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Autore: stardust94    16/11/2020    5 recensioni
( capitoli da 1 a 7 modificati)
Questa storia, parla di amicizia, di coraggio, amore, incredibili avventure per salvare un mondo, ormai su l'orlo della fine. Di tradimenti, ferite, lacrime ma anche di speranza, quella speranza che ci fa alzare dai nostri letti ogni giorno e ci fa credere che tutto sia possibile.
Quando il tuo mondo è in pericolo, cosa sei disposto a fare per salvarlo?
" Ci hanno detto che i sogni non sono reali, ma quanto c'è di vero in tutto questo? se davvero i sogni sono una bugia, lasciami vivere in un sogno infinito, come lo sono i mondi che ho visitato."
( storia facente parte della Infinite universes and eternal adventures Elidon Saga e Collision of World)
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo nove
l'orgoglio del arciere e il segreto della ragazza

Tristan e Takeshi erano rimasti al capezzale di Sophia tutto il giorno. L'arciere era seduto accanto al letto della giovane che stava dormendo profondamente con il corpo fasciato in vari punti e un respiratore sulla bocca. La fanciulla, era stata messa in un letto simile a una teca di cristallo che fungeva da centro curativo.
Tristan era in piedi e camminava avanti e indietro per la stanza. Era nervoso tanto che teneva lo sguardo basso e stringeva con forza tale i pugni da sbiancarsi le nocche.

- Se non la finisci...farai un buco nel pavimento - lo rimproverò Takeshi
- Ma che spiritoso che sei. È che non riesco a non pensare che avremmo potuto fermare tutto questo e che Kara abbia esagerato! - replicò Tristan frustrato

Takeshi osservò per qualche secondo Sophia e sospirando ripensò alla battaglia appena terminata.

- Non è in pericolo di vita hanno detto i curatori. Deve soltanto riposare ma per almeno qualche mese non riuscirà a prendere la spada - spiegò l'arciere
- Sembra che Kara l'abbia avvelenata con un potente paralizzante. Deve essere successo quando schivando il suo primo attacco, le ha toccato il fianco - aggiunse il ragazzo

- E questo non lo chiami barare?! - sbraitò Tristan a quel punto tirando un pugno al muro

- Sfortunatamente, questo genere di tecniche viene elogiato come astuzia. Inoltre i genitori di Sophia non hanno sporto denuncia contro l'accademia. Per loro si è trattato di uno scontro perso a causa d'inadeguatezza da parte di Sophia - disse Takeshi lapidario abbassando la testa.

- Inadeguatezza?! La loro figlia poteva morire e se ne fregano?! Che razza di... -

Tristan si morse la lingua per non gettare i peggiori insulti addosso ai genitori di Sophia. Incrociò le braccia e cercò di calmarsi come poteva anche se in realtà, avrebbe solo voluto prendere a calci Kara e Julian e perfino i coniugi Arken che trattavano la figlia quasi come spazzatura.

Improvvisamente il suono di qualcuno che bussava alla porta, sorprese i due ragazzi che voltandosi, si ritrovarono a incontrare per due secondi lo sguardo di Amber.

- Ah...adesso ti fai viva? wow contiamo davvero un sacco per te! - sputò velenoso il lanciere.
- Calmati Tristan. Amber deve avere dei buoni motivi per non essersi presentata prima -

Subito Takeshi tentò di alleggerire la tensione. Con il risultato che Tristan, gli rifilò una terribile occhiataccia per poi sedersi a braccia incrociate voltando lo sguardo verso la finestra.

Amber sospirando si avvicinò alla teca dove l'amica riposava. Il suo sguardo triste e il lieve singhiozzo che le scappò fecero sospirare Takeshi che alzandosi le poggiò una sulla spalla.

- Amber se è successo qualcosa se Julian ti ha fatto qualcosa, allora dovresti parlarne con noi. Siamo amici e non ti giudicheremo vero Tristan? - domandò l'azzurro

Il lancere sbuffò ma annuì mugugnando senza però guardare la castana, ancora piuttosto di cattivo umore per la sua presunta codardia

- Non è così! Julian non mi ha fatto niente. Semplicemente io...non posso combattere. Mi dispiace! - disse la ragazza stringendo gli occhi

Takeshi preoccupato provò a sfiorarle la spalla nuovamente ma Amber si tirò indietro e alzando la testa la scosse con forza.

- Mi dispiace. Mi dispiace tanto...io non posso dirvi cosa succede ma...non posso più combattere con voi - sussurrò la castana

Tristan si alzò di scatto e furioso le si avvicinò strattonandola per una spalla.
- Cosa significa che non puoi?! Ci volti le spalle? Non te ne frega nulla se Sophia è in questo stato?! Non hai un po di orgoglio?! -

Domandò incredulo e furioso alzando la voce lasciando la ragazza, solo quando si accorse di stare stringendo troppo la sua spalla fino a quasi farle male.

Amber lo allontanò bruscamente e in lacrime, corse fuori dalla porta andando a sbattere contro Ivanhoe.

- Fa più attenzione ragazza. Non guardi dove stai andando quando cammini? - domandò irritato il rosso

Amber tirò su con il naso. Aveva gli occhi pieni di lacrime e arrossati. L'uomo la guardò gelido come se non riuscisse a comprendere quelle lacrime o il suo sguardo sofferente e incrociò le braccia.

- Cosa pensi di fare? Scapperai di nuovo, continuerai a fuggire come una mocciosa debole e spaventata? - le chiese serio

La ragazza abbassò la testa stringendo i pugni.
Una parte di lei, avrebbe semplicemente voluto essere se stessa e lottare con ancora più coraggio e forza di prima. Ma l'altra...era terrorizzata al idea che il segreto che serbava nel suo cuore da tanto tempo, venisse rivelato.
Le conseguenze sarebbero state terribili e non poteva assolutamente permetterlo. Eppure, la ragazza sapeva che così facendo, avrebbe finito per restare sola.

Ivanhoe non sentendo risposta da parte sua, la superò non degnandola di alcuno sguardo se non quello freddo, critico e severo quasi...deluso.

- Ho sentito che affermi di essere una manipolatrice del fuoco. Il fuoco non è un elemento per tutti...e di certo ora come ora...non sei degna di possedere il suo potere - le disse

Quelle parole colpirono Amber come una doccia gelata.
Lei non era degna? Già...lei non meritava la fiducia di Tristan, Sophia e Takeshi ne la loro amicizia e Ivanhoe aveva perfettamente ragione, lei non meritava di essere chiamata utilizzatrice del fuoco perché per proteggere se stessa e il suo segreto, non aveva fatto altro se non scappare.

Si voltò e stava per parlare replicando le fredde e dure sebbene giuste parole del uomo, quando Takeshi si avvicinò a quest'ultimo guardando però lei.

- Adesso tocca a me. Amber...non so cosa ti stia succedendo ma...ti prego di guardare attentamente la mia battaglia -

Disse il ragazzo prima di superarla senza lasciarla parlare e andarsene verso l'arena.
Amber colpita dalle parole del arciere restò in silenzio e si allontanò verso la sua stanza senza sapere se si sarebbe o meno presentata al arena.
***
 
Takeshi prese la faretra e le frecce e guardò verso l'arena. Tra pochi minuti sarebbe sceso in campo. Tristan si avvicinò a lui sbuffando.

- Sei sicuro di volerlo fare? Se si...cerca di non fare cagate non mi va di dover fare da infermiera anche a te - tentò sebbene molto freddamente di scherzare il rosso

- Stai tranquillo. Tristan io vincerò questa battaglia. Quindi non sarà necessario che tu mi faccia da infermiere - replicò l'azzurro tirando un pugno scherzoso sulla spalla del amico.
- Sai ho...ho chiesto ad Amber di assistere al mio scontro. - rivelò poi

- Come mai? -

Tristan sembrò piuttosto stupito dal gesto del amico certo aveva litigato con la ragazza ma se ne era pentito quasi subito e in fondo quello che lo faceva arrabbiare, era stata la sua totale incapacità come leader non certo la decisione di Amber di non combattere.

- Voglio che lo veda con i suoi occhi e ne capisca il significato - disse Takeshi criptico
- Il significato di cosa? - domandò confuso il rosso ricevendo da Takeshi un mezzo sorriso e un sospiro.

Alla fine, i due ragazzi troncarono la discussione a metà e mentre Tristan raggiungeva sugli spalti Amber, piuttosto sorpreso di trovarla lì e sentendosi ancora in colpa per la brutta discussione, Takeshi entrava nel arena con l'arco e la faretra a tracolla e lo sguardo deciso.
Ad attenderlo che giocherellava con la sua grossa ascia, vi era Garan.

- Ehi microbo! Fai ancora in tempo a ritirarti - lo avvertì il colosso con una risata di scherno

Takeshi non si fece spaventare, alzò la testa osservandosi attorno. Il rumore delle persone sugli spalti, gli rimbombava nella testa. Il ragazzo stava cercando tra la folla Tristan quando vide Amber seduta accanto a lui.

- Quando vuoi cominciare, sono pronto - disse l'azzurro al corvino

Nuovamente suonò la tromba ma l'unico a muoversi, fu proprio Takeshi che scattando verso Garan lo bersagliò di frecce incoccando e scoccando molto velocemente. Ma Garan, non fece una grinza e con un ruggito quasi animalesco, conficcò la sua ascia nel terreno, generando un onda di energia sismica che fece tremare l'arena.

- Sei sicuro giovane, di non aver bisogno del mio potere? -

Domandò Belecthor apparendo sulla spalla del arciere che scosse la testa cercando di tenersi in piedi e in equilibrio mentre a causa di una strana forza di gravità, porzioni di terreno si sollevavano dal arena.

- Ha il controllo sulla gravità! d'accordo. Allora ti sconfiggerò dando tutto me stesso perché questo...è il mio orgoglio -

Disse l'arciere rivolgendo un occhiata fugace ad Amber che sussultò stringendo una mano a pugno contro il petto.

-Takeshi... -

La castana sussurrò il nome del amico poi osservò attentamente l'arena. Tristan facendo caso al gesto della ragazza sembrò per un instante sorridere.

Takeshi nel frattempo, era balzato con agilità su una delle rocce sospese in aria e schivando l'ascia di Garan aveva scagliato delle frecce imbevute del potere del vento che ne raddoppiava la velocità.

- Stupido insetto! Puoi essere veloce quanto vuoi, ma resti debole! -

Aveva gridato il corvino recuperando l'ascia che era tornata verso di lui come un boomerang per poi saltare su una delle rocce e manovrare la gravità facendo spianare a terra Takeshi.

- Non puoi nulla contro la gravità sei semplicemente inerme! - aveva detto Garan

Takeshi aveva fatto perno con le mani sul terreno mentre l'aura verde del vento lo ricopriva e iniziavano a vedersi i tatuaggi tribali color smeraldo sul suo corpo.

- Ragazzo...non puoi utilizzare il mio pieno potere anche questa volta. Il tuo corpo fisico non reggerebbe una tale potenza - lo ammonì Belecthor.
- Lo so. Sono perfettamente cosciente di non poterlo fare...si Garan hai ragione! -

Gridò Takeshi osservando il nemico e cercando di alzarsi, lottando come poteva contro la gravità che lo teneva costretto a pancia in giù sulla roccia. Strinse i denti serrò gli occhi e nella sua mente apparvero la battaglia contro Cantarella e le parole del padre che risuonarono fulgide nel suo cuore.

Grazie a quelle parole e grazie alla fiducia degli amici che sentiva risuonare nel cuore come in tutto il corpo, Takeshi riuscì a strisciare una mano afferrando l'arco che strinse con forza.

- Si. Sono debole, insicuro e probabilmente lontano dal guerriero che voglio essere ma...ho qualcosa che tu non hai! - gridò
- Ho degli amici e un sogno! E so che nonostante cada, nonostante possa sentirmi sconfitto...i miei amici sono lì ad aiutarmi e il mio sogno è la mia forza! -

La voce del giovane arciere risuonò nel arena mentre l'aria sembrava quasi fremere e lui, lentamente alzava la testa per poi farsi forza mettendosi in piedi con qualche difficoltà.

Sugli spalti il cuore di Amber cominciò a battere al impazzata mentre Tristan alzandosi metteva le mani a megafono urlando a più non posso.

- Si cazzo! Sei grande Takeshi! - lo incoraggiò il rosso con gli occhi che sembravano luccicare dallo stupore e l'emozione.

Amber si fece coraggio e ignorando lo sguardo d'odio che le stava facendo Bellatrix, si alzò dal suo posto urlando con tutto il fiato che aveva stringendo i pugni

- Takeshi battilo puoi farcela! -

Quando Tristan vide l'amica fare quel gesto, sorrise continuando a incitare l'amico arciere.
Takeshi alzò la testa e si lasciò avvolgere da quel vento così forte ma anche generoso poi incoccò una freccia.

- Silenzio! Silenzio marmocchio! - gridò Garan che aveva ormai perso la pazienza.

Stringendo l'ascia, il corvino, saltò di roccia in roccia avvolgendosi con un aura oscura e scagliandosi di forza contro Takeshi.

Il ragazzo arciere, aprì gli occhi lentamente e quando Garan fu abbastanza vicino, con un balzo saltò poggiando una mano sulla sua testa.

- Turbine del vento furioso! -

Disse Takeshi avvolgendo Garan con un vero e proprio tornado di vento smeraldo che lo fece precipitare mentre Takeshi scendeva a terra.
Garan cadde di faccia ma rialzandosi ruggì furioso e di nuovo con il sangue che gli colava dalla fronte, si scagliò furente e con gli occhi Iniettati di sangue, contro Takeshi menando un colpo verso di lui con la sua ascia.

Takeshi aspettò e intercettò il colpo balzando su l'arma di Garan per poi tirargli un calcio sul volto e sfruttando il rinculo del balzo scoccare l'ultima freccia.
Questa acquistò una velocità incredibile e divenne un dardo verde che trapassò la spalla di Garan e generò un esplosione di media Intensità che alzò subito un polverone.

Quando il fumo lentamente si sollevò, Garan era in ginocchio, il suo braccio destro era trafitto e l'ascia era a terra, spezzata. Vi fu un silenzio di tomba per qualche secondo ma poi la folla, esplose in un fragoroso applauso e Takeshi, sollevando il braccio chiuso a pugno sorrise.

La battaglia era finita e la vittoria era del arciere. Il giovane, si avvicinò lentamente a Garan e ha sorpresa gli tese la mano.

Il corvino incredulo esitò qualche instante ma alla fine, accettò l'aiuto stringendo la mano del azzurro con il braccio buono, ghigno e riconobbe la sua forza.

Amber e Tristan si precipitarono immediatamente ad abbracciare l'amico felici della sua vittoria.

- Sei stato eccezionale! Fantastico Takeshi! -
Si congratulò Tristan. Amber annuì e subito dopo il rosso, fu lei ad abbracciare forte l'arciere.

- Ora ho capito. È l'orgoglio vero? L'orgoglio è quella cosa che non puoi perdere giusto? - chiese la castana
- Si. L'Orgoglio che rende tale un guerriero è diverso per ognuno...il mio è il mio sogno - spiegò Takeshi riprendendo fiato

Amber annuì asciugandosi una fugace lacrima e sorrise verso Ivanhoe comprendendo finalmente le sue dure parole.

- Ragazzi andiamo da Sophia. Sicuramente vorrà sapere della tua vittoria e poi...voglio parlarvi -

Si decise finalmente a dire la ragazza. I due amici annuirono, mentre Garan si avvicinava a un furioso Julian e una seccata Bellatrix.

- Sei inutile! Come hai potuto farti battere?! -

Lo rimproverò duramente il viola. Garan sbuffò e guardò Kara che si fece avanti ma restò in silenzio.

- Julian smettila ora. Il microbo è degno del mio rispetto. Concordi con me, Kara? -

Domandò il corvino alla giovane che annuì con grande disappunto di Bellatrix e Julian. Proprio quest ultimo, tentò di colpire Garan, ma la rossa si mise in mezzo e lo gelò con lo sguardo.

- Adesso smettila. Garan ha ragione. Takeshi e anche tua sorella...si sono battuti con onore. Una cosa che credevo avessi anche tu Julian - disse sospirando Kara

- Sta zitta! Sei solo una bambola difettosa che esiste per servire gli Arken! Tu sei MIA! -

Gridò il viola andandosene, seguito a ruota da Bellatrix. Lasciando che Kara lo aiutasse, Garan si fece accompagnare in infermeria.
***
 
Sophia era sveglia. Aveva dolori in tutto il corpo e le mani, tremavano ancora. Tanto da non permetterle d'impugnare la spada.
I genitori si erano presentati poco prima nel infermeria e mentre la madre era rimasta in silenzio, il padre non aveva perso tempo a inveire contro la giovane fanciulla per la sua sconfitta al torneo.

Sophia con il morale sotto i piedi e l'orgoglio in frantumi, non aveva replicato, limitandosi ad annuire prendendosi pure lo schiaffo del padre.
Forse per tale ragione, quando vide i volti dei tre amici entrare dalla porta, la viola fece un lieve sorriso venendo con sua grande sorpresa, travolta dal abbraccio di Amber.

- Ehi...piano Amber. - disse Takeshi sorridendo

Tristan si appoggiò al bordo del letto con un sorriso altrettanto felice, mentre Sophia ricambiava la stretta della castana anche se con un po di fatica.

- Come è andata? Mi dispiace di non aver potuto assistere alla tua battaglia, Takeshi - si scusò Sophia.
- Non preoccuparti. Devi solo pensare a riprenderti. Comunque...ho vinto anche per te eh - disse l'arciere

Sophia a quelle parole fece un sorriso molto più sereno, mentre Amber, si staccava piano da lei.

- Ragazzi mi dispiace. Non ho fatto che nascondervi le cose e scappare. - disse la ragazza alzando la testa con decisione.
- Ma non voglio più essere una codarda! Takeshi e...un altra persona mi hanno fatto capire che cosa davvero è importante. Quindi io...vi racconterò la verità -

Aggiunse pensando a come spiegare agli amici, il seguito di quel discorso. Alla fine fece un respiro profondo e osservò i tre.

- Il mio...il mio vero nome è Karen. Amber è mia sorella maggiore e io sono entrata in accademia spacciandomi per lei! - disse tutto d'un fiato facendo sgranare gli occhi dei tre ragazzi.

- Mia sorella è sempre stata molto malata. Per questo motivo, sfruttando il fatto che nessuno conosceva il suo reale aspetto...i miei genitori mi ordinarono di entrare in accademia - spiegò Karen.

- Quindi è per questo motivo che ci evitavi? perché non ne hai parlato con noi? - domandò Tristan
- Non sapevo come l'avreste presa e perché non volevo che ad andarci di mezzo fosse mia sorella - spiegò la castana

- E come avrebbe potuto? Non riesco a capire - disse Takeshi scuotendo la testa
- La famiglia che paga le sue cure... - Karen spostò lo sguardo verso Sophia che si limitò ad Annuire.
- Se ti fossi rifiutata di ubbidire...Julian te l'avrebbe fatta pagare. È così vero? - domandò Sophia trovando in un Assenso di Karen, la sua risposta.

- Dovevo rifiutarmi di combattere e far vincere Bellatrix a tavolino. Altrimenti lei avrebbe rivelato a tutti il mio segreto per conto di Julian - disse infine Karen sospirando

Tristan ringhiò stringendo i pugni ma annuì e le scompigliò i capelli. Takeshi le poggiò una mano sulla spalla per darle sostegno.

- Ascolta...Amber, Karen...qualsiasi sia il tuo nome. Non lascerò impunito quel bastardo e vile verme! - affermò Tristan
- Si. Da adesso non devi più avere paura. Ti proteggeremo noi da lui - aggiunse Takeshi

Karen a quelle parole, non riuscì più a trattenersi e scoppiò a piangere disperata, sfogando tutto ciò che aveva sempre tenuto dentro di se in un pianto liberatorio, sapendo che ora, poteva contare su amici preziosi che la accettavano e amavano per quello che era.

Più tardi la ragazza notò Ivanhoe con abiti molto più modesti, nel giardino del accademia in procinto di riprendere il suo viaggio

- Buon pomeriggio - disse facendo un cenno

Ivanhoe la osservò quasi curioso. La ragazza sembrava diversa quasi più radiosa e naturalmente meno insicura. In effetti, era rimasto stupito quando l'aveva vista unirsi allo stupido ragazzino per fare il tifo e incoraggiare il moccioso arciere.

L'uomo non le rispose si limitò a farla scivolare con la schiena contro un albero e ad avvicinare il volto al suo. Karen trattenne il fiato irrigidendosi, quando i denti di Ivanhoe, sfiorarono il suo orecchio mordendolo con discreta forza. Un cinguettio, sfuggì dalle labbra della castana rossa come un peperone per quelle attenzioni piacevoli sebbene inaspettate.

- Ho cambiato idea. Ti sei rivelata piuttosto interessante -

le disse l'uomo portando una mano tra i capelli rossi, tirandoli indietro con un gesto sensuale quanto la sua voce roca e forte che sussurrò al orecchio di Karen

- Ma non sei ancora degna di ricevere il resto. Sei ancora una mocciosa inesperta - le disse incurvando le labbra in un ghigno beffardo

- A...allora...se vinco il duello domani...tu mi darai un vero bacio? - domandò la ragazza

Ivanhoe tornò ad accarezzare e bagnare con la sua saliva l'orecchio della ragazza che sussultò, quando la mano del rosso le graffiò la pelle della gamba

- Bisognerà vedere l'esito. Se sarai finalmente degna...potrei darti ciò che chiedi -

Le sussurrò respirandole nel orecchio, sentendola rabbrividire leggermente. Si tirò indietro e le fece l'ennesimo sorriso beffardo più simile a un ghigno in realtà.

- D'accordo! Non sai quanto sono motivata ora! - gli rispose la castana

Ivanhoe annuì e la lasciò sola ben conscio che da lì in avanti, avrebbe avuto ben più di un problema a resistere dal saltarle addosso. Si passò la mano sul collo facendola scrocchiare consapevole che i suoi problemi a controllarsi ora avevano un nome: Karen

ANGOLO DELLA LOCANDA

Nuovo capitolo terminato! Abbiamo visto tutto il fegato di Takeshi che non solo ha vinto contro Garan ma è riuscito a far comprendere ad Amber cosa significhi veramente essere orgogliosi guerrieri.

Così veniamo a conoscenza delle ragioni di Amber o meglio di Karen che dopo essersi riappacificata con i suoi amici ha incontrato nuovamente Ivanhoe e su di lui ci torno dopo

Parliamo ora di Garan e Kara. I due prendono finalmente l distanze da Julian riconoscendo la forza di Sophia e Takeshi. La ragazza è in via di guarigione e nonostante il brutto trattamento da parte dei genitori la viola sembra più serena

Veniamo ora a Ivanhoe che fa una sorta di scommessa con Karen dopo averle dato parecchie attenzioni piacevoli (brighella lui XD) il rosso svela inoltre un indole molto più selvaggia e sfrontata sebbene si renda conto di aver iniziato una sequela di casini che gli impediranno di mantenere il controllo forse.

Non mi resta che darvi il solito appuntamento al prossimo capitolo e lasciarvi con ben due pv perché sono felice

Karen ( Amber di Genshin Impact)



Ivanhoe ( Percival di Granblue fantasy)



  
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