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Autore: mattmary15    08/11/2020    0 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18
Una spallata ben assestata


Pepper si è precipitata a Vienna non appena ha ricevuto la chiamata di Tony. È raro che lui la coinvolga nelle faccende che riguardano lo Shield per cui ha preso subito la cosa con la serietà richiesta da una situazione veramente grave. Il suo compito era portare a Tony una particolare pen drive su cui ha caricato alcuni codici speciali di Friday, l’assistente virtuale che ha preso il posto di Jarvis.
Quando entra nella stanza in cui Tony la sta aspettando, l’uomo è evidentemente contrariato.
“Che è successo, Tony?”
“Niente di che! Fury è disperso, Coulson ha arrestato Karen e Wanda, Jarvis si è chiuso in isolamento e Rogers è accusato di tradimento perché è scappato con un terrorista.” 
Pepper piega la testa di lato e sospira.
“La tua giornata tipo, quindi!” Lui le si avvicina e le dà un bacio sulla fronte.
“Almeno tu sei qui.”
“E ho portato le nuove patch di Friday. Non hai voluto dirmi a che ti servono.” Tony afferra la pen drive e fa il giro della scrivania. Apre il suo pc portatile e infila la pennetta prima di avviare il programma.
“Loki ha detto che il bersaglio dell’attentato poteva essere Fury. Coulson sostiene che Ross è stato a Praga una settimana fa. E’ l’ultimo indirizzo conosciuto di Barnes. Devo sapere se tra i due c’è un collegamento perché, di certo, Ross ha sia il movente che l’opportunità per organizzare un diversivo come l’attentato all’ONU per impadronirsi delle più potenti risorse militari del Paese.”
“Loki? E dov’è ora? Non l’hai nominato prima.”
“Non lo so ma se Karen è qui, lui non è lontano.”
“E la cosa non ti preoccupa?”
“Non particolarmente. Bingo!”
Una serie di dati scorre davanti agli occhi di Tony fino a che lui non individua un file chiamato ‘Roxxon’.
“Quel figlio di puttana!” Esclama Tony. “Si è davvero procurato i dati per ripristinare il condizionamento di Barnes.”
“Quindi Capitan America aveva ragione.” Dette dalle labbra di Pepper, quelle parole fanno meno male. Forse.
“Devo trovarlo. Forse sono ancora in tempo a mettere le cose a posto.”
“Come?”
“Faresti una cosa per me?”
“Purché non debba armeggiare con la cosa che hai al posto del cuore!” Lo prende in giro lei.
“Dammi un vantaggio di qualche minuto, dopodiché attiva il file ‘Shawarma’ che sta su questa pen drive.”
“Shawarma?”
“Non chiedere, è meglio.” Lei incrocia le braccia. “Ok, manderai in tilt il sistema di sorveglianza di Ross giusto il tempo che mi occorre per allontanarmi senza dover dare spiegazioni.”
“Ok, mi raccomando, fa attenzione.”
“Contaci.” Lui le fa l’occhiolino prima di lasciare la stanza. 
Pepper si siede alla scrivania e seleziona il programma che Tony le ha indicato.
“E che Shawarma sia!” Dice cliccando l’icona a forma di tacos.
Un istante dopo, tutti gli allarmi del palazzo iniziano a suonare.


Karen ha camminato avanti e indietro per la stanza in cui è stata rinchiusa fino a che Phil Coulson non l’ha raggiunta e l’ha invitata a sedersi. Lui ha preso posto dall’altra parte del tavolo. Karen lo guarda sorridere e lo asseconda. Parla con determinazione.
“Ho fatto tutto quello che mi avete chiesto, compreso non usare il mio potere per sbriciolare la porta e andarmene senza che nessuno, qui dentro, possa fare niente per fermarmi. L’ho fatto perché hai minacciato Loki e, francamente Coulson, questo non solo non è da te, ma farebbe incazzare Fury.” Coulson si sporge un po’ in avanti, le dita delle mani incrociate e poggiate sul tavolo.
“In effetti, credo di aver esagerato un po’.”
“Vuoi dirmi almeno dove si trova Loki?” Coulson si alza e raggiunge la telecamera che inquadra la stanza, passa una mano davanti all’obiettivo e poi si volta. Karen si alza di scatto.
“Loki!”
“Ciao, mia cara.”
“Non ci posso credere! Mi hai imbrogliata. Di nuovo!” Loki muove un dito per fare cenno di no.
“Ti ho dato una via d’uscita.”
“Non fare come al solito.”
“Fare il necessario per salvarti la vita?”
“Perché ti sei fatto passare per Coulson e ci hai fatti arrestare tutti?”
“Eravate circondati. Inoltre i piani di Ross prevedono l’eliminazione degli Avengers. Ho voluto evitare che il piccolo diverbio tra l’uomo di latta e il capitano dal cuore d’oro diventasse un pretesto per farvi sparare tutti.”
“Mi stai dicendo che c’è Ross dietro tutta questa faccenda?”
“Devo ammettere che è stato abile.”
“Ora ti complimenti con lui?”
“Il suo era un buon piano.”
“Dimmi che hai usato il passato perché lo abbiamo fermato.” Loki fa schioccare la lingua e fa di no con la testa.
“Ho usato il passato perché lo è stato fino a che io non mi sono intromesso. Ciò non toglie che abbia ancora un asso nella manica. Per questo devi dirmi dove sono andati il Capitano e il suo amico di vecchia data. E dobbiamo agire in fretta. Verranno presto a controllare il motivo per cui la telecamera trasmette un vecchio film western.”
“Non lo so.”
“Allora usciamo di qui e ragioniamoci con calma. Dammi la mano.” Karen obbedisce e, non appena la stringe, si ritrovano sul tetto dell’edificio.
“Questo posto comincia a diventare familiare.” Ironizza lei. Loki prende il cellulare di Fury e chiama l’ultimo numero che ha in memoria. 
La voce di Rogers risponde prontamente.
“Loki?”
“M fa piacere che impari a riconoscere gli amici, Capitano.”
“Ti devo un favore ma questo è quanto.”
“Non direi. Comunque sto per fartene un altro. Ross è entrato in possesso dei file sul progetto ‘supersoldato’.”
“Grazie ma lo so già.”
“Non t’interessa sapere come i russi hanno ottenuto il siero che ha trasformato il tuo amico nell’assassino più spietato della storia della guerra fredda?”
“Ho l’impressione che dovrò darti qualcosa in cambio per avere questa informazione.”
“Vedi? Cominciamo ad essere in sintonia. Devi dirmi dove sei.”
“A che ti serve questa informazione?”
“Ad arrivare prima di Stark. Ha già lasciato la base. Non so con quali intenzioni.” Loki sente Steve sospirare. Gli lascia il tempo di riflettere. 
“Kapustin yar.”
“E’ lì la vera squadra a cui Ross è interessato?”
“Sì.”
“E’ meglio che il soldato d’inverno sia lontano quando Stark arriverà, credimi.”
“Ricevuto.” Steve attacca e Loki ripone il cellulare nella tasca con un’espressione tesa sul viso.
“Che succede?” Gli chiede Karen.
“Nulla.”
“Quando abbassi lo sguardo in quel modo, mi nascondi qualcosa.”
“Tu sai pilotare uno dei jet dello Shield?”
“Non cambiare discorso.”
“Ci serve un passaggio in Siberia.”
“Non possiamo chiedere ad Heimdall?”
“Non serve a questo il bifrost.”
“Io non so pilotarlo ma conosco chi può farlo. A patto che mi dici che succede.”
“L’asso nella manica di Ross. Il file che il generale ha scaricato dal database dello Shield riguarda la morte dei genitori di Stark. Li ha uccisi Barnes.” Karen si porta le mani alla bocca.
“Mio Dio! Se Tony lo scopre in questo momento, vorrà la testa di Bucky.”
“Non solo la testa, credo. Allora, chi è il pilota?” Karen sospira poi prende Loki per una mano e lo invita a seguirlo.
“Vedrai, ci aiuterà.”


Nat ha maledetto, in ordine di importanza, Ross, Fury, Loki, Stark, Rogers, il vento, il sistema del pilota automatico del Queen Jet e quello della tecnologia stealth. Ha accettato di aiutare Loki e Karen soltanto perché è stata informata delle gravi notizie sul soldato d’inverno e perché Karen le ha spiegato che Fury è al sicuro su Asgard insieme a Thor e a Bruce.
Quando sono a cinque miglia dalla destinazione, si decide a parlare.
“E’ tutto inutile. Stark sarà già arrivato.”
“Ne avrà per un po’ se nella base ci sono altri soldati come Barnes.” Risponde Loki.
“Ho come la sensazione che la cosa ti faccia piacere.”
“Ti sembrerà strano ma sono coinvolto in questa cosa mio malgrado. Ma come dite voi umani? Nella buona e nella cattiva sorte!” 
Mentre tenta di atterrare sul ghiaccio senza far schiantare il velivolo, Nat si chiede quanto sia assurda quella situazione in cui Loki si comporta da eroe per fare felice Karen. La sua mente corre subito a Bruce. Si chiede se e quando lo rivedrà. 
Con un sobbalzo più duro degli altri, il jet si ferma. Loki ferma lei e Karen sulla porta.
“Voi due cercate Stark. Aiutatelo se è in difficoltà o prendete tempo se si è già liberato dei super soldati e cerca Rogers. Io cercherò di trovare Barnes e portarlo via da qui.”
“Non prendo ordini da te. E ti ricordo che Barnes deve comunque rispondere di parecchie accuse.”
“Non se Ross è colpevole e lo è. Inoltre devo ricordarti che finora sono l’unico ad aver fatto qualcosa di concreto per evitare il peggio?”
“Ne parleremo quando la storia sarà finita. Non abbasserò la guardia con te!”
“Piuttosto che darmi un inutile tormento, tieni al sicuro Karen. Non sarò così gentile se le capita qualcosa.” Nat alza gli occhi al cielo.
“Andiamo Karen o rischi di diventare vedova prima di quanto pensi.”
La donna sorride ed entrambe si allontanano dirigendosi verso l’ingresso di quello che sembra un igloo.
Loki si volta e chiude gli occhi.
“Heimdall, mi vedi? Devo parlare con mio fratello.” Loki non fa in tempo a riaprire gli occhi che l’immagine di Thor appare davanti a lui.
“Loki, che succede?”
“Sei ancora con Fury?”
“Sì, si è svegliato.”
“Chiedigli cosa si aspetta che faccia per impedire a Stark di uccidere Rogers.”
“Cosa? Perché Tony dovrebbe fare una cosa simile?”
“Perché il Capitano sta aiutando l’assassino dei suoi genitori.” Thor si volta e sembra che stia guardando la sconfinata distesa di ghiaccio davanti a sé. Quando si volta, il suo viso è contrariato.
“Dice che lui non può ordinarti di fare nulla ma che è sicuro che farai una scelta anticonvenzionale. Vuoi che venga ad aiutarti?”
“Per carità! Mi ricordo cosa è successo l’ultima volta che ti ho confidato un segreto. Rimani lì. Me ne occuperò io.” Loki si volta mentre l’immagine di Thor sparisce. “Anticonvenzionale? Lo vedremo.” Il dio muove le mani e sparisce.


Nat e Karen non hanno fatto fatica a trovare Iron Man. Dove ci sono esplosioni e confusione, lì c’è Stark.
Ovviamente si sta persino divertendo a sgominare la banda di super soldati russi.
“Stark a destra!” Urla Nat sparando per prima. Tony fa lo stesso abbattendo il penultimo soldato. Karen usa l’aether per colpire l’ultimo.
“Ragazze! Che ci fate qui?” Tony atterra alzando la maschera dell’elmo.
“Si dice ‘grazie’, Tony!” Esclama Nat sorridendo. “E comunque siamo qui per darti supporto.”
“Vi sembra che mi serva supporto?” Fa lui allargando le braccia e indicando i nemici a terra. “E poi lei,” continua indicando Karen, “non era stata arrestata?”
La dottoressa apre bocca per parlare ma Nat la anticipa.
“Le accuse sono cadute. Coulson l’ha convinta a collaborare.” Tony la guarda come se facesse fatica a crederlo ma accetta i fatti.
“Notizie di Fury?”
“E’ salvo,” risponde Natasha, “ma non ha voluto rivelarci dove si trova, vero Karen?” Lei la guarda dritto negli occhi e poi annuisce.
“Pensa che siamo tutti più al sicuro se nessuno sa dov’è.”
“Quella vecchia canaglia malpensante! Non si fida di nessuno!” Inveisce Tony.
“E’ così che è sopravvissuto finora. Vuoi biasimarlo?” Tony scuote la testa. 
“Avanti, cerchiamo il Capitano. Dobbiamo chiarire alcune cose.”
Nat e Karen si guardano. La dottoressa parla per prima.
“Tu e Nat cercate ai piani inferiori. Io nel frattempo metto in funzione i computer. Se potessimo disporre delle telecamere, li troveremmo prima.”
“Ottima idea.” Dice Nat. “Andiamo Stark.” L’uomo dà un ultimo sguardo alla dottoressa. Non sembra convinto delle sue intenzioni ma decide di fidarsi. Segue la Vedova nera lungo il corridoio buio che conduce alle scale.
Karen raggiunge il sistema elettrico e ridà energia alla struttura. Pensa che sia un buon modo per avvertire Steve che c’è qualcun altro all’interno della base. Questo deve averlo pensato anche Tony quindi non dev’essere preoccupato del fatto che sappiano che sta arrivando. Sta per dare energia anche alle telecamere quando le sue mani cominciano a tremare. Quel sintomo indica che Loki sta usando l’aether. A che gli serve quel potere se sta cercando Barnes? Attiva il sistema di controllo e sicurezza e su tre diversi schermi compaiono Loki, Steve e Barnes e Nat e Tony.
Sfortunatamente per lei, Loki si trova ancora al terzo piano interrato anche se scende molto velocemente utilizzando l’aether mentre Tony è praticamente ad un corridoio di distanza da Steve. 
Osserva con attenzione la planimetria dell’edificio e, prima che Iron Man e Capitan America si ritrovino faccia a faccia svoltando il prossimo angolo, attiva il sistema antincendio e una porta frangi fiamme si solleva ad impedire ai due di incontrarsi. 
Nel frattempo Loki ha raggiunto il quinto piano interrato. Manca poco e raggiungerà Barnes. Decide che non può stare con le mani in mano. Imita Loki e modifica la struttura del pavimento con la gemma della realtà.
Lentamente discende fino alla camera in cui aveva visto Steve e Bucky negli schermi.
La realtà, però, non è quella che si aspetta neppure stavolta.


Se Loki avesse avuto un’esistenza semplice, probabilmente non sarebbe diventato un abile manipolatore della realtà. 
Tuttavia tre cose sono sempre ben chiare nella sua mente e da un lato gli consentono di non perdere mai il contatto con ciò che è vero, mentre dall’altro gli permettono di macchinare continuamente con grandi progetti.
Una è l’istinto di sopravvivenza, la seconda è la predisposizione al cambiamento, la terza una certa mancanza di autostima.
Ad una mente razionale, le tre cose potrebbero sembrare incompatibili o, perlomeno, in conflitto. 
Eppure Loki ha sempre ritenuto che il naturale bisogno di conservazione non debba essere considerato incoerente con l’accettazione del cambiamento naturale delle cose e che, piuttosto, lo favorisca. Per questo talvolta è necessario mettere da parte quell’orgoglio di cui ritiene fin troppo dotati tutti quelli che conosce.
Ha sperimentato sulla sua pelle diversi tipi di orgoglio. Quello ottuso dei giganti di ghiaccio, quello violento di Thor, quello regale di Odino, quello strafottente di Stark e quello fragile della donna che ama.
Su tutti è quello di sua madre ad averlo segnato. Un orgoglio che nasce dalla sola volontà di perseguire cosa è giusto.
Per questo sa che si tratta della migliore, e allo stesso tempo, peggiore forma di orgoglio. Non lascia scampo a ripensamenti. Si fonda su una certa predisposizione dell’anima a fare del proprio meglio.
L’orgoglio di Rogers è simile a quello di Frigga. 
Per questo sa che non ha scelta. Capitan America non accetterà mai di perdere in uno scontro in cui è in gioco la vita di uno dei suoi amici.
Così, dopo aver sbriciolato l’ennesima parete usando la magia, quando si ritrova faccia a faccia con Rogers e Barnes agisce in fretta. Adopera l’aether e ridisegna la geometria della stanza in modo che all’interno, oltre a lui, resti solo il soldato d’inverno.
“Cosa vuoi da me?” Chiede Bucky, in parte rassegnato all’idea che non uscirà facilmente da quella base. Loki allarga le braccia.
“Vuoi la versione completa o il riassunto?”
“Il riassunto va più che bene.”
“Sei stato incastrato. Il generale Ross ha macchinato tutto per togliere Fury dai giochi e creare una sua squadra di supersoldati in grado di assicurargli il comando delle operazioni belliche dei gloriosi quanto stupidi Stati Uniti d’America.” 
Barnes rilassa le spalle e abbandona la posizione da battaglia. Allenta i pugni e si guarda intorno. Loki riconosce i segnali. Sta abbassando la guardia. Riprende il discorso.
“Questo non significa che tu sia al sicuro.” Nell’udire queste parole, Bucky pare tendersi di nuovo e ricordarsi che Loki lo ha separato da Steve.
“Che ne hai fatto di Steve?”
“Questo discorso riguarda solo noi due.”
“E chi lo dice?”
“Un dio asgardiano che di recente è entrato in possesso del potere di cambiare la realtà a suo piacimento. Fossi in te non lo farei innervosire.”
“Io voglio solo aiutare Steve a sgominare i super soldati e andarmene da qui.”
“Dovresti rivedere le tue priorità.”
“Dovrei lasciare indietro Steve?”
“Non ha bisogno di te. Lo sai bene.” Loki lo dice con malizia, l’intento è quello di ferire. Magari Barnes capirà. Loki ha bisogno che capisca. Ha già delineato nella sua mente ogni possibile scenario che può seguire alla situazione che si è creata e nessuno spingerebbe Loki a credere che la presenza di Barnes nelle vite degli Avengers cambierebbe in meglio il loro destino. L’uomo di fronte a lui stringe i pugni ma il suo intento non sembra quello di attaccare.
“Cosa dovrei fare secondo te?” Loki lo guarda dritto negli occhi.
“Sparire.” L’uomo sospira e sorride.
“Immagino che tu non stia suggerendomi di fuggire.” Loki scuote la testa e solleva una mano.
“Posso garantirti che non sentirai nulla.” Dice liberando l’aether. Il fluido si allunga verso Bucky ma si ritira non appena la parete alla loro destra prima cede sotto un colpo fortissimo e poi crolla. Quello che segue é l’unico scenario che Loki non aveva previsto.


Karen ha raggiunto la stanza in cui sperava di trovare Steve e Bucky ma, ad attenderla, c’é solo il Capitano che cerca di buttare giù la parete che, improvvisamente, lo ha separato dal suo migliore amico.
“Steve!” L’uomo si volta verso l’amica e interrompe per un momento la sua battaglia contro il cemento armato rinforzato dell’edificio.
“Karen! Spiegami che diavolo sta combinando Loki!”
“Calmati Steve. Stiamo cercando di evitare che vi scontriate con Tony. Anche lui è qui.”
“Questa storia non mi piace. Abbiamo affrontato alcuni supersoldati che Ross ha risvegliato dall’ibernazione. Alcuni ci sono sfuggiti. Cercavamo di raggiunge il sistema di controllo del condizionamento mentale che si trova oltre questa parete quando é apparso Loki e ci ha divisi.”
“Lascia che me ne occupi io.” Dice la donna avvicinandosi al muro. Steve scuote il capo.
“Mi bastano altre due spallate ben assestate. Non mi piace come diventi quando usi l’aether.” Quelle parole hanno il potere di bloccare sul posto Karen. Lui se ne accorge e si affretta a spiegare mettendole una mano sulla spalla. “Non giudicarmi male, Karen. Non ti sto biasimando perché ti sei adattata alla tua nuova vita. Sei decisamente stata più brava di me in questo. Vorrei solo che non fossi costretta a combattere. Che non fossi costretta a difenderti.”
Lei gli sorride e piega la testa di lato affinché la sua guancia tocchi le nocche della mano di Steve ancora stretta sulla sua spalla.
“Non lo faccio per difendere me. Lo faccio per difendere i miei amici.”
“Stavolta non ce n’è bisogno.” Conclude lui assestando un ultimo colpo alla parete che s’infrange sotto i colpi dello scudo. Quel briciolo di pace che gli ha trasmesso Karen, svanisce non appena vede Bucky privo di sensi, il collo stretto in una delle mani di Loki.

 
  
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