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Autore: freya magic    19/11/2020    0 recensioni
Nel diciottesimo secolo, prima della Guerra Santa, una ragazza viene catapultata nel futuro, in avanti nel tempo, per compiere il suo destino.
Death Mask sta rientrando da una missione quando si imbatte in lei.
Ma chi è la ragazza di preciso? Che cosa ha a che fare, lei, con il futuro ed i futuri cavalieri d’oro? E soprattutto, che genere di destino le è stato predetto il giorno della sua nascita?
Volete sapere come andrà a finire? Allora entrate a leggere 😉
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cancer DeathMask, Cancer Sage, Gold Saints, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2:

"L'arrivo del nemico"



Camminava lentamente, in mezzo al chaos attorno a sè, facendo attenzione ai cadaveri dei guerrieri caduti poco prima. Il terreno era intriso di sangue, esattamente come lo era il suo mantello; la terra era squarciata in due, come se anche esse stessa fosse dilaniata al suo interno e soffrisse per quanto si stesse svolgendo sulla sua superficie; il vento ululava forte, in balia anche lui stesso dell'impeto della guerra; Ares, il dio della guerra e degli impeti violenti, era anche lui sul campo di battaglia ed assieme ad Eris, la dea della discordia, ed a Kydoimos, il Tumulto, rappresentavano in tutto e per tutto la Triade divina della guerra.

La ragazza osservò il tutto attraverso i suoi occhi scarlatti, dello stesso colore del sangue che insudiciava il terreno e le sue vesti.

Il suo obiettivo non era la guerra, no, quella l'avrebbe lasciata volentieri alle altre divinità lì presenti. Il suo obiettivo altro non era che le anime dei defunti. Per questo continuò a camminare nel campo di morte, indisturbata, incurante di tutta la situazione che si stava svolgendo attorno a lei. Come in trance, come in balia di chissà quale forza superiore ed estranea a lei stessa.

Arrivò ai piedi di un soldato, un cavaliere, pronto ad esalare il suo ultimo respiro in quella vita. Si chinò su di lui, accarezzandogli il volto, facendolo calmare un poco affinché la sua anima trovasse la pace che tanto agognava, e quando questo spirò, si affrettò a chiudergli gli occhi e a depositargli due dracme su entrambe le palpebre.

"Vedrai, da oggi, troverai la pace che desideri. Non preoccuparti e non dubitarne, mai. In assoluto. Da oggi... incomincia la tua nuova vita"



Ker



Mi svegliai di soprassalto, madida di sudore e con il fiato in gola.

Faticavo ancora a capire che razza di sogno avessi appena fatto, il senso ed il motivo per cui l'avessi fatto, ma soprattutto: faticavo ancora a credere a quello che era successo quella mattina. Ero diventata il nuovo cavaliere d'oro del cancro. Roba da non credere.

"Vedi di annullare l'incontro!"

"Non posso fare nulla, Death Mask, smettila di insistere!"

"Sei il Gran Sacerdote, CERTO che puoi!"

"L'armatura l'ha scelta! Mi dispiace, amico mio, ma DAVVERO NON POSSO FARE NULLA"

Le urla del mio tutore, Death Mask, e del Gran Sacerdote, Sion, risuonarono fino alle pareti della mia stanza, al piano superiore della quarta casa del cancro. Era chiaro come il sole che il mio maestro non volesse in alcun modo che diventassi il nuovo cavaliere del cancro. Come era chiaro il fatto che, a cose fatte, ormai non si potesse più tornare indietro, o variare la situazione. Il Grande Sacerdote aveva ragione: l'armatura mi aveva scelta. Non c'era altro da aggiungere. Quindi non c'era altro che Death Mask potesse fare per opporsi, se non urlare.

Mi intristii pensando che non mi reputasse degna di indossare l'armatura che, fino a qualche mese fa, indossava lui stesso.

Forse mi reputava una debole; una pappa molle; e non aveva mai avuto la faccia tosta di dirmelo apertamente. O forse non pensava fossi all'altezza... come molti altri cavalieri all'interno del Grande Tempio, d'altronde... Chi può dirlo... fatto sta che non ce la feci più a sentire le urla dei due cavalieri, così mi girai in direzione della finestra, la aprii e mi calai dal balcone. Poi, con la notte come mi alleata, mi defilai dalla quarta casa e mi incamminai verso l'unico luogo dove potessi sentirmi realmente compresa e capita: il cimitero dei cavalieri.



Nella Stanza di Athena...



La dea Athena passeggiava inquietata, avanti ed indietro, sulla liscia superficie della sua stanza, senza sosta.

Si era svegliata nel cuore della notte con una brutta sensazione addosso. Eppure era strano anche per lei, visto che non aveva fatto alcun tipo di sogno o incubo di cui preoccuparsi, come invece era solita in quel periodo. Erano mesi e mesi che gli Oneroi si divertivano a mandarle brutte visioni. Mesi e mesi in cui i corpi e le membra dei cavalieri non facevano che martoriarle la testa, avvilirle l'animo e renderla agitata dalla mattina alla sera. Spesso accadeva che, mentre parlava con un suo qualsiasi cavaliere, non faceva che vederlo morto; o privo di alcuni arti; o con le viscere fuori dal corpo. Una visione da far accapponare la pelle. Per questo si era convinta che, cambiare i possessori delle armature, fosse una buona soluzione per preservare le vite dei vecchi cavalieri. E visto che non aveva avuto più alcuna visione da quando il suo progetto era incominciato, si era convinta di star procedendo nel migliore dei modi, dopo aver scongiurato morti non necessarie.

Eppure...

Qualcosa non quadrava, non quella sera per lo meno.

Fece dietro front, pronta a camminare con più enfasi, quando un cosmo estraneo iniziò a spargersi per tutto il Grande Tempio.

Si voltò di scatto, nella direzione da cui proveniva quel cosmo, sotto la Statua a lei dedicata e quando si rese conto da chi provenisse, iniziò a tremare leggermente.

"Non è possibile... tu... perché sei qui?"

"Lieto di incontrarti, Athena. Sai, è da tanto che volevo incontrare una delle mie nipoti predilette. E visto che sono qui... Che ne dici di farci una chiacchierata?"





Nella quarta casa del cancro, Death Mask e Sion si bloccarono all'istante non appena percepirono un cosmo ostile espandersi per tutto il Santuario. Si voltarono entrambi in direzione delle stanze della dea e, prima di lasciare la quarta casa, Sion affermò:

"Devo andare. Rimanderemo ad un'altra volta la nostra discussione"

"Vengo con te, più siamo e meglio è" rispose l'ex cavaliere del cancro, iniziando ad espandere anche lui il suo cosmo. Sion lo guardò, serio in volto.

"Sei sicuro? Ormai, non sei più un cavaliere di Athena, non sei costretto a-"

"Lo so, ma non posso permettere che qualche bastardo metta a repentaglio la vita del Grande Tempio" e di Ker, avrebbe voluto aggiungere, ma si guardò bene dal dirlo.

A quelle parole Sion gli rivolse un cenno del capo, con fare concitato, poi iniziò ad espandere anche lui il suo cosmo.

"Va bene. Andiamo" rispose, dunque, il Grande Sacerdote.

"Sì!" fu la sola risposta che ottenne da Death Mask, dopodiché si affrettarono ad uscire dalla quarta casa per raggiungere gli alloggi della dea.



Al cimitero dei cavalieri...



Ker



"E così... tuo padre non vuole che tu sia il nuovo cavaliere del cancro"

"Leo, te l'ho già detto: Death Mask non è mio padre"

"Sì, sì, vabbè, dettagli. Ciò non toglie che non capisco perché non voglia. Cioè, è assurdo, non trovi?!"

"A chi lo dici, Leo... A chi lo dici..." sussurrai, infine, più rivolta a me stessa che non a Leo. Sospirai affranta, mi accasciai al suolo e mi rannicchiai sulla ginocchia, poggiando la fronte su di esse ed iniziando a guardare il vuoto.

Era stata una giornata pesante: il dubbio iniziale prima del combattimento, l'arena, il duello con Altair, l'investitura... mi sembrava tutto assurdo, tutto privo di senso. Soprattutto quello strano sogno che avevo fatto poco prima.

Chissà cosa voleva dire in realtà, pensai fra me e me, iniziando a ricordare solo in quel momento ciò che era successo nel duello con il figlio di Ioria. Corrucciai la fronte, alla ricerca di risposte che non riuscivo ad ottenere o tardavano ad arrivare. A quella strana visione che avevo avuto, non riuscivo proprio a darle un senso. Insomma, un attimo prima mi trovavo nell'arena, pronta a pestare di botte Altair e l'attimo dopo mi ritrovavo in quella specie di conca oscura, piena di fuochi fatui. Senza contare che al risveglio mi ero ritrovata con indosso l'armatura dorata del cancro.

Davvero senza senso, non c'era che dire.

L'esplosione di un cosmo oscuro mi riportò alla realtà. Alzai la testa di scatto e mi girai in direzione delle stanze della dea Athena.

"Alzati da terra, la dea necessita della tua presenza"

Mi voltai di scatto non appena udii quelle parole e mi ritrovai di fronte una donna, una ragazza forse, ma non riuscivo a distinguerla bene per via del cappuccio che le copriva il volto. Indossava un mantello color cremisi e quelli che mi sembrarono degli anfibi neri lucidi. Ma oltre a ciò non riuscivo a distinguere nient'altro.

Mi alzai dal suolo ed arretrai leggermente, cauta verso la donna che mi fissava ostinatamente.

"Chi sei tu?" domandai con voce flebile, cercando di mantenere una certa compostezza. Anche se il cosmo ostile che la ragazza produceva lasciava intendere tutto fuorché fosse un essere affabile.

La ragazza rimase un attimo in silenzio prima di affermare:

"Non ha importanza chi sono io. La tua priorità ora è la dea Athena. Quindi smettila di piangerti addosso e vedi di muoverti"

"Io non mi piango addos-" tentai di replicare lei, ma fui interrotta dall'intervento brusco della ragazza.

"NON MI INTERESSA! MUOVITI E BASTA!"

La sua voce doppiata mi fece accapponare la pelle ed arretrai ancora, spaventata.

Chi era quella donna? E perché mi ordinava di recarmi dalla dea?

Lei parve leggermi nel pensiero e, cercando di ricomporsi, affermò: "Non sei tu il nuovo cavaliere del cancro?"

Che domanda era? Certo che lo ero! Anche se da una manciata di ore, ma lo ero a tutti gli effetti! L'aveva detto persino Sion, il Grande Sacerdote, quindi non poteva essere diversamente.

"Sì!" quindi affermai, più sicura rispetto a prima.

"Allora corri! La dea ha bisogno di te!"

Stavolta le sue parole non mi spaventarono, anzi, mi elettrizzarono, facendomi salire l'adrenalina in corpo. Aveva ragione: ero un cavaliere di Athena e dovevo smetterla di piangermi addosso.

"Ker..." sussurrò Leo, cercando di riportarmi ancora alla realtà.

"Dobbiamo andare, Leo" fu la mia risposta. Ed era vero. Dovevo correre, e veloce anche.

"Sì"

Mi voltai ancora una volta in direzione delle stanza della dea, strinsi i pugni e recuperai tutto il coraggio che avevo dimenticato di possedere; poi, mi girai in direzione della scalinata ed iniziai a correre. Sorpassai la ragazza senza esitazione alcuna. La vidi sorridere appena con la coda dell'occhio, ma non me ne curai troppo. La dea Athena aveva bisogno d'aiuto.

Ed il suo cavaliere stava arrivando.



Angolo Autrice:

Buonasera a tutti! ^^ chiedo scusa per il ritardo... di nuovo... ma, sempre causa lavoro, proprio non ce l'ho fatta ad aggiornare prima la storia. Spero non me ne vogliate. Così come spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se di passaggio. La storia sta iniziando a prendere forma e vi anticipo che nel prossimo ne vedremo delle belle.

Vi avviso che probabilmente lo pubblicherò fra due settimane (visto i miei impegni lavorativi), tuttavia, nel caso dovessi terminarlo prima, arriverà fra una settimana, come al solito.

Come sempre ringrazio tantissimo le persone che hanno recensito i precedenti capitoli <3, ma anche chi ha solo letto ed ha dedicato un po' del proprio tempo a leggere la mia storia.

Grazie a tutti <3 A presto, baci baci, Freya

   
 
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