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Autore: Farkas    20/11/2020    2 recensioni
May Parker sta morendo e l'unico modo che ha Peter per salvarla è fare un patto col diavolo. Mefisto in cambio della vita di May non chiede a Peter l'anima, ma il suo matrimonio con MJ che verrà cancellato dalla storia, in modo da potersi nutrire dell'infelicità che i due proveranno per l'amore perduto. Peter accetta e ottiene anche che tutto il mondo esclusa Mary Jane scordi la sua identità, mentre lui e la rossa dimenticheranno di aver stipulato il patto.
Questo però include anche chi la conosceva da prima della guerra civile come Felicia e la stessa zia May. Un piccolo momento nel tempo che mostra quel segreto, che torna ad essere tale per le persone più importanti nella vita di Peter.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicia Hardy, J. Jonah Jameson, Mary Jane Watson, Norman Osborn, Peter Parker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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          CANCELLAZIONE

 
 
 
Nella vita di Peter Parker, c’erano stati tanti eventi fondamentali.
Il morso del ragno, la morte di zio Ben, la morte di Gwen… l’elenco sarebbe potuto procedere a lungo, e di certo nella lista sarebbe dovuto rientrare il suo matrimonio con Mary Jane Watson.
Sarebbe dovuto rientrare nella lista ma non ci sarebbe mai rientrato perché Peter aveva appena permesso a Mefisto di cancellarlo dalla storia in cambio della vita di zia May.
Gli si era lacerato il cuore nel dire al demone di agire, ma cos’altro avrebbe potuto fare? La pallottola che aveva colpito sua zia, era stata destinata a lui! Come avrebbe potuto continuare a vivere sapendo che aveva causato la morte di entrambi i suoi zii, sia pure indirettamente e involontariamente? Mefisto aveva garantito che nessuno avrebbe più ricordato la sua vera identità, nemmeno quelli che la sapevano da prima che Tony lo convincesse a smascherarsi *. Doveva farlo. Aveva deliberatamente messo tutti i suoi cari in pericolo, era solo questione di tempo prima che ciò che era accaduto a May, accadesse anche a MJ, ad Anna, a Flash, a Betty…
“Ho combinato il guaio e ora devo rimediare. Non importa a cosa devo rinunciare per farlo. E’ una mia responsabilità”.
I fasci di energia generati da Mefisto avvolsero Peter e Mary Jane. Dopo gli ultimi angoscianti secondi, il castano sentì la rossa stretta a sé diventare sempre più leggera. Un attimo dopo Mary Jane era scomparsa, e i ricordi del loro matrimonio pure.
 
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Felicia Hardy stava appollaiata su un tetto, una volta tanto non alla ricerca di un guaio in cui ficcarsi, ma per schiarirsi le idee.
May Parker stava morendo. La voce si era sparsa in fretta, e Felicia non riusciva a non pensare a come dovesse sentirsi Peter. Scoprire della malattia terminale di suo padre, era stato uno dei momenti più duri della sua vita e di certo anche il ragno in quel momento era vittima della stessa sensazione d’impotenza che aveva provato lei.
“Quanto vorrei poter fare qualcosa…” si disse l’albina. Non che avesse un gran rapporto con l’anziana signora, ma la proverbiale fortuna dei Parker, si era particolarmente accanita su questi ultimi dalla guerra civile in poi.
“Peter dev’essere al limite ormai… la vita della rossa dev’essere diventata un inferno… eppure farei a cambio con lei all’istante se potessi” rimuginò la Gatta Nera. “Sarei potuta essere io la signora Parker… se solo non fossi stata tanto immatura e superficiale. Se avessi imparato ad apprezzarlo prima anche per quel che era sotto la maschera…”.
Cielo ma quante volte se l’era ripetuta? Era deprimente che l’unico uomo con cui sarebbe stata disposta a condividere la cattiva sorte, avesse già una donna pronta a farlo.
“Riuscirò mai a voltare pagina?” si chiese afflitta la figlia di Walter. Ironia della sorte entrambi i suoi desideri sarebbero stati esauditi: Peter sarebbe stato di nuovo libero e lei avrebbe smesso di star male… ma ciò avrebbe fatto fare un notevole passo indietro sia alla loro relazione che a lei come persona.
I fasci di energia la investirono in pieno cancellando i suoi ricordi.
Il momento in cui il ragno le aveva svelato la sua identità, quando lei gli aveva raccontato dello stupro subito. La volta in cui le era stato accanto in ospedale fino a quando non si era svegliata, e tutte le sue visite successive. Tanti dettagli della loro relazione. Tutti i piccoli momenti che aveva condiviso con Peter Parker, e che l’avevano spinta a migliorarsi come persona. Tutto perduto. Ogni volta in cui aveva visto insieme Peter e MJ e si era sentita stringere il cuore, ogni volta che era andata a letto da sola, desiderando che Peter fosse con lei. Tutto cancellato in un attimo.
“Ma che ci faccio qui?” si chiese perplessa la giovane Hardy. Aveva la vaga impressione di aver scordato qualcosa d’importante… di molto importante… ma più ci pensava, e meno aveva idea di cosa.
“Se è davvero importante mi tornerà in mente” si disse. Era uscita per prendere un po’ d’aria, ma preferiva rincasare. Non aveva avventure con gli eroi in vendita e non era certa di voler sfruttare il caos di quei giorni per fare un colpo. Sarebbe stato davvero basso approfittare di tutte le tragedie accadute durante la guerra civile.
Strano. Da quando era così sensibile?
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Era notte fonda eppure J. Jonah Jameson era ancora al Bugle. Le vendite stavano calando e spesso Jonah era costretto a fare le ore piccole in ufficio… eppure strano a dirsi non era la situazione del Bugle a tormentare l’uomo.
 
Jameson aveva sempre creduto che tra lui e Peter Parker ci fosse un legame di fiducia e lo aveva sempre considerato un uomo onesto. Maledizione aveva comprato le sue foto fin da quando era un quindicenne … e per tutti quegli anni Parker si era preso gioco di lui, vendendogli selfie! Non si era mai sentito così tradito e umiliato in vita sua.
“E pensare che gli ho perfino pagato l’avvocato quando era stato accusato di omicidio*… non sono più così sicuro che quelle accuse fossero ridicole” pensò acido il marito di Marla, prima di essere raggiunto dai fasci di energia creati da Mefisto.
Il suo svenimento quando Parker si era tolto la maschera, l’azione legale che aveva deciso d’intentare contro di lui, il dolore e l’incredulità che aveva provato vennero cancellati in un battito di ciglia. 
Jonah rimase perplesso un attimo non ricordando più il perché di quella sensazione di amarezza. La causa tuttavia gli arrivò subito alla mente: suo figlio lo aveva pugnalato alle spalle. John aveva appena sposato She-Hulk*. Quella minaccia gamma-mutata aveva perfino aiutato Spider-Man a denunciarlo per diffamazione in passato. Peggio ancora l’astronauta, lo aveva messo di fronte al fatto compiuto!
Maledizione figliolo! Non potevi restare scapolo ancora un po’ come ha fatto Parker?! Bah… mai avrei detto che fosse meglio di te in qualcosa, ma almeno non ha tradito la mia fiducia, prendendosi gioco di me!”.
Inutile farsi il sangue amaro. Aveva un giornale da mandare avanti, c’erano impiegati che contavano su di lui per sbarcare il lunario. Ah, se Parker gli avesse portato una bella foto dell’Arrampicamuri che violava l’atto di registrazione… ma il ragno non si vedeva molto in giro in quei giorni e tutto sommato Parker aveva altro a cui pensare. Sua zia era in ospedale e anche se stava guarendo, Jonah poteva capire che il ragazzo preferisse stare al suo capezzale, piuttosto che in giro per la città a cercare quella minaccia mascherata.
“Bah. Ci sono notizie a sufficienza anche senza Spider-Man, e ho altri fotografi oltre a Parker” si disse il vecchio brontolone prima di rimettersi al lavoro. Va a capire perché, di colpo si sentiva più leggero malgrado lavoro e famiglia stessero andando a catafascio.
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Anche Norman Osborn era ancora nel suo ufficio. Il direttore dei Thunderbolts non vedeva l’ora di scatenare la sua squadra contro Parker. Ah che gioia, avrebbe potuto umiliare e devastare la sua nemesi come mai prima di allora… e sarebbe stato tutto legale!
Quel pensiero lo fece scoppiare in una risata folle. Però occorreva fare in fretta: ora tutti i suoi nemici si sarebbero scagliati sul ragno. E in quella situazione sarebbe stato inelegante, aggredirlo in massa.
“Accidenti a te Parker! Hai violato le regole, mi hai tolto il vantaggio! Ora dovrò preparare tutto di corsa!” si disse irato il magnate. “Ci vogliono mesi per preparare un piano degno di questo nome e adesso sarò fortunato se avrò una settimana!”.
Quanto aveva goduto nello spezzargli il cuore uccidendo la biondina, quanto era arrivato vicino a distruggerlo facendogli credere di essere un clone… forse avrebbe potuto lavorare sulla la rossa, ma cercare di replicare il proprio maggior successo non era molto originale. Lui non ripeteva mai le cose già fatte. L’ultima volta che aveva preso di mira MJ, aveva cercato di uccidere in una volta sola lei, la vecchia e lo stesso Peter certo di riuscire almeno in una delle tre imprese e invece gli altri supereroi avevano interferito.
Mefisto aveva sempre considerato Norman Osborn una fonte di male piacevole sulla terra ma questo non gli impedì di cancellare anche i suoi ricordi. Di certo la notizia avrebbe fatto piacere a Kindred*. Lui avrebbe ricordato. In fondo il patto riguardava solo Terra-616, non il suo regno e coloro che ci vivevano.
Un improvviso giramento di testa, costrinse il padre di Harry ad appoggiarsi alla scrivania per non cadere. Doveva essere proprio stanco… ma non poteva permettersi di riposare: l’Arrampicamuri in fuga dalla legge che ora lui rappresentava, era un’opportunità talmente ghiotta che andava sfruttata subito! Ah, avesse saputo chi era davvero… che raffinate trappole avrebbe potuto preparare.
Chissà perché gli tornò in mente l’amichetta bionda di Harry. Ci aveva goduto davvero ad ammazzarla, uno dei suoi omicidi migliori, visto che era stato il ragno a essere incolpato… eppure sentiva una vocina nel cranio che gli diceva, che la ragazza era stata una vittima importante per un’altra ragione… ma quale?
Bah, non aveva tempo per gingillarsi coi ricordi. Scoprire l’identità del ragno sarebbe stato più facile con tutte le risorse dello S.H.I.E.L.D. … doveva assolutamente escogitare un piano per fare le scarpe a quell’imbecille di Stark.
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Il corpo di May Parker, ritornò sano quanto poteva esserlo quello di una donna della sua età, ma tanti momenti importanti scivolarono via dalla sua mente. Il dolore quando aveva scoperto che Peter l’aveva esclusa per anni, da una delle parti più importanti della sua vita, la preoccupazione che l’aveva attanagliata da quel momento in poi e il supporto che gli aveva dato. L’orgoglio che era arrivato poi, vedendo quante persone Spider-Man aveva salvato. Tutto svanì in un istante. Un prezzo basso per la vita, direbbero alcuni, ma May Parker non aveva mai scelto di pagarlo.
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MJ si versò un bicchiere di scotch. Era stata dura rivedere Peter al party di bentornato di Harry. Non gli si era avvicinata, ed era stata felice che lui avesse fatto altrettanto.
Era stanca. Stanca di simbionti, cloni e bombe zucca. Era stanca dell’Uomo Ragno. Aveva un disperato bisogno di una vita normale… eppure Peter le mancava. Un giorno magari sarebbero potuti tornare a essere amici, ma non adesso. Era ancora troppo presto, le sue cicatrici erano ancora troppo fresche.
-Fa, freddo oggi- mormorò la rossa a nessuno in particolare. Non era più abituata a vivere da sola.
Sarebbe mai riuscita a ritrovare l’amore? Avrebbe trovato qualcuno con cui avere figli? L’idea non era mai stata praticabile con Peter, visto la vita che faceva, ma adesso… be’ ci doveva essere almeno un lato positivo nell’aver interrotto una relazione che durava da anni.
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-Allora Peter, com’è stata la festa? Sei arrivato in tempo per la sorpresa?- chiese May al nipote una volta che fu rincasato.
-Sì. E’ stato davvero bello rivedere Harry, dopo tutto questo tempo, mi sono divertito-.
-E dimmi c’era anche…-.
-Sì, MJ c’era ma non ci siamo parlati-.
L’anziana signora stava per dire qualcosa, quando il fischio del bollitore la fece voltare.
-Ah, è pronto il tè. Lo verso subito, è meglio berlo quando è caldo-.
-A proposito zia May, stasera ricordami di prendere un’altra coperta. Quando mi sono svegliato il letto mi è sembrato freddo- commentò l’eroe mentre si alzava per prendere le tazze.
 
 
 
 
 
 
  • Uno scontro tra superumani a Stanford causò numerosissime vittime civili, e pertanto gli Stati Uniti vararono una legge che costringeva i supereroi a svelare le loro identità al governo. Alcuni guidati da Capitan America si ribellarono, mentre chi acconsentiva ebbe come leader Iron-Man. Peter inizialmente era tra questi e Tony lo convinse a smascherarsi per convincere altri supereroi a fare lo stesso. I metodi da fascista di Tony però portarono Spidey e molti altri (tra cui la Gatta Nera) a disertare e unirsi a Capitan America.
  • Il supereroe Starfox usò i suoi poteri su She-Hulk, facendo innamorare perdutamente lei e John Jameson perché aveva percepito che era tormentata dalla solitudine. Naturalmente una volta scoperta la verità, She-Hulk annullò il matrimonio.
  • Kindred è un ex-umano che una volta arrivato all’Inferno è diventato un demone. A suo dire la colpa della sua trasformazione è di Norman Osborn, ma sembra avere anche dei rancori verso Peter Parker, di cui conosce la doppia vita ed è determinato a distruggerlo.
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Era un secolo che non pubblicavo qualcosa in questa sezione, e avevo l’idea di questa storia da quasi altrettanto tempo e finalmente sono riuscito a pubblicarla.
Che ne dite? Mi pareva carino fare una panoramica sulle persone che ritengo particolarmente importanti per la vita di Peter Parker e di Spider-Man (ovviamente Norman Osborn lo è in negativo, ma nessuno potrà mai dire che Goblin non è importante nella vita di Spider-Man).
Vi spingo a recensire, se vi dico che ho pubblicato questa storia il giorno del mio compleanno?
  
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