Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: KuroHeart    21/11/2020    0 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Il mattino seguente, io e Sebastian ci siamo recati in città, ormai imbiancata dalla neve, per svolgere alcune commissioni e ritirare la mia uniforme creata dalla sarta Hopkins.


Tornati alla residenza dopo un paio d'ore, mi reco nella mia stanza con la borsa contenente l'uniforme da domestica per cambiarmi.
<< Cerca di fare in fretta, perché quest'oggi abbiamo molto lavoro da svolgere. >> mi ha intimato Sebastian durante il viaggio di ritorno.
Così inizio subito a spogliarmi della divisa che Mey Rin mi ha dato in prestito e prendo le calze che ho poggiato sul letto assieme al resto degli altri capi. Indossate quelle, passo alla camicetta, procedendo successivamente con il corsetto. Dopodiché indosso la sottoveste, la gonna nera con il grembiule bianco abbinato ed un paio di stivali scuri. In teoria una domestica dovrebbe portare delle scarpe con tacco basso, in modo tale da essere comode ma anche consone al proprio lavoro, però  dato che io e la mia collega dobbiamo svolgere anche altri doveri, questa è certamente la scelta più adatta. Infine per ultima, ma non meno importante, la crestina candida sul capo.

<< Sono convinta che ti starà da favola! >> aveva esclamato la sarta prima di lasciare il suo negozio.
"In effetti non ha tutti i torti."
La divisa mi calza a pennello, risultando quindi nè troppo attillata ma nemmeno troppo larga, lasciando la giusta libertà al corpo. Sono contenta di non dover più indossare quella di Mey Rin, primo perché non mi piace chiedere le cose in prestito e secondo per via delle misure un po' più grandi delle mie.
Sistematami a dovere davanti allo specchio, lascio la camera e mi dirigo di sotto per farmi dire dal maggiordomo quali saranno i doveri del giorno.
Giunta in cucina, ecco infatti il mio superiore intento a spiegare al giardiniere cosa dovrà fare: << Finny, da oggi in poi ti occuperai solo delle faccende interne alla residenza, visto che i giardini sono coperti di neve. Ma non devi assolutamente dimenticarti delle piante nella serra, intesi? >>
<< Va bene! >> risponde solare. Non appena il biondino mi vede, i suoi occhi verdi brillano ed il suo sorriso si spande: << Buongiorno Katreena! >> mi saluta calorosamente dato che non abbiamo avuto modo di vederci prima.
<< Buongiorno anche a te Finny. >> ricambio il sorriso e vado a posizionarmi accanto alla mia collega, senza negare di avvertire un certo imbarazzo per essere stata in parte responsabile di aver interrotto il discorso del corvino, il quale in questo momento sta guardando il giardiniere in cagnesco e ha un leggero tic all'occhio destro. Il ragazzo però non sembra comprendere il motivo di quello sguardo, tanto che continua a sorridergli con innocenza.
La vista di questa scena mi suscita ilarità, ma faccio il possibile per evitare di mettermi a ridere.
Sebastian fa un respiro profondo per calmare il visibile istinto omicida e riprende a parlare, rivolgendosi ora al cuoco, il quale si trova vicino a Finny: << Bard, tu mi aiuterai a cucinare il pranzo. E guai a te se userai di nuovo qualunque cosa possa mettere a repentaglio l'incolumità di questa residenza e dei suoi abitanti. >> esclama minaccioso corrugando la fronte.
Questo perché al nostro ritorno, l'uomo ha tentato di cucinare della carne con un lanciafiamme e il maggiordomo l'ha fermato in tempo prima che potesse far esplodere la cucina.
<< Va bene ho capito. >> sospira lui riluttante grattandosi la nuca senza provare il minimo terrore nei confronti del superiore, come se facesse parte della routine.
<< Mey Rin, Katreena. Voi due laverete le scale del salone principale. >>
<< C-certamente! >> esclama la domestica sull'attenti mentre io annuisco.
Il corvino batte le mani una volta: << Al lavoro. >>
<< Yes sir! >> rispondono in coro i servitori per poi congedarsi. Non appena mi incammino verso l'uscita della stanza per andare con la mia collega, il maggiordomo mi chiama poggiando una mano sulla mia spalla: << Prima di andare, devo mostrarti una cosa circa il compito che devi svolgere. >>
<< D'accordo. >> Lascio passare il mio superiore e lo seguo a ruota. Svoltiamo a destra imboccando un paio di corridoi. Arriviamo a destinazione dopo un paio di minuti dove Sebastian sta aprendo una porta, rivelando poco dopo che si tratta di uno sgabuzzino dove sono custoditi spazzoloni, scope, spolverini di ricambio ed uno scaffale con dei barattoli in vetro.
<< Qui vi sono i prodotti per lavare i vestiti e le lenzuola. >> inizia il demone indicando la parte sinistra dello scaffale. << Mentre al centro puoi trovare il necessario per pulire i corrimano delle scale, il lucido per le scarpe e delle spugne di ricambio. >> continua lui senza distogliere lo sguardo da esso, mentre io gli rivolgo un'occhiata fugace osservando il movimento rilassato del suo braccio e la mano guantata che sembra quasi ipnotizzarmi. << Infine come puoi vedere a destra vi sono bende e garze per il primo soccorso. >> conclude per poi girarsi verso di me, notando che ha un barattolo di vetro tra le mani.
<< Questo è il prodotto che devi utilizzare per pulire il corrimano delle scale. Almeno tu cerca di non sbagliarti, perché Mey Rin lo confonde continuamente con il lucido delle scarpe. >> mi raccomanda lui con un leggero sospiro quando ha menzionato la sua sottoposta.
<< D'accordo. >> rispondo tendendo una mano verso il prodotto per afferrarlo, ma Sebastian si dismotra ostile stringendolo saldamente.
Stizzita, gli rivolgo uno sguardo di sfida impiegando tutte le mie forze per strappargli il barattolo, quando ad un certo punto sento la sua mano carezzarmi il fianco e successivamente attirarmi a lui, sigillando le mie labbra con le sue in un bacio carico di passione.
<< Seb...! >>
Colta alla sprovvista, sgrano gli occhi e tento di liberarmi, ma lui non mi dà retta; anzi, osa di più facendo scendere la mano sul mio fondoschiena, carezzandone la forma invitante, mentre insinua la lingua nella mia bocca con prepotenza.
<< Cosa stai... >> mugugno confusa tentando di interrompere quel contatto ma invano.
Lentamente la sua lingua va ad intrecciarsi con la mia ed io, ormai travolta dal desiderio, intensifico il bacio e mi lascio trasportare poggiando le mani sulle sue possenti spalle così piacevoli da toccare.
Poco dopo il corvino interrompe bruscamente il contatto: << Ora puoi andare. >> dice mettendomi tra le mani il famoso contenitore.
Stordita, abbasso lo sguardo su di esso e poi osservo il maggiordomo con non poca perplessità, trovando davvero insolito il suo cambiamento così improvviso.
Lui si abbassa sorridendo maliziosamente per sussurrarmi all'orecchio:
<< Ora va'. Hai del lavoro da svolgere. >> mi ricorda con naturalezza, come se ciò che abbiamo appena fatto non fosse mai accaduto. Arrossisco violentemente nel sentire la sua voce avvolgente ed il suo respiro su di me.
<< S-sì giusto. >> balbetto lasciando velocemente lo sgabuzzino per raggiungere Mey Rin. Dopo varie difficoltà a districarmi tra i corridoi e con la mente affollata a causa di Sebastian, trovo la mia collega seduta sui primi gradini delle scale del salone principale a giocherellare con la gonna del grembiule. Non appena mi vede, si alza di scatto e mi viene incontro con un sorriso: << Eccoti! >> esclama contenta prendendo in mano il barattolo che le ho porto. La mia collega dapprima abbassa lo sguardo su quello osservandolo attentamente come a voler memorizzare com'è fatto, dopodiché lo volge nuovamente verso di me inclinando leggermente la testa di lato e guardandomi con sopresa: << Perché hai le guance rosse? >> domanda con innocenza.
Sgrano gli occhi stupita visto che ero convinta di aver ritrovato il giusto contegno per svolgere il mio lavoro: << Non ne ho idea. Forza, ora dobbiamo pulire qui. >> rispondo agitando con una mano lo straccio che era poggiato sul corrimano in cima alle scale, sperando di aver chiuso la conversazione. Purtroppo per me, lei non sembra credermi a giudicare dalle sue guance ora rosse come un pomodoro. Subito dopo lancia un piccolo urlo: << Credo di aver capito il motivo! >> afferma convinta poggiandole mani sulle gote.

<< Mey Rin, smetti di perdere tempo e mettiti al lavoro. >> la ammonisce Sebastian, il quale è comparso alle sue spalle. Colta in flagrante, la ragazza trasale e si volta rapidamente verso di lui: << C-c-certamente s-signor Sebastian! >> risponde con voce tremante per poi prendere rapidamente uno straccio, correre di sopra ed iniziare a strofinare il corrimano con vigore.
Il corvino sospira e si allontana vedendo che la rossa non sta usando il prodotto apposito. Così penso io a farglielo notare con gentilezza e lei si scusa facendo mille inchini.
<< Non ti devi preoccupare. >> rispondo con un sorriso. Una volta calmatasi, ci mettiamo finalmente al lavoro.

Nel pomeriggio, il maggiordomo ci ordina di lavare alcune lenzuola e degli abiti del signorino. Ancora una volta, il corvino mi illustra i prodotti da utilizzare. Mentre parla, tengo lo sguardo fisso su quelli per evitare di distrarmi pensando al bacio passionale che mi ha dato. Fortunatamente ora il demone non può permettersi di fare una cosa simile dato che è presente anche la nostra collega.
<< Questo è tutto. >> conclude lui per poi rivolgersi alla sottoscritta: << Katreena, quando avrete finito, voglio che tu venga in cucina per preparare la cena. Inutile dire che sarai sotto la mia supervisione. >> dice con un mezzo sorriso appena visibile in volto.
<< Certo. >> rispondo senza far trasparire il disagio che mi provoca il solo pensiero di trovarmi di nuovo sola con lui.
<< Molto bene. A più tardi allora. >> dice lui per poi uscire dalla lavanderia chiudendo la porta.
Terminato anche questo compito dopo aver impiegato tutto il pomeriggio, mi reco in cucina dove trovo Sebastian con le maniche rimboccate della camicia, intento a tirar fuori alcuni coltelli affilati da un cassetto.
<< Ah bene, eccoti. >> esclama lui.
<< Questa sera prepareremo uno stufato di manzo. >> mi fa sapere indicando un blocco di carne che si trova a sinistra del piano della cucina e delle patate a destra.
Dopodiché il maggiordomo mi mostra come si taglia il manzo e come si sbucciano e tagliano le patate.
<< Ora tocca a te. >> dice lui porgendomi il coltello.
Inizio così a tagliare il manzo a cubetti. Dopodiché passo a sbucciare le patate. Nel frattempo Sebastian continua ad osservarmi in silenzio, dandomi solo alcune istruzioni passo dopo passo.

Senza nemmeno accorgersene, il corvino si ritrova a studiare attentamente il corpo di Katreena, ora intenta a far rosolare la carne. I suoi occhi si concentrano sulla sua figura non troppo robusta, notando che la nuova divisa mette in risalto le sue curve femminili, le stesse che ha carezzato più di una volta.
I capelli castani e lucenti raccolti nello chignon emanano dei riflessi color rame di cui Sebastian non si era mai accorto.
La tentazione di sciogliere quell'acconciatura e passare le dita tra quelle onde si fa strada in lui, ma nel momento in cui la ragazza si volta, il maggiordomo si ricompone e presta attenzione a ciò che lei ha da chiedergli.
"È davvero brava a fare ciò che le assegno." Osserva soddisfatto il corvino mentre Katreena sta impiattando la cena con il massimo della cura sempre sotto la sua guida.


************


<< La tua difesa è ancora debole. >> mi fa notare Sebastian dopo aver fallito nel fermare uno dei suoi attacchi a mani nude per la centesima volta.
<< Però sono abile nella schivata. >> replico con un sorriso altezzoso. Infatti sono in grado di evitare i suoi coltelli e addirittura afferrarli. Inoltre con la giusta pratica sarò addirittura in grado di "rispedirli al legittimo proprietario", come mi ha detto lui.
<< Questo è vero, ma voglio che tu migliori questa abilità, per non parlare anche dell'attacco. Hai del potenziale, ma non lo utilizzi a dovere. >> insiste lui mentre si sistema uno dei guanti della divisa.
<< D'accordo ho capito. >> esclamo gonfiando le guance, cosa che sembra divertire il demone, visto come ha incurvato le labbra.
<< Bene, riproviamo. >> dice mentre si mette in posizione. Dopodiché scarta in avanti per attaccarmi, ma poco prima di raggiungermi, odo uno sparo in lontananza e con la coda dell'occhio vedo un oggetto piccolo avvicinarsi a tutta velocità verso il corvino. Decido così di pararmi davanti a lui afferrando con decisione tra l'indice e il pollice quello che si rivela essere il proiettile di un fucile, a giudicare dalla sua grandezza.
Poco dopo un altro sparo echeggia nella notte e a quel punto è Sebastian a prendere il secondo proiettile.
<< Provengono da quegli alberi. >> mi fa sapere lui puntando lo sguardo oltre il cancello del maniero.
Improvvisamente un numero indefinito di proiettili ci vengono scagliati contro, ma noi riusciamo a schivarli tutti mentre corriamo verso l'uscita della residenza. Fortunatamente la neve ha smesso di scendere da qualche ora, rendendoci così più semplice individuare gli intrusi.
Una volta fuori, il demone si accinge a lanciare un paio di coltelli verso uno degli uomini armati che si nasconde dietro il tronco di un albero sulla destra, centrandolo al primo colpo.
<< Muori mostro! >> esclama un giovane scagnozzo mentre branisce un pugnale correndo verso di me. Aspetto che lui si avvicini e poi mi scanso all'ultimo momento, facendo sbilanciare il ragazzo. Approfitto così della situazione per riservargli un potente colpo alla base della nuca con una mano, uccidendolo sul colpo. Mi sbarazzo di altri due assassini utilizzando lo stesso metodo, quando all'improvviso una forte fitta colpisce il mio braccio destro, strappandomi un forte gemito. Volgo lo sguardo verso colui che mi ha sparato, il quale mi rivolge un ghigno spavaldo: << Non hai via di scampo. >> esclama con voce roca tenendo impugnata l'arma.
Divertita dalla sua arroganza, gli sorrido beffardamente mentre estraggo il proiettile dalla carne senza emettere un suono e nemmeno fare una smorfia di dolore. L'espressione dell'uomo si fa incredula non appena nota che la ferita si sta rimarginando a gran velocità sotto ai suoi occhi.
<< Non è possibile... >> sussurra con le mani tremanti.
Mi avvicino rapidamente a lui prima che possa anche solo pensare ad un contrattacco, sollevo il braccio sinistro e lo abbasso con forza, graffiando prepotentemente il suo petto con gli artigli, penetrandoli a fondo nella sua carne, causandogli una grave ferita e un dolore straziante che nemmeno le sue grida possono descrivere. Ancora con gli occhi sgranati, l'uomo fa cadere la pistola per poi accasciarsi al suolo, osservando il suo corpo gemente ed ormai prossimo alla morte. La sua sofferenza e paura mi procurano una scossa di piacere e adrenalina simili a quelli che avevo provato quando mi sono nutrita di Mary, il sacrificio necessario per poter entrare nell'organizzazione.
Ma questa volta i due elementi si sono amplificati, forse per via del fatto che prima di uccidere qualcuno mi sono divertita ad intimorire le mie vittime in prima persona: sentire il loro terrore ha colmato il mio cuore di una felicità malsana e perversa.
L'esalazione dell'ultimo respiro dell'assassino mi riporta alla realtà. Attirata dal profumo del sangue rimasto sugli artigli, porto la mano di fronte a me osservando i rivoli scarlatti rigare lentamente le mie dita.
La mia sete inizia a farsi insistente, così senza nemmeno accorgermene, mi sporgo verso la mano schiudendo le labbra, pronta ad assaporare quel prelibato terrore con la punta della lingua. Ma proprio quando sto per farlo, una presa salda al polso ferma quell'atto proibito.
<< Basta così, Katreena. >> parla il maggiordomo con un tono di voce pacato.
Scosto lo sguardo dalla mia mano per incrociare i suoi occhi, ora brillanti del loro caratteristico rosso cremisi, in grado di placare in me questa tentazione.
<< Sebastian... >> sussurro mentre abbandono la mia forma vampira per tornare a quella umana. Pochi secondi più tardi, il corvino mi lascia andare, si toglie il guanto con i denti e avvicina la mano al mio viso per spostare dietro l'orecchio una ciocca di capelli che è andata a coprirmi parzialmente l'occhio sinistro, cosa di cui non mi ero resa conto.
Mentre compie quel gesto, un piccolo sorriso si dipinge sul volto di Sebastian: << Ora vai a darti una ripulita. Penserò io a disfarmi dei cadaveri. >> dice sfiorandomi appena la guancia con le sue dita affusolate, provocandomi un lieve rossore alle gote.
<< Ne sei sicuro? Vorrei darti una mano. Ora non sento più quella voglia di sangue, quindi... >>
Il maggiordomo scuote la testa: << Tranquilla. Tu pensa solo a rilassarti. Ora vai. >> replica lui con insolita premura.
<< D'accordo. >> rispondo per poi incamminarmi verso la residenza.

Una volta arrivata nella mia camera, mi dirigo in bagno per riempire la vasca di acqua calda. Nel frattempo mi tolgo l'uniforme constatando che il proiettile di quell'individuo ha provocato un buco abbastanza grande, per non parlare del mio sangue che si è ormai incrostato sul tessuto. Fortuna che insieme a questa divisa ce n'erano altre di ricambio, perché di certo non avrei potuto lavorare con una ridotta così.

"In futuro dovrai fare attenzione a non rovinare la tua divisa."

Questo è ciò che Sebastian mi direbbe. Trovo strano che non mi abbia rimproverata per questo, ma che si sia comportato diversamente; quando vuole sa essere gentile, anche se molto probabilmente la sua è solo una facciata che utlizza per evitare che io perda il controllo e possa uccidere qualcuno della servitù o peggio, il signorino; anche se credo proprio che prima di riuscire solamente ad avvicinarmi a quest'ultimo, il demone mi avrebbe già uccisa con le sue mani.
Liberati i capelli dallo chignon ormai disfatto e svestitami del tutto, mi reco verso la vasca per chiudere il rubinetto ed immergo una mano per sentire la temperatura. Infine entro e comincio a lavarmi cominciando a rimuovere con vigore il liquido scarlatto rimasto appiccicato alle mie dita per far sparire anche l'odore, cosa che risulta impossibile nonostante abbia utlizzato un sapone particolarmente profumato.
Intanto sento l'acqua calda rilassare i muscoli e scacciare la tensione del combattimento, così decido di godermi quel relax sdraiandomi e poggiando la testa sul bordo della vasca, chiudendo gli occhi.
Inspiro ed espiro profondamente liberando la mente da tutto ciò che è successo in questi ultimi mesi per cercare di trovare un equilibrio.

<< Bene, vedo che hai seguito il mio consiglio. >> la voce del corvino mi ridesta bruscamente da quel breve momento di tranquillità che stavo provando.
Sgrano gli occhi nella sua direzione e mi copro istintivamente i seni, nonostante la schiuma formatasi nell'acqua celi in gran parte il mio corpo.
<< Perché lo hai fatto? Mi sembrava di averti già vista nuda. >> si lamenta lui sollevando un sopracciglio con fare interrogativo per poi incurvare le labbra in un mezzo sorriso dopo avermi vista arrossire violentemente.

<< Che cosa ci fai qui? >> replico irritata guardandolo con astio.
<< Volevo solo assicurarmi che stessi bene. >> risponde lui poggiando una mano sul bordo della vasca e chinandosi verso di me, il suo volto a pochi centimetri dal mio.
Scosto una mano dai seni e la immergo nell'acqua per poi fare un movimento deciso verso il corvino,
schizzandolo in pieno viso e bagnandogli la giacca.
<< Questo è per aver fatto irruzione nel mio bagno e per avermi spaventata. >>
A quel punto Sebastian sospira e si erge in piedi, portandosi una mano alla testa per far scorrere le dita tra i capelli umidi.
<< Questo sì che è un guaio... >> dice tra sé mentre si sbottona la giacca.
In un primo momento ho tutta l'intenzione di urlargli di andarsene, ma come lo vedo a torso nudo dopo che si è tolto velocemente il resto dei vestiti, cambio totalmente idea lasciando che i miei occhi si gustino i pettorali e gli addominali ben piazzati del maggiordomo, senza dimenticare la sua pelle diafana e perfetta. Salendo con lo sguardo, noto i suoi occhi taglienti fissi sui miei, i quali mi scrutano seducenti. La vista di tutto ciò mi disorienta a tal punto da non sentire le parole del corvino che sono riiscita a comprendere dopo un paio di volte: << Spostati un po' più in là, per favore. >>
Obbedisco senza protestare, dandogli modo di sedersi dietro di me.
Il corvino mi scosta i capelli da una parte e inizia a lavarmi la schiena con una spugna, effettuando dei movimenti lenti e partendo dall'alto per poi scendere. Poco dopo avverto un leggero brivido causato dalle calde labbra di Sebastian, le quali sono andate a depositarsi sul mio collo.
<< Hai una pelle così liscia e morbida... >> mi sussurra all'orecchio destro mordicchiandone il lobo, mentre una sua mano mi sfiora l'addome. Mugolo abbandonandomi completamente contro il maggiordomo.
Poco dopo si dirige gradualmente verso uno dei seni candidi stringendolo appena, talvolta sfiorandone il capezzolo con il pollice. L'altra mano ora libera dalla spugna, scorre lungo il fianco andando verso l'interno coscia. Allargo di poco le gambe per permettergli di carezzarmi meglio; infatti le sue dita sono passate a stimolare il punto più scoperto della mia femminilità. Volto di poco la testa per incontrare lo sguardo ipnotico del corvino, il quale mi induce a baciarlo sulle labbra, lasciando che sia la passione a guidarmi. Lui ricambia subito intensificando il bacio con la lingua ed io non tardo a farla incontrare con la mia, percependo l'eccitazione di entrambi farsi sempre più viva. Poco dopo mi volto verso di lui mettendomi a cavalcioni per poterlo baciare con più comodità, ponendo una mano dietro la sua nuca.
<< Ah! >> gemo sia di piacere che di sorpresa inarcando la testa quando avverto la presenza di Sebastian essersi insinuata totalmente in me con dolce irruenza. Così io mi aggrappo alle sue spalle e comincio a muovere sinuosamente il bacino.
Il maggiordomo mi guarda rapito come quella volta in biblioteca mentre le sue mani scivolano sui miei fianchi con lascivia e le sue labbra schiuse emettono degli ansimi che vanno ad unirsi ai miei.
Poco dopo il corvino si dedica nuovamente ai miei seni, ma questa volta usando la lingua, compiendo dei movimenti lenti e circolari sui punti più erogeni, donandomi così altri brividi di piacere, portandomi ad aumentare il ritmo. Sebastian però si ferma all'improvviso: << Non così in fretta. >> ringhia mostrando i suoi occhi rossi come il sangue mentre inverte le posizioni sovrastandomi inaspettatamente.
Piacevolmente divertita, mi avvicino al suo viso per mordergli sensualmente il labbro inferiore. Sebastian geme e provvede subito a rispondere alla provocazione muovendosi con foga. Ansimo senza controllo avvighiandomi a lui; scariche colme di voluttà si propagano lungo il mio corpo, togliendomi il respiro. Ormai prossima al culmine, afferro i capelli corvini del demone per attirarlo a me, inserendo con forza la lingua nella sua bocca. Pochi istanti dopo, quel gesto porta lui e me all'apice nello stesso momento.
Ancora ansimanti, il maggiordomo inverte le posizioni, lasciando che io mi accoccoli al suo petto, mentre lui mi circonda in un abbraccio. Alzo lo sguardo verso il maggiordomo rivolgendogli un sorriso dolce e spontaneo. Lui dapprima non sa bene come reagire, ma poi ricambia il gesto con naturalezza. Colta da un improvviso momento d'affetto, gli scosto il caratteristico ciuffo corvino che si trova in mezzo al viso e poggio le labbra sulla fronte ora scoperta, depositandovi un piccolo bacio. Inutile dire che Sebastian rimane sorpreso dal mio gesto: << Perché l'hai fatto? >> chiede guardandomi con gli occhi spalancati.
<< Così... >> mi limito a rispondere facendo spallucce per poi stringermi nuovamente a lui, sentendomi al sicuro da qualunque brutto pensiero.

<< Oh, mi sono ricordato di dover sbrigare alcune faccende. >> esordisce lui dopo diversi minuti di silenzio spezzato solo dal lieve sottofondo dell'acqua che si muove nella vasca.
Il tono con cui il demone ha pronunciato quelle parole non sembra tranquillo come al solito, bensì agitato, frettoloso, nonostante la differenza si sia notata poco.
<< A quest'ora della notte? >> gli domando perplessa.
Sebastian annuisce sollevando l'indice della mano sinistra: << Certo. Dopotutto il maggiordomo della famiglia Phantomhive non conosce riposo. >>
Questa volta invece ha fornito una risposta pacata come di consueto, mostrando anche l'orgoglio di essere consapevole di saper fare il suo lavoro in modo impeccabile.
<< Posso aiutarti se vuoi. >> oso proporgli per sentire quale sarà la sua risposta.
Lui accenna un sorriso e scuote appena il capo: << Non ce n'è bisogno. >> replica lui dandomi la conferma che per chissà quale motivo non mi vuole intorno.
<< Ora se vuoi scusarmi... >> dice sciogliendo l'abbraccio mentre io mi sposto in avanti per farlo passare.
Guardo il corvino con occhi supplichevoli mentre si asciuga e riveste, sperando che cambi idea e torni a stringermi a sé.
<< A domani Katreena. >> parla dopo aver finito, usando un tono distaccato.
Attonita, lo saluto a mia volta, osservandolo poi dirigersi verso la porta e lasciare la stanza senza nemmeno voltarsi a guardarmi un'ultima volta.
Sospiro delusa tornando a sdraiarmi sul bordo, chiedendomi cos'abbia detto o commesso per averlo fatto scappar via, cosa che non era mai successa.

"Se n'è andato perché ha avuto ciò che voleva. Come mai ti ostini a non capirlo? Perché continui a sperare che lui possa provare qualcosa per te?"

Sussulto quando sento la mia nemesi essersi fatta viva dopo tanto tempo.
<< Credevo fossi sparita per sempre e invece eccoti... >> esclamo aprendo le braccia con esasperazione.

Lei risponde con una risata amara, irritandomi non poco.

"Finché tu esisterai, io non ti lascerò mai. Se ti stai chiedendo il motivo per cui non mi sono fatta sentire prima, è perché non avevo la minima voglia di cercare di consolarti. Sai, non è una cosa da me."

Schiocco la lingua e annuisco: << Non ti preoccupare. So che questo non è il tuo campo, così come quello dell'amore, quindi ti chiedo di non immischiarti. >>

"Ogni tuo desiderio è un ordine. Ma sappi che non andrà a finire bene." Minaccia lei per poi lasciarmi finalmente in pace.

Nel frattempo Sebastian si sta incamminando frettolosamente verso la sua stanza. Una volta arrivato, chiude la porta lasciandosi andare contro di essa.
Si porta la mano destra al petto percependo i battiti accelerati del suo cuore. << Cosa mi sta succedendo? >> sussurra tenendo la bocca schiusa, apprendendo che anche il suo respiro è cambiato, trasformandosi da regolare ad affannato in poco tempo.
Così decide di chiudere gli occhi per cercare di calmarsi, ma senza successo, poiché la sua mente ha iniziato a mostrargli l'immagine della vampira, la quale gli sta sorridendo con dolcezza dopo avergli baciato la fronte. Il maggiordomo scaccia subito quel momento riaprendo gli occhi, senza però rendersi conto di star involontariamente carezzando con l'altra mano il punto in cui la ragazza ha posato le labbra con affetto, un sentimento che non aveva mai sentito su di sé durante la sua vita millenaria... fino ad ora. Nel frattempo sensazioni sconosciute pervadono il demone. 

*********************

Ciao a tutti, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Mi farebbe piacere avere una vostra opinione :) Alla prossima!

   
 
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