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Autore: Lunablu_83    12/11/2020    2 recensioni
E se l'aggressione di Hyde avesse provocato l'inevitabile?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Christian: “Ciao Flynn, ti disturbo?” Flynn: “Certo che no Christian, come sta Anastasia? Ho sentito la notizia al telegiornale…” Christian: “Siamo a casa, ora sta riposando… è molto provata… Flynn ti ho chiamato perché credo che io ed Anastasia abbiamo bisogno di un supporto…” gli racconto cosa è accaduto: dell’aggressione, dell’aborto e delle reazioni di mia moglie. Come sempre Flynn mi lascia prima parlare senza interrompermi! Flynn: “Allora Christian, la rabbia è una reazione quasi normale, soprattutto perché l’aborto non è capitato, come succede in altre circostanze, ma è avvenuto a seguito di un trauma e Anastasia non si è neanche resa conto di cosa stesse accadendo perché era in coma… sono tanti i fattori che hanno scatenato questa rabbia, questa normale rabbia. Secondo te perché Anastasia se l’è presa con te? Ci deve essere qualcosa che non mi dici!” L’intuito da strizzacervelli è arrivato, così gli racconto della sera in cui mi ha confessato di essere incinta e del modo in cui ho reagito. Il silenzio al termine della conversazione è quasi assordante! Flynn: “ormai ti conosco da tanti anni e so che pensi sempre le cose peggiori per te quindi non mi sconvolge sentirti confessare come hai trattato tua moglie e neanche sentirti dire la frase “che padre potrei mai essere”. Detto ciò, sei stato un coglione e, se te lo dice uno strizzacervelli, è verità! Parla con Anastasia e proponile una terapia, se non si sente a suo agio con me, posso consigliarti una mia collega.” Christian: “ma…” Flynn: “niente ma… potrebbe fare una prima parte di terapia da sola e, dopo, unirci e parlarne insieme, non sarebbe la prima volta, io e la mia collega lo abbiamo già fatto e affrontato questo tipo di problematiche. Devi lasciarle del tempo, anche da sola, non starle addosso ma sii la sua spalla, falle sentire che ci sei. Se lei vorrà piangere, tu sarai lì a consolarla, se vorrà urlare tutto il suo dolore tu rimarrai lì a farti sanguinare le orecchie e se vorrà rivoluzionare l’armadio tu sarai lì a sistemare… Lei è tua moglie, la donna che ami più di te stesso, questa stessa donna ora sta soffrendo e tu non puoi minimamente capire cosa le sta passando per la testa… mi sono spiegato?” Christian: “sì, certo. Ti faccio sapere appena le avrò parlato. Grazie Flynn!” Flynn: “Christian, un’ultima cosa: mi dispiace per la vostra perdita. Se vorrai iniziare a venire tu, basta che chiami la mia segretaria. Buona giornata!” Flynn ha ragione, ha sempre ragione ma mai mi ha chiamato apertamente coglione, ipotizzo di aver spiazzato anche lui con il mio comportamento di qualche sera fa. Mentre esco dallo studio, sento dei rumori provenire dalla cucina, mi avvicino e trovo Anastasia seduta con una tazza di the. Christian: “Anastasia, tesoro, dovresti riposare un po', potevo prepararti io il the e te lo avrei portato…” Ana: “non sono malata… non riesco a riposare… avevo SOLO voglia di una tazza di the… pensavo di essere sola in casa!” Ok, devo stare calmo, Flynn ha detto che devo essere la sua spalla qualunque cosa lei voglia. Christian: “no, ero nel mio studio, ho chiamato Flynn!” Visto che sembra non aver colto quello che le ho detto, continuo, “gli ho chiesto un parere medico e mi ha detto che se vogliamo possiamo seguire una terapia con lui o, se preferisci, può consigliarci una sua collega, donna… se non…” Ana: “ora non voglio parlare con nessuno, se potessi vorrei spegnere anche i miei pensieri. Ti ripeto, credevo di essere sola in casa.” Detto ciò si alza e la vedo dirigersi verso la biblioteca. Ok, vuole stare sola ma almeno è in casa, è qui e io sarò sempre qui per lei! Sono passate due ore dall’ultima volta che ho visto Anastasia, lei è sempre chiusa in biblioteca mentre io mi sono sfogato un po' in palestra e ho lavorato un po' nello studio… ormai è ora di cena e vado a cercarla. La trovo addormentata sulla poltrona con in mano “Tess dei D’Uberville”…ormai lo ha consumato e lo sa a memoria a furia di rileggerlo appena possibile. La prendo delicatamente tra le braccia, dorme profondamente, la porto in camera da letto, la adagio lentamente sul letto, la copro e mi siedo sulla poltrona che abbiamo in camera. La vibrazione del mio telefono mi ridesta all’improvviso, devo essermi appisolato guardando Anastasia dormire… è mia madre… esco dalla camera e rispondo. Come mi aspettavo mi ha chiesto come sta Anastasia e io le ho detto la verità: è devastata, arrabbiata e non so cos’altro… anche lei mi dice di avere pazienza e di non starle troppo addosso! Mi dispiace ma con mia madre sbotto: “ok mamma, ho capito, tutti che mi dite che devo lasciarle spazio ma nessuno che pensa a me… ho trovato mia moglie riversa a terra, picchiata da un folle, quest’aggressione ha portato all’aborto di nostro figlio ma io, sempre IO devo capire e lasciarla in pace? Era anche mio figlio!” Le parole escono come un fiume in piena, alla fine della frase ho il fiatone e calde lacrime solcano le mie guance, mia madre mi ha lasciato sfogare e gliene sono grata ma vorrei veramente che qualcuno chiedesse a me come mi sento! Grace: “tesoro, mi dispiace… hai ragione… non c’è solo Anastasia ma ci sei anche tu ma cerca di capire la situazione: è stata in coma per quasi due giorni, ha subìto un aborto e, se mi parli così, significa che si è chiusa in se stessa e a malapena ti parla, giusto?” Christian: “sì, mamma… non parla… prima ha detto che non è riuscita a riposare, è andata in biblioteca e l’ho trovata addormentata profondamente e l’ho riportata in camera ma ti giuro che ho quasi paura per quando si sveglierà, non so come prenderla… appena mi muovo sbaglio… ho chiamato Flynn, che ci ha consigliato una terapia, eventualmente anche singola, gliel’ho detto ma non so neanche se mi abbia sentito… non lo so mamma… la vedo dura… sarà molto dura!” Grace: “tesoro, hai fatto bene a chiamare Flynn e potresti iniziare tu a parlarci… quando lei vorrà, saprà cosa fare!” Chiudo velocemente la chiamata con mia madre e ritorno in camera da letto, prendo il necessario per la notte e vado a fare una veloce doccia. Appena ho finito mi stendo sul letto, vicino ad Anastasia, che sta continuando a dormire! Non posso far a meno di pensare che abbiamo saltato la cena e che domani mattina avremo una fame da lupi… almeno lo spero! “NO MIA… CHRISTIAN… CHRISTIAN DOVE SEI?” Chi mi chiama? Mi sveglio e sento che è Anastasia che mi sta chiamando, urlando nel sonno… C: “Anastasia, amore mio, svegliati… è solo un brutto sogno… ti prego, svegliati, guardami, apri gli occhi…” All’improvviso i suoi occhi azzurri si aprono e mi guardano. A: “Oh Christian…” C: “era solo un brutto sogno, sono qui io con te e non permetterò che ti accada nient’altro di male…” A: “Christian, abbiamo perso il bambino. Abbiamo per il nostro primo figlio!” C: “Lo so, Anastasia. Abbiamo perso il nostro bambino e io passerò la vita intera a farmi perdonare da te per il mio comportamento inqualificabile dell’altra sera. Ti sarò sempre grato e riconoscente per aver messo in pericolo la tua vita per salvare quella di mia sorella, ti sarò sempre grato perché mi hai fatto capire quanto tieni anche alla mia famiglia. Mi dispiace di aver dubitato di te e di averti accusata di volere i miei soldi…” A: “è stata la cosa che più mi ha fatto male… hai dubitato di me, hai dubitato del mio amore per te, ancora non riesci a fidarti totalmente di me… perché? Perché Christian? Cosa sbaglio? Non ti dimostro abbastanza il mio amore per te? COSA DIAMINE DEVO FARE?” L’ultima frase viene fuori come un grido e io non so veramente cosa dirle perché ha ragione: non ho ragionato, sono stato uno stupido e le ho detto cose assurde! C: “Anastasia, amore, mi dispiace veramente per le cose che ho detto… non le pensavo veramente e farò di tutto per farti capire che ho sbagliato… ora calmati, non ti fa affatto bene stare così e sei ancora convalescente. Ora dormi… io starò qui e, da domani, vivrò per farmi perdonare! Ti amo, sei la mia ragione di vita e non potrei mai perdonarmi se dovessi perderti!”
   
 
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