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Autore: Jikimo    19/11/2020    0 recensioni
"Oggi ho fatto il bucato sai?" continuò subito con la sua cadenza vivace.
"Ti ricordi questi vestiti? Sono gli stessi di quando ci siamo conosciuti! Sono come quelli del fratellone! Hai visto?"
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Scrivere di una Germania socialmente imbarazzante e innamorato è la mia cosa preferita!
Ooc e, sopratutto, non è una Gerita-
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Italia aveva due uniformi e Germania aveva avuto la possibilità di vedergli in dosso entrambe.

La prima era quella blu che aveva accompagnato l'uomo per buona parte della seconda Guerra Mondiale, la nazione la indossava con una fierezza tanto disarmante che Ludwig poteva quasi capire cosa attraesse tanto Gilbert del suo migliore amico.

Al tedesco, Feliciano, che era indiscutibilmente affabile per ereditarietà, non sembrava sentirsi mai inadeguato o intimidito se il suo abito ufficiale doveva essere indossato sporco di polvere, terra o sangue dinanzi ai suoi superiori, sottoposti e cittadini; e lui stesso trovava quella sicurezza così ammirevole; non sapeva se fosse dovuta a una sorta di negligenza (probabile) o da una praticità ricavata da quelle centinaia di secoli di esperienza in più che non riusciva a compensare in nessun modo..

Neppure leggendo tutti i libri della libreria del suo großer Bruder! Che ovviamente erano un'accurata testimonianza storica dal punto di vista di una nazione vibrante e attenta come lo era l'albino, ma purtroppo -si era reso presto conto- non era la stessa cosa di viverli da sè tutti quei rocamboleschi avvenimenti del passato..

Prima del 1800 c'era stato solo il caos!

La seconda divisa invece era quella con la quale il Nord Italia era vestito quando si incontrarono per la prima volta, marrone.

Il tedesco era fornito di ottima memoria, ma ormai abituato a vedere l'amico vestito sempre e solo dello stesso colore del cielo, quando Feliciano lo abbracciò di sorpresa, quella mattina, non si sa bene il perchè pensò istintivamente che quello fra le sue braccia fosse un altro italiano di sua conoscenza...

Membro della polizia coloniale le cui uniformi erano di un più neutro color cachi.

Lo prese saldamente per le spalle e lo staccò quasi sconvolto da sé.

La bella nazione dal sangue latino lo guardò confuso, spaventato da tale ruvidità nei suoi confronti e dallo sguardo indagatore di Germania che, completamente rosso, stava esaminando il suo viso come per la prima volta, come se non lo avesse riconosciuto e, a dir la verità, con occhi quasi delusi.

"Veneziano" proferì come per risultato di un'attenta analisi.

Nemmeno una lentiggine carina, occhi marroni che non rappresentavano in nessun modo la macchia mediterranea del proprio paese...

Erano così puri, così carini, quasi trasparenti al punto da far sentire le persone in colpa... Ma mancavano di una scintilla particolare che lo aveva fatto innamorare perdutamente (e disperatamente) .

I capelli avevano una fila centrale, il naso era piccolo e labbra troppo carnose rispetto alle sottili, screpolate e volgari ma così invitanti di...

L'italiano corrugo la fronte, sempre più scombussolato dal comportamento bizzarro del suo amico, riusciva a percepire la rigidità nelle dita che gli stavano scavando nelle spalle e si sentiva sempre più nervoso.

Poteva quasi vedergli le rotelle girare nel cranio, mentre la pelle chiara delle sue guance si colorava sempre più come fosse una mela matura in primavera.

Gli faceva pena e ilarità vederlo così incasinato con sé stesso.

"Si, sono io" chiarì,allora, con tono tutto intontito.

"Ciao" disse il tedesco come se lo avesse visto solo ora, scuotendo un pò la testa per liberare la mente.

Feliciano sorrise affettuoso, improvvisamente rincuorato.

"Vee~ Ciao Germania!" e ridacchiò allegro.

Doistu era sempre così buffo!!

"Oggi ho fatto il bucato sai?" continuò subito con la sua cadenza vivace.

"Ti ricordi questi vestiti? Sono gli stessi di quando ci siamo conosciuti! Sono come quelli del fratellone! Hai visto?"

"Già..." rispose lui, lo squadrò un secondo con le sopracciglia corrugate; lo turbava terribilmente la somiglianza accentuata da uno stesso abbigliamento, e poi lo guardò di nuovo in viso

"Non mi piacciono, Italien"

Un parere così diretto e schietto da parte sua stupirono molto l'italiano che boccheggiò un paio di volte con occhi stralunati.

A Doistu interessava di vestiti??

"Ve..." Feliciano cercò di superare con una risatina l'imbarazzo che gli aveva fatto increspare il ricciolo sulla testa.

"Neanche a me sinceramente, ecco perché l'ho cambiata in quell'altra! Che poi non mi sta neppure bene, sta meglio indosso a Romano, vee~"

Rise ancora, limpido e sereno.

Il biondo più giovane fece lo stesso, anche se in maniera più pacata e nascondendo il sorriso dietro le nocche delle sue dita.

"Si, Italia... Hai ragione" affermò.

Ma poi qualcosa nel suo cervello scattò, riformulando il pensiero traditore nella sua testa confusa, quindi il tedesco divenne porpora e voltò il viso.

Feliciano non era bravo a leggere l'atmosfera, lo stato emotivo generale o i sentimenti di qualcuno -a meno che questa non fosse la disperazione o il folle entusiasmo negli occhi della sua gente- ma il complimento indiretto al suo fratello maggiore, ulteriore indizio di una sfilza di segnali che aveva percepito già da un pò di tempo (ok.. la maggior parte aveva dovuto farglieli notare Prussia… che a sua volta era stato esortato da Ungheria), non passò certo inascoltato e improvvisamente decise che a pranzo avrebbe telefonato Giappone per chiedergli qualche utile consiglio per un certo discorsetto che aveva tanto intenzione di fargli~









*L'angolo di Jikimo*

 

Quando mi hanno chiesto quanta Germano volessi in una fic inconcludente

Ho risposto "si"

   
 
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