Libri > Twilight
Ricorda la storia  |      
Autore: Ransie88219    21/08/2009    10 recensioni
Questa one.shot tratta del primo incontro tra la nostra Bella ed Edward...ma non è il solito incontro...qui abbiamo una Bella vampira e un Edward umano.I ruoli sono invertiti e le situazioni luoghi altri!Qui vedrete una Bella diversa dal solito ( niente TRESCHE con Jacob..assicurato! )e un Edward versione umano, sempre testardo ma in modo più umano e pericoloso sempre a causa della sua bellezza folgorante...ma anche incoscente e incurante del pericolo - sempre il solito ù.ù -. Pezzo tratto dal testo= " Mi piace il rumore che hai fatto…sa tanto di fusa. Mi sa che apprezzi molto le carezze sul volto. Ti va di testare qual cos’altro? "mi propose divertito per poi riprendere quello che stava facendo prima di fermarsi. Non potei che rispondere con sincerità e chiusi definitivamente gli occhi. "Si…, mi piacciono le tue coccole…" mormorai con la voce in dissolvenza per le nuove e strane sensazioni che mi stava provocando in tutto il corpo, ma in maggiore concentrazione in prossimità del mio cuore fermo. Mi sembrava addirittura che battesse. Che sciocca che sono!" Se la one-shot vi piace fatemelo sapere che inizio a pubblicare la storia! Siate clementi..è la mia prima opera su tema twilight!!!Buona lettura ^-^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Batticuore notturno

 

§ Batticuore notturno §

Image and video hosting by TinyPic

 

<< Tesoro sei pronta? >> mi chiese mia madre del piano terra.

<< Si mamma! Eccomi ! >> risposi con un tono  basso, normale che sarebbe stato percepito  perfettamente se fosse stata di fronte a me e non in salotto, di due piani più sotto. Ma lei  mi sentì.

Già, avete capito bene. Mi ha sentito del secondo piano alla perfezione e sapete perché? Ovvio che non lo sapete!

E’ perché è un vampiro e come lei anche il resto della nostra stupenda famiglia.

Finii di allacciarmi le stringhe delle mie converse rosse fuoco, per poi dirigermi al piano inferiore, in salotto dove tutti mi stavano aspettando.

Anzi, no scusate, il termine giusto sarebbe volare . E si! Noi vampiri oltre ad essere temibili predatori siamo anche fortissimi e resistenti, ma anche bellissimi ad occhio umano e non, e come tocco di grazie , anche velocissimi.

La velocità della luce è mediocre se paragonata alla nostra di velocità! Giuro!

Quindi è normalissimo che io paragoni la mia corsa da vampira immortale ad un volare giù per le scale, tanto siamo veloci!

A giusto, quasi dimenticavo. Noi vampiri siamo immortali, di conseguenza non invecchiamo mai. Bella fregatura a mio avviso per tutti quelli come me che sono confinati eternamente in un corpo adolescenziale. Beh, mio fratello Rhett, mio padre Albrecht e mia madre Beatriz dicono che sono molto fortunata essendo destinata ad avere 17 anni eternamente perché dicono che c’è chi sta peggio di me e che è rinchiuso nei suoi eterni 14 anni. Non posso dargli torto. Non vorrei mai e poi mai essere nei panni di Alec o Jane Volturi. Non che li conosca di persona, ne ho solo sentito parlare dai miei genitori e talvolta da Rhett, nulla di più; ma posso capirli.

Non dico di rimpiangere l’immortalità e il resto che ne è venuto, perché se non mi fosse stato concesso tutto ciò non avrei mai e poi mai avuto al mio fianco delle persone tanto buone e dolci come la mia famiglia. Solo che avrei voluto essere un po’ più grande dei miei 17 anni…magari come Rhett 29 o 31 come mamma, o ancora come papà 44…

Ah! Quasi dimenticavo, anche se siamo tutti vampiri non abbiamo nessun legame di sangue ( umano) ma ci vogliamo tutti un gran bene come se ce ne fossero.

Appena mi presentai davanti alla mia famiglia e miei genitori mi vennero incontro e mi abbracciarono calorosamente e augurarono a me e Rhett una buona giornata a scuola e raccomandandomi che se avessi cambiato idea, alias non frequentare una scuola piena di umani per il mio essere ancora una giovane vampira , di non preoccuparmi e di dirlo apertamente se non me la sentissi di reggere hai miei istinti predatori visto il mio giovanissimo stato di vampira rinata da poco.

Gli sorrisi sicura e assentii in loro direzione per poi rassicurali. Dopo di che presi per mano Rhett e ci avviammo alla sua lussuosissima G37 Cabrio nera con l’intento di andare a scuola.

 

***

Quando arrivammo trovammo una stuola di ragazzi frequentanti l’edificio scolastico tutti girati nella nostra direzione.

Quando scendemmo mi sentii pervadere da una coltre di imbarazzo mai provato prima. Ciò mi spiazzò e rimasi ferma nell’intento di chiudere la portiera dell’auto.

Rhett notò il mio stato di inquietudine e fu subito al mio fiacco per quanto la velocità umana da lui usata gli consentisse.

Dovete sapere che noi ci teniamo al nostro segreto e volendo  vivere una vita normale cerchiamo di integrarci fra gli umani, pur cercando di mantenere all’oscuro della nostra identità all’intera stirpe umana.

Appena mi fu accanto si abbassò nella mia direzione e mi guardò con i suoi occhioni color miele da cucciolo preoccupato.

<< Tutto bene? Hai problemi con il sangue umano?Vuoi tornare a  casa? Avevo ragione io! Sei ancora una neonata. Sei da soli 3 mesi una vampira, è troppo presto! Capisco il tuo innato autocontrollo da vampiro centenario al sangue umano, ma..>> iniziò agitato parlando a raffica, tanto velocemente che a mala peno lo seguivo pure io, che tradotto per gli umani sarebbe appena parso muovere appena le labbra come in un sussurro; però poco dopo lo interruppi chiudendo lo sportello della macchina  e abbracciandolo di slancio a metà torace (dove meglio arrivavo).

<< Calmati! Non è per quello! Non ho alcun problema al loro odore. E’ solo che…>> alzai lo sguardo verso il suo volto apprensivo senza sciogliere l’abbraccio.

<< Che... >> mi incitò lui  a continuare.

<< Beh sono rimasta spaesata per tutti quegli sguardi puntati addosso. Mi hanno un po’ scombussolata…>> rispondo cincischiando un po’ e mordendomi  ritmicamente il labbro inferiore. Lui ricambio il mio imbarazzo, quella nuova sensazione con uno sguardo sorpreso e un po’ più rilassato. Subito dopo mi regalò uno dei suoi sorrisi dolcissimi.

<< Ok, mi hai convinto, ma se hai qualche problema non esitare ad espormelo! >>.

Poi mi prese per mano sciogliendo il mio abbraccio e mi guidò verso l’entrata  della scuola, chiudendo allo stesso tempo da lontano e elettronicamente la sua amata auto.

 

***

<< Cosa lo compriamo a fare il cibo se non lo mangiamo? >> chiesi a Rhett bisbigliando ad una velocità vampiresca i miei dubbi.

<< Semplice, per fingere. Fa parte della recita. Dobbiamo far credere a tutti  di non essere diversi dagli altri …>>.

Alzai un sopracciglio ostentando incredulità.

<< Non credo che possa aiutare a nascondere  la pelle bianca come gesso, occhi color miele – almeno nel tuo caso, io li ho rossi vinaccia ancora – movimenti aggraziati e  felini inverosimilmente, intelligenza piccata e bellezza angelica impossibile >>.

<< Vero! Ma tentare non costa nulla, no? Mi rispose mentre pagava il pranzo per entrambi.

<< Ma lo devo mangiare per davvero ? >> mormorai con faccia schifata adocchiando il mio vassoio ricolmo di prelibatezze umane ma non abbastanza per un palato di un vampiro senziente.

In risposta rise.

<< Certo che no sciocchina! Spezzalo, mescolalo, dai l’idea di aver mangiato e basta. Come la storia di fare qualche gesto umano ogni tanto, tipo la storia di sbattere gli occhi,  accavallare le gambe, etc. Recita, ricordi? >> mi mostrò un sorriso smagliante.

Sospirai.

<< Ok, fratellino >>.

Mentre mi accingevo a fare ciò vidi che ancora Rhett mi stava guardando con espressione convulsa. Lo guardai a mia volta.

<< Che c’è? Non ti piace che ti chiami fratellino? >>.

Ancora nulla. << Ah, ho capito! Preferiresti che ti chiami fratellone vero? Hai ragione, sei tu il più grande fra entrambi, e in tutti i sensi (fisicamente e di età umana e vampira, non pensate male! nda -.-‘ )! >> gli sorrisi affettuosamente.

Poi si riebbe con un lieve sussulto << No, non è quello. Solo che non è così che vorrei prendessi abitudine a chiamarmi…>> mi disse con voce neutrale.

Lo guardai di sottecchi dispiaciuta e tremendamente triste.

<< Scusa…hai perfettamente ragione. Non ho alcun diritto di chiamarti a quel modo. Dopotutto ci conosciamo da pochissimo e di conseguenza non né ho alc- >>.

<< No! Non è quello! Non pensarlo mai! Tu sei una Sanchez come me o papà o la mamma! Non pensare mai che tu non lo sia! Mai! Tutti noi ti consideriamo tale e sei già una di famiglia già da tempo! >> replicò con ardore Rhett interrompendomi.

<< Dici sul serio? – prese le mie mani e le strinse tra le sue – E allora qual è il problema? Non vuoi essere mio fratello? Come vorresti che ti chiamassi? >> non lo capivo proprio. Diceva che ero una di famiglia e che non voleva che lo considerassi un fratello, e allora cosa?

Mi sorrise sbarazzino e  mi distrasse dai miei pensieri riprendendo a parlare.

<< Un giorno te lo dirò come voglio che mi chiami e mi consideri, ora non è il momento. Te ne parlerò magari quando avrai superato il tuo primo anno da vampiro.

Facciamo un passo alla volta. >> infine mi fece l’occhiolino.

Sbuffai delusa poi mi venne in mente una cosa.

<< Scusa Rhett, ma… come facciamo noi vampiri a camminare fuori in pieno giorno? >> quesito che non mi era passato di mente fino a questa mattina, essendo stata sempre chiusa in casa e uscita solo di notte, come i vampiri delle leggende.

Mentre uno sghignazzante Rhett mi spiega il tutto, mi accorsi che qualcuno mi stava osservando.

Beh ora mi direte: Che scoperta! Sei la nuova arrivata a Forks con tuo fratello maggiore – ufficialmente – in una mensa piena di persone che da quando ci hai messo piede non fanno che studiare di continuo tutti i tuoi movimenti e quelli di Rhett. E che ti eri accorta solo allora che ti stavano osservando? Grande intuito vampiresco!

Beh non avreste tutti i torti se non vi dicessi che me ne ero accorta eccome di tutti quegli sguardi sfacciati e penetranti. Solo che quello sguardo che sentivo era diverso dagli altri. Usciva vittorioso da quella calca di sguardi curiosi e affamati di pettegolezzi. Mi sfiorava continuamente, avvolte avvolgendomi con lo sguardo, altre punzecchiandomi. Uno sguardo sconosciuto e anomalo. Unico, che mi metteva i brividi – e i vampiri non possono soffrire il freddo – che mi lasciava una strana sensazione di disagio-agio al suo passaggio.

In quell’ora di pausa provai e riprovai più volte a cercarlo tra le innumerevoli facce che addobbavano la mensa, ma non lo trovai. Troppa gente e troppa confusione. Non sapendo neppure il suo odore o la sua voce non sarei mai riuscita a localizzarlo.

Ero demoralizzata alla fine della pausa perché ero curiosa di incrociare la persona di quell’intenso sguardo che mi faceva provare emozioni estranee e assurde alla mia persona. Ero curiosa di scoprire da chi provenisse  tale “accanimento”.

Chissà come  avrei reagito allora sapendo che da lì a poche ore avrei scoperto a chi appartenesse tale sguardo…

 

***

 

Mi alzai di scatto dal tappeto riponendo il libro nella biblioteca di papà e dopo aver dato un bacio sulla fronte a quest’ultimo corsi a salutare mamma e Rhett che erano in salotto impegnati ognuno in qualcosa di diverso: la prima a ricamare un arazzo – passione imparata dall’istruttrice secoli prima quando ancora era umana, passatempo mai abbandonato – l’altro a fare svogliatamente zapping con il telecomando della tv al plasma di un numero si pollici che non sto nemmeno a dirvi, tanto avrete già capito che i vampiri sono dannatamente pieni di soldi, già quando vi ho detto della macchina di Rhett. Comunque a logica torna, un immortale che lavora e investe soldi e non ha da comprare nulla è normale che guadagni a scatafascio penso io no? Mica mangia? Beve? Fa sports? Ha bisogno di una vacanza ristoratrice…insomma..avete capito, no?!

Dopo di che mi avviavi fuori dall’enorme villa antica appena ristrutturata, per intraprendere la mia solitaria passeggiata notturna nella foresta in cui era immersa la villa.

Passeggiate che da un po’ di tempo avevo iniziato a dilettarmi.

Con esse mi dedicavo alla scoperta e contemplamento della natura con i miei sensi extra sviluppati dal mio essere vampiro.

Essendo ciò, la mia vista vedeva molto meglio di quella umana. Vedevo cose che l’occhio umano tralasciava e che io mi dedicavo alla contemplazione di tale bellezza.

Ma tali passeggiate notturne erano dedicate soprattutto al ritrovo della mia memoria umana.

Ebbene si. Avete capito perfettamente. Durante la mia trasformazione in vampira persi la mia memoria umana. All’inizio da un lato né ero contenta perché non avevo sofferto nel dovermi allontanare dalla mia famiglia umana ( a causa del mio stato attuale ) dato che non me ne ricordavo nemmeno se ne avevo una, dall’altro non né ero così contenta perché non sapevo nulla di me.

Quando mi risvegliai al compimento della trasformazione l’uniche cose che ricordavo di me erano il mio nome, Isabella e il giorno e l’anno in cui ero nata e basta.

Sospirai rassegnata, convinta sempre più che la memoria non mi sarebbe mai tornata, anche se avessi continuato a sforzarmi tutti i giorni per ricordare.

Mi sedetti su una roccia muschiosa e mi immersi nel contemplamento della magnifica luna piena che quella sera era protagonista di una bellissima notte illuminata da se stessa. Ad un certo punto sentii il classico rumore di un rametto secco che viene spezzato anche se attufatto dal fogliame umido e muscioso del terreno, creato dal pessimo clima di quella piovigginosa cittadina. Purtroppo per il super sviluppato udito vampiresco non mi sfuggì. Mi alzai di scatto e mi volsi verso l’intruso dei miei pensieri.

Non l’avessi mai fatto….

I miei occhi dall’incrocio di un colore tra il rosso rubino e il vinaccia ancora da neonata, anche se mi nutrivo da sempre di sangue animale, annegarono in uno color verde smeraldo languidi.

All’improvviso il tempo si fermò e rimanemmo incantati l’uno nello sguardo dell’altro.

Mai avevo visto occhi più belli e espressivi.

Ma soprattutto umani.

Potei leggere le emozioni che vi alleggiavano dentro : sorpresa, colpevolezza, ammirazione, incanto, stupore… e non so che altro.

Bellissimi.

Non so quanto rimanemmo lì persi l’uno nello sguardo dell’altro, ma a mio avviso il tempo scorse troppo velocemente. Fu troppo breve quel meraviglioso affondare in quell’immenso verde speranza…troppo poco per i miei gusti, quando fui costretta a distogliere il mio sguardo dal suo.

Da lì iniziai a osservare con attenzione chi mi si trovava di fronte : un ragazzo di qualche anno più grande di me, dai bellissimi occhi verdi, labbra rosa chiaro e fini, ma non troppo, naso dritto e zigomi alti e ben definiti, il tutto racchiuso da una spettinata e assai sbarazzina capigliatura color rame tendente al castano. Alto almeno una ventina di centimetri più di me. Slanciato e magro.

Bellissimo e affascinante e perfetto anche se umano.

Fino ad allora pensavo che la parola perfezione fosse l’incarnazione della parola vampiro. Questo perché i vampiri sono misteriosi, affascinanti, dotati di una bellezza ultraterrena, aggraziati in ogni movimento, una voce che sembra melodia, intelligentissimi e sanno fare tutto. Insomma perfetti, ma sbagliavo, perché fino ad allora non avevo incontrato lui. Quel ragazzo che mi era di fronte e mi guardava affascinato. Ma soprattutto non avrei mai immaginato che la perfezione potesse fare combo con la parola umano. Si perché è questo ciò che lui era: un umano.

Umano…

L’intero soliloquio mentale durò pochissimi attimi da parte mia.

Poi anche lui fece lo stesso con me, e mi scrutò da capo a piedi estasiato.

Come un ceco dalla nascita che vede per la prima volta il mondo e rimane senza fiato dalla sua bellezza, non vedendo ancora tutta la mondezza che vi è dietro la facciata.

E così ero io: una vampira dalla bellezza accecante donatami dalla mia natura vampiresca capace di far perdere la testa al più malvagio e cuore di pietra di un uomo sulla faccia della terra, ma sotto sotto ero una creatura predatrice e egoista capace solo di fare del male al prossimo che non fosse della mia stessa natura.

Mentre gli davo tempo di scrutarmi ancora, arrivò la consapevolezza: lo sguardo penetrante di quella mattina a scuola era il suo. Non c’erano dubbi, me lo dicevano i miei sensi vampireschi. Altri sensi invece mi guidavano ad altro. Infatti…

<< Cosa ci fai qui da solo? >> chiesi con la speranza che mi rispondesse per permettermi così – egoisticamente a mio parere – di ascoltare la sua  melodiosa voce – ne ero certa – che possedeva.

Così facendo lo richiamai al presente, presunsi dal suo sussulto.

<< E-Ecco i-io…adoro passeggiare di notte…mi rilassa, mi fa pensare. E la foresta è bellissima immersa nell’oscurità della notte…>> mi rispose  puntando nuovamente il suo sguardo nel mio.

Aveva gli occhi sognanti…

Stessi occhi con cui lo guardavo a mia volta…pendevo dalle sue labbra…

Bellissima la voce, calda, forse un po’ insicura, ma musica per le miei orecchie.

Poi un giusto pensiero mi salì alle labbra e gli diedi vita.

<< Lo stesso effetto lo fa anche a me. Questo non toglie il fatto che sia un luogo insicuro per te. Abiti lontano da qui? >> lo rimproverai bonariamente ma con vera preoccupazione pensando a tutti i pericoli che è una foresta in piena notte per un umano così fragile.

Gli umani sono così fragili…

Appena finii di parlare vidi un qualcosa accendersi nei suoi occhi.

<< So badare a me stesso! Comunque non abito molto distante da qui, sto nella grande villa bianca oltre il fiume – fece una pausa affilando lo sguardo, poi riprese con decisione – Quando dici che la foresta non è un luogo sicuro per me ti riferisci a causa di esseri come te? >> concluse cautamente.

Lo guardai sorpresa.

“ Come fa a sapere della mia vera natura? ” mi domandai .

Quando distolsi il mio sguardo dal suo notai che smise di respirare allora lo ripuntai nel suo e lo vidi sospirare più tranquillo e riprendere a respirare normalmente.

Specchiandomi nei suoi occhi per un lungo momento capii che sapeva molto di più di quel che dava a vedere e che non l’avrei fatta franca tanto facilmente. Optai per la sincerità, dopotutto la sincerità è la politica migliore, no?

Gli sorrisi accondiscente.

<< Anche. Ma come fai a sapere della mia natura? Non ne hai paura? >>.

<< So cosa sei perché anche la mia famiglia è come te. E no, non ho paura di te – mi si avvicinò lentamente diminuendo passo per passo la distanza che ci separava.

Quando mi arrivò di fronte si chinò un po’ per raggiungere il mio volto il più vicino possibile, fino a quando non vi furono 3 odiosissimi centimetri dallo sfiorare dei nostri nasi. Potevo sentire il suo caldo fiato sfiorarmi il viso e il suo odore…

Buonissimo, mai avevo sentito niente di più buono, fresco, dolcissimo, dissetante – scuramente lo era – delizioso, sublime...

Mi irrigidii di colpo.

All’improvviso mi parve di avere un ferro ardente in gola. Mi sentivo bruciare prepontemente la gola, come mai in vita mia. Iniziai a produrre veleno in eccesso. Cercai di ingoiarlo per cercare di darmi un po’ di sollievo, causandomi solo l’effetto contrario.

La carne è debole…ma la mia volontà è d’acciaio...mi sussurrò una voce nella mia testa, e poi ancora “non lui!”. Da lì trassi il coraggio e smisi di respirare.

Molto meglio. Mi rilassai.

Mai avevo sentito odore più sublime!

Quella mattina avevo sentito centinaia di odori diversi, umani… e niente! Mentre con lui invece…

Una sua carezza ingenua alla mia guancia mi riportò alla realtà.

Lui non si era accorto di niente perché il tutto era durato poco meno di un secondo.

<< Non dovresti farlo >> sussurrai svogliatamente del pericolo che correva stando in compagnia di una come me, al suo indirizzo quando notai compiaciuta che le sue labbra si stavano avvicinando sempre più alle mie.

Uno strano suono mi uscì per un attimo dalle labbra quando le dischiusi – sempre non respirando, non ne avevo bisogno, al mio corpo morto non gli serviva – e mi rimbombò in gola per qualche lungo istante quando le richiusi di scatto sorpresa e allo stesso tempo con la ragione in dissolvenza per l’emozioni che stavo provando.

Emozioni mai provate prima…

Ma tale rumore raggiunse le sue poco sensibili orecchie umane e bastò a bloccarlo.

Una morsa mi strinse il mio cuore freddo e fermo da ormai 3 mesi, ma caldo per la presenza di lui.

Mi stupii quando lo sentii ridacchiare.

Ridussi a fessura gli occhi cercando di capire tale suo comportamento.

“Che mi abbai preso in giro? Che non abbia mai desiderato baciarmi ma farmi uno scherzo? Prendermi in giro?” questo era quello che la mia  mente pensò immediatamente finchè lui non dissipò tutti i miei dubbi quando smise di ridere.

<< Mi piace il rumore che hai fatto…sa tanto di fusa. Mi sa che apprezzi molto le carezze sul volto. Ti va di testare qual cos’altro? >> mi propose divertito per poi riprendere quello che stava facendo prima di fermarsi.

Non potei che rispondere con sincerità e chiusi definitivamente gli occhi.

<< Si…, mi piacciono le tue coccole…>> mormorai con la voce in dissolvenza per le nuove e strane sensazioni che mi stava provocando in  tutto il corpo, ma in maggiore concentrazione in prossimità del mio cuore fermo.

Mi sembrava addirittura che battesse. Che sciocca che sono!

Si stava avvicinando così lentamente.

Era così straziante l’attesa, ma anche tanto dolce.

E’ sempre bellissimo e straziante allo stesso tempo l’attesa del PRIMO BACIO.

Poi le sentii.

Le sue labbra che sfioravano le mie e immediatamente un suono alieno e odioso arrivò alle mie orecchie. Era basso  e petulante, ma abbastanza da rompere il nostro magico momento e farmi allontanare da lui.

Saltai sul ramo dell’albero alle mie spalle, riaprendo gli occhi per bearmi almeno della sua figura che mi guardava scioccato e fissava sempre più scocciato il telefono un secondo dopo aver realizzato che era il colpevole del mio allontanamento.

Era straziante stargli anche solo a 3 metri di altezza distante e 75 centimetri in lunghezza. Come avrei fatto a lasciarlo tornare a casa? O a tornare io a casa allontanandomi da lui?

Quando sentii vibrarmi ancora una volta in mano il telefono che mi aveva regalato Rhett risposi senza guardare chi mi cercava.

<< Torna immediatamente a casa. Riunione di famiglia. Subito. >> mi disse con voce fredda e dura Rhett dall’altro capo del telefono e riattaccandomi in faccia.

Osservai per la prima volta il telefono preoccupata un attimo il display morto,anche se un angolo della mia mente pensava ancora al rosso sotto di me.

Una parte della mia mente gridava di sapere cosa era successo di così grave.

Poi mi volsi verso lui.

<< Devo andare, c’è un emergenza a casa…Fa attenzione mentre torni a casa, mi raccomando, dritto a casa e non guardarti addietro. >>.

Lo vidi rabbuiarsi e farsi triste, poi si riprese.

<< Ci vediamo domani a scuola, vero? >> mi chiese speranzoso.

<< Si >> assentii con sicurezza.

Detto ciò feci per andarmene con il cuore ancora in subbuglio quando mi girai verso di lui nuovamente.

<< Il tuo nome. Voglio sapere il tuo nome. >>.

<< Edward. Edward Cullen >> mi rispose sognante.

<< Isabella Sanchez >>.

Rimanemmo un altro attimo a guardarci negli occhi, che poi scappai verso casa preoccupata per cosa aspettarmi di tanto terribile, dal tono strano di Rhett, ma con sempre contemporaneamente il pensiero rivolto al rosso che mi aveva preso il cuore.

Non mi girai un ultima volta in dietro per paura di ritornare sui miei passi da lui e non tornare a casa.

Così capii in quei pochi secondi che mi distanziavano da casa, che lui mi era entrato dentro al mio cuore prepontemente  e che lui non se ne sarebbe più andato da lì.

Mai.

Lo promisi quella stessa sera a me stessa.

“Edward Cullen sei la ragione della mia esistenza…” e con quel pensiero che mi rimbombava nella testa e si legava a emozioni intense e nuove mai provate prima, mi fecero compagnia fino al mattino dopo, quando i miei occhi rincontrarono i suoi e si fusero nuovamente assieme.

 

 

---SPAZIO AUTRICE---

Ehilà!

Grazie 1000 di aver letto la mia prima one-shot  sul tema Twilight&Co!

Fatemi sapere se vi è piaciuta o no con un commento.

Se vederò che a un buon numero di persone è piaciuto il genere farò diventare la one-shot  una fics a più capitoli, praticamente una storia!

Quindi ditemi se apprezzate o no!!!!

Un SUPER-KISS!!!!!!!!!!

Ransie88219

 

E PER CHI VOLESSE UN CHIARIMENTO SU BELLA…

 

***UN CHIARIMENTO***: Bella come leggerete è una vampira neonata e come tale è ancora un po’ scombussolata dalla realtà che la circonda e dalle forti emozioni che prova,perché ampliate molto dal suo stato vampiro. Come avrete notato è una Bella un po’ diversa dal solito. Al momento è decisamente diversa da quella della Meyer ( anche lei si è divertita  a cambiare le personalità della protagonista in tutti e 4 i libri XD).E’ per scelta, ma pian piano tenderò ad avvicinarmi caratterialmente a quella ( niente TRESCHE, però!), ma passo dopo passo. Questo perché mi sono immaginata come potesse sentirsi Bella vampira, senza memoria, con l’eternità davanti, in una famiglia in cui non conosce nessuno e non ricorda nulla del suo passato né  di tante cose umane, come le esperienze, tipo della prima cotta, del mentire, ect. Per questo – come avrete notato – non capisce che – diciamolo, tanto s’è capito già – che Rhett le va dietro ad esempio…quindi si ha una Bella insicura ma con la voglia di scoprire e riempire i buchi vuoti della sua memoria, dare sfogo ai propri desideri, imparare e fare nuove esperienze…come avrete visto ciò è aiutato tutto da curiosità, ingenuità, fiducia ceca nel prossimo..non conosce l’inganno e la cattiveria…anche se in alcuni momenti in cui non è molto cosciente o presa c’è un qualcosa che si fa avanti nel suo inconscio = il bagaglio di esperienza.

 

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Ransie88219