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Autore: Biblioteca    10/11/2020    1 recensioni
Salazar Serpeverde e Godric Grifondoro sono convocati da Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero per discutere un problema che sembra comico, ma in realtà è molto serio: come si può fare per garantire agli studenti un luogo conosciuto come "bagno" in una scuola magica costruita in pieno medioevo?
Ecco come sono nati i bagni della scuola di Hogwarts... e come Salazar ha trovato la grotta che un giorno sarebbe diventata la camera dei segreti.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Godric Grifondoro, I fondatori, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Serpeverde, Tassorosso, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Quattro fondatori per un castello'
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Salazar uscì dalla foresta che era quasi ora di pranzo.
Rientrando nel castello, si avviò subito verso le cucine. Sulla via lo colse alle narici un profumo che non aveva mai sentito prima, me che gli sembrava tremendamente buono.
Più si avvicinava, più l’odore si faceva intenso. Alla fine arrivò nelle cucine con un’acquolina in bocca di cui quasi si vergognò. Si dimenticò perfino del suo piano tanto era curioso di capire cosa stava suscitando tanto subbuglio nel suo stomaco. Nel forno incantato di Tosca era però impossibile vedere l’interno. Salazar si mise davanti ad esso e cercò di andare… a naso, per indovinare cosa contenesse.
“Sono sicuro che ci sono delle rape… però anche cannella sembrerebbe… forse…. Forse c’è cipolla… ma è dolce o salto? Non lo capisco. Nel mio castello non c’erano mai dolci. Almeno qui, grazie a Tosca mangio bene.”
“Ah Salazar! Siete tornato!”  esclamò Tosca, entrando in cucina.
“Che state preparando di buono?” chiese subito Salazar.
“Torta salata, con rape, cipolle e patate.”
“Ma l’odore non lascia intendere quasi nulla degli ingredienti!”
“Ho innaffiato tutto con del buon vino rosso e aggiunto delle spezie orientali. Volete avere l’onore di assaggiare per primo?”
“Va bene.”
La torta sembrava una torta di mele all’esterno. Tosca tagliò per lui una bella fetta e quando il coltello incise la crosta, l’odore era talmente buono che il nobile mago si pentì di tutte le cattiverie pensate fino a quel momento su Tosca. Pur rispettandola (e in parte temendola, soprattutto dopo la sua vittoria alla sfida delle case comuni*), l’aveva sempre considerata una maga troppo concentrata sul duro lavoro e troppo paziente, troppo poco ambiziosa e troppo timida… insomma era il suo opposto, e a lui non piaceva per niente il suo atteggiamento “passivo”. Però, senza di lei e la sua cucina, sicuramente le cose sarebbero andate in modo molto diverso in quella scuola. E forse il loro stesso gruppo non avrebbe mai funzionato.
Divorò la fetta di torta salata con foga. Era deliziosa.
“Un’altra fetta?” domandò Tosca sorridendo.
“Sì grazie!” borbottò Salazar con il boccone finale ancora in bocca.
Mentre mangiava la seconda fetta, ripensò al suo castello, alle notti insonni, al tè del mattino, all’umidità della palude che raffreddava subito qualunque zuppa e pudding fosse preparato, all’odore di muffa che ora quasi non ricordava più… e proprio in quel momento gli venne in mente il vero motivo per cui era sceso nelle cucine.
Anche Tosca si rese conto che Salazar aveva all’improvviso cambiato atteggiamento.
“Immagino che non sei venuto qui solo per mangiare…” mormorò la strega.
“Mmmh no, in effetti no…” fece Salazar facendo apparire dal nulla un fazzoletto con la bacchetta per pulirsi la bocca.
Per un po’ i due rimasero in silenzio; Salazar pesò bene le parole, le scelse con molta cura, e infine disse: “Immagino che anche voi ci siate rimasta male, come Godric, per l’abbandono improvviso della riunione.”
“Ammetto di sì. Ma immaginavo che non sareste stato d’accordo con la tecnologia babbana. Però, qua si tratta di una questione di buon senso che deve andare al di là della nostra natura magica.” Replicò calma Tosca.
“L’uso di una tecnologia babbana è… deplorevole… credo che molti maghi non lo accetteranno. A meno che ovviamente, non sia un mago a occuparsene, garantendo che l’intero impianto sia prettamente magico; in questo modo si potrà dire che se c’è qualcosa di babbano è solo un piccolo punto di partenza.” Salazar fece un respiro profondo e guardò Tosca dritto negli occhi “Detto questo, potete farmi rivedere quelle carte?”
Tosca strabuzzò gli occhi dalla sorpresa. Poi sorrise.
 
Godric stava passeggiando tra i corridoi di quelle che sarebbero state le future aule, quando vide Priscilla venirgli incontro.
Immediatamente fece un piccolo inchino.
“Milady….”
“Godric, siete sempre così formale con me.” Disse Priscilla.
Il mago notò che la strega stava sorridendo e aveva gli occhi che brillavano.
“Qualche buona notizia da comunicare?” domandò.
“Posso fare di meglio e mostrarvela direttamente! Seguitemi Godric!”
Il mago e la strega scesero fino alle cucine. Lì Priscilla gli fece un gesto per fargli capire di fare più silenzio possibile.
Godric, oltre al profumo bellissimo che c’era nell’aria, sentì anche dei borbottii che diventavano sempre più familiari.
Con gli occhi spalancati dallo stupore, sbirciando dalla soglia della cucina, Godric vide Salazar e Tosca, seduti al tavolo, gomito a gomito, chini sulle tavole.
“Questo è il calidario: acqua bollente che puliva la pelle e vapori che costringevano a sudare, purificando il corpo. Alcuni non entravano nemmeno nell’acqua, si godevano solo il vapore su delle panche.”
“E usavano il fuoco per scaldare l’acqua?”
“Sì Salazar.”
“Non è possibile, avranno usato dei tubi incantati… con il fuoco c’era il rischio di un incendio.”
“Certo, ma avevano anche l’acqua per spegnerlo.”
Ci fu qualche secondo di silenzio poi i due scoppiarono a ridere.
Godric sapeva che Salazar e Tosca erano come cane e gatto. Non capì se lo stupiva di più vederli lavorare e ridere insieme, o il fatto che stessero chiaramente parlando della costruzione dei bagni.
“Non spezziamo l’incantesimo…” sussurrò Priscilla al suo orecchio “lasciamoli soli.”
I due si allontanarono e uscirono nel cortile.
Per qualche minuto rimasero in silenzio.
“Se non li avessi visti, non ci avrei mai creduto.” Disse Godric all’improvviso “Come li avete scoperti?”
“Beh, si era diffuso un profumo di cibo incantevole nella sala grande. Stavo cercando Salazar per parlargli, ma ho deviato il mio percorso. Ero troppo curiosa di vedere il manicaretto preparato da Tosca e… li ho trovati lì.”
Godric e Priscilla sorrisero.
“Non avevo dubbi che Tosca si sarebbe occupata dei bagni.” Disse il mago “Ma se Salazar l’aiuta… Beh sono veramente molto, molto contento!”
“Infatti. Sapete, non riesco ad avercela con Salazar. Non solo perché, ammetto, nemmeno a me piacciono molto i babbani, sebbene ne abbia conosciuti di molti rispettabili. Ma anche perché mi rendo conto che molte delle sue diffidenze e difficoltà, derivano dal fatto che è stato molto isolato, soprattutto da giovane. La mia famiglia è stata in contatto con i Serpeverde solo con mezzo epistolare. Mio padre si scambiava con loro libri e informazioni. Ma odiavano partecipare alle feste, o ai tornei. Un Serpeverde si fece vivo solo una volta perché direttamente sfidato a duello. Vinse, ma non volle nulla. Si inchinò a noi e lasciò il torneo.” Raccontò Priscilla sospirando “Salazar è molto solo. Per me gli servirebbe una donna che gli stia a fianco e che possa sia accettarlo che calmarlo quando si arrabbia; una donna paziente come Tosca.”
Godric arrossì leggermente. Si schiarì la gola “Se posso permettermi, Priscilla, credo che Tosca per quanto abbia dimostrato pazienza e capacità di tenere testa a uno come Salazar, non è caratterialmente adatta. Credo che dopo un po’ lascerebbe andare sui suoi discorsi, lasciando fluire la rabbia che si porta dentro. Con Salazar serve più una persona… che sia paziente ma anche intelligente e che sappia ragionare e che…”
Priscilla all’improvviso scoppiò a ridere.
“Oh Godric, io e Tosca siamo in confidenza ormai e posso assicurarvi che non è minimamente interessata a Salazar! L’ho presa giusto come esempio, non ho alcuna intenzione di favorire una relazione tra i due, che come sottolineate voi sarebbe impossibile!”
Godric arrossì.
“Sì, ma non era una preoccupazione che stavo esprimendo… Stavo solo cercando di….”
Ma il mago si interruppe.
“Cosa Godric?”
Godric però a quel punto scosse la testa: anche se sentiva di aver capito qualcosa su Salazar, non era compito suo comunicarlo a Priscilla.
In certe faccende non dovevano entrare terzi.
Una delle cose che gli aveva insegnato il mondo babbano e che il mondo magico condivideva.
“Scusatemi Priscilla, era solo una considerazione sciocca. Spero solo che quanto accaduto oggi sia un buon segno per noi sul comportamento di Salazar.”
“Sicuramente avrà tante altre cose da ridire, in futuro. Ma finchè tutti e quattro riusciremo a ridere insieme, significa che c’è equilibrio, tra noi. Nulla come una risata dimostra l’equilibrio e l’affinità di un gruppo.”
Godric sorrise.
“Avete ragione.”
“Restiamo qui ad aspettare che ci vengano a chiamare per il pranzo e facciamo finta di non averli visti.”
“Spero solo che qualsiasi ben di dio avesse quel profumo, sia buono anche freddo.”
I due maghi attesero osservando il cielo terso e lasciandosi carezzare dalla brezza pomeridiana fresca e frizzante.
Erano entrambi molto felici.
 
FINE

 
* La stora della “Sfida delle case comuni” la trovate nella stessa serie di questa e a questo link: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3935842&i=1
 
Eccoci arrivati alla fine di questa piccola storia. Spero che vi sia piaciuta! Volevo mettere la zucca nella torta di Tosca, ma non è stato possibile perché arriveranno molto dopo in Inghilterra, con la conquista dell’America (infatti, Jack O’Lantern aveva originariamente una rapa e non una zucca).  Ecco dunque la storia ci come sono nati i bagni di Hogwarts. Ho intenzione di scriverne anche altre in futuro e ripercorrere tutta la costruzione della scuola, dal primo incontro dei quattro all’abbandono di Salazar (e poco oltre).  Non posso fare promesse, perché come sempre se la realtà chiama dò a lei la precedenza; ma voglio comunque provarci. Come sempre se sbaglio qualcosa- le informazioni sui quattro scarseggiano- scrivetemi subito, allegando le fonti canon per aiutarmi a lavorare meglio. Vi dico subito che so che a costruire il castello c’era anche un architetto, legato alla figura di Priscilla Corvonero, e ho intenzione di parlare di lui nelle storie future. Ma ho immaginato che per tutto il resto i quattro fondatori avessero poi deciso di lavorare dentro il castello condividendo un po’ di vita insieme. Infine, ringrazio te, lettore o lettrice, per aver dedicato tempo a questa storia. Alla prossima!
  
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