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Autore: Scu    21/11/2020    1 recensioni
Innamorarsi non è mai stato nei piani di Rosemary Blake e Matt Brooks, troppo distratti da sè e dalla loro vita: incontrarsi potrebbe essere stata una rovina per i loro piani.
Lei , una criminale a cui la vita non ha mai voluto tanto bene; lui, che per raggiungere il successo ha messo da parte il resto, perdendolo per sempre.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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PROLOGO 

È il sette luglio per la prigione “Curtis” di New York, un giorno come gli altri, l cielo era terso di nuvole, il sole scaldava coi suoi forti e luminosi raggi, come la mattina precedente e come lo sarebbe stata la futura: tutto era mortalmente ordinario. Peccato che in quel preciso momento qualcosa stava per accadere, qualcosa che avrebbe risvegliato gli animi sopiti delle guardie poste dinanzi il carcere, carcere che ospitava l’assassina più pericolosa degli ultimi decenni: Rosemary Blake. 

Il penitenziario stava per chiudere, poiché non più gestibile economicamente, quindi ogni carcerato lì residente andava traferito: oggi toccava proprio a Rosemary, l’ultima, nonché più temibile, criminale presente ancora lì. Occuparsi esclusivamente di lei avrebbe aumentato le possibilità di un riuscito tramutamento senza intoppi o fughe: tutti gli occhi erano su di lei. 

La paura di farsela sfuggire era tanta: Rosemary era troppo pericolosa, permetterle di camminare libera tra la gente comune avrebbe voluto dire caos. 

Un silenzio tombale aleggiava nell’aria, ma se si faceva attenzione, se si volgeva l’orecchio verso i poliziotti, si poteva udire il loro cuore che batteva forsennato come in cerca di una scappatoia. Armi di ogni tipo saldamente tenute tra le mani dei cosiddetti, in allerta. 

Un passo falso, uno sparo. 

Passo decisi, e una chioma rosso fuoco sbucò dall’ombra dell’uscita: la criminale fece il suo ingresso. 

Un furgone della polizia era posto un po’ più avanti, con tre macchine al seguito. 

Rosemary Blake cominciò a guardarsi intorno con noia, mentre chi era lì presente sembrava in attesa di vederla scappare, come se in qualche modo se lo aspettassero.  

Occhi vigili su di lei, su ogni suo movimento: Rosemary ghignò e volse lo sguardo al cielo limpido. 

“Da troppo tempo ho atteso il momento in cui avrei potuto guardare questa immensa volta celeste senza le sbarre ad ostacolarmi la visuale, e finalmente ci sono riuscita... non siete felici per me?”  

Uno smagliante sorriso prese forma sul suo volto, un’ingenua innocenza da bambina traspariva dalla sua esile figura. 

“Come non mai Blake, ma fossi in te me lo godrei: stai per essere sbattuta in una fottuta e putrida cella lontana da qui.” 

Quella risposta costò caro al poliziotto, colui che affiancava la prigioniera: venne immediatamente colpito da un calcio che lo fece rovinare a terra e tossire convulsamente, fino a quasi sputare sangue. 

Rosemary fu in un attimo dopo placcata e gettata tra la polvere con un piede premuto sulle mani ammanettate dietro la schiena per impedirle un qualche movimento: a prima vista non sarebbe riuscita ad alzarsi... ma mai dubitare della rossa. 

Prese a ridere di gusto mentre girava la testa verso il poliziotto che la teneva a terra: un riccio le copriva l’occhio di un verde smeraldo. 

Il capitano Brooks ricambiò a sua volta lo sguardo, nonostante la confusione dovuta alla reazione di lei. 

Quello fu l’inizio della fine, bastò quell’istante, anzi, quegli occhi a distrarlo, facendogli allentare leggermente la presa sul suo corpo, ma abbastanza per farla scattare in avanti con un piede e rialzarsi.                                                                                                                                                                                                                                                       Rubò la pistola ad una delle guardie lì presenti, colpendola alla gamba subito dopo; fece lo stesso con altre tre, che caddero a terra urlanti per il dolore. 

I loro compagni andarono a soccorrerli chiamando in preda al panico delle ambulanze.                                                                                                                                               Matt Brooks fu l’unico a rimanere vicino la ragazza, guardando con rimprovero i suoi sottoposti che avevano anteposto la cattura della criminale affidata loro: mai abbassare la guardia, l’aveva imparato a sue spese proprio nel momento in cui si era fatto ammaliare da quegli occhi dal colore magnetico, nonostante non fosse uno sbaglio tipico di lui... di solito.                                                                                                                                                                                                                                                        Lui, conosciuto per la sua forza e tenacia, per il suo freddo autocontrollo e lo sguardo calcolatore, non era arrivato fin lì per poi farsi distrarre con una tale semplicità. 

La riccia puntò la pistola anche su di lui, premendo la mira in direzione della tempia: uno sparo e sarebbe morto sul colpo, e non poteva permetterselo, non sarebbe morto quel giorno, non così. 

Quella determinazione lo risvegliò da quell’aggroviglio di pensieri: anche Matt puntò la pistola, ma in direzione del suo petto. 

Una scintilla di sfida brillava nello sguardo di lui, un ghigno prendeva forma sulle labbra di lei, quasi a invogliare il poliziotto a fare la prima mossa.                                         Due spari partirono in contemporanea. 

   
 
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