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Autore: ValeKikyo    11/11/2020    0 recensioni
A Canada non piaceva combattere, ma era una colonia, faceva parte dell'Impero Britannico, e se Arthur ordinava di imbracciare le armi, lui poteva solo obbedire.
Gli strascichi che si porterà dietro, dureranno quasi più della guerra stessa, ma fortunatamente, c'è Francia al suo fianco
[canzone Angels calling dei Sabaton]
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angels calling Angels Calling

Sent to kill, to watch no man’s land
Snipers are moving unseen
Fight for land, to lose it again
Shrapnel is filling the air

Era una colonia, e in quanto tale, doveva fare il suo dovere.
Inghilterra aveva chiamato soldati da tutto l’Impero per combattere per la causa, e lui non poteva certo esimersi dal seguire il proprio popolo.
Ma questa guerra si stava rivelando decisamente diversa da tutte quelle che aveva combattuto fino ad allora…non che fossero molte in effetti.
In definitiva, quella era la prima guerra seria a cui partecipava, e soprattutto, senza Inghilterra o Francia al suo fianco.
Questa guerra aveva più fronti, e Arthur si era fidato di lui al punto di lasciarlo da solo con i propri soldati in Serbia.
Matthew ne era lusingato, ma più la guerra andava avanti, e più aveva la sensazione che la situazione sarebbe diventata insostenibile.

Hell on earth, the trenches mean death, better keep your head down low
Charge their lines, the ultimate test it’s a synchronized sacrifice

Quanti dei suoi soldati erano morti quel giorno?
E il giorno prima, e quello prima ancora…
Erano già cominciati gli incubi quando era ancora nel mezzo della guerra.
Sapeva che gli umani potevano uscire da battaglie particolarmente cruente col così detto “shell-shock”, e i più grandi lo avevano avvertito che loro Nazioni non ne erano affatto immuni.
Ma in genere era dopo una guerra, non durante.
Il fatto poi che lui fosse sempre stato di indole pacifica, non gli rendeva certo più facile sparare agli esseri umani.
Era diventato meccanico, prendi il fucile, mira, spara, abbassati per non farti ammazzare a tua volta.
Carica, cerca di guadagnare qualche metro, ignora i soldati che muoiono intorno a te e continua ad attaccare.
Come sarebbe potuto andare avanti in quel modo?
Per quanto tempo sarebbe dovuto andare avanti in quel modo?

Get the wounded after dark
Left alone in no man’s land
Maddening chaos at the front
Dream of heaven
Angels are calling your name

Perché gli umani morivano così facilmente?
Bastava poco per farli cadere a terra, rantolando e sanguinando.
Col buio si precipitava insieme ai paramedici a recuperare i feriti, cercando di salvarne il più possibile.
La cosa più orribile era la selezione.
Non tutti potevano essere salvati, dovevi fartene una ragione, dargli il colpo di grazia se ne avevano bisogno e andare avanti.
Ogni volta scoppiava a piangere nella sua tenda, chiedendosi il perché di quella inutile guerra.
Quanti soldati non avrebbero più rivisto le loro terre oltreoceano?
Quanti giovani dicevano “Per il Canada, per l’Impero Britannico” mentre caricavano, inconsapevoli che il Canada era lì con loro, e non voleva niente di tutto questo.
Il Canada voleva solo essere lasciato in pace.

Shells and guns, a rifle and scope
Bullets are wearing your name
Losing track of time and of space
Midnight at sanity’s edge
Losing friends to artillery shells, at the break of dawn
Break their will, as yours has been broken, they’re here alone, dream of home

Ma lui non era un codardo, sarebbe andato avanti, fino alla fine, fino a che il suo corpo e la sua mente martoriati glielo consentivano.
Ormai il tempo non aveva più importanza, l’unica unità di misura di cui si rendeva conto erano i metri strappati al nemico.
I morti non li contava più da mesi.
O erano giorni?
Nulla importava ormai.
Chissà se anche gli altri si sentivano come lui dall’altro lato.
O era solo lui che stava impazzendo?
In fondo era ancora vivo solo per via della sua natura immortale, se fosse stato umano, sarebbe stato uno dei tanti cadaveri abbandonati da molto tempo.
Stava odiando questa guerra con tutto sé stesso.

Charge at dawn to gain a yard
Scout at night to guard their lines
Leave your life in fortunes hand
Dream of heaven
Angels are calling your name

Sentiva qualcuno che lo chiamava, una voce calda, gentile e familiare.
Si guardò intorno, cercando di trovarne la fonte, ma tutti i suoi soldati erano concentrati sull’attacco imminente.
Che fossero giunte le allucinazioni?
In fondo avrebbe giurato che quella fosse la voce di Francia, ma sapeva benissimo che lui era sul fronte tedesco, non laggiù con lui.
Almeno non era finito a Gallipoli come Australia.
-Canada svegliati-
Svegliarsi? In che senso svegliarsi?
Lui era sveglio, più sveglio che mai, non dormiva da giorni e aveva più adrenalina che sangue in corpo.
Un altro pregio dell’immortalità.
-Canada ti prego! Non sei più al fronte!-
Continuava a guardarsi intorno spaesato.
Quella era decisamente la voce di Francia, ma cosa intendeva?
Lui era al fronte, c’era in quel momento, tutto ciò era reale.
L’odore di polvere da sparo, sangue e morte era onnipresente, come sempre.
-Matthew!-
Questa volta la voce era più forte, più decisa, la sentì fin dentro le ossa.
Cominciò a mancargli il respiro, venne colpito al petto da un proiettile arrivato da chissà dove.
Cominciò ad urlare.

Hell on earth, the trenches mean death, better keep your head down low
Charge their lines, the ultimate test it’s a synchronized sacrifice

Spalancò gli occhi, continuando ad urlare.
-Matthew!-
Sbatté le palpebre, concentrandosi sull’ambiente circostante.
Non era la tenda del campo, quello era un soffitto, un soffitto vero con un lampadario vero.
Si mosse un po’, toccando le morbide lenzuola, rendendosi finalmente conto di dove fosse.
A casa.
Nel suo letto.
Al contrario di molti suoi soldati, lui era tornato a casa.
Scoppiò a piangere.
-È finita, ci sono io qui con te, è finita-
Francis lo attirò a sé e lo abbracciò dolcemente, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.
Già, era finita.
Non era più in trincea, non indossava più la sua divisa, non era più costretto a vedere i suoi soldati morire.
Era al sicuro, a Toronto, fra le braccia di Francia.
Era stato molto più fortunato della maggior parte dei suoi soldati.

When the bullet hits its mark
Know your time in hell has been served
You won’t return to home
Dream of heaven
Angels are calling your name

-Sono qui piccolo, la guerra è finita, non devi più combattere-
-F…Francis…-
-Sono qui-
Gli asciugò dolcemente le lacrime, baciandogli la fronte e accarezzandogli i capelli.
Lui ci era già passato, secoli addietro, e nonostante la sua brutalità, la Grande Guerra non era riuscita a spezzarlo.
Per il piccolo Canada tuttavia, adulto da poco e non ancora indipendente, era tutt’altro discorso.
Aveva nutrito odio nei confronti di Inghilterra molte volte nel corso della loro vita, e quel momento non faceva certo eccezione.
“-Non è più un bambino Francia, Canada è adulto adesso, deve imparare a combattere senza di noi-“
Il fatto che fosse adulto non significava che fosse pronto, ma Arthur non aveva sentito ragioni, e quello era il risultato.
-C’erano proiettili ovunque…il rumore…l’odore…-
-Lo so piccolo mio, ma sei al sicuro adesso, il fratellone è qui-
-Francia…Francia…-
Continuò a sussurrare il suo nome, accoccolandosi a lui.
Era salvo, e almeno per il momento, la guerra era finita.

Calling you home


Buonasera a tutte!
Oggi è l'anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, e sinceramente non ho potuto pensare ad un giorno migliore per postare questa song -fic!
In realtà l'ho scritta per una challenge nel gruppo "Hurt/comfort fanfiction & fanart Italia", ma attendevo l'occasione giusta per postarla anche qui u.u
La canzone è "Angels calling", dei Sabaton, tratta dall'album "Attero Dominatus"
Spero vi sia piaciuta, recensioni e critiche dette in modo civile sono sempre ben accette!
  
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