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Autore: Secchiello    09/11/2020    0 recensioni
Ricordi e sprazzi di vita di Nina, un mio personaggio creato per la campagna di D&D 5ed "The Owhal chronicles".
Realizzo questo progetto solo per far leggere ai miei amici qualcosina sulla lore e sul passato del mio personaggio, se quindi siete una persona a caso all'oscuro di storia e trama... beh ti consiglio di non leggere questa cosa!
Utilizza il tuo tempo su qualcosa di più utile :)
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordo I: “Ci sono anch'io”

 

Buio.

Ora luce.

Prima era tutto nero.

Cosa è successo?

Caldo, umido.

Ora freddo.

Dove sono?

Che mi è successo?

Da quando io penso?

Da quando io sento?

Ma io sento?

Sono sensazioni queste?

La mia pelle è bagnata?

La mia pelle ha freddo.

I miei occhi vedono?

E' tutto rosso? E' più chiaro di prima.

Non è più solo nero.

E questo suono?

E' la mia mamma?

Mamma?

Perché urli?

Mamma stai piangendo?

Ti stanno facendo del male?

Chi sono questi?

Mamma.

Mamma ho freddo.

Mamma ho fame.

Mamma che cosa è successo?

Mamma perché sono qui?

Dimmi che va tutto bene.
Torniamo a 5 minuti fa.

Voglio restare come eravamo allora.

Stavamo così bene, no?

E tu non urlavi così.

Ma io sono in grado di sentire tutto questo?

Ma.

Mi manca il fiato.

Cos'è questa sensazione?

Non respiro.

Mi fa male il petto.

Aria.

Voglio aria.

Voglio respirare.

Voglio farlo ora.

Male.

Dolore.

Suoni.

No.

Non ce la faccio.

Mamma.

“NGHEEEEEE UNGWEEEEEEEE”

“Il bambino piange, vuol dire che è sano”

Insieme di voci.

“Congratulazioni mio signore”
“E' una bella bimba”

“Una bimba?”

“Si mia signora, una bimba, ed è sanissima”

“Tesoro, sei contento, è una bimba”

“Si cara, è bellissima...”

“Vado ad avvisare i nostri amici mi congedo cara, saranno in pensiero”

Una voce sembra interromperli “Signora prenda in braccio la bimba provi ad allattare”

“Caro, aspetta...”

Ma “caro” è già andato via.

“Tesoro” è in mezzo a mille cure e attenzioni, e ci sono anch'io.

Io sono in braccio alla mia mamma.

Non ho più freddo. E' bello stare al calduccio mamma.

Vicino a te.

Insieme a te.

Ho fame mamma.

“Forza piccola”

Mi accarezza la schiena, una mano dolce.

Buona questa pappa mamma.

Che fatica però.

Buona.

Ma sono stanca.

“Che piccolina”

“Mia signora, ma il nome?”

“Eh mio marito, non so dove sia andato”

Io lo so. Era lì vicino alla porta. E' corso dal suo amico fidato. Gli ha detto che era una bambina.

Forse sembrava preoccupato.

“Sua altezza, è qui?”
“Si eccomi”
“Sua altezza è richiesto per il nome della bambina”

Quando entra nella calda stanza trova la sua bella moglie, capelli lunghi e biondi, scompigliati. Goccioline di sudore sulla fronte, uno sguardo stanco ma soddisfatto. Indossa una larghissima camicia bianca, aperta in petto. Io sono lì fasciata in un preziosissimo lenzuolo bianco smerlato. Cullata nell'abbraccio materno più rassicurante del mondo.

“Cara...”

“Shhh, penso si stia per addormentare”

“Cara, penso di sapere per il nome”

“Ma è bellissimo, si le si addice”

Mh?

Il mio nome?

Sonno lasciami un altro po' di tempo.

Lasciami ascoltare questa ninna nanna altri 5 minuti.

Sonno?

Il mio nome...

 

...

Dove sono ora?

Sembra un letto.

Sento delle urla.

E' il mio papà?

E' passata qualche ora? Qualche giorno?

Papà?

Cosa c'è che non va?

“Beringar portala lontano da qui, non può stare qui”

“Mio signore, ne è sicuro?”

“Si piuttosto uccidila tu con le tue mani”

“Mio signore si calmi”

...

“Beringar, questo è il tuo compito. Non. Deludermi.”

“Questa notte. Lo farai questa notte. Portala via da qui. Presto”

“E soprattutto, che non venga a sapersi in giro...”

 

...

E' notte?

Di chi sono queste grandi mani?

Mamma?

Perchè ora fa freddo?

“Shhh piccolina, ora te ne stai buona qui dentro”

...

“Come potrei ucciderti io? Ma non esiste.”

“Non ce la faccio”

“Facciamo così bella bimba, io ti lascio qua nel tuo cesto. Si è un notte d'inverno. Ecco perché ti conviene piangere forte. Spera che qualcuno ti noti. E' una strada trafficata... ah Beringar guardati, ridotto a parlare con un neonato che non capisce nulla di quello che dici”

Ho freddo.

“Bene bimba, ora piangi. Ti prego. Fa che qualcuno ti noti.”

“Non morire, non me lo perdonerei mai”

“Non guardarmi così, non posso tenerti io”

“NGHEEEEE UNGWEE”

Ho fame.

Ho freddo.

Dove siete tutti.

Mamma.

Mamma?

Mamma...

...

“Caro caro, senti? Il pianto d'un bambino”

“Ma cosa dici cara?”

“Si da fuori, quel cestino! Fermi la carrozza, fermi i cavalli!”

“Quale mostro lascerebbe una bambina qui da sola in una notte d'inverno...”

“Teniamola tesoro, te ne prego”

“E' un segno del destino, non potevamo avere altri figli altrimenti”

“Che bel visino”

“Questa stoffa sembra di valore”

“E' così piccola”

“Perché non la chiamiamo Nina?”
“Mi piace, si, Nina, ti calza a pennello”

 

 

...

“E così l'avete raccolta voi, vi terrò d'occhio. Crescete per me, la piccola Nina”

“Non mi perdonerò mai, ti prego, cresci bene, forte sana, non morire”

 

 

 

 

Stavo bene, al caldo, tra le braccia di quella donna nuova. Sentivo però nel mio cuore come una rottura, sentivo nelle mie orecchie il pianto di una madre che va nella stanza del pupo ad allattarlo e non lo trova. Un pianto disperato e singhiozzante, le mani nei capelli, lo sconforto nel trovare la finestra aperta. Mamma non farti del male. Mamma non è colpa tua. Non rattristarti, sono viva. Sono qui. Non mi hanno uccisa, mamma.

 

 

 

   
 
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