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Autore: Yusaki    05/11/2020    0 recensioni
Nella storia della Lituania e della Russia ci sono state tante guerre, fra loro, contro altri, per conquistare qualcosa che desideravano. Dal primo sguardo che si sono scambiati, alla guerra fra Ivan e il suo piccolo Toris. Tutti gli avvenimenti che, nel bene e nel male, hanno vissuto insieme...
Riscrittura integrale di una fanfiction scritta ormai 10 anni fa.
Genere: Angst, Erotico, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Baltici, Lituania/Toris Lorinaitis, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sì, in dieci anni sono diventata più rapida.

Un piccolo avvertimento: i capitoli avranno una maggior lunghezza man mano che andranno avanti. Prendente questi primi due capitoli come una sorta di prologhi, uno da parte di Russia e l’altro dalla parte di Lituania. Dopotutto, spiegano le origini del loro incontro.

Buona lettura!







La sconfitta al di là del confine



Nei ricordi di Lituania, la memoria di quel bambino visto nella neve non era mai sparita del tutto. Era sempre rimasta lì, a riposare in un angolo della sua mente, come in attesa di una voce o un’immagine che la richiamassero alla vita.

Come in attesa di qualcosa che doveva accadere.

Non era stato lui a rivederlo per primo, ma le sue truppe. I superstiti riferirono della comparsa a Novgorod di un ragazzo alto e pallido, dagli occhi d’ametista così innocenti da non farlo sembrare fatto di violenza e inverno; “Sembrava un bambino crudele, con in mano la forza di schiacciarci tutti”, aveva detto uno di loro.

Nonostante l’altezza, erano sicuri che il ragazzo fosse piuttosto giovane, tanto che ogni tanto Ivan III lo teneva per la mano, come a rassicurarlo che tutto il sangue per terra fosse normale, fosse giusto persino. Tra tutti i Principi, Ivan III era stato l’unico ad accorgersi dell’importanza della giovane nazione, e a decidere di tenerla dunque con sé.

Il giovane Russia l’aveva ricambiato schiacciando gli avversari per lui.

«Eeeeh? Abbiamo tipo perso?» Polonia non era sembrato eccessivamente preoccupato a quella notizia, solo perplesso, ma Lituania aveva sentito un brivido freddo percorrerlo. «Che noia. Gli daremo le risorse che chiede, e se non vuole più essere nostro alleato pazienza… chi lo vuole, dopotutto?»

Di nuovo un presagio, la sensazione di star aspettando qualcosa che, inevitabilmente, prima o poi sarebbe accaduto.

Era però vero che molti altri più forti paesi erano al mondo in quel momento, e con loro combattevano e si alleavano. L’unione stessa con la Polonia era un patto solido; eppure Lituania rimaneva angustiato proprio dal pensiero di quegli occhi color ametista.

Dovettero presto incontrarlo, con i tartari ormai scacciati e i Principi riuniti, Russia in poco tempo crebbe ulteriormente. Ancora giovane, a suo confronto, non lo era nell’aspetto, e anche se un tempo avevano avuto la stessa altezza ora Lituania si ritrovava a dover alzare la testa per guardarlo.

Per prima, però, l’attenzione di Lituania era stata attratta delle sue mani: c’erano dei guanti adesso a coprirle, anche se il flash della pelle arrossata dal freddo gli attraversò la mente per un attimo, sovrapponendosi alla realtà.

«Che bello rivederti», gli aveva detto Russia, come se si fossero salutati solo pochi giorni prima. Sorrideva, ed era davvero il sorriso candido più adatto a un bambino che a un adulto; nei suoi occhi d’ametista c’era però uno scintillio particolare, una malizia che sembrava dirgli “Ho vinto, hai visto? Sono diventato forte”.

Lituania poteva ben vedere che l’altro fosse diventato forte, seppur il corpo coperto da pellicce e abiti pesanti non ne rivelasse le fattezze; la sensazione che gli pizzicava sulla pelle era ancora una volta quella del pericolo, un tipo di sentimento a cui Polonia, imbronciato al suo fianco, sembrava immune.

A quel tempo, Lituania era ancora capace di far fronte ai pericoli, non importava quanto possente sembrasse ora l’altra nazione.

Quando Ivan fu portato via dal proprio Principe, ci fu uno sguardo di delusione tutto per lui. Forse quello per una promessa non ancora mantenuta?



Creature diventano più forti, creature diventano più deboli, un destino che toccò anche a Lituania che iniziò un giorno a sentire come la spada che portava fosse diventata troppo pesante, e i suoi colpi meno accurati.

Era lui, oppure erano gli altri a essere diventati più brutali?

Il vento dell’inverno imminente gli frustava il viso, riuscendo ad arrossarlo nonostante il pallore dato dal sangue perso.

Di sangue ce n’era ovunque, attorno a lui. Un altra guerra, un’incursione inaspettata, un altra giornata in cui però le cose non erano andate bene.

«Polonia! Polonia!!!» ma era stato inutile chiamarlo, lo sapeva. Svezia l’aveva messo a terra con un ultimo colpo, e Lituania si era ritrovato a sputare una boccata di sangue.

Da dov’era atterrato poteva vedere stivali scuri, e una sciarpa lunghissima che quasi sfiorava la terra. Incontrò ancora una volta occhi color ametista, seppur Russia si tenesse in disparte, e fu forse quello a dargli la forza di rialzarsi.

Anche se la lama della sua spada pesava sempre di più si disse che non poteva lasciarla andare. Noon ancora, non era ancora il momento.



Lituania aveva resistito, per un altro po’, costringendo addirittura Svezia a firmare una pace; Lituania aveva stretto i denti per il braccio rotto, che usò lo stesso per apporre la sua firma. Era ancora dbbastanza forte, non era così? Ma il braccio doleva, e i lividi quasi non si contavano più. Quando si guardava, non era altro che ferite nere e rosse che non riuscivano ad avere il tempo di guarire, nonostante la sua natura non umana.

Come poteva guarire quando gli attacchi non finivano mai?

La sua vita era diventata cercare di avere mille occhi e mille sensi, per provare a parare le frecce di Prussia prima che piovessero su di lui, per controllare che Austria non gli infilasse un coltello tra le scapole, per anticipare la marcia delle truppe svedesi… in tutto quello c’erano sempre quegli occhi color ametista che su ogni campo di battaglia, a ogni pace, vittoria o sconfitta, sembravano ricordargli di star aspettando che cadesse.



Lituania ricordava che, infine, il giorno in cui la spada gli cadde davvero di mano fu lontano da tutti. Si era spinto troppo in là, nel caos della battaglia, superando gli alberi e trascinando con sé una piccola scia di orme insanguinate.

Nella sua mente, se fossero riusciti a sconfiggere almeno Russia, forse le truppe nemiche si sarebbero ritirate, o sarebbero state abbastanza deboli, abbastanza confuse…

Polonia l’aveva seguito, forse per semplice istinto, facendo quel che poteva per confrontare assieme a lui il russo.

C’era quasi silenzio lì, i suoni attenuati dalla neve. Il bordo del cappotto di Russia era sporco di sangue, esattamente come le loro scarpe, e i loro vestiti.

Russia aveva sorriso, prima di muoversi verso di loro, ed era stato come essere investiti da una valanga.

Sì, in quel momento, lontano da tutti, il fiato venne portato via dal corpo di Polonia, che ricadde facilmente riverso a terra, tossendo. La spada era molle nella mano di Lituania, che rimase a tenere terreno fino a quando riuscì – ma la lama sembrava non riuscire neppure a sfiorare il russo, che gliela strappò di mano e si avventò ancora su di lui, gettandolo a terra, accanto all’amico biondo.

Lituania non era il tipo da farsi illusioni, e la stretta improvvisa allo stomaco fu solo la paura che precede un destino che ben si conosce.

Russia decretò infatti la sua fine, trascinandolo via, oltre il confine. Era stato così semplice usare la forza, Lituania sentiva come se il proprio polso fosse diventato incredibilmente sottile, il corpo debole e incapace di opporsi alla presa ferrea del russo.

«Ehi, Russia, dannato non puoi decidere come ti pare!»

Fu Prussia a intervenire per lui, non certo per affetto e di sicuro troppo tardi. Prussia, un vecchio nemico, antico più o meno quanto lui, aveva superato il confine come se nulla fosse – e lo sguardo di Russia era diventato più freddo della neve.

«Mi porterò via Lituania, come da accordi, così da potermene prendere cura, da?» sorrise comunque Russia.

«Accordi?! Guarda che non puoi prendere e fare come vuoi, se non fosse stato per me e Austria avresti perso questo tuo piccolo premio, tu non…!»

Nonostante Prussia fosse una nazione più antica, si ritrovò ad arrancare nella neve quando cercò di seguire Russia per raggiungere lui e Lituania. Sembrava che l’inverno non toccasse Russia, ma che si opponesse fermamente alla presenza del prussiano. Il vento iniziò a spirare più forte, soffiando su di loro fiocchi di neve, proprio mentre Russia si voltava a fronteggiare il presunto alleato.

«Potete avere il resto, quello che volete», Russia era davanti a lui, come a difenderlo da una minaccia. Alzando lo sguardo Lituania si ritrovò a percepirne il potere, come scritto sulla schiena tanto ampia.

Di nuovo nella neve, ma così diverso da un tempo.

«Lui però è mio da adesso», la voce di Russia risuonò oltre il soffio del vento, e le urla più lontane degli ultimi soldati che cadevano.

Mi impegnerò a diventare una nazione forte!”

E mentre Prussia rimaneva immobile, pur senza arretrare, senza tentare di seguirli ancora… Lituania pensò che Russia ci fosse decisamente riuscito.











Note storiche: 1) Novgorod è stato un posto… un qualcosa… l’avevo letto poco fa ma sono troppo stanca per cercarlo di nuovo. Comunque, Lituania e Polonia hanno perso qui.

2) Nel 1655 la Lituania era già stata indebolita dalla Russia, ma arrivò anche Svezia a peggiorare le cose. La Lituania dunque perse la guerra e la Svezia prese a reclamare e depredare il territorio, ma intense rivolte esplosero ovunque, tanto da costringere la Svezia a firmare successivamente una pace.

3) Austria, Prussia, e Russia, si allearono per distruggere l’unione Lituano-Polacca, approfittando della debolezza nella quale questa versava a causa delle numerose lotte e pressioni con i territori esterni. Il territorio della Lituania cadde poi quasi del tutto sotto il dominio della Russia, tranne per una piccola parte che andò alla Prussia.



Note di fine capitolo:
Dal prossimo capitolo Lituania e Russia cominceranno dunque a vivere insieme, da soli, inizialmente. Cercherò di mostrare l’inizio di questa simpatica convivenza meglio che posso.

Potrebbero cominciare contenuti, come dire, più spinti già dal prossimo capitolo, ma non ne sono certa. Vedremo cosa ci riserverà il futuro.

Le recensioni sono ben gradite, anche per sapere se esiste ancora qualcosa che ama questa coppia, amore che io ho riscoperto da poco. Un tempo EFP era così vivo! Ora è anch’esso sepolto sotto una coltre di nevoso silenzio?

  
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