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Autore: JennyPotter99    17/11/2020    0 recensioni
Sono qui, adesso.
Sto guardando le mie mani tremare e credo che quelle che scendono sulle mie guance siano lacrime.
In realtà non so perché sono dispiaciuta, lo conosco da neanche due mesi.
Eppure, mi dispiace, perché mi rendo conto che si è creato qualcosa di speciale.
Qualcosa che nemmeno lui si aspettava di trovare.
Lui è uno di loro ed io non posso farci niente.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Peter Rumancek, Roman Godfrey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non capivo.
Non capivo perché tutte quelle bugie.
Per proteggermi da quei mostri?
Non erano tutti mostri, Roman non lo era.
Se qualcuno di loro avesse ucciso i miei genitori, avrebbe voluto dire che ce ne erano sparsi altri per Hemlock Grove o addirittura per il mondo.
Improvvisamente non contò più niente, volevo assolutamente sapere chi fosse stato.
Se solo avessi potuto contattare i miei genitori: purtroppo i miei poteri si accendevano e spegnevano come una candela al vento.
Chiederlo a Destiny?
No, lo avevo fatto troppe volte e poi non avevo intenzione di rivolgerle la parola per un bel po'.
Oh, Roman.
La persona peggiore per la quale prendersi una cotta, in quel momento.
Capii quindi che la mia felicità in amore fosse andata letteralmente a farsi fottere.
Mentre cercai di riprendere il controllo, mi arrivò un messaggio.
Parli del diavolo…
Roman voleva vedermi alla roulotte di Peter urgentemente.
Credevo fosse successo qualcosa e dentro di me sapevo che sarebbe stato difficile rivederlo.
Presi la bici e pedalai verso il bosco.
Notai come prima cosa che la macchina di Lynda non c’era: né le poltrone di fuori, né l’amaca attaccata agli alberi.
Percorsi la discesa ed entrando, il deserto.
C’erano solo i mobili, tutto il resto era scomparso.
E poi Roman, seduto sul divano, con gli occhi rossi dal pianto.
Cosa era successo?
Avevano rubato tutto?
Se ne erano andati?
-I-io non capisco…-
-Nemmeno io…- bofonchiò Roman.- Nemmeno io, cazzo!- gridò, dando un calcio al muro.
Si sistemò i capelli e si asciugò le lacrime sul viso.
Peter se ne era andato senza darci una spiegazione.
Io non sapevo che dire, era veramente troppo da sopportare.
E la cosa peggiore era che anche Roman gli voleva bene: avevano condiviso insieme il grande dolore di perdere una persona cara.
Forse la loro amicizia era stata più stretta di quella tra me e Roman.
Facevano gli stessi sogni, pensavano le stesse cose, erano una cosa sola.
Anche se la storia ci insegna che lupi mannari e vampiri sono nemici naturali.
Loro non lo erano.
Non mi andava di piangere ancora.
Uscimmo fuori e lui si accese una sigaretta nervosamente.
-Mi dispiace se non ti ho chiamato in questi giorni…Avevo bisogno…Di stare da solo.- mi disse, tirando su col naso.
-Non fa niente.- replicai, incrociando le braccia per il freddo.
-Ma adesso non voglio più essere solo.- continuò, con la voce spezzata. -Mia madre si comporta come se non fosse successo niente e la casa mi sembra così vuota senza Shelley.-
Lo avevo già visto in quel modo e sembrava più…umano.
Cercai di non guardarlo negli occhi, non mi ci volevo perdere, non volevo cedere, dovevo dimenticarmelo e basta.
Ma come si fa a dimenticare una persona che ti ha fatto provare tante emozioni?
Fece un ultimo tiro e gettò la cicca, avvicinandosi a me.- Andiamo via per le vacanze di Natale. Andiamo alle Hawaii, andiamo dal sole e dal mare, io e te.-
Era una proposta davvero allettante.
Avrei tanto voluto accettare.
Sembrava una bellissima immagine.
Lasciarsi alle spalle tutte le preoccupazioni.
Non ce l’avevo fatta a non guardarlo negli occhi.
Erano più belli di quanto ricordassi.
Osservai le sue pupille dilatarsi mentre mi fissava.- Lily, vieni con me.-
Ci stava provando forse per l’ultima volta, ma non aveva alcun effetto.
Usai il pollice per pulirgli il sangue che gli cadde dal naso, accarezzandogli la guancia.
-Sai perché con me non ha mai funzionato?- sussurrai, mentre i miei piedi si muovevano da soli per avvicinarmi a lui sempre di più.
Scosse appena la testa, poggiando la fronte sulla sua.
Sentivo il suo profumo entrarmi nelle narici e l’immensa voglia di baciarlo.
-Perché non ne hai mai avuto bisogno.-
Con quella frase, probabilmente, ammisi di essermi innamorata di lui.
Capii che volesse baciarmi, quindi forse anche io gli interessavo in quel modo.
Questo rendeva le cose ancora più complicate.
Mi rese ancora più difficile doverlo allontanare, mettendogli le dita sulle labbra. -Ma ora non posso…- mormorai, girandogli le spalle per correre dalla mia bici, prima di cambiare idea.
Sono qui, adesso.
Sto guardando le mie mani tremare e credo che quelle che scendono sulle mie guance siano lacrime.
In realtà non so perché sono dispiaciuta, lo conosco da neanche due mesi.
Eppure, mi dispiace, perché mi rendo conto che si è creato qualcosa di speciale.
Qualcosa che nemmeno lui si aspettava di trovare.
Lui è uno di loro e io non posso farci niente.
Mentre montai, mi voltai a guardarlo per un’ultima volta: aveva lo sguardo di chi aveva avuto tutto tra le mani per un attimo e poi l’aveva perso.
Ed era stato così.
All’inizio Roman Godfrey aveva tutto: una sorella, una cugina e degli amici.
Ora non aveva più niente e nemmeno io.
Eravamo in tre.
Ci volevamo bene ed eravamo affiatati.
Era cambiato tutto in un attimo.
Eravamo tre.
E adesso…E adesso…
 
CONTINUA…
   
 
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