordo in quel momento.

-Com'è potuto succedere?- si chiese.

 

 

Senza fiato, dopo aver vagato per le strade che si assomigliavano tutte, Ryo arrivò finalmente al grand hotel. Non capendo nulla, si ritrovò di fronte a una sala completamente deserta dei suoi ospiti; nessuna traccia di Kaori o chiunque altro all'orizzonte.

Avendo mantenuto alcune nozioni approssimative di inglese, interrogò una delle donne in servizio:

"Certamente questa giovane è molto richiesta!" confessò lei, continuando con la sua attività.

"Come?" chiese Ryo infastidito, afferrandola bruscamente per le spalle e facendole cadere la scopa.

"Se n'è andata circa mezz'ora fa in una delle stanze sul retro con il manager dell'artista, poi quest'ultimo è andato a cercarli" fece lei un po' spaventata.

Quindi Massao aveva deciso di giocare il tutto per tutto quella sera e, mentre ringraziava la donna rapidamente, l'uomo corse per trovarlo.

A passi vellutati ma con ritmo accelerato, percorse i vari corridoi mentre apriva con cautela ogni porta. Con la sua fedele amica in mano, proseguì la sua ricerca; fortunatamente le forze dell'ordine non l'avevano perquisito. Che negligenza, però, visto il numero di personalità importanti presenti quella sera, quanti bersagli di prim'ordine avrebbe avuto se fosse stato uno squilibrato?

Delle voci attirarono finalmente la sua attenzione e con passo determinato vi si diresse.

Con occhio esperto, Ryo dettagliò ogni centimetro quadrato del luogo. Confinati in una stanza, che probabilmente fungeva da ripostiglio visti gli oggetti in essa contenuti, Kaori e Natsume sembravano entrambi legati alle loro sedie. Massao torreggiava su di loro ed era piuttosto orgoglioso di sé; Kaori, con gli occhi rossi, sembrò riprendere il sopravvento su emozioni che presumibilmente l'avevano sconvolta.

Notando i muscoli della sua mascella che si contraevano, capì subito che la giovane donna avrebbe risposto severamente.

"Sei un malato! Un rifiuto!" si infuriò.

"Andiamo, cara signorina, è brutto sentire queste parole dalla tua bocca" ridacchiò, pizzicandole le guance.

Quando rilasciò la pressione esercitata, Kaori gli sputò in faccia, ottenendo l'effetto di farlo possedere da una nera collera.

"Sporca sgualdrina!" urlò, dandole uno schiaffo magistrale. "Mi hai sempre disgustato con le tue arie da buona samaritana. Non potrei mai sopportare che il mio caro Natsume si allontani dalla sua arte per te. In tutti questi anni, ho dovuto sentirlo parlare di te e del suo desiderio di rivederti un giorno. Ora che è successo...che lui è soddisfatto...non sei più necessaria"

Puntando la lama del coltello verso di lei, le forti proteste del suo protetto non fecero niente, ma la velocità di azione dello sweeper intervenne per disarmarlo conficcandogli un proiettile in mano.

Lanciandogli uno sguardo cupo, il manager esercitò una forte pressione sulla propria ferita prima di scappare. Prendendosi qualche minuto per preoccuparsi della sorte dei due ostaggi, Ryo liberò la sua bella.

"Va tutto bene?" le chiese, asciugandole le lacrime rimanenti.

"Sì, ma non lasciarlo andare" gli disse lei.

Senza perdere un altro minuto, lo sweeper si mise all'inseguimento dell'uomo. Finendo di liberare l'artista, Kaori gli ordinò di avvertire la polizia.

"Ma tu che intendi fare?" le chiese lui, afferrandola frettolosamente per il braccio.

"Ho dei conti da regolare" disse semplicemente lei prima di prendere la stessa direzione dei due uomini.

Lanciando un'ultima occhiata verso la giovane donna animata dalla vendetta, Yoshiki si precipitò alla reception per chiamare la polizia.

Mentre i passi del manager echeggiavano nei corridoi, quest'ultimo finì stupidamente in un vicolo cieco. Cercando un'uscita nascosta, tastò la parete per recuperare una via di fuga, ma un passo lento e sicuro si udì finché qualcuno non apparve dietro di lui.

"Penso che sia finita, Massao" disse lo sweeper, tenendolo sotto tiro.

"Cosa vuole, non si può vincere sempre" sbottò l'altro, facendo il broncio.

Mentre Ryo bloccava con forza l'uomo, Kaori apparve a sua volta e con passo calmo e sereno si avvicinò a loro. Con un rapido gesto, afferrò la Magnum riposta ordinatamente nella sua fondina, e senza esitazione armò il cane.

"Ma cosa fai, Kaori?" chiese lo sweeper con aria severa.

La postura sicura, lei prese di mira Massao che si nascondeva dietro l'imponente corporatura di Ryo.

"È pazza, la fermi"

"Kaori!" ripeté Ryo.

Con tono spento, lei disse:

"Ha ucciso mia sorella..è stato lui a uccidere mia sorella e tutte quelle donne a Shinjuku" confessò prima di dare libero sfogo al suo dolore.

Distogliendo l'attenzione dal manager, lui rimase sbalordito nell'udire una verità che nella sua mente era rimasta ancora solo come ipotesi.

"Quindi eri tu?"

Senza dargli il tempo di rispondere, un pugno magistrale si schiantò in faccia al colpevole, ma non era ancora finita perché una giovane donna pretendeva vendetta.

Lentamente, Ryo affrontò la sua partner.

"Kaori, è tutto finito. Ridammi la pistola" le chiese a bassa voce.

Ansimando per il dolore, la giovane donna, con il dito sul grilletto, ancora mirava Massao. Mettendosi tra la pistola e il manager, lui disse di nuovo:

"Anche se uccidi quest'uomo, non ti restituirà tua sorella"

"Perché le ha fatto questo?" chiese lei, il viso devastato dalle lacrime. "Lei era tutto per me...l'ultimo membro della mia famiglia...mi sento così sola adesso"

Avanzando cautamente verso di lei, lui posò la mano sulla canna per farle finalmente lasciare il suo bersaglio e la disarmò attentamente.

"Io ci sarò sempre per te, Kaori, perché ti amo"

Mentre la prendeva dolcemente tra le braccia, lei strinse le spalle rassicuranti del suo amante per lasciar sfogare il suo flusso di tristezza; i singhiozzi amari scossero la sua esile figura mentre ululati di agonia le uscivano dalle labbra.

Che prova insopportabile quella di vivere due volte la morte di una persona cara!

 

 

Pochi giorni dopo, finalmente di ritorno a casa, isolata sul tetto, Kaori ammirava le luci notturne della grande Tokyo; guardando in lontananza, sorrise di nuovo pacificamente mentre immaginava di sentire la risata gioiosa di sua sorella.

"Ora puoi riposare in pace, mia cara sorella" disse dolcemente, lasciando che una lacrima cadesse lungo la sua guancia.

Una calda stola si posò sulle sue spalle e Ryo prese posto al suo fianco.

"Stai bene?" le chiese inquieto, appoggiandosi alla ringhiera e non osando guardarla.

"Non preoccuparti più per me, mi sento molto meglio" sorrise, allacciandosi al braccio del suo compagno.

Dopo un lungo silenzio, aggiunse:

"Sai...avrei potuto ucciderlo" confessò, fissando l'orizzonte.

"Lo so ed è per questo che non te l'ho lasciato fare" disse lui guardandola.

Prendendola per le spalle, il suo sguardo scuro si tuffò negli occhi nocciola di lei, e disse severamente:

"Non ti lascerò mai commettere l'irreparabile"

Rivolgendogli uno dei suoi più bei sorrisi, lei baciò le labbra del suo amante, sussurrando un 'Grazie', poi si rannicchiò nuovamente in quel rifugio sicuro, contemplando lo spettacolo delle luci.

Ryo ci sarebbe sempre stato per lei, perché la amava.

 

 

Eccoci al finale ^^ come al solito ringrazio chi ha letto e seguito la storia, spero vi sia piaciuta :) grazie a chi ha commentato: maryanne1990, Stekao, Giampins, Kyoko_09, Kaory06081987, Little Firestar84.

Stay tuned, non ho finito qui ;) a presto!

  
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