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Autore: Evola Who    09/11/2020    1 recensioni
*AMBIENTANTO DOPO GLI EVENTI DI LAST SHOT* *SPOILER DEL LIBRO*
Dopo quella folle e quasi mortale impresa del Phylany, non vedeva l'ora di fare rientro a casa, dalla sua famiglia, e assicurarsi che stessero bene. Ma, soprattutto, desiderava restare con loro, con sua moglie e suo figlio...
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Principessa Leia Organa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I Need You
 
 


Han Solo stava ritornando a casa.
 
Dopo quella folle e quasi mortale impresa del Phylany, non vedeva l'ora di fare rientro a casa, dalla sua famiglia, e assicurarsi che stessero bene. Ma, soprattutto, desiderava restare con loro, con sua moglie e suo figlio...
 
Dopo aver salutato Lando e Kaashha e averli lasciati insieme a Cloud City - notando le loro espressioni molto felici – avevano fatto tappa a Kaskyyyk per lasciarvi Chewbe. Si erano scambiati un saluto affettuoso, sapendo che non si sarebbero rivisti per qualche tempo, perché entrambi avevano bisogno di riprendersi da questa avventura.
 
Infine Taka e Flory lo avevano riportato a casa, a Chandrilla, con quel rottame di  nave della Vermillion, attterando in un hangar non troppo lontano dalla sua abitaizone. Salutò per l'ultima volta giovan* pilot* (*)  Andariana e la affettuosa ma aggressiva Ewok, ringraziandoli ancora per avergli salvato la vita e augurandosi di non doversi più vedere in una simile situazione.
 
Dopo quel breve ma intenso addio, corse via, dirigendosi verso il turboascensore, che lo avrebbe portato a casa. Non vedeva l'ora di rivedere la sua famiglia, per poter dire quanto amasse sua moglie e  quanto volesse bene a suo figlio.
 
Finalmente, arrivò davanti alla porta di ingresso, la aprì ed entrò, esclamando: "Indovinate chi è appena tornato?"
 
"Papì!" esclamò Ben, tutto felice. Lasciò i suoi giochi a terra e corse verso suo padre.
 
Han si abbassò e si inginocchiò a terra, allargando le braccia per accogliere il piccolo di due anni, che lo strinse forte attorno al collo come se temesse di vederlo andare di nuovo via.
 
"Hey, piccoletto!" esclamò Han divertito, prendendolo in braccio e rialzandosi. "Come sono state le giornate senza di me? Immagino molto noiose, eh?"
 
Osservando il volto sorridente di suo figlio, Han si sentì rassicurato e dimenticò subito tutte le disavventure degli ultimi giorni.
 
"Mi sei mancato!" rispose Ben molto chiaramente. "Mi sei mancato tanto, tanto, tanto!"
 
Quelle parole gli fecero stringere il cuore dalla gioia. Erano parole semplici, che però racchiudevano tante cose. Cose che lui non sapeva bene come definire.
 
Prima di partire con Lando, si sentiva sempre frustrato e annoiato. Soprattutto, si sentiva inadeguato come padre. Non credeva di essere adatto per quel ruolo. Pensava che Ben sarebbe stato meglio, senza di lui...
 
E così era partito, restando lontano da casa per vivere una grande – ma non voluta – avventura, e ritrovandosi come ai vecchi tempi, ritornando a volare in mezzo alle stelle.
 
Ma quando, via ologramma, aveva visto suo figlio in braccio alla mamma che allungava la manina cercando di prendere la sua e gli chiedeva di tornare, aveva capito che il suo posto era lì. Aveva visto suo figlio e questo gli aveva dato la forza di sopravvivere, tornare e mantenere la sua promessa. Avrebbe combattutto tutti i mali per la sua famiglia. E lo avrebbe fatto ancora e ancora, rischiando la sua stessa vita per loro.
 
E vedere Ben corrergli incontro a braccia aperto dicendo che gli era mancato, gli aveva fatto dimenticare definitivamente le sue insicurezze. Mandò al diavolo l'idea che Ben avrebbe vissuto molto meglio senza di lui! Certo, la paternità lo spaventava ancora. Ma, per Ben, avrebbe fatto quasiasi cosa. Perché sapeva che era una delle poche cose che aveva fatto bene nella sua vita.
 
Forse non sarebbe stato il più grande papà della Galassia, ma ci avrebbe provato. Come aveva detto a Leia, poco prima di tornare a casa. Ci avrebbe provato e riprovato, consapevole che avrebbe commesso degli errori ma più che pronto a rimediare a tutti quanti. Ma, sopratutto, sarebbe rimasto accanto a lui, a ogni costo.
 
"Mi sei mancato tanto, tanto, tanto!" ripeté Ben mettendo una mano tra i suoi capelli, stringendolo ancora di più.
 
Si godette quel momento, finché non si aggiunse un'altra dolce voce: "C'è spazio anche per me?"
 
Han alzò lo sguardo, vedendo Leia, che sorrideva in tutto il suo splendore. Indossava l'abito da senatrice e aveva i capelli raccolti come nelle occasioni ufficiali, ma era più  bella che mai.
 
"Leia!" disse Han, con un sorriso luminoso stampato in faccia.
 
Se già poterla vedere via ologramma si era rivelato uno dei momenti migliori della missione, adesso, avendola davanti a sé, in carne e ossa, gli fece provare un'altra gioia immensa. Di certo, dopo questa esperienza, non sarebbe partito tanto presto. Soprattutto, per un'altra missione simile.
 
Spostò di qualche centimetro Ben, sorreggendolo con un braccio, e lasciò scivolare l'altro attorno ai fianchi di Leia, che rise e gli diede un bacio sulla guancia.
 
Nonstante fosse passati soltanto pochi giorni, per Han era come se fosse trascora un'era dall'ultima volta che erano stati tanto vicini. Come ai tempi della guerra. Non avrebbe potuto avere più pace nel cuore come in quel momento, vicino alla sua famiglia da cui era tornato – più o meno – sano e salvo.
 
"Ti sei finalmente stufato di fare l'eore?" chiese Leia con un sorriso dolce e il tono ironico.
 
"E tu non hai sentito la mia mancanza? Non ti sono mancato tanto, tanto, tanto?" rispose Han, con un mezzo sorriso e con il tono divertito.
 
Leia gli rivolse uno sguardo paziente e poi scoppiarono a ridere, guardandosi negli occhi e godendosi quel raro momento di spensieratezza.
 
"Mi sei mancata tantissimo, Leia. disse quasi sussurando, perdendosi nel suo sguardo.
 
"Lo so, Han, lo so."
 
Non cessarono di guardasi, con aria sempre più romantica e a tratti maliziosa. Iniziarono a baciarsi. Si abbandonarono a un lungo e dolce bacio, perché, anche se erano stati separati pochi giorni, ne avevano bisogno come dell'aria, era una cosa rimasta in sospeso, e fu un momento dolcissimo, proprio come il loro primo bacio, tanto tempo prima...
 
Sembrava tutto perfetto. Troppo perfetto. E, infatti, il dolce momento fu interrotto da un terzo incomodo, piuttoso insolente.
 
"Eeeh! Schifo!"
 
Smisero di baciarsi e Han si voltò verso il figlio, dicendo: "Come?"
 
"Schifo!" ribatté Ben, con espressione disgustata.
 
Han questa volta assunse un'aria di finto stupore, esagerando così tanto la sua espressione che Ben scoppiò a ridere.
 
"Ma... come schifo? Guarda che il bacio è la cosa più bella che potresti ricevere in questa galassia! È il gesto d'amore per eccellenza! C'è gente che fatica tantissimo, pur di ricevere un bacio dalla persona amata. E, spesso, non solo questo..."
 
Han lanciò uno sguardo malizioso in direzione della moglie, che per tutta risposta alzò gli occhi con aria paziente e un po' irritata, anche se non riuscì a nascondere un sorrisetto.
 
"Perciò," proseguì Han, tornando a volgersi verso Ben, "ricordati che non c'è niente di meglio di un bacio da condividere con la persona che ami. Quindi mi auguro proprio che, un giorno, troverai una bella ragazza che ti darà un bel bacio in bocca!"
 
"Noo! Schifo!" rispose Ben con il volto disgustato prima di nasconderlo contro la spalla del padre, facendo ridere i due genitori.
 
"Beh, ha già le idee chiare!" commentò Han ironicamente.
 
Cenarono insieme, come una normale famiglia. Mangiarono le buona pietanze preparate da un droide protocollare, la cui presenza sembrava intimidire leggermente Ben. Han raccontò la sua avventura con il Phylanx insieme a Lando e alla loro squadra, omettendo le parti più paurose e grottesche della missione, ma esagerandone spesso e volentieri altre per far divertire il figlio. Ben lo seguiva dalle sue labbra e sussultava a ogni finto colpo di blaster che imitava con la bocca.
 
Dopo cena, Han e Ben si misero a giocare insieme sul pavimento del soggiorno, dedicandosi a battaglie immaginarie e a distruzioni di città fatte di mattocini.
 
Ben sembrava sempre il solito bambino pieno di energia che non aveva nessuna intenzione di crollare dal sonno. Han, nonostante fosse distrutto da tutto quello che aveva vissuto negli ultimi giorni, riuscì a resistere, cercando di ricaricarsi con le risate del figlio.
Si rendeva conto di essere fortunato, di giocare con lui.
 
Voleva recuperare tutto il tempo perduto per cercare di essere un buon padre. Questa volta, però, ci avrebbe provato credendoci di più e senza lasciarsi catturare dallo sconforto.
 
Dopo quasi un'ora, tra lo stupore dei genitori, che sapevano bene quanto faticasse ad addormentarsi, Ben crollò per il sonno. Fu Han a incaricarsi di prenderlo in braccio, trasportarlo nel letto, rimboccargli le coperte e mettergli vicino il vecchio pupazzo con cui dormiva sempre, il dono che Lando gli aveva fatto al momento della nascita.
 
Han restò per qualche istante seduto sulla sponda del letto, guardando con dolcezza il figlio addormentato e tenendogli una mano sulla testina.
 
"Te l'avevo promesso che sarei ritornato da te, Ben. E sempre lo farò" sussurrò, chinandosi per dargli un bacio leggero. Si alzò im piedi, uscì dalla stanza e accostò la porta dietro di sé
 
Fuori dalla stanza, lasciò andare un lungo sospiro. Erano stati giorni abbastanza movimentati, e aveva un gran bisogno di riposo.
 
"Cavolo, sto davvero diventanto troppo vecchio per queste cose..."
 
 
***


Han entrò in camera da letto, slacciando il cinturone a cui era attacca la fondina (vuota, dato che, per sicurezza, prima di cena aveva nascosto il blaster lontano da Ben) e togliendosi gli stiviali e il gilet.
 
Finalmente libero dall'attrezzatura, si buttò sul letto, sdraiandosi comodamente sul materasso e sbottonando i primi bottoni della sua camicia stropicciata e sporca. Fece un lungo sospiro e chiuse gli occhi.
 
Si godette il silenzio di quell'istante di pace.
 
"Giornata lunga, generale?" lo apostrofò una dolce voce.
 
Han aprì gli occhi e alzò la testa, seguendo l'origine di quella voce. Leia stava uscendo dalla grande cabina armando, alzando la spallina  della sua bellissima e lunga camicia da notte. Restò rapito da quella visione.
 
Non indossava nulla di troppo succinto; anzi, era una normalissima camicia da notte che le cadeva fino alle caviglie, color blu notte e con le sottili spalline ornate di perle. Ma per Han, che negli ultimi giorni aveva visto sua moglie solo via olograma, accompagnato ogni volta dalla paura di non uscire vivo da quella situazione e non poterla abbracciare mai più, quella era la visione più bella che si fosse mai trovato di fronte.
Leia ricambiò il suo sguardo con aria dolce e un delicato sorriso appena abbozzato, probabilmente divertita.
 
"Cosa..." borbottò Han, perso a contemplarla. Facendola ridere, proseguì frettolosamente: "Oh, sì, sì. Sono state giornate abbastanza dure."
 
Leia stava inizando a scogliere i suoi capelli dall'accurata acconciatura da senatrice in cui li aveva tenuti raccolti per tutto il tempo. Han le fece segno di fermarsi e, alzatosi, le si avvicinò.
 
"No, aspetta, lascia a fare a me..."
 
Han assunse un'aria da canaglia matricolata mentre Leia, senza dire nulla, gli voltò le spalle, lasciandogli libero accesso ai suoi capelli.
 
Il piolta inizò a scogliere le lunghe e liscie ciocche scuore, accarezzandole dolcemente con le dita, facendole ricadere una dopo l'altra, posando tutti i fermagli e i decori preziosi sulla toeletta. Non riusciva a smettere di sorridere nell'ammirare quella cascata scura di capelli.
 
Quando ebbe finito, i capelli le cadevano quasi all'altezza del bacino. Questo  rendeva Leia più bella, più dolce, più... umana, in un certo senso.
 
La prima volta che l'aveva ammirata con i capelli sciolti era stato poco prima della battaglia di Endor, e gli era sembrato quasi strano. Col tempo, però, aveva fatto l'abitudine a vederla in quella maniera che la rendeva più vera.
 
Han appoggiò le mani sulle braccia lisce di Leia e l'attirò a sé, cominciando a darle piccoli e appassionati baci sul collo. Da principio lei si irrigidì, stupita, ma poi si abbandonò a quei baci.
 
"Han..."
 
"Shhh... mi sei mancata, Leia. Mi sei mancata davvero tanto" mormorò Han, senza smettere di baciarla e accarezzandola delicatamente sulle braccia.
 
Lei rise e questo lo spronò a baciarla ancora di più, passando dal collo alle guance mentre cercava le sue labbra. Le sue mani, intanto, raggiunsero le spalline e le fecero scivolare.
 
Fecero l'amore per tutta la notte, e ci misero tanta dolcezza e passione come se fosse stata la prima volta. Volevano prendersi tutto il tempo della galassia per pensare solo a se stessi e al loro amore, dimenticando tutte le loro responsabilità e problemi.
 
Come una volta.
 
Infine, si abbandonarono, spossati e soddisfatti, e Han la tenne stretta tra le braccia, come se avesse paura di vedersela scomparire davanti agli occhi.
 
Anche se sapeva che il suo posto era con lei e con Ben, voleva che fosse chiaro, e lo dimostrò tenendola stretta al petto, facendo battere i loro cuori all'unisono.
 
Le accarezzò dolcemente i capelli, guardando il suo viso adombrato dal sonno, e sussurrò: "Ti amo."
 
"Lo so."
 
Leia sorrise e gli si strinse ancora di più addosso, dandosi sicurezza e conforto a vicenda.
 
Anche Han sorrise, prima di darle un bacio sulla fronte. E, infine, si addormentarono insieme.



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Il presonaggio di Taka Jamorees, è non-binario.
Qundi, del coroso del romanzo non vengono mai
usati pronomi maschili o femminili. solo con un 
ləi.

Note:
Nuova storia! :D
Così, senza senso. Ne botto
(cit. Boris)
E niente, questa piccola storia
dedicata alla tenera famiglia Solo,
l'ho scritta in estate. 
Perchè ho un depole per il baby
Ben Solo e il rapporto con suo padre 

Predendo il finale del bellisimo romanzo di 
Deniel José Older, "Last Shot."
Immagiandomi il ritorno a casa di Han,
dopo le scene citate della mia fiction
E eccoci qui! :)
Spero che questa storia vi sia piacuto,
rigazio al mio amico IndianaJones25

Che senza di lui, non avrei mnai pubblicato 

questa storia. Qundi, grazie per la tua
infinita pazienza ❤
E rigrazio a tutti quelli che hanno letto questa
storia e per le vostre recesioni!
Alla prossima
Evola

   
 
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