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Autore: NeveBianca    17/11/2020    1 recensioni
Ad Ingvarr era sempre piaciuto il mare. Secondo la mamma il motivo era la loro origine norvegese, ma Ingvarr pensava di aver preso quella passione da suo papà. I suoi compagni dicevano cose strane su di lui.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopoguerra
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AUF SEE GEBLIEBEN








Ingvarr era felice, quel giorno. La maestra aveva appena annunciato che la domenica successiva ci sarebbe stata una mostra con i disegni fatti dai bimbi.


“Avete dieci giorni per farne o sceglierne uno, capito? Mi raccomando, voglio impegno.”


Ingvarr andò a casa saltellando e aprì la porta di scatto. La mamma era in cucina a stirare quando entrò.


“Ciao, tesoro.”


“Mamma, devi comprarmi pennarelli, pastelli, pennelli, tutto! Devo fare un disegno bellissimo!”


Lei sorrise.


“Perchè, amore?”


“Domenica ci sarà una mostra, appenderanno al muro tutti i nostri lavori. Il mio deve essere il migliore!”


La mamma annuì continuando a sorridere.


“Va bene, piccolo. Ti comprerò ciò che vorrai. Sai già cosa disegnerai?”


“Il mare !”


“Ovviamente” sospirò lei.


Nei giorni seguenti Ingvarr si dedicò interamente al disegno. Non giocava quasi più, se ne stava tutto il giorno al tavolo chino sul foglio, gli occhi azzurri stretti per la concentrazione. Non sarebbe nemmeno andato a tavola o a letto se la mamma non fosse salita in stanza tutti i giorni chiamandolo più volte.


Ad Ingvarr era sempre piaciuto il mare. Secondo la mamma il motivo era la loro origine norvegese, ma Ingvarr pensava di aver preso quella passione da suo papà. I suoi compagni dicevano cose strane su di lui.


Dicevano che”era in pasto ai pesci” oppure”tua mamma faceva la puttana con i marinai crucchi”. Non sapeva cosa fosse una puttana così l’aveva chiesto alla mamma. Lei si era fatta talmente triste che Ingvarr aveva deciso di non parlarne più perché non voleva che lei fosse triste.


Aveva sempre saputo di essere diverso. Dalle occhiate dei parenti, dei vicini, degli altri bambini.


Ma non sapeva come lo fosse, né perché. E non osava chiederlo a nessuno.


Con quel disegno, però, si disse, li avrebbe stupiti tutti. Tutti gli avrebbero detto bravo, almeno per una volta.




“Dai, mamma, andiamo !”


“Arrivo, tesoro, un secondo, fammi prendere la giacca.”


Ingvarr era davvero euforico. Non aveva fatto vedere il disegno a nessuno, tranne che alla maestra e lei si era complimentata tantissimo. Ora fremeva all’idea di mostrarlo alla mamma.


La scuola era gremita di bambini e genitori, ma Ingvarr era talmente felice che ignorò i solito sguardi strani che tutti scoccavano a lui e alla mamma.


La trascinò fra i corridoi, emozionatissimo”Ecco, mamma, dovrebbe essere qui. Dovrebbe ...”


Si bloccò. Il disegno era lì, sì. Ma era tutto rovinato.


Qualcuno l’aveva pasticciato tracciando tantissime volte una specie di croce tutta storta.


Ingvarr rimase lì, gli occhi azzurri spalancati e i lacrimoni che cominciavano a scendere, nonostante lui fosse un maschio.


La mamma si accoccolò vicino a lui”Dai, amore” sorrideva ma si vedeva che anche lei era triste”Andiamo via. Ti porto a prendere un gelato, va bene?”


Lui annuì mentre cominciava a singhiozzare. La mamma lo prese in braccio e uscì dall’edificio a passo spedito.




Il porto era vuoto a quell’ora. Il mare era una tavolozza azzurra. Ingvarr lo guardava perso nei suoi pensieri.


“Mamma?”


“Dimmi, tesoro.”


“Mi trattano così per il mio papà, vero?Lui era cattivo e allora loro pensano che anche io lo sono.”


La mamma sospirò.


“Caro.” esitò poi riprese”c’è stata una guerra, tempo fa. Tuo padre faceva parte dell’esercito nemico, ma era una brava persona. Era solo parte di una esercito nemico. Lui e la mamma si sono voluti tanto bene e sei nato tu.”


“E alla gente non va bene.”


La mamma sospirò di nuovo.


“No, alla gente non va bene. Mi dispiace molto, tesoro.”


Lui rimase zitto per un attimo.


“Il papà, allora era un soldato?Cosa faceva?”


La mamma sorrise”Era un marinaio, tesoro.”


“Davvero?” Ingvarr spalancò gli occhi”allora avevano ragione a dire che è in pasto ai pesci!”


La mamma si fece triste


“Il tuo papà è Auf see geblieben, sai che significa?”


Ingvarr scosse la testa


“Vuol dire, letteralmente, che è rimasto in mare. Gli piaceva così tanto che è rimasto lì” la voce le si spezzò.


Ingvarr guardò il mare. Il sole stava tramontando, un disco aranciato all’orizzonte.


“Cosa faceva di preciso?”


“Lui guidava i sommergibili, tesoro.”


“Wow! Quelli che guidano i sommergibili sono mitici !”


Strinse i piccoli pugni, poi alzò lo sguardo verso la mamma e lei rivide Friederich, alto, slanciato, con il suo cappotto blu e il suo berretto bianco. Stessa determinazione, stessa fierezza.


“Mamma, anche io voglio guidare i sommergibili. Mi piace il mare, voglio provarci anche io!Voglio andare con i marinai.”


Lei rimase in silenzio per un attimo, poi gli sorrise.


“Ma certo che puoi entrare in Marina, Ingvarr. La mamma ti sosterrà.”


Lui le gettò le braccia al collo, finalmente sereno.
















Dedicato a tutti i figli dei soldati tedeschi in giro per l’Europa, le cui sofferenza sono ancora un argomento poco conosciuto.

 
   
 
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