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Autore: sayan_s_moon    15/11/2020    6 recensioni
Edward ha abbandonato Bella nel bosco, solita storia vero?
Ma cosa succederebbe se, prima di andarsene, esaudisse il desiderio più grande di Bella? I nomi Renesmee ed EJ vi dicono nulla?
Bella è cresciuta ed ha fatto carriera, crescendo i suoi due figli con il solo aiuto di Jacob.
Dopo quasi 8 anni di tranquillità, il passato bussa alla sua porta. Cosa succederà?
*****Se siete curiosi, date un'occhiata e sentitevi liberi di recensire*****
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clan Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
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Care lettrici e cari lettori, eccomi con un nuovo capitolo appena sfornato!
Vi ricordate dove ci eravamo interrotte? Pensate di aver indovinato l'identità dei nostri soggetti ignoti? Leggete per scoprirlo e ci rivediamo a fine capitolo!
Un bacione! 

Ci tengo a ringraziare le 4 fantastiche persone che hanno recensito così come i 10 preferiti e i 17 seguiti!

 
 
Avevo immaginato più volte quella scena, nei modi più disparati. Cambiava la location, cambiava quello che stavo facendo in quel momento, cambiavano i membri della famiglia che avrei visto e così via. Spesso, la scena prendeva vita a Forks davanti alla casa di Charlie; questo succedeva quando ancora vivevo con lui, specialmente prima di scoprire che la cicogna mi avrebbe visitato a breve.
Con gli anni i film mentali si erano diradati sempre di più, lasciando spazio alla rassegnazione e alla vita reale. Avevo una casa, un’auto, un lavoro che amavo e due figli. Di certo non potevo più sognare ad occhi aperti come quando ero una ragazzina.
Comunque, il denominatore comune di tutte quelle scene era la mia reazione. Credevo che sarei riuscita a fare la sostenuta per poco e poi gli sarei corsa incontro a rallentatore, come nei film romantici. Avrei ritrovato l’amore della mia vita e alla fine l’avrei perdonato, perché solo lui poteva chiudere lo squarcio che sentivo nel petto. E questo valeva anche per la sua famiglia, specialmente per la mia migliore amica.
Non avrei mai potuto immaginare che le mie fantasie si realizzassero così all’improvviso, dopo quasi otto anni di puro e tormentato silenzio; ancora meno avrei potuto immaginare la mia reazione, ero semplicemente furiosa.
Come si permettevano di farsi vivi dopo anni come se niente fosse? Solo la loro vista mi fece venire il voltastomaco. Cosa volevano dai miei figli? Ero terrorizzata all’idea che me li portassero via e sparissero di nuovo, ma di certo avrebbero dovuto passare sopra il mio cadavere.
Il mio cervello era sovraccaricato da pensieri, dubbi e paure. Probabilmente era passato più di un minuto da quando avevo puntato il mio sguardo su di loro.
Nessuno di noi si muoveva. Continuavo a stare in piedi come un’allocca davanti ai miei figli e loro, invece, se ne stavano dall’altra parte del piano vicino all’uscita. Un sorriso amaro animò le mie labbra, non avrei potuto evitarli.
Tre paia di occhi dorati ci scrutavano ed analizzavano; uno dei quali sorpreso di trovarci lì ed incuriosito dai miei figli, il secondo animato da un guizzo di furbizia e soddisfazione, ed infine l’ultimo era semplicemente devastato. Devastato da cosa, poi? Dal fatto che avevo dei figli, non li aveva riconosciuti e credeva fossero di qualcun altro? O sperava che fossi sparita dalla circolazione ed era infastidito dall’aver incrociato il mio cammino? Quante domande e nessuna risposta.
La figura slanciata di Rosalie era inconfondibile, spiccava nell’anonimato di quel banale centro commerciale. La chioma bionda vaporosa le cadeva morbidamente sulle spalle facendola sembrare un angelo caduto direttamente dal Paradiso.
Alice, invece, sembrava una molla carica pronta a scattare da un momento all’altro. Saltellava leggermente sul posto e ci osservava avida, assimilava velocemente tutti i dettagli e sembrava trattenersi dal venire verso di noi a parlarci.
Ed infine lui, Edward. Non riuscivo a guardarlo, come se un muro invisibile lo nascondesse alla mia vista. Se ne stava lì in piedi vicino alle sue sorelle con il suo portamento elegante ed aggraziato, i capelli indomabili come sempre, la mascella definita e la linea del naso dritta, la bocca carnosa e le sue mani da pianista. Era bello da far male.
“Mamma, stai bene?” mi chiese EJ prendendomi per mano, premuroso ed attento come sempre.
Mi schiarii la voce prima di rispondergli, la gola era diventata improvvisamente secca.
“Si tesoro” lo rassicurai. Cercai di sorridere ad entrambi, ma la loro espressione mi fece intendere che il mio sorriso non era rassicurante per niente.
EJ era decisamente sulla difensiva, ma almeno non ringhiava più. Si portò istintivamente davanti a me e alla sua sorellina con l’intento di proteggerci come farebbe l’uomo di casa. Nessie, invece, era tremendamente incuriosita da loro, infatti i suoi occhi cioccolatosi brillavano curiosi e vispi ricordando terribilmente Alice.
“Andiamo?” chiede EJ, prendendo di nuovo la parola. D’altro canto, mi sembrava di aver perso la lingua.
Cercai di tranquillizzarmi respirando lentamente, per poi prenderli per mano portandoli uno alla mia destra ed uno alla mia sinistra e dirigendomi verso l’uscita. Camminavo guardando avanti a me, ostentando una sicurezza che non mi apparteneva e pregando interiormente di non slogarmi una caviglia con quei tacchi a spillo.
Quindici metri, dodici, nove, sei, tre, zero…
“Ciao Bella” trillò Alice, piazzandosi davanti a noi. Gli altri due si avvicinarono, tenendosi un po’ in disparte.
“Ciao Alice, ti trovo bene” modulai attentamente la voce, usando un tono cordiale, ma il più distaccato possibile. Volevo avere una rivincita su quella famiglia e le loro espressioni ferite fecero ballare la mia dea interiore. Ciò nonostante, Alice non si lasciò intimidire da me.
“Ti trovo bene anche io, non mi presenti?” continuò impertinente, per poi rivolgersi ai suoi fratelli “Rosalie, Edward che fate lì impalati? Venite a salutarli” accompagnò le sue parole con un gesto concitato delle mani. Notai che non aveva perso la sua abitudine di dare ordini agli altri.
“Ciao Bella, mi fa piacere vederti”
Il tono di voce di Rosalie mi lasciò di stucco. Lo trovai incredibilmente dolce, per nulla ostile come quello che mi rivolgeva anni fa. Mi sorrideva in modo cordiale, negli occhi un timido accenno di affetto. Rivolse uno splendido sorriso anche ai miei bambini, EJ arrossì in modo che mi ricordò tremendamente me stessa; mentre Nessie le rivolse uno splendido sorriso.
“Bella”
La sua voce mi mozzò il fiato, l’avevo immaginata per così tanti anni che a volte temevo di dimenticarla. Il suo sguardo si poggiò sulle mie braccia nude dove una vistosa pelle d’oca faceva mostra di sé. Non poté fare a meno di nascondere il suo solito sorrisetto sghembo, consapevole dell’effetto che mi suscitava ancora. Anche il mio cuore dette cenni di cedimento, decidendo di battere più velocemente. Il suo sorriso si fece più vistoso così come il mio fastidio nei suoi confronti.
Maledizione Bella, datti un po’ di contegno!
“Ciao Edward, ne sono passati di anni”
La frecciatina acida gli fece passare la voglia di sorridere.
Bene, Bella 1 – Edward 1. Palla al centro.
Feci velocemente le presentazioni, evitando accuratamente di rispondere alle domande sui loro nomi. Se avessi accennato ai nomi per intero avrebbero capito tutto e di certo non ci trovavamo nel luogo adatto a fare discorsi così delicati.
“I tuoi figli sono splendidi” sussurrò Rose, non potei non fare caso alla tristezza intrisa nella sua voce. Mi colpì così tanto che le parole mi uscirono dalla bocca prima ancora di poterci pensare veramente.
“Noi andiamo ogni sabato pomeriggio a passeggiare al parco e ci fermiamo alle giostre e in gelateria…” iniziai il discorso con incertezza, lei aspettò pazientemente che continuassi senza nascondere un luccichio di speranza negli occhi “se ti va e non hai impegni, ti potresti unire a noi. Non penso che ai bambini darebbe fastidio, anzi”
“Sarebbe fantastico Bella!” esclamò emozionata, ringraziandomi felice.
“A voi va bene?” mi rivolsi ai gemelli che, silenziosamente, osservavano i Cullen.
“Mammina, sarebbe bellissimooo” urlò Nessie cominciando a saltellare felice, abbracciando le gambe di Rosalie che, dopo un primo momento di sorpresa, ricambiò affettuosamente il gesto di affetto.
Edward scoppiò a ridere, attentando definitivamente al mio povero cuore. Quel sorriso da infarto, quel viso da angelo e quel corpo da adone.
Che cosa ho fatto di male per meritare una simile tortura?
“Sei un tornando di energia, Nessie. Mi ricordi tanto mia sorella Alice” le disse dolcemente, con un tono di voce che avrebbe fatto sciogliere persino Olaf.
“Davvero?” sussurrò Nessie emozionata, arrossendo vistosamente. Il fascino di Edward non lasciava scampo a nessuna, nemmeno a sua figlia. Potevo scorgere in lei lo stesso sguardo di adorazione che avevo per lui da ragazzina e non potei non temere per lei, non volendo che soffrisse a causa sua.
Lui si accucciò per essere alla sua altezza e le accarezzò la guancia incandescente, a quel gesto Nessie si sciolse definitivamente e lo abbracciò di slancio. Edward fu più che felice di abbracciarla e la strinse delicatamente a sé.
In tutto questo, mentre io cercavo di ignorare la morsa che mi attanagliava senza pietà lo stomaco e i tentativi di Alice di carpire più informazioni possibili sulla mia vita privata, EJ guardava Edward furioso.
Lo presi da parte lasciando che Edward coccolasse un po’ Nessie.
“EJ parlami, non essere così arrabbiato” gli sussurrai amorevolmente, mentre passavo la mano nella sua chioma ribelle. Lui però non mi rispose e continuò a fissare la sua sorellina, così capii che era semplicemente geloso.
“Non fare così, nessuno ti porta via Nessie”
“Me lo prometti?” borbottò guardandomi di sbieco, non potei fare a meno di ridacchiare. Il mio piccolo grande ometto.
“Certo, facciamo giurin giurello” e gli porsi il mio mignolo che afferrò prontamente con il suo.
Come se lo stress non fosse abbastanza, il mio cellulare prese a squillare. Sospirai pesantemente passandomi una mano sul viso, con la coda dell’occhio notai come lo sguardo di Edward fosse sempre su di me anche mentre parlava con la piccola. Cercai di ignorare la suoneria e ripresi a parlare con EJ.
“Rispondi Bella, è la chiamata che aspettavi da tutto il giorno”
Guardai di sbieco Alice che mi riservò un’occhiata furba, suscitando una strana reazione dal fratello. Non ci detti molto peso.
“Mi devo allontanare qualche minuto, rimanete qui, va bene?” dissi ai bambini che annuirono prontamente.
“Badiamo noi a loro” mi propose Rosalie “ci sediamo su quelle panchine qua dietro e chiacchieriamo un po’, vero EJ?”
“Si” mormorò imbarazzato il diretto interessato, accennando un sorriso.
“Non sparite” raccomandai con apprensione, non riuscivo a fidarmi totalmente di loro.
“Tranquilla Bella, te lo prometto” disse solennemente Edward, non potei fare a meno di ghignare amara.
“Se avessi un penny per tutte le promesse che hai infranto, ora sarei ricca quasi come te”
Bella 2- Edward 1.
Lo sguardo vuoto e l’espressione affranta e colpevole mi fece pentire amaramente di aver lanciato quella frecciatina velenosa. Mi morsi il labbro con forza per non piangere.
Di fretta, per scappare da lui più che altro, mi allontanai di qualche metro e risposi alla chiamata, non prima di aver fatto un bel respiro.
“Signor Robin” salutai con voce bassa e un po’ sensuale. Vidi Edward strabuzzare gli occhi per poi incupirsi, mi voltai dandogli le spalle per non fargli scorgere il mio sorriso soddisfatto. Forse ora capivo cosa volesse intendere Alice con quello sguardo.
“Signorina Swan, come sta?”
Dall’altro capo del telefono mi giunse la voce virile del Signor Robin.
Il Signor Robin era ormai mio cliente da due anni, nello specifico da quando gli avevo venduto una villa indipendente da oltre 3 milioni e mezzo di dollari, appena fuori Seattle. Quattro centotrentadue metri quadrati di superficie calpestabile, tre metri e mezzo di soffitto, tre bagni, quattro camere padronali e un’incredibile vista dello skyline di Seattle. Gli interni erano semplicemente favolosi, pareti bianche e un bellissimo parquet dal colore caldo che adornava anche alcune pareti. La firma del costruttore la si vedeva nel gioco di luci creato con maestria e dai bellissimi lampadari di cristallo scelti da lui stesso. Quando la vendetti feci i salti di gioia, poiché la commissione era una cifra a dir poco esorbitante.
Era un ottimo cliente, forse questo era in parte dovuto al fatto che avesse un debole per me. Non solo aveva investito in altre proprietà, la cui meno costava si aggirava intorno al milione di dollari, ma mi aveva messo in contatto con conoscenti ed amici in cerca di casa. Così in quei due anni avevo guadagnato cifre da capogiro ed ero riuscita a creare due fondi d’investimento per i miei marmocchi.
“Ora sto molto meglio grazie, immagino che se mi ha chiamato ha delle buone notizie da darmi”
“Ottime direi, ho deciso di comprare quell’attico in centro che abbiamo visto assieme l’altra settimana. Se possibile, vorrei concordare i dettagli di fronte ad un bicchiere di vino. Che ne dice Signorina Swan?” calcò sul mio nome per imprimere un chiaro doppio senso che solo io coglievo.
Mi rivolgevo sempre ai clienti dando del lei, ma a lui non era mai andato giù. Avrebbe voluto chiamarmi con il mio nome di battesimo, ma glielo avevo proibito. Non volevo avvicinarmi troppo a lui, preferivo mantenere un rapporto professionale. Ciò nonostante, non si era ancora dato per vinto e coglieva ogni occasione buona per organizzare un incontro un po’ più intimo.
“Con piacere, le manderò le mie disponibilità per e-mail. Ora devo andare, le auguro una buona serata”
“Buona serata anche a lei” mormorò roco, suscitando un sospiro da parte mia. Il fascino di Robin era innegabile, ovviamente niente a che vedere con il fascino sovrannaturale di Edward, ma avere a che fare con un uomo maturo deciso e di successo come lui non era cosa da poco.
Ancora sorridendo tornai dai miei angeli. Alice e Rosalie mi fecero le congratulazioni per la vendita, mentre Edward fissava un punto indefinito tenendo la mascella contratta. Sembrava furioso.
“Bene si è fatto tardi, Jake ci aspetta a casa…quindi ehm…” annunciai pratica, per poi iniziare a farfugliare quando gli occhi di Edward, improvvisamente neri, si puntarono nei miei. Un brivido freddo mi percorse la schiena.
Prima che Edward potesse dire alcunché, Alice mi interruppe.
“Senti Bella, immagino che abbiate un po’ di cose da dirvi. Se vuoi Rose ed io vi aspettiamo in macchina con EJ e Nessie”
“Va bene, ci metto poco” cercai di sorriderle invano e le passai le chiavi della mia auto.
“Prima il Signor Robin, poi Jake” sibilò gelido “ti dai da fare vedo” ghignò cattivo.
Sgranai gli occhi, non abituata a quella cattiveria da parte sua. L’Edward del liceo non avrebbe mai osato parlarmi così.
Bella 2 – Edward 2. Di nuovo palla al centro.
Mi sentivo mortificata, ma trovai la forza di ribattere. Modulai il tono di voce, cercando di mantenerlo fermo e indifferente, ma dentro di me mi sentivo sanguinare.
“Jacob è il mio migliore amico, mentre il Signor Robin è un cliente. Non che questo sia affare tuo, aggiungerei” risposi tagliante, i suoi occhi si indurirono di nuovo.
“Quindi per riuscire a fare bene il tuo lavoro fai la poco di buono?” mi provocò con lo stesso tono, lasciandomi sbigottita. Ma come si permetteva?
“Chi sei tu per giudicarmi? Visto come mi hai trattata, dovresti solo che stare zitto” gli urlai contro puntando l’indice al petto. La situazione ci stava sfuggendo velocemente dalle mani.
“Vorresti dare l’esempio ai tuoi figli facendo così? Che madre sei” rincarò la dose senza pietà. Perché mi stava facendo questo?
“Non sei degno di parlare con me né con i miei figli” mormorai con le lacrime agli occhi. Poche parole e mi aveva annientata, di nuovo.
Mi voltai per andarmene, volevo correre fuori e non vederlo mai più. Ma lui fu più veloce e mi prese il polso, bloccandomi e tirandomi verso di sé. La sua stretta delicata era in netto contrasto con la violenza delle sue parole.
“Mi dispiace Bella” sussurrò cupo tra i miei capelli, inspirando lentamente.
“Quanto mi sei mancata” disse in un sussurro appena udibile alle mie orecchie umane.
Facendomi violenza, mi allontanai dal suo petto prima che il suo odore mi stordisse completamente.
“Delle tue scuse non me ne faccio niente. Contano le tue parole e i tuoi comportamenti e fanno entrambi schifo”
Cercavo di non piangere, ma i singhiozzi mi conquassavano il petto. Edward mi guardava angosciato, pieno di sofferenza ed altri sentimenti che non volevo assolutamente analizzare.
“Vattene via, stai lontano da me e dai miei figli” gli urlai, allontanandomi come lui si avvicinava a me. Allungò la mano per accarezzarmi, ma il mio sguardo gli fece cambiare idea e il braccio ricadde mollemente sul fianco, con il palmo ancora rivolto verso di me.
“Bella, non fare così…”
“Vorrei non averti mai rincontrato” gli dissi cupa, dandogli le spalle e correndo fuori. Questa volta non mi fermò e lo squarcio sul petto diventò un cratere.
Non è vero Bella, vorresti che non ti abbandonasse più invece.
Le lacrime mi offuscavano così tanto la vista e le gambe mi tremavano così intensamente che feci fatica a raggiungere gli altri. Appena i bambini mi videro mi corsero incontro per chiedermi perché stessi male, ma non riuscii a spiaccicare parola. Evitai di proposito gli sguardi mesti delle sorelle Cullen, non volevo la loro pietà.
“Bella, non mi sembra il caso di guidare in quello stato”
All’ennesimo Cullen della mia vita che pensava di sapere cosa fosse meglio per me e che mi imponeva cosa fare e non fare, sbottai malamente.
“Alice, sono abbastanza grande da sapermela cavare da sola, non ho bisogno dei tuoi commenti” risposi tagliante, ignorando i sensi di colpa causati dalla sua espressione dispiaciuta e mortificata.
“Dai bambini saliamo in macchina e andiamo da Jake”
EJ era molto dubbioso, ma fece come dissi senza replicare e Nessie lo seguì a ruota. Per fortuna.
Senza salutarle, misi in moto e feci manovra, una volta uscita dalla fila di auto abbassai il finestrino e mi rivolsi esclusivamente a Rosalie, l’unica di quella famiglia con cui non ce l’avevo a morte.
“Rosalie, il nostro invito è sempre valido”
“Ci sarò, a sabato allora”
Tolsi il freno, inserii la marcia e finalmente me ne andai da quel maledetto centro commerciale.
Il viaggio durò venti minuti e nessuno aprì bocca, tutti troppo scossi da quell’incontro, ognuno per motivi diversi. Arrivai a casa, misi l’auto in garage e andai alla porta di ingresso seguendo i bambini che si erano già fiondati dentro da Jake. Sentivo i loro schiamazzi, ma la voglia di entrare e dover dargli spiegazioni era pari a zero. Ero sull’orlo di un esaurimento nervoso.
Entrai e appesi la borsa, mi tolsi i tacchi, legai i capelli e mi avviai in camera con gesti meccanici. Ignorai di proposito il mio migliore amico e la sua espressione di disgusto, probabilmente aveva riconosciuto l’odore del mio incontro indesiderato e si stava preparando per iniziare a discutere.
Mi chiusi la porta alle spalle, ma rimase chiusa per ben poco con mio sommo disappunto.
“Bella…” mi richiamò Jacob.
“Non ho voglia di discutere, lasciami in pace. So già cosa ne pensi a riguardo e non voglio s…” non riuscii a terminare la frase che scoppiai a piangere a dirotto, stringendo le mie braccia al petto per sostenermi. Stavo crollando.
Jacob corse da me e mi strinse tra le sue braccia, mi prese in braccio e mi adagiò sul letto tenendomi vicino a sé. Mi accarezzava i capelli e la schiena con le sue mani bollenti per darmi conforto.
“Non temere, affronteremo tutto assieme come sempre. Siamo una famiglia” mi sussurrò dolce senza smettere di coccolarmi.
“Grazie Jacob di esistere senza di te sarei persa, ti voglio bene” mormorai con voce rauca.
“Ti voglio bene anche io Bells”
L’ultima cosa che sentii fu la ninna nanna Quilluite canticchiata da Jacob e il suo sorriso sui capelli. Poi il buio.


Avevate indovinato? Vi aspettavate questo trio?
Secondo voi perché Edward si è comportato così male nei confronti di Bella? C'è qualcosa sotto che la nostra protagonista non ha colto?
Che ne pensate invece del Signor Robin, è innocuo o darà del filo da torcere al vampiro qui presente?
Sono impaziente di leggere cosa ne pensate, a presto!
  
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