Serie TV > Numb3rs
Ricorda la storia  |       
Autore: Jenny80_big    18/11/2020    1 recensioni
Charlie e Don vogliono recuperare un vero rapporto fraterno tra loro. Per farlo ripercorreranno il loro passato, imparando dagli errori fatti, per essere, finalmente, una famiglia.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlie Eppes, Don Eppes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1

Era stato un caso difficile, un caso che gli aveva riportato alla mente eventi che aveva voluto dimenticare, ma sapeva, in cuor suo, che non avrebbe mai potuto cancellare, che in qualche modo lo accompagnavano ogni giorno della sua vita.

Ora era lì, solo, nella sala riunioni dell'FBI in attesa di sapere se i suoi calcoli erano esatti, se avrebbero aiutato suo fratello a fermare l'ennesimo "mostro". Con il timore, sempre presente, che avrebbero portato al ferimento di persone innocenti o magari agenti che cercavano di rendere il mondo un posto migliore. O, idea terrificante, al ferimento del suo stesso fratello: un’opzione che Charlie cercava di tenere fuori dalla sua mente, perché, il solo pensiero lo annientava.

Lui adorava Don e, come suo padre aveva già capito, per lui sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa.

Era pienamente consapevole di avergli rovinato l’infanzia già solo con la sua sola presenza.

All’inizio non ne era stato consapevole, prendeva tutte le attenzioni dei loro genitori senza rendersi conto che per Don non ne rimanevano abbastanza. Quando se ne rese conto, suo fratello si era già allontanato e, nonostante tutti i suoi sforzi per rimediare e accorciare la distanza creata, non era più riuscito a raggiungerlo.

Non incolpava Don, semplicemente cercava in tutti i modi di entrare a far parte del suo mondo.

Quando i loro genitori decisero che avrebbero frequentato la stessa scuola, Charlie era al settimo cielo: finalmente qualcosa in comune con il fratello. Ma, già dal primo giorno, fu chiaro che Don non condivideva il suo entusiasmo, anzi, si vedeva portare via una cosa sua, risucchiata da quel fratellino genio che gli aveva già rubato tanto.

Charlie iniziò allora a chiudersi di più in se stesso, non che fosse difficile: non aveva amici.

Frequentare il liceo a dieci anni non incentivava certo il contatto con i bambini della sua età e, nelle poche occasioni in cui poteva stare con loro, scopriva che non avevano molto in comune. Lo consideravano strano per le sue passioni e i suoi discorsi, quindi lo evitavano  e lo isolavano prendendolo in giro.

I suoi compagni di scuola, d’altro canto, si dividevano in tre gruppi: il primo era il gruppo che lo ignorava completamente; il secondo gruppo, costituito dalla maggioranza, solitamente lo ignorava, ma andava da lui per sfruttare le sue conoscenze. All’inizio aveva dato loro fiducia, sperando di trovare qualche amico, ma ben presto, si rese conto che in lui non vedevano un compagno, bensì un computer ambulante che forniva loro le risposte quando serviva. Capito i loro reali scopi, iniziò ad evitarli.

Infine c’era il gruppo peggiore, i bulli. Questi si sentivano in diritto di offenderlo e picchiarlo ogni volta che lo vedevano e, in più, pretendevano che facesse i loro compiti. Charlie però aveva già in sé un forte senso della giustizia e cercava di non cedere alle loro pressioni, quindi i pestaggi erano all’ordine del giorno. Ad aggravare la situazione c’era il fatto che i più pressanti erano proprio i migliori amici di Don, che si sentivano in diritto di tormentarlo, anche a causa delle confidenze del loro amico riguardo il suo fratellino rompiscatole e come gli rovinava la vita.

Avevano capito che Charlie agognava l’attenzione del fratello e la usavano come arma contro il giovane genio, in modo che non facesse la spia.

Charlie, dal canto suo, era consapevole di aver già rubato tanto a suo fratello, non poteva portargli via anche i suoi amici, quindi nascondeva i lividi e le umiliazioni a tutti e andava avanti, sperando ogni giorno, in qualche modo, di riuscire a meritarsi l’affetto di suo fratello, o quantomeno un po’ di attenzione.

I bulli avevano capito che tra i fratelli c’era questa distanza e, realizzarono presto, che Charlie non sarebbe andato a fare la spia al maggiore e che Don cercava di tenere le distanze dal più piccolo. Solamente quando Don li vedeva molestare Charlie o vedeva i lividi che qualche incauto lasciava in posti visibili, interveniva in difesa del suo fratellino, ma Charlie aveva sempre interpretato questo comportamento come senso del dovere, molto spiccato in Don, e non come amore verso di lui.

I pensieri di Charlie furono interrotti dall’apertura dell’ascensore, da dove uscirono Don e la sua squadra. Il loro entusiasmo e i loro sorrisi gli fecero capire che tutto era andato bene, non c’erano stati feriti e un altro criminale era stato assicurato alla giustizia.

Una piccola parte di lui sperava che Don sarebbe venuto da lui per metterlo a conoscenza del successo che aveva contribuito a raggiungere, ma non fu sorpreso di vedere che l’agente si dirigeva verso il suo ufficio; lo rendeva solo più consapevole della distanza, sempre presente, tra loro e il suo ennesimo fallimento nel raggiungere il fratello.

Il desiderio di sentirsi parte del suo mondo lo portò, come al solito, a fare il primo passo e dirigersi da Don. Bussò leggermente alla porta socchiusa e attese l’invito ad entrare da parte di suo fratello; non impose la sua presenza sedendosi su una delle sedie, ma chiese: “Com’è andata?”

Don alzò lo sguardo dai documenti che stava leggendo e rispose: “Bene, i tuoi calcoli erano corretti. Lo abbiamo colto completamente di sorpresa e non ha fatto nemmeno resistenza all’arresto. Aveva ancora gli attrezzi che ha usato per torturare le sue vittime. Di sicuro non potrà più nuocere a nessuno!”

Charlie, sollevato, disse: “Allora buone notizie! Che ne dici di andare a bere qualcosa, magari con la tua squadra, per festeggiare? O puoi passare dopo a casa così possiamo condividere le bistecche che oggi papà ha comprato!”

Don, colto di sorpresa, rispose: “Mi dispiace Charlie. Abbiamo sì preso questo criminale, ma ora restano tutte le scartoffie da compilare. Ne avrò per tutta la sera!”

Vide il lampo di delusione negli occhi del fratello, ma decise di ignorarlo.

Charlie, abituato ai rifiuti del fratello, ma ancora ferito da essi, decise di tornare a casa e si diresse verso la sala riunioni per prendere le sue cose.

Aveva appena finito di mettere via tutto, quando fu raggiunto da Megan, che non aveva visto lo scambio tra i fratelli.

“Ciao Charlie! I tuoi calcoli erano impeccabili come al solito! Grazie a te si riuscirà a dormire un po’ più tranquilli stanotte!”

“Grazie Megan, ma il vero lavoro è stato fatto da voi, io ho solo dato delle idee.”

Megan, ormai abituata alla modestia del giovane, in contrasto con il suo grande genio, continuò: “Noi ragazzi, finito il turno usciamo per festeggiare. Ti va di unirti a noi?”

“Mi piacerebbe molto, ma questa sera devo proprio correggere dei test che in questo periodo ho trascurato. Ci sarà anche Don?”

“Certo! E’ stato proprio lui a proporre l’idea!”

Megan notò la tristezza che, per un attimo, offuscò lo sguardo del matematico, ma fu veloce a nasconderlo, la salutò calorosamente e si allontanò a passi veloci verso gli ascensori, senza più guardare nessuno.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Numb3rs / Vai alla pagina dell'autore: Jenny80_big