Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: evil 65    21/11/2020    5 recensioni
Al termine della battaglia decisiva per il destino dell'umanità, Eren Yeager e Annie Leonheart si ritrovano catapultati in un mondo molto diverso dal loro. Un mondo in cui i titani possono essere trovati solo nei racconti per bambini. Un mondo pieno di eroi e cattivi...
(Attack on Titan x Marvel )
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Eren Jaeger
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un nuovo capitolo! Vi auguro una buona lettura ;)


A new world 

Il richiamo di un uccello riscosse Annie dai suoi ricordi insanguinati.
Per un attimo, quando alzò gli occhi per la prima volta verso un cielo completamente limpido,  le sembrò quasi di ritornare a quel giorno di quasi cinque anni prima, durante  la sua ultima battaglia contro Eren.
Il freddo era lo stesso e così anche il dolore che stava provando in quel preciso istante.
A pochi passi da lei vi era l’immenso cadavere del Titano Fondatore, che aveva già cominciato ad evaporare.
Distolse l’attenzione dal cielo. Era passata un’eternità da quel giorno e lei non si sentiva più un umana.
Suo padre non era più lì per sostenerla con il ricordo delle sue parole.
E per quanto riguarda Eren?
Il pensiero di colui che aveva dichiarato guerra all’intera umanità la costrinse a rimettersi in piedi.
Cominciò subito a guardarsi intorno, ignorando il fischio acuto che le martellava le recchie e la vista parzialmente offuscata. Si rese presto conto di trovarsi su una spiaggia.
Poco più avanti…una foresta. Ma con piante che la ragazza non aveva mai visto prima, assai diverse da quelle a cui era abituata.
Deglutì a fatica. Lui poteva essere là fuori o nascosto tra i resti fumanti del Titano Fondatore.
Oppure era chissà dove e l’esito della battaglia lo aveva spinto ad abbandonarla lì. Oppure era morta, e ora sii trovava all’Inferno.  
No…poteva sentire il suo cuore che le pulsava nel petto, pompando il sangue con più forza. Doveva essere ancora viva.
Cercò di mantenersi in equilibrio e si spolverò la sabbia dai vestiti.
Girò appena lo sguardo…e allora lo vide. Eren Jaeger era a soli una decina di metri da lei, sdraiato a terra e con gli occhi chiusi.
Annie si tese all’istante e continuò a guardarsi attorno con aria frenetica.
Dopo una breve indagine, notò una roccia aguzza che sbucava dalla sabbia. Senza perdere tempo, la estrasse da terra e si avvicinò zoppicando al corpo dell’ex compagno di squadra.
La sua testa passò brevemente dal ragazzo all’arma contundente che teneva in mano.
Le sarebbe bastato un forte colpo al testa per ucciderlo e liberare il mondo da questa minaccia. Un unico colpo…e sarebbe stata in grado di vendicare la morte di suo padre. Un unico colpo…e avrebbe ucciso colui che era stato il suo primo ed unico amico.
Sentì la gola seccarsi. Sarebbe stata davvero in grado di ucciderlo? Anche dopo tutto quello che aveva fatto? Anche dopo il livello di potere che aveva raggiunto?
Aveva sentito dire che Eren era già sopravvissuto ad una decapitazione. Una semplice roccia sarebbe riuscita a completare il lavoro? Annie ne dubitava fortemente…ma doveva almeno provarci.
Prese un respiro profondo e tornò a fissare il giovane con un’espressione determinata.
Pigramente, si rese conto che quella era la prima volta in cinque anni che lo vedeva bene per prima volta, senza il pensiero della battaglia imminente ad offuscarle i pensieri. Sembrava così stanco…così senza vita. Era una visione a dir poco sconfortante.
Facendo appello a tutta la forza di autocontrollo che aveva in corpo, sollevò la roccia e si preparò ad abbatterla sulla testa del mutaforma. Ma prima che potesse farlo…Eren spalancò gli occhi. 
Annie si ritrovò a fissare una lavagna vuota, uno sguardo vacuo e parzialmente coperto da capelli selvaggi. Era uno sguardo che anni prima non sarebbe mai stata in grado di attribuire al ragazzo a cui aveva insegnato a combattere. 
I suoi occhi non erano dello stesso verde brillante di quel giovane orgoglioso. Ora sembravano portatori di un’oscurità primordiale. Opachi come una coltre di nebbia che avvolge una foresta di sempreverdi.
La roccia calò verso il basso ed Eren le afferrò il polso con un unico e rapido movimento, bloccandola. Meno di un paio di secondi dopo, le loro posizioni furono invertite.
Annie cominciò a scalciare nel tentativo di liberarsi e lanciò un urlo collerico. Il suo avversario, tuttavia, non diede alcun segno di voler allentare la presa.
Rimasero in quella posizione per un po’, fino a quando la ragazza non si rese conto della futilità della proprie azioni.
Con un sospiro rassegnato, lasciò andare la roccia. Eren la scrutò in volto, quindi iniziò ad accennare un sorriso.
<< Hai intenzione di attaccarmi di nuovo? >> chiese con un tono di voce calmo e controllato nonostante la situazione.
Annie lo fissò ferocemente, ma annuì con riluttanza.
<< Bene >> borbottò il mutaforma, mentre si allontanava per permetterle di alzarsi.
La bionda si rimise in piedi con un balzo e cominciò a togliersi la sabbia dai vestiti.
Si voltò verso Eren…e procedette a tirargli un pugno, che il ragazzo evitò per un pelo.
<< Annie, ti stai comportando in modo ridicolo >> sospirò, mentre assumeva una posizione di combattimento.
Annie strinse gli occhi e si lanciò in avanti con un grido.
<< Ok, pessima scelta di parole >> borbottò l’avversario, mentre faceva del suo meglio per contrastare gli attacchi della ragazza.
Annie non sembrò preoccuparsene e continuò a inveire contro di lui senza la minima traccia di esitazione, menando calci e pugni come se ormai non potesse più fare altro.
Passati due minuta, però, la pazienza di Eren cominciò ad esaurirsi.
Si abbassò per evitare l’ennesimo pugno e colpì la bionda con un fendente alle gambe, facendola cadere a terra.
Le fu subito sopra e la prese per i polsi, cercando di bloccarla.
<< Annie, smettila! >> ringhiò attraverso i denti, ma la ragazza si limitò a tirargli una testata al naso.
“Sta diventando un’abitudine” pensò il Titano Fondatore con aria stizzita. Tuttavia, riuscì ad ignorare il dolore e fece pressione sullo stomaco della ragazza, ma ecco che lei cominciò a scalciare come una furia, facendogli quasi perdere l’equilibrio.
<< ANNIE! >> urlò con tanta forza da spingerla a fermarsi.
La bionda si bloccò di colpo, gli occhi spalancati per la sorpresa e la paura.
Sembrava un cervo catturato dal bagliore della luna. Una creatura terrorizzata in balia di un predatore pronto a divorarla.
Quella visione si rivelò troppo da gestire anche per Eren. Proprio come quando aveva estratto il suo corpo minuto dal Titano Femmia…si ritrovò incapace di ferirla ulteriormente. Ancora non capiva come quella strana e solitaria ragazza fosse capace di suscitare in lui una simile reazione. Ma ora non era certo il momento di soffermarsi su simili questioni.
Prese un paio di respiri calmanti e la fissò intensamente.
<< Mi dispiace per tuo padre, va bene? >> sussurrò con il tono di voce più calmo e confortante che riuscì a trovare << Mi dispiace… >>
Annie sussultò e sentì il proprio cuore mancarle un battito.
Presto, la sua mente venne invasa da frammenti di memorie riguardanti i momenti più significativi che aveva passato con il genitore. I loro allenamenti, i loro pasti,  le loro brevi esplorazioni al dì là dei quartieri Eldiani di Marley…tutti quelli immagini la colpirono con la stessa intensità di un treno in corsa.
L’uomo che l’aveva cresciuta, colui che era stato la sua ancora per tutta la vita, l’unica persona al mondo in cui aveva sempre riposto fiducia…era morto, ucciso dallo stesso individuo che ora la teneva bloccato a terra.
Sentì un moto di nausea farsi strada dentro di lei e per poco non fu tentata di vomitare.
<< Toglimi le mani di dosso >> sussurrò stancamente, ed Eren fece proprio questo. Cercò pure di aiutarla ad alzarsi, ma lei lo allontanò con uno sguardo sprezzante.
<< Dovresti vergognarti, Jaeger. Trattare una fragile ragazza in questo modo… >>
<< Non c’è niente di fragile in te >> ribattè l’altro con un roteare degli occhi, pur non nascondendo un sorriso divertito al ricordo di quella vecchia battuta.
Annie sbuffò e tornò a guardarsi attorno.
<< Dove siamo? >> chiese più a se stessa che al suo ex compagno di allenamento.
Eren inarcò un sopracciglio e fece una rapida panoramica dell’area circostante.
<< Non lo so. Ma sicuramente non siamo più a Marley >> concluse dopo un’attenta indagine, ricevendo un’espressione sorpresa ad opera di Annie.
Intuendo la sua confusione, il mutaforma continuò dicendo: << Non riesco più a sentire la connessione con i titani. >>
<< Bene >> disse la bionda con tono vendicativo, e questa volta il ragazzo dovette fare appello a tutta la forza di autocontrollo che aveva in corpo per non mostrare la sua irritazione.
<< Hai idea di quale tipo di arma abbiano utilizzato i tuoi compatrioti? >> chiese nel tentativo di cambiare argomento.
Lo sguardo sul volto della bionda sembrò farsi più tagliente.
<< Non erano i miei compatrioti >> rispose freddamente << Solo i miei padroni. >>
<< La domanda resta >> ribattè Eren, impassibile.
Annie si limitò a schioccare la lingua.
<< Non ne ho idea. Come ben sai, ho passato quasi cinque anni lontano dal paese e non mi certo aggiornata sulle loro ultime “conquiste” in campo militare. Avevo altri pensieri per la testa >> continuò con una marcata nota di sarcasmo.
“Tipico di Annie” pensò Eren, divertito “Comportarsi in modo disinteressato per cercare di mantenere il controllo della situazione.”
Fece per porgerle un’altra domanda…ma si bloccò.
Udì un rumore indistinto provenire dalla foresta. Un ronzio basso e ritmato, simile quello generato dalle macchine da guerra di Marley.
I suoi muscoli si tesero subito per la prospettiva di una nuova minaccia.
<< Arriva qualcosa >> borbottò freddamente, lo sguardo fisso nella stessa direzione in cui il suono era più forte. Allarmata, Annie fece lo stesso.
Pochi secondi dopo, una coppia di oggetti fuoriuscirono dagli alberi…veicoli. Ma di un genere che i due mutaforma non avevano mai visto.
Erano molto diversi dalle automobili utilizzate dei cittadini di alta classe di Marley, ma non erano neppure mezzi di trasporto blindati. Sembravano quasi una coppia di grosse scatole nere e lucenti.
Attraversarono la distanza che li separava dai due ragazzi in meno di un minuto, sollevando una densa nuvola di sabbia. Una volta di fronte ai mutaforma, quelle che Annie suppose fossero le portiere del mezzo si aprirono di scatto.
Dai veicoli fuoriuscirono un totale di dieci uomini vestiti con le divise più strane su cui i titani avessero mai posato gli occhi. Erano interamente blu, con strisce bianche lungo i bordi, e aderivano al corpo in maniera piuttosto pronunciata. Al centro del petto spiccava una scritta: S.H.I.E.L.D.
L’unico a non indossare quell’ abbigliamento era un uomo calvo e vestito in un completo completamente nero. Aveva anche un paio di occhiali dalla montatura bizzarra, con lenti talmente scure da potergli nascondere gli occhi anche alla vista acutissima dei mutaforma. Inoltre, nella mano destra teneva una strana scatola grigia che ogni tanto emetteva una specie di ronzio.
Eren lo sentì abbaiare degli ordini nel familiare dialetto di Marley, e la cosa lo sorprese non poco. Forse erano più vicini alla capitale di quanto avesse inizialmente pensato, ma una sensazione fastidiosa lo intimò a riconsiderare quell’opzione.
Vide il gruppo di soldati – almeno, pensava fossero soldati – estrarre grossi fucili dalla schiena e puntarli verso di loro, mentre il presunto comandante di quel piccolo battaglione prendeva una lunga occhiata al cadavere fumante del Titano Fondatore.
Infine, i suoi occhi si posarono sulla coppia.
<< Identificatevi >> ordinò freddamente l’uomo, con un tono di voce che non ammetteva repliche.
Per sua sfortuna, Annie era ormai diventata completamente insensibile agli ordini e all’autorità in generale. Dieci anni passati sotto il giogo di una potenza xenofoba potevano avere questo effetto.
<< In genere, è corretta educazione presentarsi PRIMA di chiedere a qualcuno di fare lo stesso>> disse con un tono di voce monotono, lo stesso che aveva utilizzato con Eren durante i loro primi incontri.
L’uomo stranamente vestito – che Annie aveva ribattezzato nella sua mente Mr Occhiali - inarcò un sopracciglio.
<< Fantastico, abbiamo un intelligentona >> commentò beffardo, mentre si toglieva gli occhiali e cominciava a pulirseli << Per dirla senza mezzi termini, tesoro, noi non abbiamo nomi. In tutta sincerità…Noi non siamo  nemmeno qui, il che significa che se vi ammazziamo entrambi nessuno potrà mai darci la colpa.>>
Esternamente Annie non diede alcuna reazione visibile, ma il pollice della mano sinistra si mosse appena verso l’anello di suo padre. L’unica cosa che le era rimasta del genitore.
<< Abbiamo motivo di credere che siate coinvolti in attività terroristiche che violano la legge di registrazione dei superumani >> continuò l’uomo di fronte a lei, ignaro delle sue azioni.
Lanciò una rapida occhiata al corpo in putrefazione del Gigante Fondatore e indicò verso di loro lo strano oggetto che teneva in mano. << E in base a quello che vedo…e al rumore che sta facendo il mio amichetto…penso proprio che tali sospetti siano fondati. >>
Detto questo, arricciò appena le labbra in un sorriso accomodante e aggiunse: << Devo chiedervi di venire con noi e rispondere ad alcune domande… >>
<< E se non lo facessimo? >>
Il suono di quella voce fu sufficiente a inviare un brivido lungo la spina dorsale di Annie.
Si era quasi dimenticata che fosse ancora lì…proprio accanto a lei. Il suo vecchio compagno di squadra…il suo primo vero amico…colui che aveva massacrato milioni di persone solo per l’ambizione di un contorto senso di libertà. Un mostro in pelle umana.
<< Eren… >> disse con tono d’avvertimento, ma il ragazzo non sembrò sentirla e compì un passo in avanti.
<< Se noi dovessimo rifiutare la sua richiesta…che cosa succederebbe? >> ripetè con una voce priva di alcuna emozione, come se volesse sinceramente saziare la propria curiosità.
Lo sguardo dell’uomo in nero sembrò indurirsi e gli altri soldati che erano con lui sollevarono le armi e le puntarono verso la coppia.
<< Che dovremmo usare metodi assai meno diplomatici per costringervi a seguirci >> fu la fredda risposta di Mr Occhiali << Ma è un opzione che vi sconsiglio caldamente. >>
Fece cenno ad uno dei sottoposti e questi estrasse un paio di bizzarre manette dalla cintura dei pantaloni. Erano molto sottili, e per questo Annie suppose che dovevano essere state fabbricate con un metallo molto più resistente di quello a cui era abituata.
<< Allora, Ke-mo sah-bee? Farai il bravo? >> domandò Mr Occhiali con un sorriso beffardo.
Eren rimase in silenzio. Fu quello il primo segnale che fece drizzare i capelli sulla nuca della bionda. Non era mai un buon segno quando Eren Jeager si limitava ad osservare qualcuno.
Se ne rimase semplicemente lì e passò brevemente lo sguardo da un soldato all’altro.
<< Ho una controfferta >> disse dopo quasi un minuto buono di silenzio << Tu e i tuoi amici ci lascerete andare…o io vi ucciderò tutti. >>
“Fanculo” fu il primo pensiero che attraversò la mente di Annie. Fu presto seguito dal suono delle sicure dei vari fucili che venivano sbloccate.
<< Eren, non fare cazzate >> sussurrò a bassa voce, ma il ragazzo non si voltò nemmeno per riconoscere la sua esistenza.
Mr Occhiali strinse gli occhi in un paio di linee sottili…e poi, fece cenno ai suoi uomini di farsi avanti.
<< Prendeteli >> ordinò impassibile. Fu allora che si scatenò l’inferno.
Annie vide tutto come a rallentare. Osservò Eren mentre si portava la mano destra alla bocca, proprio mentre i Soldati cominciavano ad avvicinarsi.
I suoi occhi vennero attraversati da un lampo di panico. << Eren, no! >>
BOOM!
Uno schizzo di sangue. Un lampo di luce dorata. Seguì un esplosione e decine di metri cubi di sabbia si sollevarono da terra.
Alcuni soldati vennero sbalzati dalla potenza dell’onda d’urto. Si udirono delle grida di sorpresa…e poi, la figura inconfondibile del Titano d’Attacco si palesò in mezzo alla nuvola di polvere.
<< Oh, Cristo Santo! >> esclamò Mr Occhiali, il volto ora adornato da un’espressione visibilmente terrorizzata. Annie non era certo da meno.
Quante volte – nella sua prigione di cristallo – aveva fatto sogni riguardanti la creatura che l’aveva costretta in quel sonno apparentemente eterno? Un essere di puro incubo, un tributo all’odio degli Eldiani…una bestia priva di raziocinio, guidata unicamente dalla rabbia.
Ed ora eccolo di fronte a lei, esattamente come se lo ricordava. Una creatura umanoide dai corti capelli neri e le orecchie a punta. Non poteva vedere il suo volto, ma non si sarebbe sorpresa dallo scorgere il ghigno tutto denti che cinque anni prima aveva estratto il suo esile corpo dal callo del Titano Femmina.
<< Dannazione… >> mormorò a se stessa, mentre tutti i soldati sollevavano le armi in direzione di Eren.
<< Sparategli! >> ordinò Mr Occhiali, e i fucili fecero subito fuoco.
Annie si buttò subito a terra mentre una raffica di proiettili penetrava nella carne del Titano d’Attacco, riversando sangue sul bagnasciuga. Eren, tuttavia, rimase fermo e immobile e si limitò a fissare il gruppo di uomini con occhi impassibili. Pochi secondi dopo, decine di bozzoli cominciarono a ricadere ai piedi del gigante e le sue ferite iniziarono a rigenerarsi.
Uno dei soldati in prima linea compì un passo all’indietro.
<< Oddio… >>
Non ebbe la possibilità di finire la frase. Eren scattò in avanti e lo spiaccicò a terra con un pugno, riversando interiora e flotti scarlatti sulla spiaggia. Un altro soldato cercò di sparargli, ma ecco che il gigante fece schioccare le mascelle di lato e lo tranciò in due con un unico e rapido morso. Lo stesso destino toccò a quello che cercò di fuggire poco dopo.
Il resto dello scontro fu piuttosto breve.
Il Titano attaccò i suoi nemici con spietata efficienza, uccidendoli uno ad uno e ignorando completamente i colpi che gli uomini riuscivano a mettere a segno.
Sangue e budella schizzarono in ogni dove, facendo calare una pioggia rossa al di sopra del campo di battaglia. Le grida di sorpresa si trasformarono in urla di terrore e invocazioni di pietà.
“È tutto inutile” pensò Annie “Eren non ne mostrerà alcuna.”
Poi, la bestia umana si mise ad inveire anche sui loro mezzi di trasporto e ne utilizzò uno per schiacciare Mr Occhiali e liberarsi degli avversari rimanenti. Entro un paio di minuti al massimo, l’intero battaglione era stato ridotto ad un mucchio di cadaveri informi e ridotti a pezzi.
Annie rimase ferma e immobile, paralizzata dalla brutalità di ciò che aveva appena assistito.
La sua mente venne subito invasa dai ricordi del giorno in cui aveva massacrato il Survey Corps. Ricordò i corpi inermi delle persone che aveva ucciso, le sue mani macchiate di sangue, le urla di disperazione dei compagni caduti…tutte memorie che aveva cercato di sopprimere sotto una facciata di fredda crudeltà e indifferenza.
Percepì qualcosa agitarsi nel suo stomaco, ma riuscì a trattenere la bile e si limitò a fissare Eren mentre fuoriusciva dal corpo del Titano d’Attacco.
<< Li hai uccisi tutti >> sussurrò, cercando di mantenere un tono di voce calmo e misurato.
<< Erano un pericolo per noi, e lo sai anche tu >> fu la fredda risposta del ragazzo.
Nei suoi occhi verde smeraldo, Annie non vide alcun segno di pentimento o gioia…Solo semplice apatia. La stessa espressione che si sarebbe aspettata da una persona che aveva semplicemente schiacciato alcune formiche che si erano avvicinate un po’ troppo al suo pranzo.
“ Che cosa ti è successo, Eren?” pensò, e troppo tardi si rese conto di aver esternato quei pensieri a voce alta.
Il Titano Fondatore sospirò stancamente.
<< Mi sono dovuto svegliare >> borbottò, per poi cominciare a incamminarsi in direzione della foresta.
Una volta giunto nel punto in cui gli alberi incontravano la spiaggia, si voltò verso di lei. << Vieni? >>
Annie sussultò alla domanda e si guardò rapidamente attorno.
Il suo sguardo passò più volte dai corpi smembrati dei soldati alla figura del ragazzo.
Eren rimase immobile e la scrutò con paziente attesa.
Infine, dopo quello che le sembrò un tempo interminabile, la bionda prese un respiro profondo ed iniziò a seguirlo.

                                                                                                                     * * * 
 
Camminarono per quasi un’ora ininterrotta attraverso la foresta, seguendo il percorso lasciato dai veicoli.
Il terreno era umido e difficile da risalire, a tratti paludoso , con una vegetazione piuttosto variegata e assai diversa da ciò a cui i due mutaforma erano abituati.
Fu solo quando trovarono un vero e proprio sentiero che la mente di Annie cominciò a rassicurarsi.
“Deve esserci un insediamento umano nei paraggi” pensò con una punta di speranza, sebbene l’idea di lasciare Eren a meno di qualche chilometro da ogni paese o città non l’aggradasse così tanto.
Infine, il suono di voce ovattate li avvertì della loro vicinanza al primo segno di civiltà umana.
Cautamente, uscirono dagli alberi…e si trovarono di fronte ad un paesaggio che li fece frenare sul posto.
Dapprima videro solo una strada completamente nera affiancata da una coppia di marciapiedi rossi. E questa conduceva ad un piccolo agglomerato di edifici…oltre cui spiccavano palazzi – apparentemente distanti diversi chilometri - che sembravano quasi toccare il cielo. Strutture verticali alte centinaia di metri che avrebbero tranquillamente messo in imbarazzo tutti i membri della Religione delle Mura.
Fu Eren il primo a rompere il silenzio.
<< Sì…decisamente non siamo più a Marley >> commentò impassibile, ma Annie riuscì a mala pena a sentirlo. I suoi occhi erano completamente focalizzati sull’enorme città davanti a loro.
<< Che razza di posto è questo? >> domandò più a se stessa che al compagno mutaforma, il volto adornato da un’espressione carica di meraviglia.
“Quei palazzi sono enormi. Devono essere grandi quanto le mura di Paradise…forse anche di più” pensò con soggezione. Fu così che, troppo impegnata ad ammirare quell’incredibile tributo all’architettura, non si rese conto di aver camminato fino al bordo della strada.
Sentì un rumore assordante provenire dalla sua destra ed ebbe appena il tempo di voltarsi, prima che un paio di braccia la tirassero indietro.
Un veicolo rosso scuro saettò di fronte a lei a gran velocità, mancandola per un pelo e sollevandole ciuffi di capelli a causa dello spostamento d’aria improvviso.
<< Stai bene? >> chiese Eren, con un marcato sottofondo di preoccupazione.
Annie sbattè le palpebre un paio di volte e passò brevemente lo sguardo dalla strada al ragazzo che le aveva appena impedito di essere investita.
<< Io…sì >> borbottò, cercando di trattenere un rossore imbarazzato << Grazie. >>
Eren grugnì soddisfatto, mentre la bionda tornava ad osservare il veicolo in ritirata.  “Mai vista un’automobile così veloce.”
Cercò di allontanarsi dal ragazzo, ma ecco che finì contro uomo vestito in maniera molto simile a Mr Occhiali.
<< Ehi, guarda dove metti i piedi! >> esclamò questi, per poi portarsi all’orecchio uno strano oggetto argentato  << Scusa, una ragazzina mi è venuta addosso. Stavi dicendo riguardo a quelle azioni? >>
Annie inclinò leggermente la testa. Stava…parlando con qualcuno? Forse quello che teneva in mano era una sorta di dispositivo di comunicazione, come i telefoni utilizzati da Marley. Eppure…non era collegato ad alcun filo. Questo posto stava diventando più strano di minuto in minuto.
Continuò a guardarsi intorno…e fu allora che i suoi occhi si posarono sulla cosa più assurda che la ragazza avesse mai visto.
C’era una vetrina a qualche metro dalla coppia, forse appartenente ad un negozio. E in quella vetrina…c’era una grossa scatola nera molto sottile e dalla superficie lucida, sopra cui stavano scorrendo delle immagini.
“Ma che diavolo…” fu tutto quello che riuscì a pensare, mentre si avvicinava cautamente a quella strana visione.
Sull’oggetto comparve la figura di una donna dai folti capelli rossi, ed Annie si ritrovò incapace di trattenere un sussulto sorpreso e un po’ spaventato.
<< È ….una scatola? Una scatola con piccole persone al suo interno? >> sussurrò incredula << No…è qualcosa di diverso…come una fotografia in movimento…>>
Prima che potesse completare quella frase, la donna cominciò a parlare.
<< Il processo tenutosi ieri al Congresso dell’ONU ha portato all’incarcerazione del noto terrorista mutante Erik Lansher, alias Magneto, recentemente divenuto leader della nazione insulare di Genosha >> esordì la rossa, mentre il suo volto veniva affiancato dall’immagine di un uomo visibilmente anziano e dai freddi occhi azzurri. Vestiva in una strana armatura rossa completa di mantello, ma ciò che attirò davvero l’attenzione di Annie fu lo strano casco cromato che indossava.
<< La nazione è situata al largo della costa orientale dell'Africa, a nord del Madagascar, e vanta la comunità mutante più grande del pianeta, con oltre sei milioni di individui. Dopo il tentativo di Magneto di dare il via ad un invasione degli Stati Uniti, l’ONU ha richiesto l’intervento degli X-Men per frenare le azioni del terrorista, con suo conseguente imprigionamento >> proseguì la donna << Al momento, la figlia di Erik Lansher, Polaris Lensher, è diventata la nuova presidentessa di Genosha ed è impegnata nelle trattative diplomatiche con il resto dell’ONU. >>
L’immagine della rossa venne sostituita da quella di una giovane donna dai folti capelli verdi, vestita in modo molto simile all’uomo che era stato presumibilmente arrestato.
<< Le azioni di mio padre hanno sicuramente provocato gravi sconvolgimenti politici all’interno della Nazione >> esordì la rinomata Polaris << Tuttavia, io e il mio Governo faremo del nostro meglio per riguadagnare la fiducia degli altri paesi, con la speranza che questi spiacevoli eventi non influenzeranno negativamente la già difficile situazione della mia razza. >>
Ci fu un altro cambio di immagine e la figura della donna dai capelli rossi si palesò nuovamente sulla superficie della scatola.
<< Su un’altra linea, l’atto di registrazione per gli umani dotati di poteri sta provocando grandi dissapori. Il direttore dello Shield ed ex leader degli Avengers, Tony Stark, rilascerà un’intervista a riguardo questo pomeriggio… >>
Ma Annie non stava più ascoltando. Ormai, la sua mente era completamente in subbuglio.
Per anni aveva creduto che Marley fosse l’apice del successo tecnologico raggiunto dall’umanità. Ma ora, di fronte a ciò che aveva visto…si sentiva quasi come un insetto al cospetto di una scimmia.
<< Annie… >> arrivò una voce familiare alle sue spalle.
Si voltò di scatto e i suoi occhi incontrarono quelli verdi e impassibili di Eren Jeager.
Il ragazzo rimase a fissarla per qualche secondo. Poi, prese un respiro profondo e…
<< Penso che siamo finiti in un altro mondo. >>


 
 
 
E così, Eren and Annie si ritrovano nel Marvel verse, durante un periodo che i fan dei fumetti ricorderanno assai bene: quello della registrazione degli umani dotati di superpoteri, evento che portò allo scatenarsi della Civil War. Tony Stark è ora il direttore dello Shield, gli Avengers sono stati sciolti e le relazioni tra umani e mutanti sono molto tese.
Tuttavia, in questa mia versione del Marvel verse, Genosha è ancora intatta, e Wanda non ha mai provocato gli eventi di House of M, quindi è perfettamente sana.
I due mutaforma sono qui da poche ore e hanno già avuto un incontro con lo Shield. E come potete vedere, Eren ormai non si fa più problemi ad eliminare chiunque minacci la sua libertà.
Per la lingua, ho deciso di rendere l’inglese il corrispettivo del dialetto di Marley per rendere la comunicazione tra i personaggi più facile. Dopotutto, non viene mai specificata la lingua che si usa in Attack on Titan, e visto che i nomi dei personaggi dell’opera variano dal tedesco all’inglese, passando per italiano, giapponese e francese, avevo praticamente carta bianca.

 
  
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