Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
Segui la storia  |       
Autore: rachelesogna    16/11/2020    0 recensioni
Grethe, vive la sua semplice vita in un paesino scozzese, dividendosi tra il lavoro da infermiera e le giornate passate con l'amica.
Quando però uno strano ospite bussa alla sua porta, la sua vita cambia radicalmente.
Cosa succede quando i miti e le leggende diventano reali?
Cosa succede quando la verità irrompe nella tua vita, sconvolgendola?
Semplice.
Si scatena una tempesta.
"Con il giusto lupo al tuo fianco qualunque foresta, di notte, è piena di rivelazioni."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Non ci vado"

"Tu ci vai!"

"Ma non lo conosco nemmeno"

"Ci devi uscire proprio per questo"

Grethe e Leila, seduta una davanti all'altra al tavolo della modesta cucina della prima, continuavano a discutere sulla possibilità di andare all'appuntamento con l'uomo del supermercato.

"È troppo tempo che non esci con un uomo, Grethe. L'ultima volta è stata con il povero turista tedesco e mi sembra che non sia finita neanche poi così bene. "

Una risatina lasciò le belle labbra di Leila facendo incupire l'amica.

"Non è colpa mia se era un imbranato cronico! Mi ha bruciato uno dei miei vestiti preferiti!"

Leila rise apertamente ricordandosi perfettamente lo sguardo allucinato della donna quando si era precipitata a casa sua con addosso solo il cappotto e il vestito bruciacchiato in mano.

"Quel Nikolai non mi sembra il tipo che fa cedere un candelabro addosso alla sua accompagnatrice, al massimo ti incendia con uno sguardo" ghignò maliziosa la bionda una volta fermata la risata.

Grethe si coprì il viso, troppo imbarazzata per continuare ad ascoltare i motivi per cui sarebbe dovuta andare a quel dannato appuntamento.

La verità era che non aveva paura di uscire con uno sconosciuto ma aveva paura di conoscere fin troppo bene il proprietario di quel buonissimo profumo.

Sperava che quello fosse solo uno stupido sogno, ma in cuor suo sapeva fin troppo bene che c'era un collegamento tra il lupo della scorsa notte e Nikolai.

Non sapeva come fosse possibile e soprattutto da dove derivava quella sua sicurezza, sapeva soltanto che per scoprire qualcosa di più su quel misterioso uomo doveva accettare il suo invito a cena.

"Ci andrò" pronunciò a voce alta, fermando lo sproloquio dei Leila.

L'amica urlò felice a le gettò le braccia al collo.

-----------------------------------------------------------

Alle 7:55 si fece trovare davanti al Gillis, vestita di un semplice pantalone nero e maglioncino.

Leila l'aveva aiutata a raccogliere i capelli ribelli in una coda alta- che le scopriva la morbida curva del collo- e l'aveva truccata leggermente facendola risplendere nella sua disarmante semplicità.

Poi aveva costretto l'amica a chiamare Andrea Manello, intimandogli di convincerlo ad uscire quella sera con lei e di ritrovarsi casualmente a cenare al Gillis. Solo per evitare di bruciare un altro vestito, sia chiaro.

Così se ne stava in piedi davanti l'insegna a neon gialla del locale, aspettando che una qualche divinità benevola la convincesse ad entrare.

Sospirò una, due, tre volte e poi spinse la porta.

Individuò subito l'uomo seduto ad un tavolo abbastanza centrale, proprio sotto le luci soffuse che pendevano dal soffitto. Ovviamente Stacy, la figlia quarantenne di Gillis con qualche problema a non fare l'ochetta con qualsiasi essere vivente di sesso maschile, aveva avuto la brillante idea di mettere un uomo così bello e prestante al centro dell'attenzione di tutto il pub.

Come se già non lo fosse...

E Nikolai, splendido nel suo dolcevita bianco, se ne stava lì a farsi rimirare da tutte le donne del locale, lo sguardo fermo sulla porta d'ingresso. Con estrema soddisfazione Grethe si accorse che l'uomo non degnava di uno sguardo nessuno, come se la cosa più importante dovesse ancora arrivare.

E capì che la persona che tanto aspettava era lei.

Nikolai le rivolse un sorriso bianchissimo. Gli occhi – due fanali color cioccolato fuso- la riscaldarono tutta.

Grethe si avvicinò, avvistando quattro tavoli più indietro Leila e Andrea che la stavano tenendo d'occhio.

"Buonasera" la salutò lui sorridendo ancora.

"Buonasera" rispose lei accomodandosi alla sedia di fronte la sua.

Sentì lo sguardo dell'uomo sondare il suo corpo. Nikolai colse ogni neo, cicatrice, piega sulle parti del corpo non coperte dai vestiti. La studiò con occhi instancabili e avidi. E sotto quello sguardo si sentì rilucere di una sfolgorante bellezza.

Grethe sentì il calore salire al viso ed abbassò lo sguardo anche se era perfettamente consapevole di non poter arrossire.

"Sei qui"

Grethe sollevò di scatto lo sguardo sorpresa dal tono sollevato dell'uomo.

"Sono qui" sospirò tremula lei, troppo destabilizzata dal suo profumo e dal suo sguardo.

"Allora...mi dirai il tuo nome entro la fine della serata?" sorrise lui riacquistando la sua tipica compostezza militare.

"Tu mi dirai tutti i tuoi segreti entro la fine della serata?" rispose lei mettendosi composta.

Nikolai si irrigidì sul posto, le dita si strinsero l'una con l'altra fino a far sbiancare le nocche.

Le bastò quello per pentirsi della sua avventatezza, ma non era riuscita a contenere la sua linguaccia impertinente.

Les jeux sont faits.

" Facciamo un patto." esordì lui all'improvviso.

"Tu mi dirai il tuo nome e io ti dirò un mio segreto, ci stai?" sorrise malandrino sporgendosi con il corpo mastodontico oltre il tavolo.

Grethe annuì e sorridendo rivelò il suo nome.

" Un bellissimo nome, per una bellissima donna." mormorò lui sovrappensiero.

A quell'affermazione la sua gabbia toracica si strinse dolcemente attorno al suo povero cuore.

"Ora tocca a te" parlò lei schiarendosi la gola.

L'uomo drizzò la schiena, oscillò a disagio sulla sedia e si preparò a svelare il segreto tanto atteso.

Un'esplosione distolse la loro attenzione e la portò sul cratere che si era aperto nel muro del Gillis. Urla e scalpiccii di piedi saturarono l'aria di paura.

In quel trambusto una donna, accerchiata da altri quattro uomini, entrò nel locale puntando il suo sguardo di fuoco su Grethe.

"Tu!" urlò la donna digrignando i denti come un cane.

Nikolai le fu subito accanto e se la strinse addosso digrignando i denti a sua volta.

"Ti prego non dare di matto" sussurrò l'uomo lasciandole il fianco, spingendola morbidamente via.

"Dovrai fare esattamente tutto ciò che ti dico, hai capito?" continuò lui. Grethe tremò sul posto ed annuì automaticamente, come se obbedirli fosse più che naturale.

I nuovi arrivati avanzarono formando una freccia umana letale indirizzata verso di lei.

I sensi di Grethe erano come lucine lampeggianti impazzite: continuavano ad inviarle segnali di pericolo che la destabilizzavano.

Le sue mani, come animate di vita propria, si aggrapparono alla manica del morbido maglione di Nikolai, richiamando la sua attenzione.

"Andrò tutto bene, te lo prometto." le sorrise lui accarezzando con dita lunghe e callose la pelle liscia della sua mano.

"Chi sono?" domandò tremula, soggiogata dal suo sguardo caldo.

"Persone cattive, mia dolce luna." morbidamente le sue labbra accarezzarono quell'appellativo che, per un motivo a lei ancora ignoto, le calzava a pennello.

"Cosa..."

Un urlo squarciò il loro scambio di sguardi.

"Prendetela!" urlò la donna in nero dall'alto della sua aura oscura.

Gli uomini si lanciarono in avanti, pronti ad afferrarla.

In quel esatto momento successero due cose: Leila si frappose- armata di lancia- tra lei ed uno degli assalitori e l'uomo con cui aveva dialogato fino a due secondi fa era sparito.

Al suo posto ora c'era...un lupo. Un grosso lupo nero dagli occhi ambrati.

Era lui.

Quest'ultimo la guardò per un attimo prima di spingerla di lato con la possente coda.

Grethe cadde e si ritrovò tra le braccia di Andrea.

"Resta qui" le sussurrò lui stringendosela addosso.

Grethe non pensò neppure di spostarsi, era una cosa che il suo cervello non concepiva neppure, soprattutto perché sapeva perfettamente che oltre il sottile strato di legno stava succedendo qualcosa di pericolo e soprannaturale.

Stordita e immobilizzata dalle braccia di Andrea, la donna si ritrovò a pensare a quello che era appena successo.

Chi erano quegli uomini?

Chi era quella donna?

Da quando Leila sapeva maneggiare una lancia?

Ma soprattutto perché diavolo si era messa in mezzo?

Nikolai era un dannatissimo lupo.

Com'era possibile?

Un uomo che tramuta in lupo.

Tu sei una vilia.

Il ricordo la colpì in pieno petto mozzandole il respiro, bloccando il fiume in piena che erano i suoi pensieri.

Come richiamo dal suo dolore, il grosso lupo si parò davanti ai suoi occhi studiandola ad orecchie ben dritte, pronte a captare qualsiasi movimento.

"Sali"

Era stato il lupo a parlare?

Lo guardò ad occhi sgranati, incapace di credere ad una cosa simile.

"Grethe sali su quel dannatissimo lupo" la voce di Leila la raggiunse.

No, non era stato il lupo.

Accettando la terribile realtà che stava per montare in groppa ad un lupo gigantesco, rivolse uno sguardo ad Andrea.

"A lui ci penso io, tu vai con Fenrir. Ora." disse Leila intercettando il suo sguardo.

Grethe salì in groppa al lupo, o forse doveva chiamarlo Nikolai?

Gettò uno sguardo dietro di sé mentre il corpo sotto di lei iniziava a muoversi.

Molti uomini erano riversi a terra, privi di vita. Altri stavano battendo in ritirata trascinando con sé gli amici feriti.

In tutto quel disordine di corpi e legno, la donna si ergeva fiera di odio.

"Ti troverò" mimarono le sue labbra laccate di rosso.

Grethe rabbrividì violentemente allontanandosi sempre di più in groppa a Nikolai.

L'avrebbe trovata ancora, ne era certa.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Licantropi / Vai alla pagina dell'autore: rachelesogna