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Autore: Ino chan    14/11/2020    3 recensioni
«Dean?» l’espressione di Castiel è sbalordita «Sei davvero tu?»
«Dean Winchester in persona.» Dean annuisce ridendo mentre non riesce a trattenersi e le prime lacrime gli rigano il volto « Ma tu puoi chiamarmi: quello che mi ha afferrato e salvato dalla perdizione.»
*15X19|| FIX-IT della puntata*
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Running on Empty'
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CREDITI:
Questa storia mi è venuta in mente leggendo 
QUESTO post. 
Titolo della storia:  Serva me, servabo te (Petronio, Satyricon, cap. 44).
Questa storia è ambientata DOPO Una parola in più.

“I'm the one who gripped you tight and raised you from perdition.”
― Castiel


Vi è un minuscolo Angelo avvinghiato all’ultima anima creata dal Padre; Gabriel la osserva sorpreso e, in fondo, intenerito. Gli angeli, di solito, non sono felici di essere legati a degli uomini, lui stesso non lo è di essere stato scelto come custode, eppure quello spurgo di grazia, sembra del tutto intenzionato a non mollare per nessuna ragione l’umano che gli è stato affidato.   È quasi tentato di prendersi un momento per spiegargli che è tutto inutile, affezionarsi ad un essere umano è come amare un alito di vento, ma decide di lasciar perdere. C’è ancora tempo prima che quei due si incontrino sulla terra  e il Paradiso farà in modo di indottrinare per bene il piccolo Castiel.
Quando Dean Winchester spira fra le zanne del pittbull demoniaco venuto a reclamare la sua anima, la mente di Gabriel è attraversata da due distinte grida di dolore. Una è quella di Sam, suo protetto e l’altra è quella di Castiel. Sono secoli che non incrocia più la strada di suo fratello, Cartagine era ancora una potenza militare quando si sono ritrovati sotto lo stesso cielo, eppure  quella scarica di dolore che lo attraversa e gli fa mollare la presa al cucchiaio colmo di gelato nella sua mano, è quella di quel fratello minore, fin troppo ben addestrato e inquadrato , rispetto al minuscolo abbozzo di creatura celeste che era nel momento della sua creazione.
Non ha bisogno di concentrarsi troppo per vederlo. È un’ombra inquieta che aleggia attorno alla tomba di Dean, mormorando preghiere, come se non sapesse che, all’inferno, nessuna invocazione celeste può arrivare. Gabriel è quasi tentato di mostrarsi, di farsi vedere anche solo per un attimo, certo che la sua sola vista sarebbe capace di tirargli almeno su il morale, ma poi si dice che non può cedere ora dopo anni passati a far finta di non essere un Arcangelo.
Non è sorpreso quindi, quando fra gli spasmi di una febbre furiosa, assiste al viaggio di un manipolo di angeli negli inferi,  alla distruzione dei demoni accalcati attorno alla ruota delle torture, e alla salvezza dell’unica anima lì presente. Il dolore di Castiel nel ritrovare il suo protetto, attorniato dal male, convinto di non dover essere salvato, è come una lama piantata nel cranio che lo fa urlare.  Maledetta mente alveare, maledizione!
Per questa ragione, sempre per la suddetta mente alveare, non appena apre gli occhi su un cielo insolitamente terso, sa cos’è successo.  Si tira a sedere, una mano alla fronte che duole, un attimo prima di venire abbracciato e quasi sollevato di peso da Sam Winchester. Nonostante l’indolenzimento, quasi non scoppia a ridere, guancia a guancia con il buon ragazzone, che lo sta strizzando contro di sé con entrambe le braccia avvolto attorno al torace. È adorabile maledizione e non smetterà mai di pensarlo.
«Jack…Cass?» la voce di Dean è un pigolio speranzoso che lo fa voltare verso di lui. Si sta guardando attorno, come se si aspettasse di vederlo spuntare da un momento all’altro, prima di tornare a guardare verso il Dio del neonato nuovo mondo; Jack, preme le labbra una contro l’altra e abbassa lo sguardo colpevole. Castiel si è dato al Vuoto di sua spontanea volontà, non ha idea di come fare a salvarlo.
«Sei ancora un bambino è normale che tu non sappia come fare. Mio padre c’ha messo un po’ per conoscere tutto quello che sapeva.» Gabriel si scosta gentilmente dalla presa di Sam e si alza. Jack gli rivolge uno sguardo sorpreso, così come i due fratelli «Avete riportato in vita solo me?» chiede l’Arcangelo, sviando per un momento la domanda che legge sui loro volti.
«Gabriel te lo vuoi un mondo dove ci sono Michael  e Lucifer a passeggio?» gli chiede Sam inclinando il capo «Jack ha riportato indietro solo i loro vessili.» Gabriel non vorrebbe  concordare, ma si ritrova a farlo lo stesso dopo una piccola riflessione. Michael  e Lou sono i suoi fratelli maggiori, li ama da morire, ma uno ha cercato di ucciderlo e l’altro c’è riuscito, maledizione! Sì, decisamente stanno bene nel Vuoto. 
«Allora non fate quelle facce sorprese, se ci sono solo io, sono la più alta forma di conoscenza divina in circolazione.» esclama, riprendendo il filo del discorso principale, avvicinandosi a grandi passi a Dean e tirandogli giù la camicia sulla spalla. Gli occhi di Sam si fanno enormi per la sorpresa a notare l’impronta sulla spalla di Dean e questo, per un secondo, sembra tremendamente imbarazzato. Abbassa lo sguardo, prima di cercare di  togliere la mano di Gabriel dalla stoffa della camicia per rivestirsi « Che vuoi?»
«Questo ti lega a Castiel, puoi andare a prenderlo. Ovviamente se hai le palle di andare fino nel Vuoto per far…» non riesce a finire la frase che le mani di Dean si chiudono attorno al colletto della sua camicia, quasi strozzandolo. Sostiene lo sguardo dell’umano in silenzio, mentre questo dichiara che non c’è posto dove non andrebbe per riprendere Castiel.
Gabriel si lascia sfuggire un sorriso divertito mentre si fa indietro « Ottimo.»

Il Vuoto non ha forma, per questa ragione, quello che si fa avanti non appena Dean varca il confine del portale creato da Gabriel, è una forma sbozzata nel buio del suo stesso regno. Si fissano per un secondo, in silenzio, mentre ovattate giungono le grida di Sam che cerca di far rinvenire Gabriel che, stremato dall’incantesimo, gli è appena crollato all’indietro fra le braccia. Dean riesce a vederli con la coda dell’occhio, sa che ha poco tempo, prima che il portale si chiuda o che Gabriel muoia –stavolta per davvero – per lo sforzo. 
Dean è pronto a battersi, pronto a morire se necessario e trovare la pace nel nulla accanto a Castiel, ma il Vuoto si scosta lentamente e con un braccio, cesellato nel nero, indica qualcosa alle sue spalle. Castiel è a terra, un sorriso sulle labbra e le guance ancora bagnate di lacrime. La mano sanguina ancora, piccoli rivoli colano dalle dita fino a terra;  è perfettamente congelato nel momento in cui è stato portato via. Eppure Dean ha l’impressione che l’espressione sul suo volto, non sia la stessa che c’era quando è stato inghiottito. Non vi è nulla della serena rassegnazione, della disperazione di chi sa di non poter fare altro che morire per salvare l’amore di tutta una vita. « Posso portarlo via?» chiede sorpreso.
«Il Vuoto non deve essere riempito, e voi due minacciate di farlo.»  Dean aggrotta la fronte perplesso mentre le labbra della figura si arricciano in un sorriso «L’amore.»

Dean crolla a terra tenendo Castiel fra le braccia.
Gabriel , di traverso sulle ginocchia di Sam, ha un sussulto mentre sputa all’aria un grumo di sangue. Il passaggio si chiude e l’Arcangelo si siede, a fatica,  grazie all’aiuto del suo protetto. Dean è  quasi svenuto per il contraccolpo dell’essere tornato indietro dal Vuoto, eppure stringe con forza il corpo di Castiel contro il suo, come se avesse paura, anche nell’incoscienza, che possa essergli di nuovo sottratto.
«Ah Padre, il Vero Amore, la tua opera migliore.» mormora mentre con la mente corre alla prima volta che li ha visti, un anima appena creata e un Angelo neonato. 
Dean apre gli occhi con un verso di dolore mentre, fra le sue braccia, Castiel sembra riprendere conoscenza molto più lentamente. Il cacciatore si tira su, rovesciandolo sul suo grembo, tenendolo in posizione semi-seduta con un braccio avvolto attorno alle spalle «Cass!Castiel dai!» lo incita, fino a quando l’Angelo non apre gli occhi e lui si trova, pericolosamente, vicino a commuoversi.
«Dean?» l’espressione di Castiel è sbalordita «Sei davvero tu?»
«Dean Winchester in persona.» Dean annuisce ridendo mentre non riesce a trattenersi e le prime lacrime gli rigano il volto « Ma tu puoi chiamarmi: quello che mi ha afferrato e salvato dalla perdizione.»
   
 
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