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Autore: la_pazza_di_fantasy    13/11/2020    0 recensioni
Dangerutis e Normantas sono due mezzivampiri che sono costretti a trasferirsi con la loro famiglia quasi ogni anno da una città all'altra per non farsi trovare dai vampiri che li vogliono morti per via della loro natura.
Sarà nella loro nuova città che finiranno quasi involontariamente per fare amicizia con dei vampiri. Grazie a ciò riusciranno finalmente a farsi accettare dalla comunità di vampiri?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa: Questa storia, Alliance e Sangue "divino" sono si tutte e tre storie sui vampiri scritte da me, ma tutte e tre si muovono in contesti molto diversi tra loro. Alcune cose che i vampiri possono fare in Alliance, per esempio, non possono essere fatte qui o in Sangue "divino".
Quindi non aspettatevi che il mondo dei vampiri sia lo stesso delle altre storie (ovviamente per chi ha già letto le altre due storie). Detto questo buona lettura a tutti,

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Normantis guardava fuori dal finestrino il paesaggio che scorreva sbuffando. In realtà il suo sguardo non era fisso al paesaggio ma sulle goccioline d’acqua che si ritrovavano a scendere sul finestrino per via delle pioggia battente che stavano trovando durante il viaggio. Il ragazzo osservava attentamente quelle goccioline tifando prima per una poi per l’altra. Il suo era un modo di non pensare, di non pensare al fatto che dopo cinque anni erano stati costretti a fare nuovamente i bagagli in fretta e furia per andarsene con il favore della notte da quella che Normantis aveva iniziato a considerare la sua città. Tutto solo perché suo fratello aveva avuto un attacco di sete quasi uccidendo un ragazzo del loro quartiere. Non avevano avuto altra scelta che quella di andarsene per non essere accusati di tentato omicidio.
A si, lui e suo fratello (gemello come se non bastasse) erano entrambi dei mezzosangue. Mezzovampiri per la precisione. Loro padre, Vakaris, era un vampiro mentre la loro madre, Elaine, era un’umana. I due si erano conosciuti quando Vakaris aveva cercato di mordere la donna prima di ricevere un pugno dalla stessa perché pensava la volesse derubare. E così era nata quella alquanto stramba storia d’amore che aveva generato loro due.
Perché non vivevano con altri vampiri? Semplice, li avevano ripudiati in quanto mezzosangue. In realtà la cosa era sempre parsa strana a Normantis che non capiva come era concesso sposare un umano ma poi si veniva subito ripudiati. Non aveva minimamente senso come cosa, ma quella era la legge dei vampiri e lui dal basso dei suoi diciott’anni non poteva fare assolutamente nulla.
Anche perché a lui, diversamente dal fratello, non era mai piaciuta la sua parte vampirica. Voleva essere completamente umano proprio come sua madre. Non sarebbe stato costretto a subirsi lezioni di volo con il padre, non avrebbe avuto quella costante sete di sangue nei momenti meno opportuni. Tutto sarebbe stato più semplice.
Farsi degli amici per lui era sempre stato difficile visto che il fatto di essere stati ripudiati dai vampiri li portava a cambiare città quasi ogni anno. Alla fine aveva veramente sperato che quella sarebbe stata la volta buona. E ci era riuscito. Si era fatto degli amici con cui andava d’accordo ed era felice. Felice perché il ragazzo che gli piaceva sembrava anche ricambiare.
Ma quella felicità era stata così bella ma allo stesso tempo effimera visto che suo fratello aveva rovinato tutto come suo solito. Non fraintendiamoci, voleva davvero tanto bene a Dangerutis, ma alcune volte esagerava troppo facendo si che le conseguenze le dovevano subire tutti, lui in primis.
E così in poco più di tre ore si era infranto il suo sogno di poter vivere una vita normale e ora si trovavano in quella macchina diretti chissà dove.
Sua madre aveva fatto tutto così velocemente che Normantis non aveva minimamente avuto il tempo di chiederle niente. E poi il suo stato d’animo non lo aiutava per niente.
Il moro distolse lo sguardo dal finestrino e lo posò in direzione del fratello che era seduto al suo fianco sui sedili posteriori dell’auto. Dire che stava seduto era un eufemismo visto che stava tutto scomposto con una gamba sul sedile centrale e la testa che era “comodamente” appoggiata al finestrino. Dan aveva gli occhi chiusi ma Norman non sapeva dire se il ragazzo stesse realmente dormente o se stesse facendo riposare gli occhi. Sui sedili davanti c’erano suo padre, che stava guidando con tanto di occhiali da sole con vetro spesso (stava albeggiando quindi era anche normale come cosa) e sua madre che stava dormendo troppo stanca per aver organizzato tutto in fretta e furia.
-Norman dovresti dormire anche tu- disse proprio Vakaris guardando il figlio nello specchietto retrovisore.
-non ho sonno- rispose il ragazzo a bassissima voce per paura di svegliare la madre.
-lo so che non ti va giù quello che è successo ma dormire ti aiuterà di più di stare a rimuginare- Normantis annuì sicuro che il padre lo avrebbe visto e chiuse gli occhi solo per fare contento l’uomo. Ma la stanchezza prese il sopravvento sul suo corpo facendolo cadere quasi subito tra le braccia di Morfeo.
 


 

   
 
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