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Autore: Carmaux_95    17/11/2020    17 recensioni
«Le conosci tutte?»
«Le varianti di sabacc.»
«Ne conosco alcune», ammise il maggiore con un certo orgoglio nella voce. «Le ho imparate da alcuni...ehm, colleghi, dell'orlo esterno.»
«Data la premessa immagino che la maggior parte di queste sia illegale, vero?»
«È illegale solo se ti prendono.»
«Questa filosofia non ti ha giovato, in passato.»
[scritta per il compleanno della mia adorata leila91 ♥]
[partecipa alla challenge "Just stop for a minute and Smile indetta da Soul_Shine sul forum di efp]
[partecipa all'iniziativa "prompt, our wires", indetta da Soul_Dolmayan qui su efp]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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per leila91: buon compleanno!!!


 


 

Il risveglio di Luke non era stato dei migliori.

Innanzitutto, rigirandosi fra le lenzuola e allungando un braccio, le sue dita bioniche avevano incontrato solo il materasso duro e freddo; in secondo luogo, come era riuscito a districarsi dalle coperte mettendosi a sedere, un gelo inaspettato gli aveva fatto venire la pelle d'oca lungo le braccia e la schiena, nuda se non per una casta fasciatura, convincendolo a nascondersi nuovamente nel tepore delle coltri. Per concludere, quando finalmente – dopo aver trovato la forza di sfidare nuovamente quella rigida temperatura – si era alzato e vestito in fretta e si era diretto verso la porta dell'alloggio, questa aveva deciso di non aprirsi nonostante Luke avesse premuto il pulsante sulla parete: era stato un gesto meccanico e il cavaliere jedi, non avendo nemmeno preso in considerazione la possibilità di qualche falso contatto, non aveva rallentato l'andatura e aveva sbattuto contro l'uscio metallico.

Massaggiandosi il naso, premette nuovamente il pulsante e, questa volta, le due metà della porta si mossero, separandosi appena, per poi bloccarsi nuovamente. Lo spiraglio, fortunatamente, si rivelò sufficiente perché Luke potesse infilarvici in mezzo una mano: facendo leva con il corpo spinse con forza sperando di far rientrare la lastra nella parete quel poco che bastava perché potesse a sgattaiolare fuori dalla camera.

Infilare tutto un braccio fra le porte si trovò a pensare che non avrebbe certo disdegnato un aiuto da parte di Chewbacca, in quel frangente.

Finalmente riuscì a aprirsi un varco sufficientemente largo e, senza indugiare, si lanciò nel corridoio mollando la presa sulla lastra, che tornò a richiudersi con un tonfo sordo.

Camminando a passi svelti per scaldarsi, raggiunse il quartier generale dove trovò Han che, seduto al solito tavolino tondo, si stava rigirando fra le mani delle carte da gioco.

«Le porte automatiche non sono più tanto automatiche», esordì Luke e una nuvoletta di condensa si formò davanti al suo volto.

«Ho dovuto reindirizzare l'energia rimasta ai motori», spiegò Han.

«Come?»

«Il carburante è a livello 0.4: rischiamo di rimanere a secco.»

Luke sgranò gli occhi: «E me lo dici solo adesso?»

«Avresti preferito essere svegliato?», domandò il contrabbandiere, continuando a rigirarsi le carte fra le mani.

«Per quanto ho dormito?»

«Quasi tredici ore.»

Le sopracciglia del minore schizzarono in alto: «Tredici?!»

Certo, non poteva negare che l'ultima missione gli avesse prosciugato ogni energia: non aveva chiuso occhio per tre giorni consecutivi e, alla fine, non aveva potuto fare altro che richiedere un'estrazione immediata.
Aveva visto Han e Chewbacca procedere al suo recupero con il Millennium Falcon, ma non aveva fatto in tempo a ringraziarli né ad arrivare all'infermeria per medicare le ferite, classici rischi del mestiere: le sue gambe avevano ceduto la stanchezza ed era stato il dolce wookie a raccoglierlo e depositarlo delicatamente su un lettino mentre Han si prodigava in una veloce manovra per evitare che gli ex imperiali con cui Luke era venuto a parlamentare, invano, rovinassero la sua bella nave a colpi di blaster.
Tuttavia non pensava che si sarebbe arreso al sonno così a lungo.

«Certo, non consecutive», riprese Han con quel suo tipico ghigno malizioso. «Se te lo stai domandando, no, non è stato un sogno.»

Effettivamente, Luke ricordava di essersi svegliato, ad un certo punto; ricordava di aver trovato Han al suo fianco e ricordava anche di esserglisi avvicinato, pur essendo ancora mezzo addormentato. Ricordava pure che Han si era girato verso di lui e aveva risposto alle sue attenzioni... ma, se doveva essere onesto, quando poco prima si era svegliato e aveva trovato il letto vuoto aveva effettivamente pensato che quella piccola ma appagante parentesi fosse stata creata dal suo subconscio.

Si passò una mano fra i disordinati capelli biondi. «Dov'è Chewbe?», domandò, scacciando quella punta di imbarazzo che gli aveva acceso le guance.

«È alla guida: non possiamo inserire il pilota automatico, consuma troppa energia.»

«Avete mandato una richiesta di soccorso?»

«No, mi sa che ci siamo persi», rispose Solo con un cipiglio sarcastico. «Stiamo andando alla deriva nello spazio consumando appositamente le ultime riserve di carburante senza aver prima chiesto aiuto a tua sorella.» Si passò una mano fra i capelli: «Sono sicuro che Sua Altezza non veda l'ora di farmi la ramanzina: bella missione di salvataggio, eh?»

Luke non riuscì a trattenersi: «Dai, potrebbe andare peggio.»

Neanche un secondo dopo, dalla sala comandi giunse un verso concitato di Chewbacca: «È già peggio!*», sbuffò Han. «È proprio una tara di famiglia, vero?»

«Cosa?»

Solo si alzò e raggiunse il pannello energetico. «Se mi concentro riesco ancora a sentire la voce di Leia prima che venisse attivato il compattatore di rifiuti sulla Morte Nera! “Poteva andare peggio”, “potrebbe andare peggio”...» Recuperò alcuni strumenti e, aperto il pannello, scollegò alcuni cavi, attaccandoli ad altre prese.

Alla fine, dopo aver ricevuto conferma da Chewbacca che le modifiche erano state efficaci, tornò a sedersi, lanciando una rapida occhiata al giovane cavaliere jedi, improvvisamente scosso da un brivido: «Mi spiace, piccolo, so che hai freddo ma ho dovuto deviare altra potenza dal sottosistema termico, riducendo il riscaldamento al 2%.»

Luke annuì e, pensieroso, andò ad accomodarsi al suo fianco.
Solo in quel momento si accorse di C3PO: il droide cromato giaceva al capo opposto del divanetto, la testa inerte abbandonata contro il petto.

«Cos'è successo?», domandò con appena un velo di preoccupazione nella voce.

«Niente.»

«Perché C3PO è spento?»

«Te l'ho detto: ho dovuto razionare l'energia rimasta.»

«Ma lui non consuma l'energia del Falcon.»

«Consuma la mia!», gli rispose Han piccato, coinvolgendolo in una risata divertita.
Luke non si azzardò a domandare di nuovo cosa quel tedioso droide avesse detto per spingere Han a disattivarlo – non che dovesse impegnarsi per risultargli insopportabile – e si limitò a scuotere la testa, riordinando le carte sul tavolo.

«Vuoi giocare? Abbiamo un po' di tempo da impegnare», propose il maggiore cambiando argomento.

«Posso provarci, ma non sono molto bravo», biascicò aggirando appena la verità e tentando di nascondere quel leggero avvilimento che lo aveva attanagliato dal momento in cui si era alzato dal proprio letto.

Il contrabbandiere gli lasciò una carezza fra quelle ciocche bionde che, in privata sede, tanto gli piaceva stringere e tirare e gli avvolse un braccio attorno alle spalle: «Ti insegno io.»


 

*


 

«La fortuna conta quanto l'abilità», spiegò Han, vincendo l'ennesima mano.

«Che senso ha giocare se il valore delle carte può cambiare da un momento all'altro?»

«È stimolante! Devi capire quando bluffare e quando puntare. È tutta una questione di riflessi.»
Luke, poco convinto, mugugnò qualcosa che Han non riuscì a capire e sbuffò. «È il Bespin Standard, la versione di sabacc più semplice e diffusa della galassia.**»

«Perché, quante ce ne sono?», domandò genuinamente incuriosito mentre Han distribuiva una nuova mano: non che fosse convinto che gran parte dei dettagli con cui infarciva i suoi racconti fossero veritieri – anche Chewbacca, ascoltandolo, scuoteva spesso la testa – ma il suo bagaglio di conoscenze ed esperienze in giro per la galassia superava di gran lunga il suo, limitato, prima di incontrarlo, alla desolazione del proprio pianeta natale.
Non glielo aveva detto, ma, per esempio, quella era la prima volta che teneva in mano un mazzo di carte: non ci aveva mai giocato con i suoi vecchi amici di Tatooine...

«Circa milleseicento.»

Corrugò la fronte, domandandosi come si potesse anche solo concepire un migliaio di varianti dello stesso gioco. Arrovellandosi su questi e altri interrogativi meno goliardici, raccolse le carte e giocò suscitando una reazione esasperata da parte dell'avversario: «Oh avanti, piccolo: non ci stai nemmeno provando! Non è così difficile!»

«Scusa, Han... ho la testa da un'altra parte.»
Scosse il capo, amareggiato: «Questa missione è stata un fallimento: non sono riuscito a concludere niente. Ho l'impressione di avervi deluso: tu non saresti dovuto venire a salvarmi e... Leila non dovrebbe venire a salvare te.»

«L'unico che non ci fa una bella figura sono io.»

Luke cercò le mani del compagno, stringendole: «Non intendevo sminuire il tuo gesto, scusami.»

«Piangersi addosso non ha mai risolto nulla», decretò Han guardandolo intensamente. «A volte capita una mano scarsa e non puoi farci niente: nella vita non ti verranno date sempre carte buone, ma puoi imparare a giocare bene quelle che hai.»
In un gesto inaspettatamente più affettuoso del solito, Han gli appoggiò una mano sulla nuca e, avvicinandolo a sé, fece aderire le loro fronti: «Luke, grazie a te l'Impero è caduto», esalò. Gli accarezzò le labbra con la punta del naso e gli regalò un bacio veloce avvolto dal vapore dei loro respiri.
«Inoltre...», aggiunse tornando a sorridergli sornione avvolgendogli le spalle con un braccio. «metà delle taglie che avevo sulla testa sono conseguentemente sparite. Quindi... a che punto di questa storia pensi di avermi deluso?»

Non era mai stato un grande oratore, checché ne dicesse lui. Sosteneva di saper ubriacare di chiacchiere i propri creditori ma Chewbe aveva rivelato a Luke che le sue “abilità” non servivano quasi mai a niente se non a peggiorare la situazione.
Lui stesso aveva assistito a qualche contrattazione che, in pochi secondi, era andata irrimediabilmente a rotoli...

Eppure quelle poche e pragmatiche frasi – che certo non potevano avvicinarsi ai discorsi di conforto che aveva avuto per lui il vecchio Ben o anche solo alla dolcezza delle parole di sua sorella – lo fecero sorridere.
L'ennesimo brivido gli scivolò dalla nuca seguendo tutta la spina dorsale, ma per la prima volta non fu colpa del freddo. Si spinse in avanti, stringendo fra le dita il colletto della camicia di Han, e ricambiò il bacio soffermandosi a lungo su quelle labbra che non tardarono a reagire, divorandolo.

«Vuoi fare un'altra partita?», sussurrò il contrabbandiere, sperando in una risposta negativa.

«In realtà ho un po' di freddo.»
A onor del vero, sebbene lo avesse detto con chiari secondi fini in mente, non era nemmeno una vera e propria bugia.
Dopotutto proveniva da un pianeta caldo, fin troppo, e, nonostante fosse passato qualche anno da quando aveva lasciato Tatooine, non poteva ancora affermare di essersi abituato alle temperature glaciali dello spazio: sotto un certo punto di vista era una scusa ben più che valida per incoraggiare Han ad avvolgerlo ancora una volta in un abbraccio... come aveva fatto quella notte su Hoth, quando gli aveva salvato la vita dall'assideramento.

Quest'ultimo, infatti, non si fece attendere: depositandogli un ultimo bacio sulla tempia, lo strinse a sé, accogliendolo fra le sue braccia.

Luke chiuse gli occhi, nascondendo il viso contro il suo collo.
Quanto ne aveva bisogno... bisogno del calore delle sue braccia e del suo respiro... persino del calore della sua voce che, chiamandolo con il solito nomignolo affettuoso, continuava a solleticargli deliziosamente le orecchie.

«Le conosci tutte?», domandò, dopo quelle che sembrarono ore, sorridendo con un piccolo ghigno provocatorio.

«Che cosa?»

«Le varianti di sabacc.»

«Ne conosco alcune», ammise il maggiore con un certo orgoglio nella voce. «Le ho imparate da alcuni...ehm, colleghi, dell'orlo esterno.»

«Data la premessa immagino che la maggior parte di queste sia illegale, vero?»

«È illegale solo se ti prendono.»

«Questa filosofia non ti ha giovato, in passato.»

«È la mia filosofia di vita! Eppure sono ancora qui: lo sai, certe volte stupisco persino me stesso!*»

Luke scoppiò a ridere e si accucciò ancora di più contro il petto del compagno.

In fin dei conti... non gli sarebbe dispiaciuto se i soccorsi avessero tardato ancora un po'.


 


 


 

*citazioni prese direttamente dai film ^^

**il sabacc è il gioco di carte al quale si sfidarono Han e Lando scommettendo la bellissima Millennium Falcon.


 


 


 

Angolino autrice:

TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TE

TANTI AUGURI CARA BENNI,

TANTI AUGURI A TE!!!!

Bennina... io non so da dove cominciare! Mentre il tuo vero regalo di compleanno viaggia per il mondo, a quanto pare, volevo farti una sorpresa e regalarti una shottina che ti potesse far piacere e, proprio per fare qualcosa di doppiamente inaspettato, avevo pensato di concentrarmi su una tua ship che io invece non shippo per niente (XD)!

Ma francamente non ho idea se queste mie intenzioni abbiano portato a qualcosa di buono! ToT

Non nego di essermi divertita a scriverla, ma, per l'appunto, non shippando questi due personaggi, ho fatto mooolta più fatica del solito ad annegarli nel fluff! XD Nel mio piccolo, io spero anche solo di averti strappato un piccolo sorriso e di aver contribuito, anche se da lontano e attraverso uno schermo, a rendere questo giorno un po' più speciale! ^^

Non sai quanto sia grata di averti nella mia vita! <3

Ti mando un enorme abbraccio virtuale, nell'attesa di potertene finalmente dare uno vero! <3


 

Notine per tutti gli altri lettori ^^

Per chi non conoscesse il fandom – dato che questa shottina partecipa anche a due piccole challenge – ecco qui qualche informazione generale per comprendere al meglio alcuni rimandi.

Nel complesso non mi pare di aver fatto troppi riferimenti incomprensibili: la storia è ambientata dopo il sesto episodio, ovvero quando Luke e compagnia hanno già sconfitto l'Impero; (riassumendo tantissimo) in seguito a questi avvenimenti, la nuova repubblica firmò un trattato di pace e coloro che rimasero fedeli all'Impero andarono a nascondersi negli angoli più remoti della galassia, dove vennero comunque spesso raggiunti dai protagonisti.

Come già riportato nelle note a fine storia, il sabacc esiste “per davvero” ed è una specie di via di mezzo tra il poker e il black jack a quanto ho capito... XD.

Quando parlo di quanto avviene sul pianeta ghiacciato di Hoth, mi riferisco ad una scena del quinto episodio della saga, quando appunto Han, preoccupato per Luke che non è riuscito a rientrare alla base, decide di andare a cercalo nonostante il parere contrario dei presenti ben sapendo che una notte all'addiaccio su Hoth significa morte per assideramento. Fortunatamente riesce a trovarlo, allo stremo delle forze e senza sensi in mezzo alla neve, e a tenerlo al caldo fino all'arrivo dei soccorsi, la mattina dopo... e non ne sto parlando in modo così dettagliato perché è una delle scene preferite di leila91, NO! AHAHAHAHA ti voglio bene!

Bene... io penso di aver rotto le scatole a sufficienza XD

Ah! Ultima cosa, il titolo! Per quanto possa non sembrare, non è una parola di qualche lingua strana dell'universo di star wars XD è una parola gallese che indica un abbraccio, ma non un abbraccio qualsiasi: un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro, quel luogo in cui ci sentiamo veramente a casa, tra le braccia della persona amata ^^

(Dai... un po' di fluff sono riuscita a metterlo... almeno nel titolo!)

Grazie a chiunque sia arrivato a leggere fino a qui! ^^

E ancora tantissimi auguri di buon compleanno alla mia cara sorellona! *__________* <3

Un bacione enorme a tutti!!!

Sciau!

Carmaux


 

P.S.Per Kim: Ben non è lo stesso Ben di cui hai letto nelle altre storie AHAHAHAHAHAHAH ma è il Ben che dà il nome a quell'altro Ben XD

  
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