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Autore: Passion and Love    19/11/2020    0 recensioni
“Io non perdono ciò che mi ha distrutto.” Sei certo di pensarla così e sei sicuro che non cambierai idea a riguardo. Ma si sa, la vita fa percorsi inaspettati. Scritta a quattro mani con la mia amica LucyWinchester.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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1462783946-scarlett-johansson-s-black-widow-to-have-crucial-role-in-captain-america-3-civil-war-bl-5                                                                                          Nathasha Romanoff
 
 
Steve si sarebbe dovuto incontrare con Natasha per definire i dettagli di una missione.
Era da un po' che non lavoravano fianco a fianco.
Ma la sua mente era occupata da altro. Era già passata una settimana e con Josh a stento si parlava.
Anche durante alcune esercitazioni, il moro non lo degnava neanche di uno sguardo.
Cosa stava succedendo?
Che l'arrivo di Bucky avesse potuto compromettere in qualche modo il loro rapporto? E che legami aveva Josh con Winter Soldier? Qual'era la ragione di così tanto rancore?
- Sei distratto, tenente. - lo salutò la rossa cogliendolo di sorpresa e puntandogli una pistola alla tempia. Abbassò l’arma subito dopo dicendogli: - Non è da te...cosa turba il tuo cervello? -indagó la bella donna.
Steve si trovò preso alla sprovvista dalle azioni e dalle constatazioni della sua compagna d'armi. - Ciao a te, Natasha.- le disse con un sorriso sincero, ma incerto.
Nonostante la conoscesse piuttosto bene, non era sicuro al cento per cento che non l'avrebbe ucciso se avesse dovuto.
Mai abbassare la guardia si ammoní mentalmente.
- Allora? Che c'è che non va? Abbiamo una missione da portare a termine e ho bisogno che tu sia con me. Una tua distrazione potrebbe costarci la vita. -
- Hai ragione, perdonami. Stavo...pensando. - ribatté Rogers scrutandola serio.
- Deve essere qualcosa di importante se attira tutta la tua attenzione. - osservò la rossa. Un piccolo sorriso ad incurvarle le labbra.
- Abbiamo trovato il Winter Soldier.-
- Ohh....- fece lei comprensiva, ma poi aggiunse, notando l'espressione non proprio serena dell'altro, - E? - lo incalzò.
- E ho un po' di problemi con uno dei miei uomini. Sembra non gradire molto la presenza di Bucky. - le spiegó brevemente il biondo.
- Beh, magari ha qualcosa a che fare con quello che il Winter Soldier ha fatto in questi anni, no? - disse lei con ovvietà.
- Questo l'avevo capito anche da solo, ma vorrei tanto sapere in che modo sono collegati. - replicó alzando gli occhi al cielo.
- Come si chiama questo soldato? - indagó la donna.
- Josh. Sergente Josh Hartnett. -
Natasha sviò lo sguardo, diventando stranamente silenziosa.
-Beh, magari... sai com'è Josh, un maniaco della giustizia - ma neanche lei sembrava credere molto a ciò che stava dicendo.
Nel frattempo, Steve osservava attentamente ogni cambiamento d'espressione sul suo volto. Era brava a nascondere le sue emozioni, ma lui era più bravo a catturare i dettagli.
-Dai, torniamo a concentrarci sulla missione- fece la rossa, cercando di deviare quella conversazione divenuta fin troppo scomoda.
Il biondo la fermó per un braccio.
- Sai qualcosa, non è vero?- intuì il tenente non distogliendo lo sguardo dal suo viso.
-Di cosa stai parlando?- Natasha sembrava irremovibile.
- Non fare finta di niente con me Nat. Bucky è mio amico, è vero, ma ha fatto delle cose terribili anche se lui non ricorda nulla visto che l'hanno drogato, e se si è imbattuto in uno dei miei uomini in passato vorrei saperlo. Voglio sapere la verità. - pretese con tono fermo.
-Steve, non mettermi in questa posizione- la donna sembrò quasi sul punto di implorarlo.
- Ti prego. Sai che non ti chiederei nulla del genere se non fosse davvero importante.- ribatté lui con lo stesso tono.
-La maggior parte dell'intelligence non credeva nella sua esistenza- esordì dopo un lungo silenzio la rossa, -lo chiamavano il soldato di inverno, ha commesso dozzine di omicidi negli ultimi tre anni- la voce bassa e leggermente instabile.
Il ricordo di quell’uomo la terrorizzava e non poco.
- Stavo scortando un ingegnere nucleare fuori dal Afghanistan, con me c'erano Josh e Ben, qualcuno ci sparò alle ruote vicino al confine, abbiamo perso il controllo siamo finiti in un dirupo. Io me la cavai con una pallottola al fianco, ma Josh perse Ben-
Steve sbiancò letteralmente.
- Ora capisco. Tutto quell'odio che gli ho visto nello sguardo, non l'ha mai mostrato a nessuno prima di allora. -
-Puoi biasimarlo?- domandò la donna inarcando un sopracciglio.
- No affatto, anzi...lo capisco molto bene. - replicò Steve finendo l'ultima frase in un mormorio appena udibile.
Anche lui ha perso il suo compagno in battaglia. Non potrà avere la sua vendetta perché non sa chi glielo ha portato via, ma se fosse al posto di Josh ora, come si comporterebbe? Probabilmente allo stesso modo, anche se sa, in cuor suo che quell'odio che cova dentro non riporterà indietro il suo compagno.



__________



Josh era rientrato nel suo ufficio dopo un lungo ed estenuante allenamento.
Sbuffò sedendosi alla sua scrivania, iniziando a scrivere qualcosa sulla tastiera del suo computer.
Vedendo il cipiglio con cui il moro scriveva, Bucky, che passava di fronte al suo ufficio, decise di fermarsi e restando sulla soglia gli chiese: - Tutto bene, sergente? -
Sembrava sinceramente preoccupato per lui, ma quell'affermazione e quel modo di fare davano parecchio sui nervi a Josh. Riconoscendo quella voce, cercò di sfoggiare il miglior sorriso del suo repertorio.
-Potrebbe andare meglio-. Ma sembrò più un ghigno che un sorriso.
- Problemi con la missione, signore?- volle sapere Bucky.
Perché ancora respiri aveva avuto la tentazione di dirgli, ma doveva ancora giocare con alcune carte coperte.
-Sì, sai.. non sempre va tutto come uno spera- rispose Josh alzandosi e stiracchiandosi.
-Ti va un caffè?- propose poco dopo.
- Volentieri. - replicó il giovane accennando un sorriso.
Mentre s'incamminavano verso il bar più vicino, il ragazzo sospirò dicendogli: - Mi fa davvero strano, tornare a fare queste semplici cose. -
-Umh, vedere gente morire purtroppo è all'ordine del giorno. Ma ci si abitua- sorrise falso l'altro.
Non era vero.
Lui non si sarebbe mai abituato alla morte di Ben.
Giurò sulla sua stessa vita che Bucky avrebbe pagato le pene dell'inferno.
Posò lo sguardo sul più giovane, come volerlo studiare.
- Già- convenne Bucky con tristezza,- Se...Se quello che ha detto Steve è vero, io...io...- tentennó affranto,- Ho fatto del male ad un sacco di gente e dubito che potrò mai perdonarmi. Vivrò sempre con il senso di colpa che mi perseguiterà fino a che non moriró -
Josh gli mise una mano su una spalla. -Già, com'è Bucky? Fa male vero?-.
- Moltissimo, ma non oso immaginare quanto sia grande il dolore delle persone a cui ho u-ucciso i propri cari. -
Hartenett guardò di fronte a sé. L’espressione per niente impietosita dalle sue parole.
-E quelli che ti vorrebbero far fuori dove li mettiamo?-
- Li capisco, nei loro panni probabilmente proverei lo stesso odio. Non posso biasimarli, e anche se ero drogato- gli faceva male persino ricordarlo, - questo non giustifica quello che ho fatto. - asserí il giovane con sincerità.
Josh però non riusciva a vedere il pentimento ed il rimorso in quelle parole, ma solo un attore molto bravo. A volte le scuse non bastano pensò, rivolgendogli uno sguardo tagliente che l’altro non notò.
-Due caffè, grazie- ordinò il più grande una volta entrati nel piccolo bar.
Bucky prese il caffé, ma quando fece per poggiare la tazzina, un fitta violenta lo scosse da capo a piedi. Il rumore della tazzina che cadendo a terra si era rotta, fu estremamente assordante per le sue orecchie.
D'istinto si prese il capo tra le mani, gemendo di dolore. - Ahhh! -
Josh lo guardò stranito. -Hey, che ti prende?-.
Bucky non riuscí a rispondergli poichè in quel lasso di tempo, una quantità spropositata di immagini ed emozioni lo investí, colpendolo come uno schiaffo in pieno volto. Respirava a fatica e sembrava annegare in quel mare di visioni indistinte.
- I-Io...- sussurrò, senza riuscire a proseguire. Beeeen! nella visione ricorrente, Josh stava urlando quel nome fra le lacrime.
Vedendolo in quello stato, il sergente decise di prenderlo sotto braccio e portarlo fuori, fra lo sgomento generale.
-Tranquilli, ora sistemiamo tutto- garantì facendosi largo fra la gente.
Com'era arrivata, la visione passó. Mentre cercava di riaversi, guardó Josh interrogativo e terrorizzato, sussurró: - C-Chi è Ben? -
Sembra sinceramente scioccato da quanto visto pensó Hartenett per un momento. -Ben?- ripeté avvicinandosi ad una panchina in modo tale da farlo sedere.
- S-sí. Ti prego aiutami. È la seconda volta che ho questa specie di visioni, ed entrambe le volte vedo volti sconosciuti e l'unico che ho distinto è il tuo. - lo implorò in tono concitato e atterrito, afferrandogli un braccio con una presa salda. - Ci siamo già incontrati, vero? -
-Cosa?!- Josh trattenne malamente una risata.
Non poteva sputargli addosso la verità.
Non ancora.
-Stai delirando?- domandò con sarcasmo.
- Se non ci siamo già incontrati in passato, perché continuo a vedere il tuo volto stravolto dal dolore? E chi è questo Ben che menzioni? - gli chiese Bucky cercando di capire. Doveva capire e per farlo doveva sapere.
- Aiutami.- sussurrò di nuovo abbassando gli occhi, incapace di sostenere lo sguardo rovente dell'altro.
-Hey!-
In quel preciso istante, Steve li saluto da lontano, avvicinandosi con passi svelti.
-Tenente- fece con un cenno del capo Hartenett.
Steve notó subito che qualcosa non quadrava.
Si avvicinò ai due e poggió una mano sulla spalla di Bucky che alzó la testa incontrando le iridi dell’amico.
- Tutto bene? -
- S-sí sì, ora va meglio. - replicó il giovane, anche se non si era ripreso completamente.
Josh guardò con scetticismo Bucky. -Ha cominciato ad avere le visioni - spiegò mimando con le dita l'ultima parola.
Steve decise di non alimentare il commento cattivo dell'altro, ma si limitó ad una replica distaccata: - Lo so, è già successo prima. -
-Oh, fantastico- si lasciò sfuggire il sergente.
- Riesci ad alzarti? - chiese il biondo al diretto interessato.
- Sì. - rispose il soldato, mettendosi in piedi. Era ancora visibilmente scosso, ma cercó di mascherarlo.
Steve fece un cenno al suo amico d'infanzia, comunicandogli un parleremo più tardi di ció.
Josh alzò gli occhi al cielo.
Che squallido teatrino. E Steve come un idiota abboccava all'amo, come tutto lo Shield.
Ma lui no.
A lui non l'avrebbe data a bere.
- Andiamo. - disse incamminandosi, aspettando che gli altri due lo seguissero.



___________________



- Pensavo ti fosse antipatico, Bucky. - gettó là Steve, una volta rimasto solo con il sergente. Il suo tono non aveva traccia di rimprovero, ma forse di...sorpresa?
Josh non riuscí a dirlo con certezza. -Perchè pensi questo?- volle allora chiedergli.
- Chiedevo, dato che vi ho visti al bar insieme.- disse facendo spallucce. - Mi era sembrato di capire che non lo tollerassi molto, quindi mi chiedevo il motivo di tale ripensamento - aggiunse poi, rimarcando l’ultima parola.
Steve non voleva pensare male del sergente, ma lo aveva fatto. Sperava che il moro non avesse secondi fini.
Josh abbassò lo sguardo sorridendo. -Beh, è un tipo particolare-.
Ovviamente recitava.
Recitava da Oscar.
Dopo quello che gli aveva detto Natasha, il biondo capiva quale odio potesse covare Josh per Bucky, ma sperava che comprendesse lo stato in cui si trovava l’amcio al momento dell' omicidio del suo compagno. Certo questo non avrebbe placato la sua sete di vendetta, anche se Steve lo sperava.
- Particolare- sbuffó il biondo.
Definiresti "particolare" uno che ha ucciso il tuo uomo? avrebbe tanto voluto chiedergli così a bruciapelo, ma sapeva che Josh si sarebbe chiuso a riccio se avesse esternato i suoi pensieri in quel modo.
- Tu non credi alle sue visioni, vero?- gli chiese invece.
-Dove vuoi andare a parare?-. Josh si rialzò dalla sedia, -Non credo che queste domande siano puramente casuali-. Lo sguardo attento e calcolatore, -Ti stai mettendo a fare il piccolo detective, Steve?- sorrise furbamente.
- Credo solo che il tuo avvicinamento abbia un secondo fine. - replicó il biondo senza tanti giri di parole. Era quello che pensava in fondo.
L'altro scosse la testa. -Umh, ti prego...solo perché c'è un piccolo feeling, ci facciamo tutte queste effimere congetture? Non ti credevo così paranoico- rise leggermente il più grande, divertito dalle sue supposizioni. Seppur fondate.
- Tsk, feeling – ripetè Steve scettico, facendo schioccare la lingua contro il palato.
Perché continuava a tenerlo all'oscuro del reale motivo per cui si comportava così? Steve non lo capiva. È vero, loro due non avevano tutto questo feeling da poter fare chiacchiere a cuore aperto, specie su argomenti così intimi e ovviamente il biondo non poteva ordinargli, in quanto suo superiore, di rivelargli la verità. Anche se avesse potuto non l'avrebbe mai fatto.
-La cosa ti infastidisce? Se è così la smetto, poi riconosco che non sia professionale- tentò infine il moro.
Doveva confonderlo. Non doveva esporsi.
Doveva spingere Bucky a cercarlo e non viceversa.
- Un po'. - rispose onesto il tenente, tentando un timido, ma sincero, sorriso.
Steve aveva capito che in quel momento la mente di Josh non recepiva il suo tentativo di avvicinamento, perció optó per un'affermazione più diretta, sicuro del fatto che avrebbe scatenato l'ira del sergente. Non voleva questo, ma non poteva fare altrimenti.
- Cercare di far del male a Bucky non ti riporterà indietro Ben. - mormorò, pronto per l'attacco che sarebbe arrivato.
Lo sguardo di Josh si incupì all'istante.
E no, il biondo non sapeva proprio con chi avesse a che fare.
Quaranta batte ventisette.
Esperienza contro giovinezza.
-Mi ferisce- lo sguardo del moro era nuovamente cambiato. Ma le sfumature di odio aleggiavano, anche se lievi.
-Cosa?- gli chiese Steve non capendo.
-Che tu possa pensare certe cose sul mio conto- sospirò Josh.
- Non sono nato ieri, Josh. Sono giovane, ma non stupido. Capisco la tua sete di vendetta. Fidati. La capisco meglio di quanto tu possa credere. - disse serio e amareggiato.
-Non osare- sibilò l'altro, mettendo la testa di lato.
Steve stava toccando un nervo scoperto.
Una cicatrice ancora aperta.
- Credi di essere l'unico ad aver perso la persona che amava in battaglia? - disse alzando la voce. Il dolore era marchiato a fuoco in quelle iridi azzurre. - Dio solo sa cosa darei per sapere chi è stato, per vendicarmi. Quindi fidati, lo capisco meglio di chiunque altro- aggiunse con fervore.
Josh si morse la labbra, cercando di fare appello a tutto il suo autocontrollo.
Non poteva cedere. Aveva aspettato così tanto.
I toni si stavano alzando.
-E ALLORA SPIEGAMI PERCHÉ DOVREI CREDERE ALLE STRONZATE DI QUEL RITARDATO?!- urlò fuori di sé. Riferendosi palesemente a Bucky. -Le visioni...- disse con una smorfia.
- Perché non è la persona che credi! Se lo avessi conosciuto prima potresti dirlo tu stesso. -
- IL BUONISMO NON RIPORTERÀ IN VITA BEN!-.
- Non sto cercando di giustificarlo, non sia mai, Josh. Rispetto il tuo dolore che è lo specchio del mio, ma Bucky non ricorda davvero quello che ha fatto in questi tre anni! -
-Oh, si...certo. Non ricorda niente, poverino! Con quanti ne ha fatti fuori avrà perso il conto!-se la rise il sergente, ma era una risata amara.
- Sei così accecato dall'odio che non riesci a vedere altro! È stato sempre un pessimo attore, fin da bambino, ma tu sei convinto che si stia inventando tutto! - si infervoró Steve.
Perchè lui lo sapeva.
Sapeva che Bucky non fosse un mostro come lo stava etichettando l’altro.
-E tu hai clemenza solo perché è un tuo amico. L'amicizia ti sta offuscando l'obiettività, Tenente!-.
Josh era un cane rabbioso. Pronto al combattimento. L’espressione dura e crudele.
- HO PERSO GIDEON SCONTRANDOCI CON BUCKY!! - esclamó pieno di rabbia Steve, mentre gli occhi iniziavano a bruciare per quelle emozioni devastanti che stavano tornendo a galla.
Hartenett rimase a bocca aperta, poi prese a passarsi una mano fra i capelli.
- Potrebbe anche essere stato lui a portarmelo via! E una parte di me sa che potrebbe essere realmente così, ma non ne ho la certezza! Dopo averlo visto in quelle condizioni...ho capito che doveva esserci dell'altro sotto. Bucky non è un assassino. Non voleva neanche arruolarsi- raccontò Steve con profonda amarezza, - Non avrebbe potuto fare del male ad un'altra persona. -
Il sergente prese la sua giacca e si avvicinò velocemente alla porta. Quella conversazione aveva toccato punti troppo dolorosi.
-Ci vediamo domani- lo salutò sbrigativo. Non voleva restare un minuto di più. Avrebbe avuto la sua vendetta. Era più forte di lui.
-Perchè fuggi? Josh...JOSH?!- urlò quasi con disperazione il biondo seguendolo, - Stai fuggendo...e non solo dal tuo passato, ma anche dal presente. Sei così sopraffatto dall'odio che non vedi neanche che sto cercando di avvicinarmi a te. -Steve lo afferrò per un braccio, la voce bassa ed incrinata dalle mille emozioni che si agitavano dentro di lui.
-Forse perché.... non so più cosa significhi amare- sussurrò il moro voltato di spalle. -Io sono morto quel giorno, Steve-.
- Anche per me è stato così. Ma...- le parole gli si strozzarono in gola per il dolore, - Gideon mi avrebbe detto di guardare avanti e di essere felice- il dolore era troppo forte e lo portò ad abbassare la testa per non far vedere all'altro le lacrime che avevano iniziato a scendere copiosamente sul suo volto. - Ci ho provato tante volte, ma è come se fossi un carillon rotto che non riesce più a riprodurre la sua melodia. -
Ci fu un lungo silenzio.
E poi con gran sorpresa di Steve, Josh si voltò, lo sguardo indecifrabile. Senza rendersene conto le labbra del moro premettero contro le sue.
Un bacio che forse spezzò quel dolore diventato troppo pesante per entrambi.
Resosi conto di quel che stava accadendo, Steve lo portò più vicino a sé e ricambió quel bacio carico di dolore, ma che donava loro speranza per il futuro.
  
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