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Autore: nouv84    09/11/2020    9 recensioni
“E allora la sera del matrimonio di Kasumi?”
“Oddio Ranma, avevamo detto che non ne avremmo mai più parlato: eravamo totalmente ubriachi..”
“Non mi sembra che ti sia dispiaciuto però…”
“Non ho detto questo…” avvampò “ma non sarebbe mai dovuto succedere!”
“Nessuna delle 3 volte?”
“No” rispose lei con tono imbarazzatissimo ma al tempo stesso divertito “Nessuna delle 3 volte…”
“Ok maschiaccio, ho capito l’antifona. Me ne vado a letto a casa mia.”
“Buonanotte Ranma, cerca di essere puntuale a lavoro domani…”
Le diede un bacio sulla fronte.
“Io sono sempre puntuale!”
E se ne andò, lasciandola sola con i suoi pensieri: come erano arrivati a quel punto?
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, ranma/akane
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“E allora la sera del matrimonio di Kasumi?”
“Oddio Ranma, avevamo detto che non ne avremmo mai più parlato: eravamo totalmente ubriachi..”
“Non mi sembra che ti sia dispiaciuto però…”
“Non ho detto questo…” avvampò “ma non sarebbe mai dovuto succedere!”
“Nessuna delle 3 volte?”
“No” rispose lei con tono imbarazzatissimo ma al tempo stesso divertito “Nessuna delle 3 volte…”
“Ok maschiaccio, ho capito l’antifona. Me ne vado a letto a casa mia.”
“Buonanotte Ranma, cerca di essere puntuale a lavoro domani…”
Le diede un bacio sulla fronte. “Io sono sempre puntuale!”
E se ne andò, lasciandola sola con i suoi pensieri: come erano arrivati a quel punto?

4 anni prima, dopo il matrimonio fallito.


Soun Tendo osservava il suo amato dojo devastato, la sua casa sottosopra e, sopratutto, pensava a quanto male dovesse stare la sua figlia più piccola.
Di tutte e tre le sue figlie, Akane, era quella che lo faceva preoccupare di più: Nabiki era totalmente indipendente e pronta alla vita, Kasumi era l'angelo del focolare: avrebbe trovato un buon marito e si sarebbe occupata totalmente di lui. Mentre Akane…beh i guai della sua piccola Akane dipendevano totalmente da una sua colpa.
Si rese conto che la situazione era arrivata al punto di rottura quando non la vide uscire per due giorni e due notti dalla sua stanza.

L’uomo aveva preso la sua decisione. Era tempo di dare una svolta alla situazione assurda che si era creata in quella casa.
Finirono di cenare quando, serissimo, abbassò le sue bacchette e disse “Kasumi, per favore, vai a chiamare tua sorella. Devo urgentemente parlare a tutti quanti”
“Va bene papà”
“Soun, amico mio, che sta succedendo?” Un preoccupatissimo Genma l’osservava con il timore di aver capito cosa stava per succedere.
Akane arrivò, pallidissima. Aveva gli occhi gonfi, sembrava non dormisse da mesi. Nessuno disse una parola. Ranma l’osservò, distrutto.
Le fece posto accanto a lei: entrambi avevano intuito che quello che stava per dire il capofamiglia li riguardava.

“Bene ragazzi” cominciò “immagino sappiate perché siamo tutti qui.”
Improvvisamente smise di parlare, mise le mani a terra e abbassò la testa talmente in basso da toccare il pavimento. Per la cultura giapponese quel dogeza rappresentava la scusa più profonda e sincera.
Kasumi vide quel gesto quasi umiliante e si mise le mani alla bocca mentre Nabiki, forse per la prima volta, sembrava scossa.
Ranma e Akane si guardarono, sconcertati.
Genma aiutò l’amico ad alzarsi “Soun cosa stai facendo...”
L’uomo riprese “Vi chiedo scusa ragazzi, sono tremendamente mortificato.”
“Papà…” Akane non sapeva cosa dire.
“Akane, bambina mia, chiedo scusa specialmente a te. Con la mia ossessione per questo matrimonio ho combinato un disastro e ti ho spezzato il cuore”
“Papà non è colpa tua!”
“Sì che lo è! Ho preso la mia decisione: da ora in poi non ci sarà nessun altro matrimonio, nessun fidanzamento. Nessun dojo da ereditare. “
“Tendo cosa stai dicendo!” Genma era pietrificato.
“Genma, amico mio, guarda cosa abbiamo fatto” disse indicando la casa e il dojo distrutti “guarda cosa abbiamo fatto ai nostri figli! Abbiamo anteposto il dojo alla loro felicità, non abbiamo mai tenuto conto di cosa volessero loro”
I ragazzi abbassarono lo sguardo.
“Akane” prese le mani della figlia “il dojo è tuo, ti spetta di diritto. Non ci sarà bisogno di nessun matrimonio: lo gestirai tu, con l’aiuto delle tue sorelle, se vorranno aiutarti. Deciderai tu se, come e quando sposarti. Io non interferirò mai più nella tua vita.”
Poi passò a Ranma “Ranma, ragazzo mio, tu per me sei come un figlio e voglio che tu e tuo padre rimaniate in questa casa con noi. Chiedo solo…” aggiunse guardando entrambi “che vi diplomiate.”
Akane non credeva alle sue orecchie: suo padre le stava dando fiducia. Il fatto che fosse nata femmina non era più un problema.
Ranma, invece, pareva scosso da quella decisione, si sentiva fuorioso. Si alzò e andò in camera sua senza dire una parola.
   
 
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