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Autore: MaxT    14/11/2020    6 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto dei capitoli precedenti

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph.
Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.
La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.
Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.
Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.
Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.
Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera. La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore, il kollatas, per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica.
All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, Orube lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.
Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.
A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi. Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.
Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito, poi va alla ricerca di una palestra di arti marziali finché incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.
Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perché aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto affinché la pena fosse commutata in esilio. Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.
La domenica dopo le Guardiane vengono a casa di Orube, e il portale di Kandrakar viene magicamente trasferito nella sua soffitta, in fondo a un armadio. Endarno raccomanda di non far avvicinare né Elyon né Cedric al portale; questo riacutizza dei malumori, e Orube inizia a isolarsi dalle altre.
L'ultimo giorno di ottobre una giovane di nome Cassandra Smith entra, in compagnia degli amici Ashley e Josh, al Ye Olde Bookshop e resta sorpresa nel riconoscere Cedric. Come se non bastasse, appena apre un libro le appare un messaggio di Phobos: questo libererà la madre di lei, detenuta a Meridian e trasformata in un fiore, se lei convincerà Cedric a scendere nello scantinato.
In realtà Cassandra è Kendrel, la figlia del defunto Lord Luksas, fuggito con lei da Meridian all'avvento di Phobos ventuno anni prima.
I segnalibri nascosti nella libreria hanno segnalato attività magica durante l'ingresso di Cassandra; le scene sono state registrate e vengono mostrate alle Guardiane e a Orube. Si decide di indagare con prudenza sia sul libro del messaggio che sui tre clienti sospetti.
Il giorno dopo Cassandra si fa riconoscere da Cedric e gli domanda chi sia al potere a Meridian e come potrebbe tornarci. Su questo Cedric dà risposte incomplete perché non vorrebbe perdere questo contatto interessante appena trovato.

 

Capitolo 17

Il portale delle spie

 

“Eccola, è lei”, biascica Will, osservando con occhi assonnati il loro primo obiettivo attraverso il portale nella soffitta. “Cassandra Smith”.
L'immagine mostra che la sospettata sta raccogliendo alcuni vestiti ed effetti personali da sopra le pile di libri, preparandosi ad andare al lavoro.
Will si scosta una ciocca da davanti agli occhi e scambia un'occhiata con Cornelia e Orube; poi il suo sguardo opaco si posa sul vasetto delle cimici, oggetto della loro missione.
“Certo che una stanza così è strana forte”, commenta Cornelia continuando a osservare nel portale, “Anche la tua cameretta piena di ranocchi è pura normalità, al confronto”.
Mentre Will le tributa un'occhiata da malocchio, Orube osserva la mappa di Heatherfield stesa su un tavolino accanto, punzecchiata da alcuni spilli con bandierine colorate. “Ora è qui”, indica il quartiere dimesso nella zona del porto dove Cassandra ha il suo alloggio. “Dopo i morti e i santi, oggi è una giornata lavorativa, vediamo se davvero si reca all'università come pensavo”.
“Intanto diamo un'occhiata a quel Josh Il Lampione”, decide Will. “Pensate tutti al tipo allampanato”.
Dopo un attimo di faticosa concentrazione, l'immagine nel portale si forma mostrando il giovane alto e curvo dai capelli ricci incamminato per le vie nebbiose della città.
“Eccolo” dice Will.
“Ma la nebbia rende difficile riconoscere la strada”, obietta Orube. “Riuscite a capire se è la Terza Avenue?”.
“Affermativo”, le conferma Cornelia, “Questi negozi di vestiti sono proprio a metà via”.
“Perfetto”. Orube pianta un nuovo spillone sulla mappa. “Finora, è proprio la strada verso l'università”.

Dopo aver pazientemente osservato i percorsi, le tre adepte di Kandrakar conoscono esattamente i luoghi di lavoro dei tre sorvegliati.
“Organizziamoci così”, decide Will, “Tu, Orube, resterai qui osservando questi tre col portale, mentre io e Cornelia andremo sul campo, così non rischiamo che ti riconoscano. Ci terremo in continuo contatto con i cellulari”.
“Ma dobbiamo raggiungerli nei loro uffici?”, chiede perplessa Cornelia.
“No, faremo un primo tentativo all'ora di pranzo”, risponde la Guardiana del Cuore, “Tentiamo di avvicinarli nella folla e gli passiamo la cimice”. Allunga la mano verso il barattolino appoggiato sul tavolo, controlla scrupolosamente che sia ben chiuso, poi lo infila nella tasca della giacca a vento.
Cornelia prende delicatamente in mano la fantasiosa e sfaccettata ampolla di pozione, accarezzandola con lo sguardo. “Com'è bella... ho una gran paura di rovinarla, tenendola in borsetta. Non sarebbe meglio lasciarla qui, e portarsi un qualsiasi stick per insetti?”.
“Ti sei innamorata di quest'ampolla?” chiede Will inarcando un sopracciglio.
Cornelia, rapita dai riflessi iridescenti dell'oggetto, annuisce senza notare la vena di ironia nel tono dell'altra. “Se offrissi in cambio uno stick antipuntura dei nostri, credi che Kandrakar me la lascerebbe tenere?”.

 

Verso mezzogiorno, Cornelia e Will si trovano all'interno dell'area universitaria, in una posizione di attesa tra l'Istituto di Letteratura e Storia e quello di Chimica Farmaceutica. Una provvidenziale panchina e i cellulari in mano le aiutano a darsi arie da sfaccendate.
Una cuffia verde rana racchiude quasi completamente i capelli di Will per renderla meno riconoscibile, assieme a una sciarpa fucsia fin alla bocca; anche Cornelia tenta di mimetizzarsi in modo simile, con i lunghi capelli biondi raccolti in una cuffia cremisi e l'ampio bavero alzato; per completare il travestimento si aiuta, almeno nelle sue intenzioni, con un paio di occhiali dalle lenti gialle.
Il cellulare di Cornelia emette una musichetta sommessa. Sullo schermo appare il numero di Orube. “Sì? Parla pure”.
“Ragazze, Josh Il Lampione si è alzato e scende le scale. Se vi avviate, lo potete... No, come non detto, si è già incontrato con quella Ashley Boccarossa”.
Will e Cornelia si scambiano un'occhiata di disappunto. La Guardiana della Terra chiede: “E l'altro obiettivo?”,
“Un attimo che la trovo... Sì, la Smith ha riposto il camice. Andate verso l'Istituto di Chimica Farmaceutica”.
Le due guardiane in incognito si incamminano velocemente.
Will estrae dal barattolo, col dito, uno dei minuscoli insetti contenuti, e se lo appoggia sul dorso della mano sinistra, rimpiangendo di essersi dimenticata dei guanti di pelle.
“Sta per uscire dall'edificio”, riprende la voce di Orube dal cellulare di Cornelia.
“La vediamo, è uscita adesso”, risponde la Guardiana della Terra. “Will...”
“Vado”. La guardiana del Cuore parte a passo lungo, facendo un percorso a U che la porterà dietro a Cassandra. Purtroppo non c'è affatto la folla che si aspettava, le sembra piuttosto che le persone stiano uscendo alla spicciolata.
Quando sta per raggiungerla, intravede con la coda dell'occhio gli altri obiettivi che si avvicinano da destra, facendo ampi segni di saluto a Cassandra. Mentre questa si ferma ad aspettarli, Will la sfiora e la sorpassa, deponendole la cimice su una manica, poi si allontana fingendo fretta, mentre l'altra dà a malapena attenzione alla piccola collisione.

“Ciaaao”. “Ciao Cassandra”.
“Ciao ragazzi, come va?”.
“Bene”, risponde Josh, “Posso offrirti un caffè, mentre mangi il panino?”.
“Veramente...”, si schermisce lei, tanto per far finta di non accettare subito.
Ashley la prende sottobraccio. “Daaai, vieeeni, ha promesso che lo offre anche a me!”.
“Consideralo il mio ringraziamento per la recensione a quel libro misterioso dell'altro giorno”, aggiunge Josh, come ormai tradizione.
“E va bene, grazie”, fa finta di arrendersi Cassandra. “Dove andiamo stavolta?”.
Ashley aguzza gli occhi. “Cassy, hai un insettino sulla manica. Ferma...”. Piega l'indice bloccandolo col pollice accanto al ripugnante puntino nero, poi lo fa scattare come una balestra. “Ecco, non c'è più”.

Dopo un largo giro, Will ritorna verso Cornelia da un'altra direzione. I tre sospettati hanno già lasciato il luogo, scomparendo nella nebbia.
“Quella bestiaccia mi ha punto”, esordisce irritata, mostrando il dorso della mano. Mentre aspetta impaziente che la compagna estragga la preziosa ampolla cristallina da una custodia nella borsetta, aggiunge acida: “Mi sa che quella piccola belva non passerà inosservata”.
Mentre Cornelia le depone una strisciata della benefica pozione sul piccolo ponfo, la informa: “Will, ci sono brutte notizie. L'insetto è stato già scacciato”.
“No!”, geme Will accasciandosi sulla panchina. “E' stato tutto inutile?”.
In tutta risposta, Cornelia le passa il telefonino.
“Will, mi senti?” gracchia la voce di Orube dall'apparecchio. “Se così non ha funzionato, c'è un'altra possibilità. Ho visto dove Cassandra Smith ha deposto il suo camice. Devi salire in istituto, al terzo piano, e prendere il corridoio a destra. Ti guido io”.

Pochi minuti dopo, sempre parlando al telefonino, Will entra nel laboratorio al terzo piano senza che nessuno si dia la pena di chiederle alcunché, e adocchia immediatamente il camice appeso a un appendiabiti. Nessuno in vista. Apre il barattolo, prendendo sull'unghia una delle minuscole bestiacce, e la depone dentro la manica dello sfortunato indumento.
Dopo un'occhiata furtiva nel corridoio deserto, esce dal laboratorio e scende le scale rallegrandosi per aver evitato una seconda puntura. Questa volta toccherà a quella Cassandra Smith fornire un po' di sostentamento al mistico insettaccio.

Cornelia, rimasta fuori dalla palazzina ad aspettarla, le chiede a bassa voce: “Tutto bene?”.
Anche Will, dopo un'occhiata furtiva nella nebbia tutt'attorno, le si accosta. “Sì, almeno sembra”.
“Bene, Will. Vedici l'aspetto positivo: Irma non è qui con noi a deliziarci con qualche gioco di parole sulla 'cimice nel camice' ”.
“Non metterti anche tu, ti prego!”, le risponde lamentosa la guardiana del Cuore. Accosta il telefonino al viso, la linea con Orube è ancora aperta. “E adesso?”.
“Visto che ha funzionato...”, risponde la voce della Guerriera, “...cercherò di identificare dove gli altri due lasceranno le loro giacche dopo finita la pausa pranzo. Se possibile, ritenteremo con lo stesso metodo”.
“Va bene. Allora abbiamo il tempo per andare a mangiarci un panino”.
“Ancora una cosa, Will. Non prendertela con me, sono istruzioni da Tibor”.
Come premessa promette molto male, pensa Will. “Altri guai in vista?”.
“Dovete recuperate l'insetto perso”.

 

Ore otto di sera. E' giunto il momento della missione al Ye Olde Bookshop.
“Bene, Cedric è uscito”, constata Taranee osservandolo attraverso il portale della soffitta. “Hay Lin, Irma, lasciamolo allontanare per tre minuti, poi dislocatevi nel negozio. Io vi guido da qui. Restiamo in contatto telepatico”.
Poi commuta il contatto, visualizzando sul portale l'immagine del saggio Tibor.

Orube osserva, un po' in disparte, il gruppetto di Taranee, Hay Lin e Irma che ricevono le ultime istruzioni da Kandrakar.
La Guerriera non può fare a meno di sentirsi a disagio. Ora è lì, a collaborare a un'operazione di spionaggio fatta all'insaputa di Cedric, e potenzialmente a suo danno. Quantomeno hanno avuto la delicatezza di non coinvolgerla in prima persona, ma le è triste pensare che fino a poche settimane prima lui abitava nella stessa casa dalla quale ora viene spiato, e dalla quale l'installazione di quel portale lo ha bandito definitivamente.
Descrivendo alle Guardiane la nuova routine di Cedric, Tibor ha detto che ha preso l'abitudine di fare lunghe e inconcludenti passeggiate per le vie della città la sera fin a tarda ora, e spesso anche la mattina presto. Lei crede di saperne la ragione: la vicinanza di quel libro maledetto in cantina gli è intollerabile per qualche motivo. Ma perché? E soprattutto, perché ha accettato di essere scacciato e costretto a vivere a stretto contatto con quell'entità odiata, se tutto quello che doveva fare per evitarlo era spiegare?

 

Ye Olde Bookshop. Con l'usuale lampo rosato Hay Lin e Irma, trasformate nel loro splendido aspetto di Guardiane, appaiono nella libreria deserta.
“Eccoci nella tana...”. Prima che Irma possa completare '...del serpente', il pensiero trasmesso da Taranee la zittisce: 'Taci, ricorda che c'è anche Orube che può sentire. E non parlare a vanvera, state violando una proprietà non vostra'.
Hay Lin, in silenzio, cerca il libro nel locale illuminato solo dall'uniforme chiarore aranciato che proviene dall'esterno, filtrato dalla spessa nebbia.
Dopo qualche tentativo, riconosce il libro visto qualche giorno prima nella scena ricreata da Kandrakar. Un libro d'arte rilegato, un bel volume di stampa recente.
Lei ha la capacità di percepire i ricordi associandoli ai rumori di un oggetto. Ma che rumore può fare un libro?
Prova a sfogliarlo. Poi scuote il viso, insoddisfatta: il rumore così prodotto è troppo debole per suggerirle alcunché.
Decide di portarlo al tavolone da lettura per controllarlo con più comodità.

Seduta al tavolo, prova a farlo frusciare in vari modi: sfogliandolo, strofinandolo con le dita, chiudendolo di botto. In tutti i casi, non percepisce molto: solo la sensazione di essere stato osservato da alcune persone con un misto di sorpresa, incredulità e curiosità.
Poi, mentre sfoglia, le viene in mente in modo insistente una frase: 'in un bellissimo fiore'.
L'ha solo immaginata? Nella debole luce, cerca immagini di fiori. Sì, ce ne sono, tra le immagini dei tanti dipinti che adornano il libro. E' forse il pensiero di chi è rimasto colpito da una di queste immagini?
“Trovi qualcosa?”, le sussurra Irma alle sue spalle.
Hay Lin tenta di fare a gara a chi bisbiglia più piano: sa che contro Irma la vittoria è assicurata. “Finora solo un pensiero: 'in un bellissimo fiore'”.
“Un bellissimo fiore? E poi?”.
“Lasciami tempo, Irma”.

Annoiata, la guardiana sfaccendata si muove tra gli scaffali, constatando quanto d'impaccio possono essere le alette dall'incerta utilità sulla schiena. É impegnatissima a fare nulla quando riceve un messaggio telepatico da Taranee: 'Irma, sei libera?'
'Come l'acqua, Tara'.
'Ho istruzioni da Tibor. Devi spostare uno dei segnalibri'.
'Segnalibri?'.
'Quelli che ha messo Will. Quelli rimasti sono tutti alla stessa altezza. Bisogna che almeno uno sia a un'altezza diversa per tentare di individuare l'elevazione di eventuali prossimi segnali'.
'Tara, qui c'è buio! Si vedono a malapena i libri, figuriamoci i segnalibri!'.
'Accendi pure la luce. Cedric è lontano, e le vie sono avvolte nella nebbia. Nessuno se ne accorgerà'.

Quando vede accendersi la luce, Hay Lin sussulta, sentendosi colta in fallo. Guardandosi attorno, vede Irma accanto all'interruttore.
“Ma... cosa ti salta in mente?”, sibila tra i denti.
“Solo un attimo. Istruzioni di Taranee”, risponde Irma, e va a scartabellare tra i libri.
'Ma cos'hanno in mente stasera', pensa Hay Lin di malumore. 'Almeno, ne approfitterò per esaminare il libro con la luce'. Lo sfoglia, constatando che di fiori ce ne sono parecchi. Ma una nuova frase prende a insediarsi tra i suoi pensieri: 'Al mio cospetto'.
Strano pensiero, questo, per uno che guarda un libro illustrato. Prova nuovamente a farlo frusciare tra le dita, poi a riguardare le illustrazioni, ma nessuna sembra giustificare un pensiero espresso in prima persona.
Andava meglio con la luce spenta, deve constatare.
Osserva fuori dalla finestra la coltre di nebbia che avvolge la città.
D'improvviso un pensiero non suo la fa sussultare: 'Hay Lin, Irma, presto! Cedric sta tornando!'.
Mentre Irma corre a spegnere la luce gridando: “Presto, sta arrivando”, Hay Lin balza su, chiude il libro, e cerca il ripiano giusto. Nel buio, che ora sembra assoluto, non lo vede e va a tentoni, infilando il tomo nel primo posto libero che trova al tatto.
“Presto, ci sei?”, la sollecita Irma.
 

Avvicinandosi al suo negozio, Cedric ha la sensazione di intravedere un lampo rosato proveniente dalla vetrina. Non possono essere che le Streghe di Kandrakar. Che sia arrivato il momento temuto da tempo? Se è così, non ha modo di evitarlo.
Si fa coraggio, apre la porta e accende la luce. La sensazione che ci sia stato qualcuno è fortissima: la sedia del tavolo da lettura è spostata. Accostandosi, tocca la seduta: è ancora calda.
Dopo un breve sopralluogo, rivolge il suo sguardo alla porta della cantina, sempre serrata: che le Guardiane abbiano portato su e aperto il Libro degli Elementi? Se così, lo avranno rimesso al suo posto nel seminterrato, o lo avranno portato via riconoscendolo come posseduto? La curiosità lo attanaglia, ma non osa più aprire la porta dello scantinato. C'è solo una cosa che può fare ora, anche se non cambierà niente.
“Scusate se vi ho disturbato, Guardiane!” scandisce ad alta voce col tono più sarcastico che riesce a trovare.

 

Nella soffitta di villa Rudolph, poco dopo, tutto il gruppetto si ritrova da dove era partito.
“Colpa mia”, ammette Taranee contrita davanti alle proteste delle sue compagne appena tornate, che la sovrastano con i pugni piantati sui fianchi e le alette drizzate come i peli di un gatto arrabbiato. “Ho seguito Cedric ogni momento, ve lo assicuro, ma non ho riconosciuto bene i posti a causa della nebbia. Mi sono resa conto all'improvviso di quanto fosse vicino al negozio”.
“Va beh, è andata”, conclude Orube, un po' in disparte. “Sono certa che sospettasse già di essere sorvegliato. Non cambierà niente”.
“Ma vuoi mettere la figuraccia con Kandrakar e le altre?”, sbotta Irma, “Me la vedo Cornelia che ridacchia. Anzi, Cornacchia che ridacchia!”. Conclude con un sorrisino compiaciuto per la propria arguzia.
Orube chiude le ante dell'armadio, nascondendo il portale alla vista. “Dopo aver dovuto cercare una cimice di un millimetro e mezzo su un marciapiede, sono certa che non avrà nessuna voglia di ridacchiare”. Osserva Irma che trattiene una risatina divertita, poi la Guerriera riprende: “Dopo avere osservato come sono andate le missioni, devo dire che la divisione in squadre non è stata un'idea felice”.
“Cosa vuoi dire?” chiede nervosamente Hay Lin.
“Che il tuo potere, il potere dell'aria, ci avrebbe consentito di depositare le cimici nei loro colletti in meno di un minuto”.
“Io ho seguito le istruzioni di Tibor”, si difende Hay Lin, mettendo le mani avanti.
Già”, fa Irma, “E se Taranee fosse stata nel negozio, invisibile, avrebbe potuto leggergli il pensiero e sapere che cosa lui temeva che avessimo scoperto”.
“Ma lo sai che è una bella idea?” ammette Hay Lin. “Però è stata una cosa non programmata”.
“Ma potremo sempre rifarla”, propone Taranee. “Con una bella provocazione: gli facciamo trovare il libro sul tavolo”. Poi si volta verso Hay Lin: “Cos'hai sentito sfogliandolo, prima?”.
“Solo due frasi ricorrenti: 'Un bellissimo fiore' e 'Al mio cospetto' ”.
“Al mio cospetto...Cosa vuol dire?” chiede Irma.
“Alla mia presenza”, risponde piatta Taranee. “Irma, la tua attenzione alle lezioni di letteratura...”.
“Ma lo so cosa vuol dire, Tara!”, sbotta la Guardiana dell'Acqua, “Ma è una parola che usano tutti? Quando chiami tuo fratello, gli dici 'Vieni al mio cospetto?'. Non credo. Neanche la preside Kickerbocker si esprime così!”.

  
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