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Autore: Lady_Whytwornian    16/11/2020    1 recensioni
Atlantide è sulla Terra. La battaglia con il superalveare è stata vinta ed ora l'IOA deve decidere il destino della città e dei suoi abitanti
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Le riparazioni ad Atlantide si erano rivelate ben più lunghe di quanto si aspettassero e il suo rientro nella galassia di Pegaso era stato ancora ritardato. Ogni giorno la Dedalus faceva rapporto aggiornando il comando della situazione nella lontana galassia. Purtroppo, da qualche giorno non faceva avere sue notizie e questo non faceva altro che alimentare le voci del precipitare della situazione e della necessità di rientrare a supporto degli umani presenti. Erano già stati decimati dai Replicanti ed ora i Wraith, non avendo alcun rivale, potevano agire incontrastati. Le deboli resistenze poste dall’unica razza che poteva tener loro testa, i Genii, non erano nemmeno sufficienti a difendere il loro stesso pianeta. John trascorreva il suo tempo a rimuginare sul passato. La nuova vita che aveva iniziato in una lontana galassia gli aveva dato emozioni che faceva fatica a lasciare andare. Nuovi sogni, nuove ambizioni che ora sembravano svanire nel nulla. Non sapeva come sarebbe riuscito ad accettare un ritorno alla vita “normale e noiosa”. Sorrise. Trovava ironico che avesse definito normale la vita sul suo pianeta. Si recò nella cella di detenzione. Lo faceva spesso soprattutto per cercare di fuggire da una realtà che non era ancora riuscito a digerire. Questo lo rendeva di pessimo umore: i sentimenti contrastanti che provava ogni volta gli creavano dubbi che lo tormentavano costantemente. Guide lo aveva percepito fin dall’inizio e ogni volta ignorava la sua presenza voltandogli le spalle. Questa volta però volle rispondergli. Inclinò la testa di lato sollevando uno sguardo ormai vuoto. Sospirò: - Perché vieni qui, John Sheppard, se questo ti crea un così grande fastidio? - Todd, ammetto che in fondo in fondo speravo che tu morissi durante la battaglia. Avrebbe risolto molti problemi. - Ah…colonnello…ti ho quindi deluso. Me ne farò una ragione Ghignò, ma era chiara la rassegnazione che si era ormai impadronita di lui e con cui conviveva da tempo sapendo che la sua sorte era segnata. - Cosa sei venuto a chiedermi? Cosa volete ancora da me? Prima o poi la fame inizierà a consumarmi. Un fuoco che mi brucerà da dentro…È questo che volete vedere? Volete vedere la mia sofferenza? Aprì il palmo della mano che usava per nutrirsi e rimase a guardarlo. Smise di parlare. Il dolore che aveva iniziato a provare da qualche giorno era già così da solo insopportabile senza doverlo anche descrivere. Poi si riprese: - Credi che non sappia che stanno decidendo cosa fare della mia vita? Si fermò un attimo a riflettere. Voleva chiedergli di ucciderlo. Ma c’era ancora tempo per questa decisione da cui non sarebbe potuto tornare indietro. John si avvicinò alla parete di vetro che lo divideva dal wraith. Evitò di dirgli che la prima decisione presa in considerazione era in effetti quella di studiarlo: le capacità rigenerative dei wraith e praticamente la vita eterna erano qualità ambite da molti. - Abbiamo deciso in metterti in stasi finché non troveremo una soluzione. È solo temporaneamente. Le riparazioni ad Atlantide sono più dispendiose del previsto e richiedono un tempo maggiore. Onestamente non sappiamo come comportarci con te e, almeno questo pensa una parte di noi, riteniamo che non sia corretto farti soffrire per la mancanza di cibo. Poi aggiunse per cercare di indorare la pillola: - Stiamo facendo il possibile perché ti sia accordata la libertà quando torneremo nella galassia di Pegaso. Il wraith ghignò: - Certo…Anche se adesso conosco le coordinate del vostro pianeta? - Troveremo un’alternativa - Oh, sì. Non ne dubito… - Il tuo senso dell’umorismo mi ha sempre divertito… Guide scosse la testa. Sapeva perfettamente che conoscendo l’ubicazione della Terra non avrebbero mai permesso che tornasse vivo tra i wraith. Sapeva pure che la sua sorte era segnata anche tra la sua gente. Non sarebbe potuto tornare e restare impunito per quanto aveva fatto. Era già riuscito a fuggire una volta dalla morte ed ora si trovava in una situazione da cui non riusciva a vedere una via di uscita: non poteva tornare tra i wraith e non poteva restare con gli umani. - Non giudicherò le vostre scelte viste le opzioni tra cui c’è da scegliere. Comunque, apprezzo lo sforzo. Chissà se avremo ancora occasioni di incontrarci. La vostra vita, dopo tutto, è ben più corta della mia… John lo guardò con aria di sfida. Sapeva benissimo che stava bleffando. Ormai lo conosceva bene. - Può darsi. Ma non credo che sarai accolto a braccia aperte tra i “tuoi”. Tutto sommato per il momento qui puoi ancora continuare a vivere Il wraith abbassò lo sguardo: non aveva nessuna regina a proteggerlo. Nessuno che avrebbe potuto aiutarlo a tornare al prestigio di cui godeva. - Sì. Se questo tu lo chiami vivere. Guide venne scortato fino al laboratorio della base e fatto entrare nella capsula di ibernazione. Si guardò intorno annuendo, poi chiuse gli occhi accettando passivamente il suo destino. I giorni trascorrevano veloci. Tutte le squadre erano impegnate in varie attività soprattutto legate ai back up di tutti i sistemi e delle informazioni contenute negli innumerevoli data base della città. Ogni operazione era legata allo scopo finale di smantellare la città pezzo per pezzo per poterla studiare. Ogni giorno Sheppard passava a vedere dove Guide è ibernato. - Sai…devo dire che mi manchi. Mi manca un po’ tutto… Il dottor Beckett un giorno passava per caso e rimase ad ascoltarlo. Quando John si accorse della sua presenza, facendo finta di niente, uscì dalla sala. - Voglio solo essere sicuro che non si sia risvegliato e fuggito – disse come scusa cercando di minimizzare. Carson gli rispose con un accondiscendente sorriso - Certo. Eppure ho sempre pensato che lo avresti voluto vedere morto… - All’inizio sì, lo ammetto. È esattamente quello che gli ho detto. Adesso, non lo so. E’ tutto così diverso Il suo tono era triste. Capì che non era il caso di insistere. - I tuoi amici sono sempre qui John, nel caso ne volessi parlare. Sheppard abbassò la testa e annuendo se ne andò. Il giorno dopo il tecnico addetto alle comunicazioni chiamò in sala comando con urgenza Sheppard e il signor Woosley. - Abbiamo una comunicazione. Non vi piacerà…proviene dalla galassia di Pegaso. Non abbiamo la conferma della provenienza. Solo il codice di identificazione del colonnello Carter. Ascoltarono in silenzio il messaggio che, con loro enorme sorpresa, non era di Samantha, bensì di un Wraith: - Mi chiamo Elbereth. Voi avete qualcuno che mi appartiene: un mio comandante e scienziato. Ed io lo rivoglio… So che il vostro pianeta è stato raggiunto da una nave alveare, ma che non ha avuto successo. Per vostra fortuna non hanno condiviso le informazioni…So anche che siete stati aiutati dal mio ufficiale che a quanto pare mostra dell’interesse per voi. E voi lo avete trattenuto. Mi troverete in orbita al pianeta in cui era situata Atlantide prima che la spostaste definitivamente. Non ho tempo da perdere. Se verrete avrò la risposta, se non verrete la avrò comunque e le mie azioni saranno conseguenti alla vostra non risposta. Come avete potuto capire il colonnello Samantha Carter è … trattenuta sul mio alveare. Fece una pausa e poi aggiunse: - Come ospite, per il momento Poi continuò: - Questa è la mia proposta: posso farmi dare le coordinate della Terra dal vostro ufficiale. Dopo di che mi presento alle vostre porte con 30 navi alveari, mi riprendo il mio comandante e, dato che ci sono, faccio provviste. Oppure arriviamo ad un accordo: voi venite nella galassia di Pegaso, facciamo uno scambio e ognuno poi per la sua strada. Non fatemi aspettare troppo. Chiuse la comunicazione. - Cosa facciamo? Può fare quello che ha detto? - Non lo so. 30 navi alveari al comando di un solo wraith. Non ha detto di essere una regina. E anche fosse sono tante per essere fedeli ad una sola regina. Per me sta bleffando. - E se invece fosse vero? Se fosse lei il comandante di cui parlano? Potrebbe ottenere piuttosto facilmente le coordinate della Terra. Hanno molti modi di essere persuasivi. - Lasciare libero Todd? Conosce fin troppe cose della Terra. Cosa gli impedirà di comunicarle agli altri? - Cosa impedisce invece a questo comandante di prendere le coordinate della Terra dal colonnello Carter? Erano molto sorpresi dello strano comportamento di questo comandante wraith. Pareva tenesse alla vita di Todd e per questo invece di estorcere le informazioni al colonnello Carter era disposta ad una trattativa. E poi non aveta detto nulla degli altri imbarcati sulla Dedalus. Qual’era stata la loro sorte?
  
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