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Autore: Rosmary    05/11/2020    12 recensioni
Sirius non aveva neanche sedici anni e la mente già in affanno.
Quando era lì, lì in quella gabbia, la collera e il disprezzo e il rifiuto erano tali da incattivirlo e fargli sentire sin dentro le ossa il sudiciume dei Black – il loro inferno.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling;
la flashfic è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 
 
Bui
 
Erano tutti uguali, tutti uguali, a eccezione di –
 
*
 
Avrebbe voluto spiegarlo, a qualcuno e al mondo intero, quanta fosse la rabbia che lo imbruttiva sino a fargli dimenticare chi fosse, in cosa credesse, quali compagni avesse scelto. Quando era lì, lì in quella gabbia, la collera e il disprezzo e il rifiuto erano tali da incattivirlo e fargli sentire sin dentro le ossa il sudiciume dei Black – il loro inferno.
 
«Me ne vado, non voglio più vedervi.»
 
Parole infantili, sciocche, bugiarde, così le aveva classificate sua madre, e lui s’era intestardito di più, ancora una volta offeso da lei, loro, che reputavano capricci insulsi i suoi valori, ribellioni sconfitte le sue idee, ripicche oltraggiose le sue amicizie.
 
«Non sono come voi.»
 
L’ultima frase pronunciata prima di un arazzo in fiamme, di una valigia messa malamente fuori la porta, di suo padre piegato dal disgusto nei confronti di un figlio rinnegato.
Sirius se li era lasciati tutti alle spalle, tutti, eppure ancora indugiava sull’uscio, gli occhi umidi di furia e le dita tremanti – oltre quella porta, lo sentiva, c’era un’altra vita ad attenderlo.
«Resta.»
Un capogiro, e dolore in tutto il corpo. La voce di Regulus era parsa mordere se stessa, rea di aver manifestato una debolezza.
Sirius s’era voltato a guardarlo e senza sorpresa l’aveva trovato non stretto nel dispiacere, ma in una rabbia gemella, che gli induriva il volto di quattordicenne e quegli occhi già affogati nel nero.
Vieni via tu, Sirius avrebbe potuto dirglielo – invece.
«Mi fate schifo, meglio per strada che qui.»
Le labbra di Regulus s’erano strette sino a sparire, morse per davvero questa volta, decise a non chiedergli di restare di nuovo, a oltranza, per un motivo che sul piano razionale neanche capiva.
Quelle di Sirius, come mosse da un istinto speculare, avevano tremato dal desiderio di dire qualcosa, ancora, ma lui le aveva richiuse in fretta, un ultimo sguardo alla sagoma del fratello e un sospiro che non aveva ragione di esistere.
Non sei neanche come me?, Regulus avrebbe potuto chiederglielo – invece.
Stretti entrambi in un silenzio fatto di orgoglio e negazione, s’erano lasciati scivolare via senza la forza – la voglia il bisogno – di porsi domande scomode, sfilacciare corazze, conoscersi al di là del sangue, degli insegnamenti impartiti, di strade dai muri confinanti.
 
Regulus l’aveva visto andare via così, senza voltarsi indietro, e Sirius l’aveva lasciato così, senza riuscire ad andare avanti.
 
*
 
– Non era tempo.
 
 
 
 

 

Note dell’autrice: la storia partecipa all’iniziativa A scatola chiusa indetta nel gruppo Caffè e calderotti e segue la mia traccia Non è tempo per noi – in più, il mio racconto risponde anche alla limitazione di non scrivere sulla nuova generazione, datami da Gaia Bessie.
Non pubblico da molto tempo e al momento sono impossibilitata a farlo causa assenza di linea internet sul pc, infatti sto pubblicando da mobile e spero che la formattazione del testo non ne risenta, ho fatto del mio meglio. Questo racconto rispecchia la mia idea del rapporto tra i due fratelli Black, fatto soprattutto di una rincorsa reciproca che non ha mai mosso il primo vero passo – un giorno, forse, scriverò qualcosa di più lungo e approfondito a riguardo.
Ai lettori di Paradiso perduto do appuntamento (simbolico, purtroppo!) a quando avrò la linea sul pc (mi dispiace tantissimo per questa lunga attesa, spero siate ancora interessati a seguire il racconto). Non vi annoio oltre, grazie a chiunque abbia letto questa piccola storia, spero abbia meritato il vostro tempo.
Un abbraccio, a presto.
   
 
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