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Autore: fantaysytrash    16/11/2020    4 recensioni
[Remus!Centric | Sirius/Remus | Hurt/Comfort/Introspettivo | Missing Moment | Marauders Era] [Questa storia si è classificata quinta al contest “Prompts letterari per un contest lampo” indetto da matiscrivo sul forum di EFP]
Ogni luna piena Remus si sente un mostro, ma Sirius è sempre al suo fianco per ricordargli chi è veramente.
Dal testo:
“Nonostante le sue paure – ormai troppo intrinseche in lui per sparire insieme alla luna piena –, Remus si lascia andare in un piccolo sorriso, voltandosi appena per inspirare l’odore così tipicamente Sirius che non può fare a meno di rilassarsi impercettibilmente.”
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Note dell’Autrice

Ammetto spudoratamente che questa è una delle storie più cliché che io abbia mai scritto e infatti già tremo per il giudizio del contest per quanto riguarda il parametro dell’originalità – ma alla fine questo è ciò che mi sentivo di scrivere perciò è quello che ho scritto.

La citazione fornita dal concorso in questione – e utilizzata qui come pensiero generale – è “Non son poi tanto spregevole se un tal cuore continua ad amarmi”, e fino all’ultimo secondo ero convinta che avrei scritto una Grindeldore. Poi però mi è venuta in mente questa ideuccia, perciò ho fatto una virata secca e ho scelto di scrivere su Remus e Sirius. Ho faticato a restare nei limiti della flashfic – una delle richieste di base – perché sarei andata avanti all’infinito a descrivere questo magnifico rapporto.

Sebbene abbia pochissime pretese, spero ugualmente che vi possa scaldare un po’ in questi giorni di quasi-inverno. E sì, il titolo è preso dalla canzone di Barbie Raperonzolo… ha senso, ve lo giuro.

Buona lettura,

Federica ♛



Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a J.K. Rowling. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 


 

CONSTANT AS THE STARS ABOVE


Remus si risveglia avvolto in una pesante coperta di lana, con una mano tra i capelli e un corpo caldo che oscilla impercettibilmente contro il suo.

Impiega un attimo a capire dove si trova – in una poltrona malandata nella Stamberga Strillante – e a ricordare gli eventi della notte precedente – ululati, corse disperate e altre azioni che non ha intenzione di rivivere.

Trova curioso come, nonostante gli anni passati nella stessa identica situazione, si trovi sempre spaesato e disgustato da se stesso dopo la luna piena. La sensazione di sporcizia che lo pervade ogni volta non è nuova, ma non per questo lo ferisce di meno; lo fa sentire piccolo e inadeguato, indegno di trovarsi a Hogwarts o circondato da amici tanto premurosi.

L’aria gelida dell’inverno filtra tra le assi di legno smunte dal tempo, facendolo rabbrividire.

Shh,” mormora una voce proveniente da sopra la sua testa. Nonostante le sue paure – ormai troppo intrinseche in lui per sparire insieme alla luna piena –, Remus si lascia andare in un piccolo sorriso, voltandosi appena per inspirare l’odore così tipicamente Sirius che non può fare a meno di rilassarsi impercettibilmente.

Richiude gli occhi, adagiandosi tra le braccia dell’altro ragazzo e ripensando per l’ennesima volta a quanto sia fortunato ad aver trovato un amico, un confidente, un amante come lui. Non ha bisogno di guardarsi allo specchio per sapere di avere un aspetto trasandato, ma Sirius continua ad accarezzarlo come se si trovassero nel loro dormitorio, in un giorno qualunque. Come se fosse la cosa più preziosa al mondo. Come se non avesse paura di macchiarsi di tutto quel lerciume che spesso Remus sente fin dentro alle ossa.

Si porta le mani alla faccia, tracciando con un dito le cicatrici che lui stesso si è procurato, il segno tangibile e perpetuo del mostro che è. Quei graffi rappresentano la sua impossibilità di condurre una vita normale, e nel primo chiarore del mattino è certo che siano tanto vistosi quanto la sua vergogna.

“Stai pensando troppo, Moony,” dice Sirius. “Riesco a sentire i tuoi pensieri fin qui.”

“Ho…” Remus non riesce a terminare la domanda, troppo spaventato dalla risposta che potrebbe ricevere.

“È andato tutto bene.”

Remus annuisce debolmente prima di tornare alle sue cupe considerazioni. Non l’ha mai ammesso – può immaginare troppo facilmente il tipo di reazione che le sue parole susciterebbero –, ma nei suoi momenti più bui, quando crede di non meritare aiuto o vorrebbe lasciarsi andare alla disperazione, è a Sirius che pensa.

Dubita spesso persino di se stesso, ma mai del suo amico più caro. Conosce gli orrori che ha dovuto subire da ragazzino e ha più volte constatato in prima persona il coraggio che lo caratterizza. Il coraggio di lasciare la sua famiglia, di intraprendere la propria strada, di essere libero. Il coraggio di amare qualcuno come lui.

La gentilezza dei suoi tocchi è un onore che Remus non dà per scontato, un bagliore nel buio che lo convince che, forse, non è il mostro spregevole che teme tanto di essere.

   
 
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