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Autore: LadyPalma    08/11/2020    13 recensioni
Prima classificata al contest “Ignotus - Indovina chi (Edizione Deluxe)” indetto da Nirvana_04 sul forum di EFP.
| Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna
Il medaglione di Salazar Seperverde è stato forgiato al preciso scopo di diffondere gloria, ma quanti dei suoi numerosi proprietari sono stati in grado di meritarla davvero?
Un viaggio nei pensieri del medaglione stesso, mentre passa di mano in mano e scopre sempre più qual è in fondo, per gli esseri umani, il valore della gloria.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dolores Umbridge, Il trio protagonista, Merope Gaunt, Salazar Serpeverde, Serpeverde, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Il valore della gloria
 
 
 



 
 
La prima cosa che vidi, dopo le mani esperte e i ferri del mestiere, fu il ghigno sul volto di Salazar Serpeverde.
“Sei stato forgiato per diffondere potere e gloria. Cosa c’è al mondo di più importante?”
Potere e gloria le conobbi con lui, ma dopo di lui non furono mai granché importanti.
 
 
 
 
Trascorsi secoli in una prigione consumata solo per divenire l’ornamento di una sciocca ragazza. Eppure, era meglio apparire al collo di Merope Gaunt piuttosto che non poter parlare con nessuno. Odiavo le sue vane lamentele, ma odiavo di più il silenzio – ero nato per sussurrare, dopotutto. Detestavo  vedere il modo in cui l’antica e illustrissima famiglia del mio creatore si stesse riducendo in cenere, ma detestavo di più il buio del portagioie – ero nato per risplendere, più di ogni altra cosa. Insieme a lei camminai sulle macerie di antiche ambizioni frustrate e per colpa sua fui costretto a subire l’affronto di guardare a lungo verso razze inferiori dal sangue malato.
Tom Riddle. Avvertii sulla mia pelle il sussulto del suo cuore quando lo vide per la prima volta e ne fui clamorosamente disgustato. Sentivo di dover fare qualcosa e di fatto agii, ma l’orgoglio finì per soppiantare l’orrore: se voleva la mia protezione, doveva guadagnarla; se davvero era degna di gloria, doveva anche desiderarla.
“Lo amo profondamente, deve essere mio” mi confidò di notte, per la prima volta ad alta voce.
“Sei brava con le pozioni” sibilai in risposta, instillando la folle idea nella sua mente.
Era una prova e riuscì a fallirla tragicamente.
Non le rivolsi più la parola mentre mi trascinava nella sua miseria. Fui felice di lasciarla e cadere in mani diverse, anche se non mi piacque l’esperienza di conoscere il denaro.
Dieci galeoni – neanche il più piccolo dei miei brillanti valeva così poco.
 

Riaprii gli occhi solo ogni tanto negli anni successivi; sonnecchiavo tra le mani di inconsapevoli mercanti e oziosi collezionisti. Quando arrivò lui, però, mi svegliai del tutto e davanti ai suoi occhi fui autenticamente io per l’ultima volta. Lo riconobbi subito, forse perché parlava la mia lingua;  aveva lo sguardo di sua madre e l’ambiguo fascino del mostro che era suo padre. Ma dentro com’era? Desiderai conoscerlo, ma non ci avvicinammo nel modo che mi aspettavo. Non fui io su di lui a sussurrargli illusioni; fu lui a entrarmi dentro, a dilaniarmi i pensieri e a guastarmi la voce. Tremai nel sentirmi sopraffatto e lo odiai, lo odiai, lo odiai… finché non lo conobbi davvero.
Fummo due in uno, da quel momento avremmo parlato insieme. Mi consolò, tuttavia, lo scoprire che le nostre idee erano le stesse. No, non era affatto come sua madre, lui la gloria la voleva e forse la meritava.
Dieci galeoni – il mio valore non aveva prezzo per lui, eppure tra i tanti che uccise fu la squallida vita di un vagabondo Babbano quella che diede in cambio per possedermi.
 

Se odiai qualcosa di Tom è che presto ci abbandonò – me e se stesso. Di nuovo il buio, di nuovo il silenzio. Ora avevo il pallido riflesso di lui con cui intrattenermi, ma ero sempre e comunque io e quel costante rimbombo umido attorno mi dilaniava. Fu la disperazione della (mancata) solitudine a farmi scambiare per un attimo il traditore per un liberatore. Non ebbi tempo per odiare Regulus Black per il poco che lo vidi in vita, ma lo odiai a lungo dopo, per i due oltraggi a cui mi sottopose.
Mi lasciò nelle mani di un essere inferiore perfino ai Babbani. Rimpiansi quasi Tom Riddle Senior.
Osò sostituirmi con una patetica imitazione. Non mi assomigliava: io mi muovevo, io avevo una voce.
Dieci galeoni – quel finto medaglione doveva valere perfino meno.
 

Lei, la donna rospo, ci piaceva – sia a me sia a Tom. Suppongo, in fondo, che ci sarebbe piaciuto chiunque dopo aver vissuto in un’insulsa scatola ed essere stati esposti insieme ad approssimative contraffazioni. Ci accolse in una casa di bambole e rabbrividimmo al miagolio di un esercito di gatti di porcellana e all’odore nauseante di sherry dozzinale. La nuova proprietaria conduceva una vita patetica, la vita non l’aveva dotata di nessuna qualità, eppure ironicamente riconobbi il mio antico maestro più in lei che in chiunque altro. I nostri desideri erano sincronici: lei bramava di essere potente, nella sua vuota essenza non c’era altro, e io bramavo di aiutare nella via della grandezza.
“Non capisco perché devono essere tutti, hem, detestabili con me” sospirò una volta con un lamento stridulo.
“Potresti rinunciare a me ed essere una persona ordinaria” la provocai – o forse fu Tom a dirlo, non ricordo.
Per tutta risposta, la vidi fare una risatina agghiacciante e stringermi più forte. La mezzosangue è più serpeverde di tua madre, sussurrai – questa volta fui io – e Tom non poté trovare nulla da obiettare. Avrei potuto portarla in alto, insieme eravamo già sulla via per distruggere la feccia che da tempo infestava il mondo magico.
Dieci galeoni – buffo come anche lei avesse speso così poco per me, più la promessa del silenzio.
 

I miei nuovi ladri erano tre ragazzini – e un altro Tom. Volevano distruggerci – lui, ma anche me insieme a lui – e per la prima volta provai paura, o forse fu quella di Tom a condizionarmi. Il pensiero della morte non mi aveva mai sfiorato, non poteva sfiorarmi, ma il turbamento di non essere più nulla è in fondo proprio ciò che gli umani chiamano morte.
Tentammo di scacciare via quell’eventualità parlando più forte, e il nostro interlocutore preferito era la mente più fragile. Fu Tom a tentare di strangolare il Prescelto, a me è sempre piaciuto solamente parlare, lo giuro. Quello che feci fu giocare con le loro paure sciocche e le loro aspettative sentimentali, provando finanche a offrire un assaggio della gloria, ma Ronald Weasley era solo l’ennesimo perdente che non meritava niente, che non meritava me. Fu anche l’unico perdente a battermi, però.
Dieci galeoni – forse valevo davvero così poco, ora che non ero più niente.
 


 
Mentre morivamo, Tom urlava, io invece mi limitai a sussurrare una risposta al mio primo padrone. In ritardo di secoli, per orecchie non più in grado di ascoltare.
Se c’è qualcosa di più importante della gloria non lo so, mio maestro, non fui creato per riconoscere altro. Ma la incontrai così raramente – e solo in chi umano del tutto non era – che ho capito che forse per voi alla fine vale davvero poco. Quanto? Alle volte solo dieci galeoni.
   
 
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