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Autore: Maggiechan_75    13/11/2020    7 recensioni
Le nostre vite da marzo 2020 sono cambiate radicalmente. Tutti noi abbiamo reagito a questa novità che ci ha stravolto la vita in modo diverso. Vi siete mai domandati come i nostri due protagonisti avrebbero reagito a questo?
* Un appunto prima di iniziare. Anche se la storia si svolgerà in Giappone i fatti di cronaca legati al periodo di quarantena saranno quelli dell’Italia. (^NdMaggie^ più o meno:p)*
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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4 maggio

 

Kaori non si presentò, quella notte per la prima volta non andò da lui. Ryo la stava aspettando, conscio di avere un pensiero egoistico. Nonostante tutto non voleva più restare da solo “Ti allontano di giorno ma ti cerco di notte”. Sorrise con amarezza mentre tendeva l’orecchio sperando di sentire i suoi passi avvicinarsi.

Nessun rumore, il silenzio. O meglio, al dire il vero, qualche rumore fuori dall’appartamento lo avvertiva. Non c’era più quella quiete che lo aveva accompagnato per tutti quei mesi. Improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno, si stupì di non essersene accorto prima. Fuori stavano passando delle macchine, anche se rare. “Possibile che…” si rese immediatamente conto che nell’ultimo mese era stato doppiamente isolato. Kaori era riuscita a rapirlo e portarlo in un limbo rappresentato da una scalinata. Ryo stava nel mezzo e aveva due scelte salire o scendere. Ma quello stato di incertezza, lo aveva isolato ancora di più tanto da non rendersi conto che... “Possibile che non mi sia accorto che l’emergenza sia finita?”.

 

Dimenticando per qualche minuti Kaori e i suoi problemi sentimentali. Si diresse, con la speranza di essere finalmente libero di uscire di casa, verso il soggiorno e accese la TV. Bastò un po’ di zapping per trovare in differita l’ultima conferenza stampa del Primo ministro. Era ufficiale il lockdown era finito e, con dovute precauzioni, si sarebbe potuto finalmente uscire.

“Kaori…lo devo dire a Kaori” gli occhi si illuminarono aveva trovato una scusa per poter andare da lei senza esporsi troppo e farle capire che la stava aspettando. Diede un paio di colpetti alla porta chiedendo di entrare, ma non ottenne risposta, riprovò a bussare. Nessun rumore “Kaori?” il corpo si irrigidì e il cuore iniziò a battere più forte, preoccupato spalancò la porta “Kaori…”. La stanza era vuota. Il cuore accelerò nuovamente il suo battito. Vedendo il letto ancora in ordine, si preoccupò e con agili scatti balzò nel pianerottolo per dirigersi alla terrazza sopra il tetto. Salendo a due a due gli scalini arrivò quasi ansimante in cima alle scale. “Kaori” urlò spalancando la porta con la stessa enfasi e timore che avrebbe avuto se fosse stata in pericolo di vita.

Anche la terrazza era deserta. I rumori del traffico, all’aperto, erano più evidenti ma in quel momento erano solo una distrazione per lo sweeper che disperatamente afferrò la ringhiera del parapetto e la chiamò con quanto più fiato poteva “KAORI”.

 

Ritornò in camera della collega con espressione triste e allo stesso tempo preoccupata. Possibile che fosse uscita? Si domandava se tutto quello che avevano passato, in realtà non fosse solo frutto della sua immaginazione. Era uscita senza condividere con lui quella meravigliosa e importante notizia. No non era da lei. Ma allora dove poteva essere finita? Si sedette sul letto e solo in quel momento lo notò, sul comodino c’era un suo vecchio accendino e un biglietto.

 

“I love you”

 

Ryo se ne rese subito conto che più che una dichiarazione, quello sembrava un biglietto di addio e ne ebbe la certezza quando aprì i cassetti dell’armadio. Vuoti, erano tutti stra-maledettamente vuoti.

Un brivido corse lungo la schiena “Kaori mi stai lasciando?!!”. Il suo corpo iniziò a sudare freddo, aveva la pelle d’oca. Le gambe gli tremarono e una fortissima fitta al cuore lo costrinse a inginocchiarsi. Con una mano al petto e in preda ai dolori Ryo riuscì comunque a sorridere “No! Vecchio mio questo non è un attacco di cuore.” Si fece coraggio, si rialzò in piedi, nei suoi occhi comparve una luce nuova. Era quella della determinazione, quella che lo distingueva da tutti gli altri e apparteneva solo a lui. La luce di un eroe, determinato e coraggioso, pronto al pericolo e a rischiare il tutto per tutto pur di ottenere giustizia. In quel momento la giustizia era “Kaori…!!”

 

Era l’alba quando Ryo raggiunse il Cat’s Eyes. Il locale era ancora chiuso al pubblico, ma dentro due figure si stavano aggirando tra il bancone e i tavoli intenti alla pulizia che, per abitudine, avevano mantenuto quasi quotidianamente. “Umi finalmente si riapre” le sorrise Miki più emozionata che mai “Non sei content…” Umibozu stava per rispondere ma si interruppe. Fuori dalla porta di entrata c’era Ryo.

“Kaori...”disse ansimando da dietro la vetrata “Kaori è qui??” Umibozu e Miki si guardarono con faccia sorpresa “Ryo che cosa è successo!?” disse Miki con un tono quasi di rimprovero. Ma non ebbe risposta. Lo sweeper era già risalito sulla sua mini-cooper in direzione dell’appartamento di Mick. La scena si ripetè.

Nemmeno lui sapeva dove potesse essere. “Ryo che diavolo le hai fatto!! dopo quel bacio al compleanno noi tutti credevamo che...” ma gli bastò vederlo nelle pupille degli occhi per capire. “Ryo non ti avrà lasciato?!” affermò quasi sconvolto.

Un altra fitta al cuore lo fece inginocchiare davanti al detective. Mick sorrise cercando di aiutare l’amico a rialzarsi. “Ryo questo è mal d’amore! Dai su concentrati… dove potrà mai essere andata Kaori se vuole fuggire via da te?!”

 

Finalmente anche Ryo arrivò alla conclusione che l’unico posto dove si poteva rifugiare era “… in America! Mick... Kaori vuole andare da Sayuri!” e sconvolto corse via.

 

L’Aeroporto era stranamente vuoto, ma Kaori non sembrava nemmeno accorgersene, il suo unico pensiero era quello di salire sul primo volo per New York il prima possibile. “Devo prendere quell’aereo ed imbarcarmi prima che cambi idea e ritorni da lui”. Il volto era rigato dalle lacrime che da parecchie ore, invasero il suo viso. Si cambiò per la terza volta la mascherina impregnata dalle sue stesse lacrime.

Solo davanti all’addetto dei biglietti apprese con sorpresa che tutti i voli nazionali ed internazionali erano stati cancellati.

 

“Kaori!! sei la solita impulsiva” una voce familiare la distolse dai suoi pensieri. Ryo era dietro di lei a pochi metri “è normale che i voli non siano stati ancora ripristinati. Ma dove volevi andare?” le chiese fingendo di non saperlo.

 

Il tono di lui era completamente diverso da quello che aveva avuto durante tutto il lockdown. Kaori sorrise riconoscendo la voce dello sweeper, l’eroe che, anche in quell’occasione, in poco tempo aveva risolto il caso della sua scomparsa. Non aveva ancora però il coraggio di voltarsi “Ryo…” in quel momento era combattuta da diversi sentimenti tra amore e rancore. Se da una parte rimase colpita da questo gesto dall’altra, non poteva dimenticare l’ultimo mese in cui lui aveva fatto di tutto per allontanarla. “Ryo...perchè sei qui!?”

 

“Hai ragione ad essere arrabbiata” pensava lo sweeper rammaricato. Preso tutto il suo coraggio iniziò a parlargli a cuore aperto “Kaori… mi dispiace!” La donna non ci voleva credere si stava scusando “mi dispiace se non hai vissuto la vita che avresti voluto…”.

”S...SEI UNO STUPIDO!” Kaori lo interruppe offesa. Era ancora convinto che le stava rovinando la vita? “Non sei tu a costringermi a fare la vita che faccio!!”. Dopo tutto quello che c’era stato credeva che finalmente lo avesse capito. “Ma chi ti credi di essere!! Sei proprio un egocentrico se pensi di essere il mio padrone”. Il corpo dello sweeper si irrigidì ed iniziò a tremare “p..padro…” Kaori lo interruppe nuovamente e con sguardo pieno di ostilità si girò furiosa verso di lui “si hai capito bene PA...DRO...NE” alzando la voce scandendo bene le parole puntandoli il dito a due centimetri dal naso per rincarare la dose. “

SEI UN CRETINO. Ancora una volta hai dato prova di non conoscermi affatto. Basta guardarti in faccia”. Ryo era completamente e totalmente stupito dalla sua reazione. “Lo vuoi metterti in testa una volta per tutte che NON SEI TU a decidere della mia vita? SONO IO che STO SCEGLIENDO di vivere così. SONO IO che ho SCELTO di affiancarti in questo lavoro per tutti questi anni. SONO IO che ho SCELTO di rinunciare ad una vita normale per…” lo guardò con un sorriso tirato e stuzzicandolo continuò “non sarai di nuovo così egocentrico da pensare che ho rinunciato per te?” “Ecco… io” Ryo era senza parole ma chi era quella donna che gli stava parlando.

Non era certo la Kaori che per tutti quegli anni credeva di conoscere. “STUPIDO...Ma come hai potuto solo pensarlo.” “io…” riusciva solo a balbettare lo sweeper. Kaori continuò “Mi stai forse minacciando con la pistola?” ...”Io…” “Ryo devi metterti in testa che IO NON TI APPARTENGO” . Lo sweeper non sapeva cosa dire, era sconvolto da quella rivelazione. “M...mi dispiace” riuscì solo a balbettare. Ma dov’era finita la donna indifesa che credeva di aver avuto a fianco per tutti quegli anni.

 

“Non sono degno di te!” quella frase uscì ancora prima che si formulasse tra i suoi pensieri. E ancora una volta rimase sorpreso dalla reazione di Kaori che gli si avvicinò con volto furibondo e gli assestò un ceffone in pieno viso.

“SEI UNO STUPIDO! Ma come ho fatto ad innamorarmi di te….” si fermò arrossendo, rendendosi conto che glielo stava dicendo per la prima volta. Distolse lo sguardo e per la vergogna gli voltò le spalle non riuscendo più a dire nulla. Con una mano si toccò il ventre “SEI UNO STUPIDO!” e istintivamente fuggì via. Quel gesto non passò inosservato all’attento sweeper, che reagì pietrificandosi “Kaori...tu…” riuscì solo a balbettare mentre la vedeva allontanarsi verso l’uscita dell’aeroporto. Solo allora i nervi gli cedettero tanto da farlo inginocchiare a terra. “K..A..O..R..I..”

 

La donna si diresse dall’unica figura che la sapeva comprendere e capire fino in fondo. Mezz’ora dopo si trovava davanti alla tomba di Hideyuki. Davanti alla sua foto stava raccontandogli i suoi più intimi pensieri. Lo desiderava con tutto il cuore, sperava che Ryo la raggiungesse nuovamente.

L’uomo non si fece molto attendere. Ripresosi dallo shock, aveva istintivamente capito dove era diretta la collega.

Kaori non aveva bisogno di voltarsi per avvertire la sua presenza. Quando lo sentì abbastanza vicino, iniziò a dar voce a quello che, fino ad allora era stata una conversazione mentale. “Fratello mio è proprio uno stupido il tuo amico!”nemmeno il tempo di concludere la frase che anche Ryo intervenne “Tua sorella ha ragione Hide” disse lo sweeper “sono proprio uno stupido!”

“R..Ryo”. Sebbene lo sperasse dal profondo del cuore, la donna rimase colpita da quelle parole e istintivamente si toccò il ventre abbassando la testa con un dolce sorriso di speranza.

“Non avevo capito proprio niente!” Le disse avvicinandosi dolcemente a lei abbracciandola. Le cinse i fianchi portando le sue mani sopra quelle di lei. “… proprio niente!” lo proferì con un tono dolce e affettuoso che commosse la donna “Ryo … tu …”. Ma Ryo non le permise di continuare“Kaori … perché non me lo hai detto? … Te lo prometto, non crescerà senza un padre…” furono solo quelle parole che uscirono dalla sua bocca, il resto del discorso molto più complesso e profondo rimase nella sua mente.

“Ryo…” Kaori impallidì e tremante si girò verso di lui schiaffeggiandolo nuovamente “STUPIDO!” disse con il volto rigato di lacrime arrossato per la rabbia “è per questo che resti con me? Per non far provare a tuo figlio la sensazione di abbandono che hai provato tu?” disse alzando una mano pronta ad assestargli un altra sberla.

Ryo però la fermò ancora prima che dall’alto il braccio partisse. “STUPIDA! Te lo devo proprio dire che non posso più vivere senza di te… senza di voi? Non sono più in grado di pensare ad una vita senza di te?.” sguardo severo la guardava dritto nelle pupille. “STUPIDA! TI AMO!” le urlò prima di abbassare il suo braccio ormai privo di ogni forza. Gli occhi le sorrisero dolcemente, le accarezzò il viso asciugandole le lacrime “Basta piangere ti prego! Non mi piace vederti così!” Incurante che entrambi indossassero la mascherina le si avvicinò e la baciò.

 

Quel bacio era il più strano che si fossero mai dati, ancora più di quello dato attraverso il vetro. Le labbra non si toccarono direttamente, una strana sensazione che li riportò alla realtà. La loro vita (come la vita di tutti noi), non sarebbe stata più la stessa. Si sciolsero da quello strano bacio che di dolce e sensuale aveva gran poco. Aveva il gusto dell’alcool di cui era impregnata la mascherina igienizzata. portava le lacrime della sofferenza vissuta in tutti quei mesi in casa, e odorava della paura un futuro incerto.

Solo di una cosa Ryo e Kaori erano sicuri. Si abbracciarono con il sorriso perché nonostante l’incertezza generale loro avevano la sicurezza di esserci l’uno per l’altra. Le appoggiò nuovamente la sua mano nel suo ventre alzando lo sguardo verso il cielo limpido. “In questi mesi ho imparato che nulla è certo. Nemmeno l’amore, non voglio più scappare da esso. Non voglio più scappare da te Ti amo!”.

FINE

 

Ciao a tutti ^_^

con emozione vi posto l’ultimo capitolo di questa storia che ha coinvolto un po’ tutti noi, chi più chi meno. Vi scrivo perché volevo ringraziare tutti voi che l’avete letta e chi ha speso un po’ del suo tempo per lasciare la sua recensione. Il ringraziamento in particolare va proprio a voi cari i miei fedeli recensori :D Le vostre parole sono state uno stimolo sempre maggiore a continuare il racconto.

 

Questa storia era partita pensando, sarà una passeggiata, si è rivelata una storia complessa da raccontare. Ho cercato di raccontare il tutto in tono leggero, almeno per quanto riguarda il “protagonista principale” (lockdown). Per quanto riguarda la nostra coppia invece l’ho tartassata per bene ehehe! Spero di non averli troppo cambiati.

Che altro dire se non ancora grazie a tutti, alla prossima

Daniela

   
 
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